2 Agosto 2000
Riceviamo il contributo per il Campo Antimperialista di Assisi, da parte del Partito della Liberazione dell`Argentina, partito che si augura di essere presente a partire dai prossimi anni. Alla fine del contributo troverete una presentazione di questa organizzazione argentina.
Contributo del Partito della Liberazione (PL) dell`Argentina per l`Incontro Antimperialista “Da Seattle a San Vicente, avanza la ribellione contro l`impero dell`ingiustizia”.
Per ripudiare il debito estero dell`Argentina e dei paesi dipendenti:
Promuovere le Lotte Operaie e Popolari e un Fronte Antimperialista Mondiale
1) Cresce come una palla di neve
Secondo un rapporto del ministero dell`economia argentino, a dicembre del 1999 il debito pubblico del paese raggiungeva i 121.876 milioni di dollari. Con questo dato alla mano, la Fondazione Capital ha stimato che la sua crescita sia stata del 75 per cento tra il 1993 ed il 1999, durante il governo di Carlos Menem. A sua volta, facendo un calcolo per difetto del debito estero privato, la somma totale arriva a più di 144.000 milioni di dollari.
Il debito estero pubblico ha continuato a crescere dopo questo rilevamento. Un nuovo rapporto del ministero dell`economia ha rivelato, il 27 giugno scorso, che lo stesso ਠarrivato a 122.920 milioni di dollari, cifra che rappresenta il 46% del Prodotto Interno Lordo che ਠdi 267.134 milioni di dollari annuali. Ciಠsignifica che nei primi tre mesi dell`anno in corso, il debito estero si ਠsviluppato in più di mille milioni di dollari e per quanto visto continuerà a crescere.
Una delle cause di questo aumento costante ਠche la maggior parte dello stesso ਠdeterminato da interessi fluttuanti. Si stima che per ogni punto con cui “mister” Alan Greenspan – titolare della Riserva Federale statunitense – alza i tassi di interesse del suo paese, il debito estero argentino aumenta di oltre 300 milioni di dollari (600 miliardi di lire). E nell`ultimo anno Greenspan ha ritoccato varie volte questo tasso.
Come si ਠarrivati a creare una tale fattura, che da anni il popolo lavoratore ਠobbligato a pagare? Non basterebbe un libro per elencare tutte le astuzie dell`oligarchia e del capitale finanziario internazionale sulla materia. Tuttavia, a costo di essere troppo sintetici, enumeriamo qui le ragioni più importanti: la firma di abbondanti crediti esteri che le classi dominanti hanno trasformato in fumo mediante atti di corruzione, crediti simulati o “gonfiati” tra le case matrici e le succursali, sottofatturazioni e soprafatturazioni in operazioni di commercio estero a seconda di quanto conveniva alla fuga dei capitali o ai reintegri per le esportazioni, la stabilizzazione del debito estero privato mediante risoluzioni della Banca Centrale, la contrattazione di nuovi crediti per affrontare il debito estero ogni volta più incontrollabile, ecc…
La cosa concreta ਠche, quando il reazionario governo di Isabel Perà³n venne sconfitto dal colpo di stato fascista, nel mese di marzo del 1976, il debito estero era di 7.000 milioni di dollari. Successivamente la dittatura militare lo fece aumentare a 43.000 milioni, quando nel 1983 assunse i
poteri Raúl Alfonsàn; quest`ultimo lo fece salire a 56.000 milioni, quando diede il potere a Carlos Menem, nel 1989. Nel terminare il mandato di questo, nel 1999, il “rosso” era di 122.000 milioni di dollari.
2) Si paga con la fame del popolo
L`attuale presidente Fernando de la Rúa continua la politica di resa e dipendenza dal menemismo ed anche di aumento del debito estero. Per questo, se il popolo non lo sconfigge prima, il governo della Alleanza eleverà questo conto deficitario fino all`ennesima potenza. Da poco il presidente, il 13 giugno scorso, ha assicurato alle banche di New York che “garantirà il pagamento del debito estero”. Precisamente a ciಠmira il suo piano di riaggiustamenti, iniziato il 29 maggio scorso, che abbassa i salari del settore pubblico, impone la fusione di varie imprese statali licenziando impiegati, riduce ancora una volta la spesa pubblica, ecc… Queste disposizioni vogliono risparmiare risorse per affrontare il pagamento degli interessi sul debito estero.
Da parte sua il ministro dell`Economia Josà© Luis Machinea ha dichiarato a Washington, il 14 giugno: “io non so cosa sia riprogrammare il debito estero, non so cosa sia flessibilizzare il debito estero”. Con questo, voleva coincidere in quanto sostenuto dalle banche creditrici che l`Argentina deve sottrarsi ai programmi di riduzione o condono del suo debito. Machinea coincideva anche con l`ex presidente Menem che ebbe la sfacciataggine di scrivere che “il paese ha un debito ragionevole” (Claràn, 20/5/2000). In una colonna di questo giornale, l`ex presidente ha assicurato che l`Argentina ha condotto “una importante crescita, grazie ad una notevole dinamica di investimenti; in questo contesto di crescita, l`indebitamento non solamente ਠnaturale ma puಠanche essere salutare”. Da che il Club di Parigi ha approvato, nel 1988, i “termini di Toronto” per queste riduzioni del debito, i paesi imperialisti fanno molta pubblicità all`iniziativa, ma senza renderla di fatto concreta. Inoltre il piano ਠsempre stato riferito solo ai paesi più poveri ed ha avuto anche il beneplacito del Vaticano e del suo annunciato Giubileo 2000. Tuttavia, fino ad ora l`annunciata riduzione solamente ha beneficiato quattro paesi (Uganda, Bolivia, Guyana e Mozambico) per una somma insignificante, visto l`indebitamento globale del mondo oppresso.
Secondo l`ex governo menemista l`Argentina ਠparte del primo mondo, secondo l`attuale ਠparte del secondo mondo perchà© le mancherebbero “poche cose per arrivare al primo”, come ha dichiarato Adalberto Rodràguez Giavarini. Per conseguenza, entrambe le amministrazioni, la scorsa e l`attuale, si riempiono d`orgoglio per pagare il debito estero con la fame del popolo e per differenziarsi dalle nazioni più povere del terzo mondo. In questo caso agiscono con la stessa logica arrendevole dell`ex presidente Nicolás Avellaneda, che rifacendosi al passato, ha assicurato ai creditori che l`Argentina avrebbe onorato gli impegni esteri “passando sopra la fame e la sete degli argentini”.
Si ਠtagliato corto. Da che scoppiಠla crisi del debito estero, nel 1982, quando il Messico entrಠnella cessazione virtuale dei pagamenti, i governanti oligarchici di tutti i paesi dipendenti dall`imperialismo stanno pagando il debito estero con la fame e la sete dei loro popoli, perಠanche con la salute, con il lavoro, con le imprese pubbliche, con le abitazioni, la previdenza sociale, le risorse naturali, ecc… Ma tuttavia, ogni anno devono sempre di più.
Nel nostro paese muoiono 55 bambini al giorno, circa 20.000 l`anno, di malattie curabili e prevenibili, legate alla povertà , cosa che ਠanche collegata, in ultima analisi, al debito estero. Il problema ਠche il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale – con il beneplacito dei loro soci locali – sempre raccomandano piani di riaggiustamento della spesa pubblica che, tra le altre cose, comportano tagli alla salute pubblica, lo smantellamento degli ospedali, tagli ai finanziamenti per la sanità , ai salari dei medici, ecc…
Il tasso di disoccupazione, che storicamente ਠstato sempre del 6% nel nostro paese, si ