Notiziario del Campo Antimperialista … 17 giugno 2005
Notiziario del Campo Antimperialista … 17 giugno 2005
campoantimperialista@tiscali.it
– MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA LIBERTA´ DI WILLIAM FREDIANI: SPOLETO – Sabato 25 giugno, ore 16,00, sotto il carcere
Promossa dal Circolo Bobby Sanfs di Spoleto e dal Campo ANtimperialista
– Nel precedente Notiziario davamo notizia del nuovo arresto, avvenuto in Francia, dei compagni italiani Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, militanti del Nuovo Partito Comunista Italiano. Ecco I recapiti per inviare loro comunicato di solidarieta´: Giuseppe Maj, 285180 2à©me Division 142 – M.A. de la santà©. R2 rue de la santà© – 75014 PARIS – France – Giuseppe Czeppel, 340658 F bat 2D – M.A. de Fleury Mà©rogis. 7 avenue des peupliers – 91705 FLEURY MEROGIS – France
– <>ROMA, 1-2 OTTOBRE 2005: CONFERENZA INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DELLA RESISTENZA IRACHENA: www.iraqiresistance.info
Questo Notiziario contiene:
1. AFGANISTAN: LIBERTA´ PER GLI ARRESTATI DI JALALABAD, compresi tre comunisti!
2. REFERENDUM in Francia e Olanda
Risoluzione dell´assemblea internazionale del Campo Antimperialista
3. VENEZUELA: Costruiamo insieme il Campo Bolivariano Antimperialista
Appello ai movimenti popolari, antimperialisti e rivoluzionari
4. Perugia: Sul processo a carico DEI COMPAGNI TURCHI DEL DHKC
5. CON LA PALESTINA NEL CUORE. VIAGGIO DI SOLIDARIETA´ – 14 agosto-28 agosto 2005
1. Afganistan: libertà per gli arrestati a Jalalabad, compresi tre comunisti!
Dimostrare contro l´occupazione USA ਠun diritto democratico!
Questo appello ਠstato scritto unitariamente dalla
Sinistra Radicale dell´Afganistan e dal Campo Antimperialista
Nelle ultime proteste di piazza a Jalalabad avvenute tra il 10 e il 15 maggio la gente si ਠriversata in massa nelle strade contro l´occupazione USA e il regime istallato a Kabul.
Karzai, il presidente imposto da Washington, l´ha immediatamente definita “terrorismo islamico fondamentalista” per giustificare la brutale repressione messa in atto dalla sua polizia. Anche le “Forze per il mantenimento della pace” sono state coinvolte nel massacro che ha causato 20 morti e 100 feriti. Circa 100 persone sono state arrestate, molte delle quali sono state torturate per trovare qualcosa circa il presunto “network del terrore” nascosto dietro le proteste. La polizia ha utilizzato le registrazioni effettuate dai giornalisti per identificare i partecipanti alle dimostrazioni e li ha utilizzati come prove contro di loro.
Jalalabad ਠuna vecchia roccaforte della sinistra. E´ un´affermazione del tutto ridicola che decine di migliaia di protestanti facciano parte di un “network fondamentalista islamico” soltanto perchà© chiedono il ritiro delle truppe USA e lo smantellamento dei campi di Guantanamo e Bagram. Il solo fatto che dei comunisti facessero parte della leadership della protesta popolare ਠuna prova di quanto fosse grande e aperta la protesta. L´Afganistan ha un retaggio culturale di sinistra molto grande, infatti il PDPA, negli anni ´70 ed ´80 aveva circa duecentomila membri e i Maoisti circa centomila, oltre a supporter e simpatizzanti. Quindi, considerati i cambiamenti politici, parte dei comunisti provenienti da queste due formazioni si stanno riorganizzando e lottano per cambiamenti politici, sociali ed economici radicali. Loro credono che l´imperialismo non possa garantire all´Afganistan la prosperità ma che porterà soltanto instabilità , povertà e uccisioni.
