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Al bando per aver parlato a favore della Resistenza irachena.

05/07/2009

Scritto da Awni al Kalemji    Venerdì 12 Giugno 2009 Awni al Kalemji, dirigente dell’Alleanza Patriottica Irachena che ha ripetutamente partecipato anche in Italia a diverse iniziative a sostegno della Resistenza irachena organizzate dal Campo e da altre realtà autenticamente antimperialiste, nel 2006 fu brutalmente espulso dalla Germania, dove era stato appunto invitato ad un’iniziativa per l’Iraq. All’espulsione seguì il divieto assoluto di ingresso nel paese.

A seguire pubblichiamo una sua dichiarazione emessa in occasione del processo aperto da un suo ricorso alla magistratura tedesca contro un divieto di natura esclusivamente politica.
Vedremo se la Germania persisterà nel suo atteggiamento persecutorio contro chi, giustamente, si è speso e si spende per la libertà del suo paese.


 

“Resistenza contro l’occupazione nazista terrorista”

Dichiarazione di Awni al Kalemji

 

Da tre anni il governo tedesco mi impedisce l’ingresso nel paese affermando che io sono una “minaccia per l’ordine pubblico”. Il crimine che ho commesso? Ho semplicemente parlato a favore della Resistenza irachena!

 

Ma quale è la differenza fra l’occupazione nazista dei Balcani e dell’Europa dell’Est e l’occupazione statunitense del Medio Oriente? Tutte e due sono essenzialmente per il potere geo – politico e per la dominazione economica. Il loro scopo è il controllo imperiale del mondo. L’unica differenza è la giustificazione ideologica. Mentre i primi parlavano di razza superiore, questi ultimi dichiarano di “esportare la democrazia”. Ma tutti e due si sentono nel loro pieno diritto, perché credono di essere superiori.

 

Secondo le fondamentali regole democratiche un popolo ha il diritto di difendersi contro un’occupazione straniera. La Resistenza antifascista agì così’, e così continua ad agire il nostro popolo. Questo diritto è – non a caso – sancito dalla carta delle Nazioni Unite.

 

L’occupazione statunitense dell’Iraq non solo ha violato il diritto internazionale e le regole delle Nazioni Unite, ma ha anche provocato con l’embargo che l’ha preceduta una devastazione senza precedenti e la miseria per la nostra gente. Prima a milioni sono stati ammazzati dalle sanzioni, dopo ancora a milioni dall’urto della Guerra. La nostra patria, una volta prospera e naturalmente ricca, è stata praticamente rasa al suolo. Le infrastrutture sono in rovina. Tutti gli indicatori sociali restano al di sotto dei già bassi livelli precedenti l’invasione USA, per non parlare del periodo precedente l’embargo.

 

Ci sono ancora decine di migliaia di prigionieri politici nelle prigioni americane, mentre gli squadroni della morte sostenuti dall’occupazione girano per le strade cercando di istigare scontri settari.

 

Anche il nuovo presidente USA Obama ha riconosciuto che l’attacco all’Iraq è stato un errore e che la conseguente tattica di dividere il paese secondo linee settarie è miseramente fallita. Ha promesso il ritiro delle truppe americane e non vuole più la divisione in tre del paese.

 

Questo è il ringraziamento principale alla Resistenza incrollabile del nostro popolo, che rende l’occupazione troppo costosa in termini politici, militari ed economici e che tiene insieme il paese.

 

Gli Stati Uniti prima di tutto vogliono ritirarsi presso le loro basi militari fuori dale città e dale aree densamente popolate per sfuggire agli attacchi della Resistenza. Ma vorranno preservare, con sostegno e pressioni, un regime che loro hanno istituito con la guerra e il terrore e che dovrebbe obbedire ai loro ordini. Se un “governo diretto” non è possibile, opteranno per un “governo indiretto”. Bisognerà che la Resistenza  si adatti a questa nuova situazione, ma continuerà la sua battaglia per la libertà e la liberazione nazionale.

 

Mentre gli Stati Uniti stanno indietreggiando, il governo tedesco pare restare attaccato alla voce del suo vecchio padrone, la camarilla neo - con di Bush. Mentre parlano di antifascismo, bollano la Resistenza come terrorismo, proprio come fecero i nazisti: “Attenzione, banditi!”. Mentre parlano di democrazia, calpestano il diritto alla libera espressione e reprimono i combattenti per la libertà che cercano di levare la loro voce per la liberazione del genere umano dall’imperialismo.

 

La magistratura tedesca continuerà a comportarsi come una Repubblica delle Banane?