GAZA 26 DICEMBRE, ORE 17,30
Questa settimana le autorita’ di occupazione hanno impedito ad una delegazione italiana di entrare nella striscia di Gaza con lo scopo di esprimere la propria solidarieta’ con la popolazione assediata e di constatare quale sia l’ attuale situazione in Gaza. Era previsto anche che la delegazione giudicasse della situazione sanitaria a Gaza, che e’ sull’orlo del collasso a causa della mancanza di materiale sanitario.
Della delegazione facevano parte personaggi noti, accademici e attivisti dei diritti umani della societa’ italiana, come il senatore Fernando Rossi e Leonardo Mazzei, del comitato Gaza Vivra’.
Pur non avendo ottenuto il permesso, la delegazione era determinata ad entrare nella striscia di Gaza, e i suoi membri hanno espresso la loro protesta per il rifiuto israeliano svolgendo due sit-in, uno nel Consolato italiano di Gerusalemme e l’altro vicino la Chiesa della Nativita’ a Betlemme. Il ministero degli Esteri italiano aveva svolto il coordinamento necessario a permettere l’ingresso della delegazione, che avrebbe dovuto incontrare il primo ministro Ismael Haniya e il portavoce aggiunto Dr. Ahmad Bahar.
Pertanto, consideriamo il rifiuto isrealiano di permettere l’ingresso di questa delegazione come un loro tentativo di nascondere all’opinione pubblica europea i fatti terribili causati dalle sanzioni illegali e i crimini e gli omicidi compiuti quotidianamente da Israele.
Inoltre, l’aver impedito il loro ingresso indica chiaramente che gli Israeliani non vogliono permettere alcun tipo di solidarieta’ verso il popolo di Gaza.
Siamo molto grati alla delegazione italiana per i tentativi che ha fatto di renderci visita, e invitiamo tutte le ONG internazionali ad inviare delegazioni per vedere come i Palestinesi stiano soffrendo per un’occupazione illegale, e a convincere i propri governi a fare pressione sugli occupanti affinche’ mettano fine ai loro comportamenti vergognosi e criminali che non fanno differenza tra bambini, donne, anziani.
Ribadiamo al nostro popolo che continueremo a lavorare per rompere l’assedio, continueremo ad essere fedeli ai nostri principi nazionali, denunceremo al mondo le atrocita’ e i crimini commessi da Israele contro il nostro popolo e ci adopereremo presso la comunita’ internazionale per ottenere il riconoscimento dei nostri diritti”.