Ma sotto il nuovo “democratico” regime non soltanto protestare ਠun crimine, ma lo ਠanche essere comunisti. Cosଠmentre la maggior parte dei detenuti ਠstata liberata in seguito alle proteste dei loro familiari, tre comunisti legati alla “Sinistra Radicale dell´Afganistan” (LRA) sono accusati di sovversione e di appartenenza ad un´organizzazione illegale. Se saranno condannati vanno incontro alla pena di morte. Pertanto ci ਠstato chiesto di non rivelare i nomi dei tre compagni in quanto ciಠpotrebbe essere usato contro di loro.
Chiediamo l´immediato rilascio di tutti coloro che sono stati arrestati nel corso delle manistezioni a Jalalabad compresi i comunisti!
2. Referendum in Francia e Olanda
Risoluzione dell´assemblea internazionale del Campo Antimperialista
Un voto contro una costituzione antidemocratica ed ultraliberista
Un pronunciamento contro le oligarchie
L´assemblea internazionale del Campo Antimperialista, tenutasi a Firenze il 5 giugno 2005, ha dedicato una parte dei lavori all´analisi del significato e delle conseguenze dei referendum sulla costituzione europea che si sono svolti recentemente in Francia ed Olanda.
La forte affermazione del no, in particolare in un paese chiave come la Francia, segna prevedibilmente l´inizio di un vero e proprio terremoto su scala continentale.
Gli effetti politici in Francia – dimissioni del governo Raffarin, spaccatura del Partito Socialista con l´espulsione di Fabius dalla direzione –, la decisione del governo inglese di “congelare” il referendum, la reazione confusa sul da farsi dei vertici della UE, attestano lo choc dell´intera classe dirigente europea.
Il frettoloso tentativo di archiviare il voto francese come un “incidente” ਠstato immediatamente ridicolizzato dal pronunciamento degli olandesi e dalla crescita registrata dal no in tutti i sondaggi realizzati nell´ultima settimana in altri paesi dell´Unione.
Questa spettacolare crisi del tentativo di costruzione dell´Europa politica, come necessario sviluppo dell´unificazione monetaria, mostra in maniera esemplare quanto fosse debole quel processo e quanto fossero assenti i presupposti (al di là della volontà soggettiva di una classe dirigente largamente subalterna agli USA) per la nascita di un polo imperialista davvero in grado di competere su tutti i piani con gli Stati Uniti.
Dall´analisi del voto emerge una forte connotazione popolare e di classe. Nei quartieri popolari delle città francesi il no ਠattorno all´80%, mentre gli studi disponibili dicono che gli operai hanno votato no al 79%, gli impiegati al 67%, gli agricoltori al 70%; al contrario il sଠha trionfato tra i professionisti e i dirigenti con il 65%.
Questi dati ci dicono che il referendum ਠstato anche un pronunciamento, sia pure ritardato, contro il trattato di Maastricht che ha disegnato l´Europa attuale, l´Europa dei banchieri di cui la stessa costituzione non ਠaltro che la logica conseguenza.
La bocciatura di una costituzione antidemocratica ed ultraliberista, che ਠanche un evidente pronunciamento contro le oligarchie dominanti, ਠstata resa possibile dall´attivazione dal basso (attraverso migliaia di comitati) della sinistra reale, che ha saputo respingere il ricatto – a differenza di quanto accadde alle elezioni presidenziali del 2002 che portarono al plebiscito per Chirac – del fronte del “politically correct” che anche in questa occasione ha agitato, ma inutilmente, lo spauracchio dell´ “alleanza rosso-bruna”.
Il risultato ਠstato che, grazie a questa mobilitazione e al non aver avuto paura di “sporcarsi le mani”, il no ha segnato un successo netto ed inequivocabile per le forze popolari e di sinistra.
I due referendum della scorsa settimana sono la conferma clamorosa del crescente distacco tra la società reale ed il mondo della politica, sempre più elitario, sempre più asservito alle oligarchie finanziarie, sempre meno rappresentativo delle esigenze e del sentimento popolare.
Il controllo pressochà© assoluto dei mezzi di informazione (al 95% schierati per il sà¬) questa volta non ਠservito a niente, ad ulteriore dimostrazione della profondità del distacco che si ਠcreato.
Naturalmente, questa frattura puಠsvilupparsi in diverse direzioni, ma prevalente ਠla spinta popolare ed anticapitalista, una spinta che potrà consolidarsi e rafforzarsi a partire dal no all´Europa del grande capitale.
