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Dichiarazione finale del primo incontro internazionale di solidarietà  e per la pace in Colombia e i

24/08/2001

a cura dell`Associazione nazionale Nuova Colombia

Lo sforzo di una gran varietà  di movimenti sociali, forze politiche, organizzazioni di solidarietà  e per i diritti umani, personalità  progressiste e importanti intellettuali di tutti i continenti, ਠconfluito in questo bello e fruttuoso primo Incontro di Solidarietà  e per la Pace in Colombia, America Latina e Caraibi, realizzatosi nei giorni 20, 21 e 22 luglio del 2001, con la partecipazione di 35 paesi, 50 organizzazioni e 320 delegate e delegati internazionali, oltre che di più di 100 delegate e delegati di El Salvador.

Sottolineiamo che questo Primo Incontro ਠstato un`alta espressione di unità  e solidarietà  internazionale delle Americhe e del Mondo di fronte alle permanenti aggressioni imperialiste contro i popoli che lottano contro il neoliberismo, per la liberazione, la giustizia sociale, la democrazia partecipativa e la sovranità .

Il Plan Colombia ਠun progetto di guerra interventista degli Stati Uniti contro i popoli dell`America Latina e dei Caraibi, che mira a schiacciare le diverse e crescenti espressioni di lotta, ribellione e vittoria popolare e patriottica, nonch੠a impedire che sorgano e si consolidino democrazie partecipative contrarie ai piani di egemonia di tale potenza imperiale, ed alla sua pretesa di imporre il cosiddetto Accordo di Libero Commercio (ALCA).

Strettamente connessi al Plan Colombia ed all`ALCA, sono i nefasti processi di dollarizzazione che si materializzano concretamente in El Salvador e nell`Ecuador, cosଠcome l`insediamento di varie basi militari statunitensi, quali quelle ad Aruba, Curaà§ao, El Salvador (Comalapa) ed Ecuador (Manta).

Opporsi a queste iniziative imperialiste e ricolonizzatrici ਠun dovere ineludibile, cosଠcome il rifiuto del pagamento oneroso del debito estero. Con tutto cià², e con la culminazione delle privatizzazioni estese a porti, aeroporti, acqua, elettricità , risorse scientifiche, boschi, coste, ecc., gli USA pretendono di rendere irreversibile la ricolonizzazione del Continente.

Il pretesto mediante il quale si cerca di giustificare, davanti al mondo, questa nuova escalation militare nel continente americano, ਠla cosiddetta "lotta al narcotraffico". In questo schema gli Stati Uniti inseriscono non solo i movimenti guerriglieri, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo, FARC-EP, e l`Esercito di Liberazione Nazionale, ELN, ma anche le altre forme di lotta e di espressione popolare e democratica che affrontano apertamente l`imperialismo.

Questo piano, in marcia, ਠparte di una strategia globale di ricolonizzazione economica, politica e militare dell`imperialismo statunitense, finalizzata a dominare in modo assoluto e permanente i popoli e le nazioni del nostro sub-continente. Esso ha conseguenze nefaste per i nostri paesi, poichà© pretende di impedire lo sviluppo di quei processi indirizzati verso vere democrazie, e cioਠdemocrazie partecipative con giustizia sociale e sovranità  nazionale. Inoltre ostacola la ricostruzione di quelle economie devastate sia dalla crisi economica, sia dalle calamità  naturali, sviando sforzi e risorse per alimentare una guerra assurda che compromette gravemente la sicurezza e la sovranità  delle nostre nazioni, e che crea grandi fuochi di tensioni belliche, che generano un`incontenibile corsa agli armamenti della quale si lucrano le grandi imprese produttrici di armi, cosଠcome i trafficanti delle stesse.

Il Plan Colombia e la sua componente di guerra chimica distruggeranno la selva amazzonica, cosa che avrà  come conseguenza la scomparsa del principale polmone del pianeta e della più importante riserva idrica del mondo. Le fumigazioni e la violenza ufficiale esercitata dalle forze interventiste, da quelle locali e dal paramilitarismo, che sono la stessa cosa, aggravano il problema.

Per tali motivi condanniamo il Plan Colombia-Iniziativa Andina, ed esigiamo il suo annullamento al fine di continuare a cercare, lungo i cammini del dialogo al Tavolo delle conversazioni, una soluzione politica del conflitto sociale e armato che vive la Colombia.

La lotta contro il flagello del narcotraffico dev`essere indirizzata, fondamentalmente, ad impedire l`aumento della domanda nei paesi dove il consumo ਠmaggiore, a castigare i grandi capi delle mafie internazionali, che si muovono liberamente con i loro capitali nel mondo della finanza e degli investimenti, a controllare il flusso verso i paesi produttori delle sostanze chimiche necessarie a questa nefasta industria, a destinare maggiori risorse per la guarigione medica dei tossicodipendenti, a sostituire le coltivazioni illecite attraverso lo sradicamento manuale, volontario e concertato con i contadini poveri ed i lavoratori dediti a questa attività  come forma di sussistenza, e a incentivare politiche che garantiscano l`innalzamento del livello di vita degli abitanti delle campagne. In questo modo risulterebbe del tutto innecessario l`uso di mezzi militari per affrontare un problema dalle profonde radici sociali ed economiche.

