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Risposta a Lidia Menapace

23. January 2007

Al direttore di Liberazione

Su Liberazione di sabato 20 ਠcomparso nell’editoriale un articolo a firma di Lidia Menapace contenente gravi accuse personali contro Piero Bernocchi e una descrizione molto tendenziosa della manifestazione convocata davanti a Montecitorio contro l’ampliamento della base Nato di Vicenza.

Essendo tra i promotori dell’iniziativa sotto Montecitorio, ci sentiamo direttamente attaccati per la rappresentazione offerta dalla Menapace nel suo articolo.

Esprimiamo innanzitutto la nostra totale solidarietà  al compagno Bernocchi, accusato dalla Menapace di “squallido parassitismo politico” e di “far finta di essere il capo della resistenza vicentina”, la cui lunga e cristallina militanza parla da sola.

In verità  in quanto a parassitismo la senatrice dovrebbe interrogare la propria vicenda personale visto che, nonostante sia stata votata proprio per le istanze di pacifismo da lei rivendicate, ha avuto il coraggio di votare a favore della missione militare in Afganistan, l’occupazione militare sotto l’egida ONU del Libano e a favore di una finanziaria che destina una fetta consistente di denaro pubblico pari a 21 mila miliardi di euro alle spese militari (incrementando quelle già  decise dal precedente governo Berlusconi). I parassiti come si sa possono svolgere anche un ruolo utile nella relativa simbiosi che realizzano con l’animale di cui approfittano. Ci sembra che nel caso del rapporto tra la Menapace ed il movimento pacifista non si possa dire nemmeno questo.

Ciಠche la senatrice in questi pochi mesi ਠstata capace di fare in nome del pacifismo à¨, per una coerente pacifista di provenienza cattolica, eticamente esecrabile. Ma siamo in Italia e puಠcapitare che impunemente il bue chiami cornuto l’asino senza arrossire e provare vergogna delle proprie affermazioni.

Dobbiamo inoltre si precisare, ad onor del vero, che la manifestazione sotto il Parlamento che tanto ha fatto infuriare la senatrice, non ਠstata convocata dai soli Cobas e dal solo compagno Bernocchi, ma da un coordinamento di forze politiche e sociali che a partire dalla manifestazione del 30 settembre in modo più o meno omogeneo si ਠmosso sul piano politico contro la guerra globale e permanente.

Non ਠcosa da poco che alla manifestazione da noi convocata con tempi strettissimi si sia aggiunta la nutrita delegazione dei cittadini di Vicenza che in questi giorni hanno manifestato contro la base Nato.

Nessuno di noi, quindi, puಠessere minimamente accusato di aver tentato di strumentalizzare la lotta del movimento vicentino, al contrario invece di chi nel recentissimo passato ha utilizzato i movimenti per farsi eleggere in Parlamento in loro nome, per poi dimenticare in fretta le tante promesse fatte e votare le missioni di guerra volute dal precedente quanto dall’attuale governo.

Siamo profondamente convinti che solo la lotta dei vicentini (come quella degli abitanti della Val Susa, di Scansano, di Melfi ecc.) potrà  determinare un ripensamento del governo di centro-sinistra del quale il partito della senatrice Menapace fa parte. Dichiarando la nostra adesione alla manifestazione del 17 a Vicenza, avvisiamo fin da ora che noi continueremo oltre quella data e non ci arrenderemo finchà© la battaglia non sarà  vinta, che piaccia o non piaccia al governo di centro-sinistra e nel corso della lotta, continueremo a verificare, il voto della senatrice Menapace e della sinistra “radicale”sulle missioni di guerra del suo partito e del suo governo.

E qui veniamo forse alla vera ragione del velenoso articolo della Menapace ed ai motivi per cui esso ਠdiventato un editoriale di Liberazione (quindi non solo un’opinione “autorevole”).

L’esistenza di tendenze politiche che non intendono demordere dall’opposizione intransigente al militarismo ed alla politica neocoloniale portata avanti dall’attuale governo rappresenta la cattiva coscienza di personaggi come la Menapace ma anche della dirigenza di Rifondazione Comunista che di tale governo fanno pienamente parte. Ecco allora perchà© in questi mesi si ਠfatto tutto il possibile per depotenziare e far fallire qualsiasi mobilitazione contro il sostanziale continuismo in politica estera tra l’attuale governo e quello precedente; perchਠsi sono fatte mancare tutte le risorse ed il personale che negli anni scorsi sostenevano il movimento contro la guerra, perchà© si ਠcercato di stendere un cordone sanitario ed un velo di oblio verso qualsiasi iniziativa antimilitarista, e quando tutto ciಠnon era ancora sufficiente poichà© non lo si puಠprtoprio ignorare, si passa alla pura e semplice denigrazione servendosi di parassiti disponibili, magari autorevoli e con un passato da pacifista doc per essere più credibili.

Per quanto ci riguarda la nostra decisione l’abbiamo presa con coerenza da tempo e le nostre azioni politiche future saranno finalizzate alla costruzione del più ampio movimento possibile contro tutte le missioni di guerra , siano esse di destra o di “sinistra”, mentre il realismo parassitario della senatrice Menapace la porterà  nel più puro stile trasformistico ad ingoiare ulteriori rospi in nome di un pacifismo da neolingua orwelliana .

Marco D’Ubaldo-Cobas, Sergio Cararo-Rete dei Comunisti, Marco Piracci-Partito comunista dei Lavoratori, Gerrmano Monti-Forum Palestina, Maria Grazia Ardizzone-Campo antimperialista, Leonardo Mazzei-Comitati Iraq-Libero, Roberto Taddeo-Red Link, Andrea Furlan-Utopia Rossa

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