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SESTO ANNIVERSARIO DEL MOVIMENTO BOLIVARIANO PER LA NUOVA COLOMBIA

9. May 2006

(29 aprile 2000 – 29 aprile 2006)
Alfonso Cano
Movimento Bolivariano per la Nuova ColombiaGiunti al sesto anno dal lancio del nostro movimento, imponendoci sulle
difficoltà  proprie della clandestinità  registriamo
importanti passi in avanti nella diffusione delle nostre posizioni,
nella rivendicazione degli ideali libertari di Bolà­var, nel
riscatto della nostra identità  e nel suo intreccio con lo
sviluppo delle lotte antimperialiste ed anticapitaliste che conduciamo
in America Latina.

Riaffermiamo che “la Colombia ha bisogno con urgenza di un nuovo
governo dall’essenza autenticamente democratica, che dia
priorità  alla soluzione politica del conflitto, difenda la
sovranità  nazionale, sia trasparente nella gestione delle
risorse pubbliche e sia dotato di una solida strategia per avanzare
verso le mete della democrazia e la giustizia sociale. Ossia, un
governo radicalmente diverso da quello attuale”.

Analizzando i risultati delle recenti elezioni al Congresso, non
troviamo grandi sorprese: il narco-paramilitarismo si ਠimposto
e l’astensione ha superato il 60%, vale a dire un parlamento di
minoranze eletto da minoranze. Fatto, questo, che per la classe
dominante non ਠmai stato un problema, posto che dalla nefasta
amministrazione di Zea e Santander essa ha difeso l’esigenza di
“possedere proprietà  dal valore superiore ai 500 pesos per ottenere il diritto al suffragio”, in contrapposizione alle proposte democratiche del Libertador.

Essendo il paese prossimo a scegliere tra un prostrato e violento
regime neoliberale rappresentato da Alvaro Uribe, e la prospettiva di
un’ampia unità  che propugni l’Interscambio
Umanitario, la soluzione politica del conflitto, la democrazia, la
giustizia sociale e la solidarietà  latinoamericana fondata
sull’autodeterminazione, siamo certi che le maggioranze colpite e
perseguitate dal primo sapranno parteggiare per scelte di pace e
riconciliazione.

Votare per Uribe significa più fame, miseria, morte, corruzione
e svendita della nostra sovranità , più guerra, trattato
di libero commercio ed arricchimento dei più abbienti sulle
spalle dei settori medi e poveri della popolazione.

Diciamo questo perchà©:

1. Uribe ha gestito in modo disastroso, per le maggioranze, l’aspetto economico-sociale e le finanze pubbliche.

La modesta dinamica del PIL, di 5,1% nel 2005, va messa sul conto della
spesa pubblica, gli investimenti privati nell’acquisto di beni
pubblici, i narco-dollari messi in circolazione dai capi paramilitari e
gli astronomici profitti del settore finanziario.

Questa crescita, limitata dalla debolezza del consumo e dalle
imposizioni del FMI, non ਠsostenibile. Implicherà  un
ampliamento del deficit fiscale che porterà  a ridurre i
trasferimenti a dipartimenti e municipi, ad elevare ed estendere le
imposte indirette come l’IVA ed a continuare a svendere il
patrimonio collettivo come Ecopetrol, Bancafà© e gli attivi pubblici in Granahorrar e nell’Electrificadora.
Al contempo, si annuncia l’eliminazione della tassazione del 7%
alle multinazionali sulle rimesse all’estero, la riduzione
dell’imposizione fiscale sul reddito e sul patrimonio dei
più ricchi e l’eliminazione del 4 per mille sulle
transazioni finanziarie, come richiesto da questo settore.

2. Uribe devia gli stanziamenti sociali verso la spesa militare,
l’indebitamento e gli investimenti in Titoli di Debito Pubblico.

Mettendo demenzialmente al primo posto la spesa militare ed i pagamenti
alla banca internazionale, la spesa pubblica cresce ad un ritmo
maggiore rispetto alle entrate, a detrimento della spesa sociale.
Ciಠavviene nonostante l’aumento delle tasse ed i
più alti prezzi internazionali del petrolio e del carbone.

L’esempio dei 6801 miliardi dell’ICBF (Istituto Colombiano
del Benessere Familiare) deviati verso investimenti in Titoli di Debito
Pubblico, che saranno rimborsati non prima del 2007, costituisce non
solo un “peculato per la deviazione di risorse pubbliche”,
ma anche un gran inganno al paese ed una truffa ai danni delle
politiche sociali.

La decisione ufficiale di debilitare e strangolare l’educazione
pubblica, a vantaggio di quella privata, ਠsoltanto
un’ulteriore dimostrazione di quelle che sono le priorità 
che il neoliberale Alvaro Uribe vuole imporre a sangue e fuoco.

Riassumendo, l’aumento del deficit fiscale genererà 
maggiori traumi sociali alla luce delle dimensioni della spesa
militare, della corruzione e delle esigenze del FMI; fattori, questi,
che eserciteranno pressioni sulle finanze pubbliche, tanto più
quando attualmente c’ਠun incremento dei tassi
d’interesse negli Stati Uniti, giacchà©, secondo gli
esperti internazionali, per ogni aumento di 2 punti dei suddetti tassi
il saldo del debito estero dell’America Latina
s’incrementerà  di 5 punti.

