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Sul processo a carico di Avni Er e Zeynep Kilic

10/06/2005

Comunicato Stampa del Campo Antimperialista


Comunicato Stampa

Il 10 giugno ਠiniziato a Perugia il processo a carico di Avni Er e Zeynep Kilic, i due compagni turchi arrestati in Italia (insieme a tre militanti del Campo antimperialista poi scarcerati) il 1 aprile 2004, nell`ambito di un`operazione repressiva internazionale nota come "operazione Tracia". L`accusa ਠappartenenza ad associazione con finalità  di terrorismo, art. 270 bis c.p. come modificato dopo l`11 settembre. I processo riguarda anche alcuni compagni turchi che non hanno mai messo piede in Italia e neppure risulta che l`abbiano mai nominata.
Quasi tutte le istanze, eccezioni ed opposizioni avanzate dalla difesa dei compagni sono state respinte. La Corte d`assise ha infatti ritenuto irrilevante: la circostanza che neppure gli atti essenziali ai fini di un concreto esercizio del diritto alla difesa siano stati tradotti in turco; il fatto che il giudice dell`udienza preliminare (g.u.p.) che il 5 marzo scorso rinviಠa giudizio i due compagni fosse stato scelto fra magistrati non appartenti all`ufficio del g.i.p. e neppure alla sezione penale del tribunale; la mancata conoscenza da parte di Avni degli atti del procedimento, dovuta al fatto che la direzione del carcere maschile di Rebibbia non ha consentito ai suoi legali di consegnargli il CD contente appunto gli atti (circa 25 faldoni, che nella forma cartacea avrebbero occupato almeno una cella). Tale decisione della direzione carceraria era stata confermata dal g.u.p.! Conseguentemente la Corte ha negato perfino un breve differimento del processo per consentire ad Avni di prendere conoscenza, sia pure sommariamente, degli atti. La Corte ha poi ritenuto che nel processo non ha nessuna importanza puntualizzare il contesto politico e sociale turco ai fini di valutare se i fatti contestati ai compagni siano da considerare o meno come atti con finalità  di terrorismo e neppure ai fini di stabilire l`entità  della eventuale condanna tenendo conto delle attenuanti. Ciಠperchà¨, a detta della Procura e della Corte, l`accusa ਠdi terrorismo e non di eversione dell`ordine democratico. A nulla sono valse le insistenze della difesa sulla necessità  di intrattenersi sulle sistematiche violazioni dei più elementari diritti umani, civili e politici perpetrate dal governo turco ai fini di una giusta valutazione delle manifestazioni di resistenza ad esse, manifestazioni che possono anche assumere la forma della lotta armata condotta da un esercito che, sia pure irregolare, in determinati contesti ਠperfino riconosciuto dalle convenzioni internazionali con conseguente esclusione del reato di associazione con finalità  di terrorismo. La conseguenza di tutto ciಠਠche la Corte ha ritenuto inammissibili la maggior parte dei testimoni a difesa in quanto chiamati a riferire su fatti e circostanze irrilevanti, mentre sono stati accolti tutti i mezzi di prova richiesti dalla Procura e cioà¨: audizione come testimoni di un colonnello dei ROS e di un dirigente dei servizi segreti turchi, anche se dovranno riferire su indagini condotte da altri e su sentenze emesse da organi giudiziari esteri; trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche e telematiche, con possibilità  per la difesa di chiedere la trascrizione delle parti che ritiene rilevanti ai propri fini (gentili, perà²!); produzione di documenti elencati in apposita lista, facoltà  quest`ultima riconosciuta anche alla difesa.
L`impressione che abbiamo ricavato ਠche il processo con il relativo esito sia già  scritto, soprattutto allo scopo di creare un precedente che poi giustifichi altre condanne nei confronti di chi resiste alle politiche oppressive e repressive poste in essere da regimi capitalistici, imperialistici, antidemocratici e guerrafondai. Ma non per questo possiamo arrenderci o far finta di niente: dobbiamo continuare a lavorare per smascherare l`imbroglio dello scontro di civiltà , della guerra al terrorismo e conseguenti Liste Nere.

Maria Grazia Ardizzone
portavoce del Campo Antimperialista