L’attacco all’Iran ਠgià stato deciso? Le pesanti minacce americane sono l’anticamera della guerra o invece sono soltanto un modo di tenere sotto pressione e ricattare il regime di Tehran? La maggior parte degli analisti strategici americani ਠconvinta che Bush e la sua cricca abbiano già deciso si sferrare un massiccio e devastante attacco all’Iran entro la primavera del 2008. Anche noi tendiamo a ritenere altamente probabile quest’esito. La Casa Bianca vorrebbe, con un colpo solo ma micidiale, raddrizzare le sorti della sua catastrofica politica in Iraq e in Medio Oriente. Israele appoggerebbe questa guerra all’Iran. Una volta spezzate le ossa all’Iran non solo la Siria sarebbe fatalmente indebolita. Hezbollah e Hamas sarebbero messe con le spalle al muro ed esposte alle ritorsioni sioniste. L’abbattimento del potenziale bellico ed economico iraniano aiuterebbe infine gli occupanti a tenere in piedi Karzay a Kabul e a sistemare i conti con i Taliban e la resistenza afgana.
Ma se guerra sarà quali saranno il suo volto e la sua dinamica?
Segnaliamo ai lettori l’intervento del Generale italiano Fabio Mini, dal titolo “Operazione sciame di fuoco” pubblicato su l’Espresso degli inizi di ottobre
Il “nostro” generale non solo da per certo l’attacco ma descrive le sue fasi, le sue dinamiche. In modo alquanto istruttivo si sofferma poi sulle nuove peculiarità delle guerre imperiali capeggiate dagli Stati Uniti, come esse saranno necessariamente sostenute (magari dietro al velo della neutralità ) da un vasto fronte di alleati che va da Israele alle Ong passando per l’Italia.