Questo ਠstato infatti in primo luogo un no contro il dominio dei principali gruppi capitalistici europei ed un no al loro asservimento agli interessi strategici degli Stati Uniti. E´ stato dunque un no all´Euroamerica ed al processo di americanizzazione del continente.
A chi teme un regresso in una dimensione nazionalista, rispondiamo che questa Europa serve soltanto alla grande borghesia che ormai non si esprime più nella sua dimensione nazionale ma solo in quella europea.
Opposto ਠil discorso per le classi popolari, che hanno realizzato le loro conquiste storiche nell´ambito nazionale, mentre da quello sovranazionale hanno avuto soltanto sacrifici e sterilizzazione delle lotte.
A chi pensa che in fondo una pessima Europa possa essere sempre meglio di nessuna Europa, specie per bilanciare lo strapotere americano, rispondiamo che questa Europa ਠnon soltanto pessima ma ਠanche asservita agli USA.
L´assemblea internazionale del Campo Antimperialista saluta dunque come estremamente positivo il risultato dei due referendum e, mentre ritiene che debbano essere respinte ulteriori ratifiche nazionali attraverso il voto di parlamenti palesemente non rappresentativi, considera fondamentale la richiesta di referendum in tutti i paesi dove non si siano ancora svolti, indipendentemente dal fatto che vi sia stata o meno una ratifica parlamentare.
La parola d´ordine deve essere: “Fare come in Francia”.
Contro l´Europa liberista
Contro l´Europa oligarchica
Contro l´Euroamerica
Firenze, 5 giugno 2005
Chi volesse fosse daccordo con noi, chi volesse spendersi per far svolgere un referendum popolare anche in Italia chi volesse dare battaglia contro questa Europa oligarchica, neoliberista e tecnocratica, ਠpregato di segnalarlo a questo indirizzo:
proreferendum@tiscali.it
3. Costruiamo insieme il Campo Bolivariano Antimperialista
Appello ai movimenti popolari, antimperialisti e rivoluzionari
13 febbraio 2005
Repubblica Bolivariana del Venezuela
Dalla terra di Simà³n Bolàvar, Simon Rodràguez e Ezequiel Zamora, che oggi insorge contro l´imperialismo statunitense, riteniamo che sia giunto il momento di compiere uno sforzo per approfondire l´unità nella lotta contro le molte ingiustizie perpetrate contro i popoli del mondo e per avanzare verso superiori livelli di coordinamento antimperialista e di resistenza contro l´imperialismo statunitense.
Invitiamo pertanto, in occasione del Forum Sociale delle Americhe che si terrà in Venezuela, a confluire in un Campo Bolivariano Antimperialista internazionale di carattere popolare e rivoluzionario. L´incontro si svolgerà nei quartieri poveri della città e nella campagna sfruttata del Venezuela, nel terreno stesso della lotta popolare, perchà© soltanto dalle basi popolari organizzate che soffrono sotto il dominio imperialista e capitalista e che con esso si scontrano, nascerà la forza per un foro di resistenza antimperialista.
Sotto l´egemonia statunitense, l´imperialismo si struttura oggi come un vero e proprio impero con la sua guerra permanente e globale contro i popoli e le classi povere. Tuttavia, questo dominio totalitario in campo militare, economico, politico e culturale si scontra ogni giorno di più con nuovi fuochi di resistenza. In Iraq, Palestina, Venezuela e Colombia nascono oggi i nuovi Vietnam del secolo XXI, dove apertamente viene sfidato il futuro dell´impero. La liberazione dei popoli passa attraverso la rottura del mondo unipolare statunitense. Protagonista di questa rottura possono soltanto essere i popoli in lotta contro le oligarchie e le à©lites sottomesse e integrate nell´architettura imperiale.
Il nostro ਠil tempo della resistenza popolare contro l´impero – tanto la resistenza diretta contro le guerre di aggressione, le occupazioni e gli interventi statunitensi, quanto la resistenza contro le classi dominanti che servono l´impero come garante del saccheggio dei propri popoli; ਠil concreto esercizio del diritto democratico all´autodeterminazione che comprende tutte le forme di lotta.
