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Torture, non solo ad Abu Ghraib

16. September 2004

Torture, non solo ad Abu Ghraib

14 settembre 2004

Abusi da parte di soldati americani o britannici nei confronti di prigionieri iracheni, oltre che nelle prigioni di Abu Ghraib e di Bassora, sarebbero stati perpetrati anche in un terzo centro di detenzione nella città  di Mosul, nel Nord. E` quanto emerge dalle dichiarazioni di due ex detenuti raccolte da avvocati britannici e americani e i cui contenuti sono stati riportati oggi dal quotidiano The Guardian. I legali stanno cercando
di promuovere le cause nei rispettivi paesi e hanno inviato i documenti al Pentagono e al ministero della Difesa britannico affinch੠avviino inchieste interne. In dichiarazioni separate, i due ex prigionieri Yasir Rubaii Saeed al-Qutaji e Haitham Saeed al-Mallah hanno raccontato di violenze che sarebbero state commesse dai soldati statunitensi nei loro confronti e anche di altri detenuti. Al-Qutaji ਠuno dei membri fondatori dell`organizzazione islamica per i diritti umani.
Ha detto di essere stato incappucciato e fatto spogliare interamente all`interno di un edificio chiamato “La discoteca”. Lଠsarebbe stato costretto ad ascoltare musica occidentale a un volume cosଠalto che i soldati per comunicare con lui gli dovettero piazzare dietro l`orecchio un dispositivo auricolare per rendere udibili le loro voci. L`ex prigioniero ha dichiarato inoltre che i militari lo hanno percosso ripetutamente e gli hanno versato addosso più volte acqua gelata. Violenze simili sono state raccontate anche dall`altro detenuto, al-Mallah, laureato in ingegneria, che ha detto di essere stato condotto anche lui nel luogo chiamato “La discoteca”, dove si sarebbero svolte “torture di gruppo”.
“Non sentivo altro se non grida di dolore e di paura da parte dei prigionieri iracheni”, si legge nelle sue dichiarazioni. Al-Mallah ha sostenuto inoltre di aver visto un detenuto di 14 anni, di nome Hama, steso per terra e sanguinante dall`ano. “Ho sentito alcuni soldati parlare di lui. Dicevano che il sangue era dovuto ad un oggetto metallico”. Adesso il caso dovrebbe essere promosso in Gran Bretagna da Phil Shiner dello studio legale di Birmingham Public Interest Lawyers e negli Stati uniti da altri avvocati americani.

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