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Jaime Yovanovic Prieto: Ai signori membri della Corte d´Appello di Perugia

31/01/2001

10 Agosto 2000

Ai signori membri della Corte d´Appello di Perugia, del Sistema Giudiziario della Repubblica Italiana,

Agli italiani,

Alla opinione pubblica internazionale,

A coloro che lottano contro l´ingiustizia in qualsiasi parte del mondo,


Vengo chiamato di fronte a questa Corte per comunicare il mio eventuale consenso alla mia estradizione verso il Cile, perchà© le autorità  cilene mi accusano di assasinio e porto di armi e esplosivi prima del 1984, ovvero in piena dittatura militare.

¡"Il ladrone dietro il giudice" ovvero il vero colpevole perseguita l´innocente !

I militari cileni che usurparono il governo del mio paese, uccidendo il mio presidente eletto con tutte le regole che dicono difendere, hanno torturato e ucciso migliaia di persone ed oggi si trovano nell´impunità , essendone stati giudicati solamente pochi, con lo scopo di ingannare l´opinione pubblica mondiale.

Tutto il mondo conosce le atrocità  commesse dai militari fascisti in Cile, che sono state uno dei punti neri della storia della umanità , comparabile a quella del tedesco Hitler e dell´italiano Mussolini. Mussolini ha arrestato, torturato ed ucciso migliaia di cittadini italiani, perಠcoloro che hanno resistito all´offensiva fascista, il loro paese li ha riconosciuti come democratici e, che io sappia, non ci sono cittadini italiani che sono stati perseguitati per queste attività  dopo la caduta del dittatore.

Le Nazioni Unite riconoscono il legittimo diritto dei popoli contro la tirannia.

Il mio popolo, come il vostro, signori delle autorità  italiane, anche ha avuto la dignità  che il popolo ha dimostrato di sollevarsi contro la tirannia di Mussolini.

Credetemi che il mio popolo ha imparato molto dal degno popolo italiano, che si sollevಠin armi quando era necessario ed i giudici dell´epoca stavano zitti e si vendevano al potere dittatoriale.

I giudici italiani di oggi, cosଠcome le autorità  italiane di oggi non sono nà© possono essere simili a quelli dell´epoca dittatoriale, per logica, dal momento che difendono un sistema di governo e di essere politico diverso dalla animalità  che regnava con Mussolini.

In Cile, il mio paese, che non posso toccare e abbracciare, migliaia di membri del popolo si sono sollevati orgogliosamente, come oggi lo fanno i mapuches per la loto identità , contro la crudele dittatura.

Io non sono altro che uno di queste migliaia.

Io non posso accettare che si pretenda individualizzare in me, in una persona, il grido di libertà  di tutta una nazione che richiedeva la fine dei crimini commessi dai militari.

Questo non ਠche sete di vendetta. Se si vuole fare giustizia, che si giudichi Pinochet e non un semplice cittadino che ha compiuto il proprio dovere patriottico.

Rifiuto fermemente le accuse che mi vengono fatte, e dichiaro, come ho dichiarato di fronte alle Nazioni Unite, specificatamente l´ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), che non ci sono stati morti nelle azioni di resistenza cui ho partecipato.

Non sono un assassino nà© un omicida, nà© un terrorista nà© cosa simile, sono semplicemente un essere umano che vuole vivere come tale. Sono un essere umano che vuole vivere con altri uomini e donne del pianeta, la libertà  di essere e la libertà  di sognare. Sono un essere umano che vuole amare ed essere amato.

Perಠnon mi permettono di esserlo, e per questo sono ribelle, per questo sono indomabile, che non abbassa la testa di fronte alla minima ingiustizia.

E per questo dell ingustizia ਠche ho studiato diritto e mi sono formato come avvocato, per essere professore ed insegnare agli altri che non possiamo conformarci con la più piccola ingiustizia che si commetta in qualsiasi parte del mondo.

Ho imparato che non sempre la legge realizza la giustizia, e per questo sono critico.

Non vado ad implorare nà© a chiedere che che non sia estradato in Cile. Non mi vado a umigliare. Preferisco vivere pienamente la mia dignità .

Questa ਠla mia parola.

Spero che la vostra coscienza orienti le vostre decisioni, e capirಠse saranno diverse dalla mia e, se possibile, accetterei l´asilo politico in Italia.

E come post-scriptum, canto:

Enfant de la montagne
Je´y retunre, je´y retunre.
Enfant de la montagne
Je´y returne en chantant.

La fatigue me gagne
mais mon coeur
mais mon couer,
la fatigue me gagne
mais mon couer est content.

Dal Carcere di Perugia,

Jaime Yovanovic Prieto (Professor J)
Prigioniero A 273