Quando i popoli insorgono per liberarsi dal dominio imperiale, essi non possono che scontrarsi con il vecchio Stato, il cui sovrano non ਠil popolo ma il capitalismo imperiale con la sua falsa democrazia in mano ai partiti delle à©lite e alle sue caste burocratiche.
Non c´à¨ riforma dello Stato oligarchico che possa garantire il protagonismo democratico del popolo. Contro il riformismo garante della continuità antidemocratica, proponiamo il salto in avanti fino al potere popolare.
Porre fine all´imperialismo ਠl´obiettivo che ci unisce. Rafforzare i punti di rottura il compito che ci proponiamo perchà© questi saranno la stella polare per i nostri popoli affinchਠresistano. Costruire l´alternativa bolivariana e antimperialista, più che promuovere la cooperazione tra i paesi del sud significa unire le nostre resistenze rivoluzionarie in un fronte antimperialista internazionale per poter rispondere alla strategia globale dell´impero.
Invitiamo le organizzazioni popolari, i movimenti di liberazione, i partiti rivoluzionari e tutti gli antimperialisti a promuovere e costruire un Campo Bolivariano Antimperialista internazionale il ……. in …… Venezuela, per rafforzare insieme la base per la nostra resistenza organizzata e antimperialista.
Promotori:
MBP, Movimento di Basi Popolari – CSB, Coordinadora Simà³n Bolivar – Utopia – FNCEZ, Fronte Nazionale Contadino Ezequiel Zamora – Patria Giovane – UFI, Unione di Forze Indipendenti – Municipio di Paez, Apure – Municipio di Guacara, Carabobo – Campo Antimperialista
4. Perugia: Sul processo a carico di Avni Er e Zeynep Kilic
Comunicato Stampa del Campo Antimperialista
Il 10 giugno ਠiniziato a Perugia il processo a carico di Avni Er e Zeynep Kilic, i due compagni turchi arrestati in Italia (insieme a tre militanti del Campo antimperialista poi scarcerati) il 1 aprile 2004, nell`ambito di un`operazione repressiva internazionale nota come “operazione Tracia”. L`accusa ਠappartenenza ad associazione con finalità di terrorismo, art. 270 bis c.p. come modificato dopo l`11 settembre. I processo riguarda anche alcuni compagni turchi che non hanno mai messo piede in Italia e neppure risulta che l`abbiano mai nominata.
Quasi tutte le istanze, eccezioni ed opposizioni avanzate dalla difesa dei compagni sono state respinte. La Corte d`assise ha infatti ritenuto irrilevante: la circostanza che neppure gli atti essenziali ai fini di un concreto esercizio del diritto alla difesa siano stati tradotti in turco; il fatto che il giudice dell`udienza preliminare (g.u.p.) che il 5 marzo scorso rinviಠa giudizio i due compagni fosse stato scelto fra magistrati non appartenti all`ufficio del g.i.p. e neppure alla sezione penale del tribunale; la mancata conoscenza da parte di Avni degli atti del procedimento, dovuta al fatto che la direzione del carcere maschile di Rebibbia non ha consentito ai suoi legali di consegnargli il CD contente appunto gli atti (circa 25 faldoni, che nella forma cartacea avrebbero occupato almeno una cella). Tale decisione della direzione carceraria era stata confermata dal g.u.p.! Conseguentemente la Corte ha negato perfino un breve differimento del processo per consentire ad Avni di prendere conoscenza, sia pure sommariamente, degli atti. La Corte ha poi ritenuto che nel processo non ha nessuna importanza puntualizzare il contesto politico e sociale turco ai fini di valutare se i fatti contestati ai compagni siano da considerare o meno come atti con finalità di terrorismo e neppure ai fini di stabilire l`entità della eventuale condanna tenendo conto delle attenuanti. Ciಠperchà¨, a detta della Procura e della Corte, l`accusa ਠdi terrorismo e non di eversione dell`ordine democratico. A nulla sono valse le insistenze della difesa sulla necessità di intrattenersi sulle sistematiche violazioni dei più elementari diritti umani, civili e politici perpetrate dal governo turco ai fini di una giusta valutazione delle manifestazioni di resistenza ad esse, manifestazioni che possono anche assumere la forma della lotta armata condotta da un esercito che, sia pure irregolare, in determinati contesti ਠperfino riconosciuto dalle convenzioni internazionali con conseguente esclusione del reato di associazione con finalità di terrorismo. La conseguenza di tutto ciಠਠche la Corte ha ritenuto inammissibili la maggior parte dei testimoni a difesa in quanto chiamati a riferire su fatti e circostanze irrilevanti, mentre sono stati accolti tutti i mezzi di prova richiesti dalla Procura e cioà¨: audizione come testimoni di un colonnello dei ROS e di un dirigente dei servizi segreti turchi, anche se dovranno riferire su indagini condotte da altri e su sentenze emesse da organi giudiziari esteri; trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche e telematiche, con possibilità per la difesa di chiedere la trascrizione delle parti che ritiene rilevanti ai propri fini (gentili, perà²!); produzione di documenti elencati in apposita lista, facoltà quest`ultima riconosciuta anche alla difesa.
