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APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

31. January 2007

17 FEBBRAIO: MANIFESTAZIONE NAZIONALE A VICENZA

IL FUTURO ਠNELLE NOSTRE MANI:
DIFENDIAMO LA TERRA PER UN DOMANI SENZA BASI DI GUERRA

Presidio Permanente, Vicenza
23 gennaio 2007

Dopo che per mesi Governo e Comune si sono rimpallati la responsabilità  della decisione, l’Esecutivo nazionale ha ceduto all’ultimatum statunitense: “il Governo non si oppone alla nuova base Usa”, ha sentenziato Romano Prodi. Dopo appena due ore, migliaia di vicentini sfilavano per le strade del centro cittadino.
Chi pensava di aver chiuso la partita ha dovuto ricredersi, perch੠Vicenza si ਠmobilitata, ha Invaso le strade, ha costruito il presidio permanente.

Otto mesi di mobilitazioni, culminate con la grandiosa manifestazione dello scorso 2 dicembre – quando 30 mila persone sfilarono dalla Ederle al Dal Molin, hanno dimostrato la forte contrarietà  della popolazione alla nuova installazione militare. Ma il Governo, dopo aver più volte ribadito la centralità  dell’opinione della comunità  locale, ha ceduto agli interessi economici e militari.

In tutto questo pesa come un macigno anche la posizione dell’Amministrazione Comunale che, forte dell’assenso dato dal Governo Berlusconi all’operazione, prima ha nascosto ai cittadini il progetto per tre anni e poi, snobbando la contrarietà  della popolazione, lo ha approvato durante un Consiglio Comunale blindato e contestato; infine ha negato ai cittadini la possibilità  di esprimersi attraverso il referendum.

Nonostante tutto questo a Vicenza ਠsuccesso qualcosa di nuovo: Vicenza non si ਠarresa alle imposizioni. In questo percorso abbiamo trovato donne e uomini, studenti e anziani, lavoratori e professionisti; li abbiamo incrociati nelle mobilitazioni, abbiamo discusso con loro alle assemblee pubbliche ed ai convegni. Insieme abbiamo costruito il Presidio Permanente, un luogo attraversato da migliaia di persone in pochi giorni.
Vicenza non si ਠarresa alle imposizioni.
Vicenza non vuole una nuova base militare al Dal Molin.
Vicenza si ਠmobilitata.
Migliaia di persone hanno occupato i binari della stazione appena due ore dopo la conferenza stampa di Romano Prodi; e nei giorni successivi una serie di iniziative, dalla manifestazione degli studenti ai presidi in Municipio e in Prefettura, hanno confermato la determinazione dei cittadini.
La nostra città  ha riscoperto la dimensione comunitaria e popolare, ha riattivato le reti di solidarietà  che in altri contesti – per esempio a Scanzano Ionico o in Val di Susa – hanno permesso di fermare dei progetti devastanti.

Da ogni parte d’Italia ci ਠarrivata un immensa solidarietà , un caloroso sostegno. Manifestazioni e presidi si sono svoltI in questi giorni in ogni angolo del Paese. Contro una scelta contrastata dalla comunità  locale ovunque si manifesta e si discute.

Il nostro cammino ਠappena all’inizio. Nulla si ਠconcluso con l’espressione del parere governativo. Cittadini, associazioni e organizzazioni sindacali hanno deciso di opporsi; molti parlamentari si sono auto-sospesi. Vicenza vuole fermare questo scempio, se necessario anche seguendo l’invito di molti a mettere pacificamente in gioco i propri corpi.

Vogliamo dare una voce unitaria, pacifica e determinata a questo sdegno. Vicenza chiama tutti a mobilitarsi contro la militarizzazione di una città , contro la costruzione di una base che sorgerà  a meno di due chilometri dalla basilica palladiana, consumerà  tanta acqua quanta quella di cui hanno bisogno 30 mila cittadini, costerà  ai contribuenti milioni di euro (il 41% delle spese di mantenimento delle basi militari Usa nel nostro territorio ਠcoperto dallo Stato Italiano), sarà  l’avamposto per le future guerre.

Vicenza vuole costruire una grande manifestazione nazionale per il 17 febbraio; vogliamo colorare le nostre strade con le bandiere arcobaleno e quelle contro il Dal Molin, ma anche con quelle per la difesa dei beni comuni e della terra, del lavoro e della dignità  e qualità  della vita. Un corteo plurale e popolare, capace di aggregare le tante sensibilità  che in questi mesi hanno deciso di contrastare il Dal Molin, perchà© siamo convinti che le diversità  siano un tesoro da valorizzare cosଠcome l’unità  sia uno strumento da ricercare per vincere questa sfida.

Ai politici e agli uomini di partito che condividono la responsabilità  di Governo locale e nazionale rivolgiamo l’invito a partecipare senza le proprie bandiere; vi chiediamo un segno di rispetto verso le tante donne e i tanti uomini che in questi giorni si sono sentiti traditi dai partiti e dalle istituzioni; vi chiediamo, anche, di valorizzare la scelta di quanti, in questi giorni, hanno scelto di dimettersi o auto-sospendersi in segno di protesta. Una protesta che, auspichiamo, dovrà  avere ulteriori riscontri se il Governo non recederà  dalle sue decisioni.

Noi siamo contro il Dal Molin per ragioni urbanistiche, ambientali, sociali; ma, anche, perchà© ripudiamo la guerra. Proprio per questo non accettiamo alcun vergognoso baratto con il rifinanziamento della missione in Afghanistan.

La nostra lotta non si ਠesaurita. A Vicenza, il 17 febbraio, contro ogni nuova base militare, per la desecretazione degli accordi bilaterali che regolano la presenza delle basi, per la difesa della terra e dei beni comuni, per un reale protagonismo delle comunità  locali e dei cittadini.

Il futuro ਠnelle nostre mani: difendiamo la terra per un domani senza basi di guerra.
Il 17 febbraio tutti a Vicenza!

Presidio Permanente contro il Dal Molin

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