3. La corruzione del regime uribista ਠpeggiore di quella dei governi precedenti.

Nessuno si ਠsorpreso di fronte alle denunce pubbliche sulla
corruzione di alti funzionari della Sovrintendenza della Vigilanza
Privata e di Findeter, istituzioni al servizio del sicariato paramilitare, o alla concessione di crediti da parte di Finagro agli amici del Presidente, dei suoi ministri e dei congressisti del suo gruppo parlamentare.

Nà© ci si sorprende di fronte alle più recenti
informazioni sul DAS, quale vero e proprio antro paramilitare, nelle
viscere dello Stato, legato ad uccisioni di leader politici di
sinistra, sindacali e popolari, allo sfollamento di contadini, alla
violazione sistematica dei diritti umani, alle cospirazioni contro lo
Stato venezuelano ed ai brogli elettorali a favore di Alvaro Uribe. O
di fronte ai contributi paramilitari in denaro alla campagna uribista
che ottenne la presidenza nel 2002, come quello della “Gata”.

Nessuno si stupisce di cotanto marciume, perchà© l’evidenza dell’entourage
socio-politico del signor Uribe Và©lez, morigerata in questi anni
dai grandi media, ਠdi dominio pubblico da tempo.

4. Uribe rifiuta l’Interscambio Umanitario e la Soluzione Politica.

Questi quattro anni hanno dimostrato che le strategie della Colombia
sono disegnate e dirette da Washington sul piano politico, economico e
militare, come evidenziato dal fallito “Plan Patriota” o
dalla firma del Trattato di Libero Commercio, dall’appoggio
all’invasione dell’Iraq o dalla trasformazione del nostro
territorio in testa di ponte per aggredire la Repubblica Bolivariana
del Venezuela.

Il tutto nell’ambito della “strategia di
contenimento” degli Stati Uniti, che si auto-conferiscono la
licenza d’intervenire dove gli pare e davanti ai quali il signor
Uribe si comporta come un cipai, danneggiando profondamente le
possibilità  d’imboccare i cammini della soluzione politica
alla crisi del nostro paese.

La farsa del Ralito ha soltanto legalizzato con l’impudico
assenso di Washington la ragnatela narcoparamilitare, incastonata nelle
più alte sfere delle istituzioni ufficiali, ed allontanato la
possibilità  di accordi immediati con l’insorgenza
rivoluzionaria rappresentata dalle FARC.

5. Esiste lo Squadrone Mobile Anti-sommossa, ESMAD, nuova manifestazione del terrorismo di Stato.

L’assassinio selettivo, le sparizioni e le sistematiche campagne
intimidatorie di propaganda contro l’opposizione si complementano
con una maggior criminalizzazione della protesta sociale da parte dello
Stato, che ha creato nuovi meccanismi di terrore quali l’Esmad,
autore, tra le altre cose, delle uccisioni degli studenti
Nicolás Neira ed Oscar Leonardo Salas a Bogotá, dello
studente Jhonny Silva a Cali e dell’indigeno chami Marcos
Soto, nella marcia contro il TLC a Risaralda; crimini, questi,
circondati dall’impunità  e marcati dalla riconferma
dell’odio fascista che primeggia nella formazione della forza
pubblica ufficiale.

6. Uribe, per difendere gli interessi dei gringos, non ਠsolidale con i nostri fratelli latinoamericani.

I venti freschi che rivendicano la dignità  e la sovranità 
dei nostri popoli, in tutti gli angoli del continente, non perturbano
Uribe che ਠin primo luogo un guardiano degli interessi della
Casa Bianca in questa zona del mondo.

Il momento ਠottimo per avanzare verso la conquista
dell’unità  latinoamericana e caraibica nella sua
più ampia proiezione strategica, per andare a costruire la
“Patria Grande” che sognಠBolà­var e per
raddoppiare la solidarietà  con i processi sovrani di Cuba, del
Venezuela e degli altri paesi che lottano per costruire il loro futuro
con indipendenza e dignità .

Tanto più, in un momento in cui il movimento rivoluzionario
antimperialista ed anticapitalista colombiano si qualifica ed erige
come speranza di un paese migliore e di un nuovo potere delle
maggioranze, che per forza di cose costituisce un esempio di
dignità  ed un muro di contenimento delle intenzioni imperiali
statunitensi d’incrementare il loro intervento militare in
America Latina.

Questi sei fattori rinforzano in noi la convinzione che debba essere un
candidato diverso dal signor Uribe ad assumere la conduzione dello
Stato e a spianare la strada alla soluzione civilizzata, per
riconciliare e ricostruire la nostra società .

Il Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia continuerà  a
forgiare coscienza ed unità  in tutte ed ognuna delle lotte
rivendicative della nostra patria, e ad organizzare la protesta di
massa dei settori più colpiti da questo regime politico
narco-paramilitare che pretende di portarci verso il baratro.

In Bolà­var ci troveremo tutti!

Alfonso Cano

Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia

Aprile del 2006

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