L`impressione che abbiamo ricavato ਠche il processo con il relativo esito sia già scritto, soprattutto allo scopo di creare un precedente che poi giustifichi altre condanne nei confronti di chi resiste alle politiche oppressive e repressive poste in essere da regimi capitalistici, imperialistici, antidemocratici e guerrafondai. Ma non per questo possiamo arrenderci o far finta di niente: dobbiamo continuare a lavorare per smascherare l`imbroglio dello scontro di civiltà , della guerra al terrorismo e conseguenti Liste Nere.
Maria Grazia Ardizzone
portavoce del Campo Antimperialista
3. CON LA PALESTINA NEL CUORE. VIAGGIO DI SOLIDARIETA´ – 14 agosto-28 agosto 2005
Per informazioni e adesioni contattaci al nostro indirizzo: campoantimperialista@tiscali.it
Il viaggio e´ organizzato dal Campo Antimperialista Europa assieme ai compagni palestinesi di Abna al Balaad (organizzazione palestinese sorella). Siccome ci sono gia´ piu´ di quaranta iscritti preghiamo
chiunque fosse interessato prender parte al viaggio di contattarci entro e non oltre la meta´ di giugno inviandoci, assieme alla richiesta una breve scheda personale.
Programma preliminare
Prima parte della visita:
– Arrivo al aeroporto e trasferimento a Beit Sahour- incontro di orientamento con rappresentanti di ONG e discussioni
Betlemme e dintorni: visita degli insediamenti, dei campi profughi, del muro. Incontro con un rappresentante del FPLP.
Hebron: visita del centro città e degli insediamenti israeliani. Incontro politico con i rappresentanti della resistenza locale. Sera: Incontro politico con un rappresentante di Fatah.
Gerusalemme: tour negli insediamenti israeliani con l´Alternative Information Center e visita del centro storico della città con il Nidal Center. Incontro con un responsabile di ICAHD. Sera: Incontro con il Dott. Majed NASSAR sulla drammatica situazione sanitaria in Palestina.
Nablus: visita della città e delle distruzioni. Visita al Campo profughi di Balata e incontro con I rifugiati. Incontro con Ghassan SHAKAA (ex-sindaco della città che ha perso due gambe durante un attaco israeliano negli anni 70)
Jenin: visita del campo profughi e discussioni con i profughi.
Qalqilia: tour del muro e incontro con il sindaco. Viaggio a Nazareth.
Nazareth: Incontro con la Arab Human Rights association, incontro con Abna el balad, incontro con Ilan Pape (professore israeliano anti-sionista). Ritorno a Beit Sahour.
Gaza – visita alla citta´ (nel caso lo consentisssero le autorita´ sioniste)
La seconda parte della visita sara´ dedicata a un programma di lavoro volontario in una struttura sociale: la proposta ਠquella di lavorare sui campi dei contadini vicino a Betlemme per prevenire violenze e soprusi da parte dei coloni israeliani che vivono in insediamenti nei dintorni. Una possibilità alternativa sarebbe quella di lavorare in asili ed altre strutture per bambini. Il volontariato darà la possibilità ai partecipanti del viaggio di solidarietà ad entrare in contatto con la popolazione ed a conoscere la vita quotidiana sotto l´occupazione.