Questo Notiziario contiene:
1. LA ZAPPA SUI PIEDI
IN MORTE DI SADDAM HUSSEIN
2. SOMALIA: NUOVA TAPPA DELLA GUERRA PERMANENTE
Dando i numeri ai Lotti
1. LA ZAPPA SUI PIEDI
IN MORTE DI SADDAM HUSSEIN
La conferenza stampa con cui l’imperatore ha espresso le sue crudeli felicitazioni per l’impiccagione di Saddam Hussein ha spazzato via ogni dubbio su chi sia il vero mandante di questo omicidio politico. Gli americani avevano in effetti in consegna Saddam, loro lo hanno arrestato e custodito. Solo una volta avuta la certezza dell’esecuzione lo hanno consegnato ai loro lacche’. Ma cosa effettivamente hanno appeso alla forca? Un uomo, certo, ma un uomo che era diventato un simbolo. Simbolo della irriducibile e indomita ostilita’ alla tracotanza imperiale, al necolonialismo americano. Un emblema tanto piu’ pericoloso perche’ Saddam e’ stato un capo di stato, non un ribelle qualunque; perche’ questo capo di Stato ha mostrato, fino alla fine, di non volersi piegare agli occupanti, di non barattare la sua eventuale sopravvivenza con una quasivoglia concessione alle loro ipocrite ragioni. Ne hanno fatto un martire, un martire della lotta di liberazione irachena. Un esempio per tutti i partigiani che stanno animando la piu’ tenace resistenza antimperialista degli ultimi decenni. I reazionari, diceva Mao, sono stupidi, finiscono sempre per darsi la zappa sui piedi. Tra i tanti casi questo e’ da manuale. Noi non sappiamo se l’anima sopravviva alla morte. Una cosa sappiamo invece con certezza assoluta: i simboli si. Ogni volta infatti che si tenta di uccidere un simbolo, e’ sicuro che, se non lo si rende eterno, si prolunga nel tempo la sua potenza evocativa. Volendo punire in maniera esemplare chi si e’ rifiutato di strisciare ai loro piedi, volendo mostrare al mondo che non c’e’ alcuna zona franca, alcun anfratto in cui poter sfuggire alla loro vendetta, gli americani non fanno che accrescere l’odio irriducibile verso tutto cio’ che essi rappresentanto. Il mondo ha capito il messaggio. Il mondo, speriamo, sapra’ riscattarsi, spazzando via per sempre, assieme gli Stati Uniti, la civilta’ di morte di cui essi sono diventati i piu’ sanguinari paldini.
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2. SOMALIA: NUOVA TAPPA DELLA GUERRA PERMANENTE
Dando i numeri ai Lotti
Ogni impero che si rispetti vive in uno stato di guerra permanente. Ogni impero per sopravvivere deve annientare i focolai di Resistenza e di ribellione. Ogni impero, oltre alle aggressioni dirette, deve appaltare le guerre a paesi terzi, fare aggressioni per procura. L’invasione etiopica della Somalia e’ uno di questi casi. Umiliati per i ceffoni subiti dalla guerriglia negli anni ’90, gli USA mai hanno smesso di riportare questo paese sotto il loro tallone. Pur di sbarrare la strada alla vittoria della Resistenza islamica hanno sostenuto per anni vari satrapi sanguinari noti come Signori della guerra, dediti al saccheggio, al banditismo e alla rapina piu’ sfrontata. Dopo un decennio di durissimi sacrifici la Resistenza, pur coi suoi modesti mezzi, ha tuttavia sconfitto e cacciato da Mogadiscio gli Ascari al soldo dell’imperialismo, confiscando loro il malloppo e riconsegnando un minimo di dignita’ a questo paese. La vendetta non si e’ fatta attendere. Con il vergognoso disinteresse della cosiddetta Comunita’ internazionale e col pretesto ipocrita di essere stato chiamato dal fantomatico governo ad interim di Baidoa, l’Esercito etiope ha sferrato una offensiva su larga scala difronte alla quale, la Resistenza somala non ha potuto che ritrirarsi, per prepararsi ad una nuova guerra di guerriglia.
Davanti ad una violazione cosଠsfrontata del diritto internazionale e’ degno di nota che l’Europa e l’Italia non hanno alzato un dito. Hanno anzi, nel piu’ servile rispetto dei desideri nordamericani, avallato l’invasione, giustificandola, se non con penosi ragionamenti formali, con la necessita’ di strappare la Somalia dalle grinfie di.. Al Qaida. Un alibi immarcescibile quanto falso. Che tuttavia i grandi mezzi di comunicazione euroepi hanno immediatamente fatto loro allo scopo di abbindolare un’opinione pubblica gia’ distratta e indifferente. Un’indifferenza, e questo e’ ancor piu’ grave, che ha contraddistinto cio’ che resta del Movimento contro la guerra, il quale non ha ritenuto doveroso alzare alcun grido di protesta. Non parliamo di un indeterminato movimento, parliamo dei suoi leader, dei gruppi organizzati che ne costituiscono l’ossatura restante. Parliamo anzitutto di quei pacifisti di sua maesta’ che hanno tanto a cuore, non le Resistenze dei popoli, ma il cosiddetto Diritto internazionale. Che fine ha fatto la Tavola della Pace? Come mai non denuncia le collusioni italiane ed europee in questa operazione banditesca? Come mai non protesta per il silenzio complice delle tanto decantate Nazioni Unite? Danno i numeri ai Lotti?