Insistere sul Plan Colombia equivale a un`escalation della guerra, ed al coinvolgimento di altri governi del continente nell`appoggio a questa politica distruttiva, che si scaglia nell`immediato contro l`eroica insorgenza colombiana, contro la rivoluzione bolivariana capeggiata dal Presidente Hugo Chávez, e contro la significativa ascesa delle lotte popolari e patriottiche in altri paesi del continente.

Tutto questo si inserisce nel quadro della pretesa degli Stati Uniti di esercitare un dominio perpetuo ed universale sul pianeta, configurando attualmente una pericolosa minaccia contro l`umanità  e generando una crisi di civilizzazione ed esistenza per l`immensa maggioranza degli abitanti della terra.

Tuttavia, siccome le cause che hanno determinato i grandi cambiamenti rivoluzionari nella storia mondiale non solo non sono scomparse, ma anzi si sono accentuate, le resistenze e le lotte dei popoli in questo inizio del XXI secolo stanno confermando la vigenza degli ideali rivoluzionari e la necessità  di un`alternativa mondiale al sistema imperante, che garantisca ai popoli lo sviluppo, la giustizia, la dignità  umana, la partecipazione democratica e la pace.

Ed ਠper questo che le organizzazioni, le strutture, le persone ed i movimenti partecipanti a questo incontro dichiarano, di fronte all`America e al mondo, la loro indeclinabile solidarietà  con Cuba rivoluzionaria e con la lotta contro il blocco criminale impostole dagli USA, con il Venezuela bolivariano, con la ribellione zapatista e le forze democratiche del Messico, con l`eroica insorgenza e tutti i settori progressisti della Colombia, con i patrioti portoricani che lottano per far sgomberare le truppe yankees da Vieques e per raggiungere l`indipendenza di Porto Rico, con la lotta dei popoli indigeni per i loro diritti inalienabili, con la bella ribellione delle donne e di tutti i settori discriminati, con i movimenti sociali e politici in lotta in Brasile, Bolivia, Ecuador, Paraguay, Argentina, Repubblica Dominicana, Jamaica e negli altri paesi, con le lotte patriottiche e popolari delle sinistre e delle forze politiche progressiste del continente, con i movimenti anti-globalizzazione ed anti-neoliberisti che impattano in Europa e Nordamerica, e con gli sforzi dei partiti e movimenti politici di trasformazione, che costruiscono nuovi passi in avanti e nuove vittorie elettorali.

Condanniamo allo stesso tempo la sfacciata ingerenza del governo degli Stati Uniti nel processo elettorale nicaraguense, finalizzata a favorire il Partito Liberale, cosଠcome rifiutiamo ingerenze simili, seppur più discrete, messe in moto in altri paesi in cui le forze progressiste e di sinistra avanzano verso nuovi trionfi elettorali.
Esigiamo, dunque, che gli Stati Uniti cessino la loro politica di ricatto di fronte alla possibilità  di un trionfo sandinista in Nicaragua, e rivendichiamo il diritto sovrano dei popoli del continente di eleggere liberamente, senza pressioni nà© ingerenze, i propri governanti.

Esigiamo la libertà  per tutti i prigionieri politici, a cominciare da Mumia Abu Jamal e dai 5 patrioti cubani negli USA, gli Argentini della Tablada capeggiati da Roberto Felicetti, e il condannato Emilio Alà­ e i 2500 militanti sociali sotto processo e sotto la minaccia di condanne aberranti. Esigiamo la libertà  dei prigionieri politici peruviani, portoricani e colombiani.

La nostra volontà  solidale rivendica oggi tutte le cause giuste nel mondo, tra le quali la lotta eroica del popolo palestinese contro il genocidio israeliano-imperialista, che occupa un posto particolare. Condanniamo al contempo tutte le aggressioni ed i blocchi imperialisti come quelli applicati persistentemente dagli USA contro la Libia, l`Iran e l`Iraq. Inoltre esprimiamo solidarietà  alle lotte dei popoli di Africa, Asia ed Oceania.

Assumiamo integralmente il lascito del libertador Simà³n Bolà­var e degli eroi ed eroine della nostra prima indipendenza, e ci impegniamo a far diventare realtà  i suoi sogni e le sue mete di emancipazione.

Ringraziamo sinceramente, per l`ospitalità  e l`affetto dimostrati, il popolo salvadoregno e le organizzazioni che hanno supportato questo incontro; diamo un riconoscimento ai loro sforzi che hanno determinato il successo di questo Primo Incontro Internazionale di Solidarietà  e per la Pace in Colombia e America Latina, portato a capo in condizioni difficili in virtù degli effetti distruttivi dei recenti terremoti, che hanno danneggiato sensibilmente l`economia e le condizioni di vita, e del persistente ostruzionismo messo in campo dall`ambasciata degli Stati Uniti, nel suo ostinato interesse di impedire questo fruttuoso incontro.
Tutto ciಠrende ancor più grande il coraggio di questo gesto di solidarietà  internazionalista dispiegato generosamente dai fratelli e dalle sorelle salvadoregni. A tutte e a tutti coloro i quali hanno reso possibile questo successo, esprimiamo il nostro sincero ringraziamento.

San Salvador, 22 luglio del 2001

Traduzione e diffusione a cura dell`Associazione nazionale Nuova Colombia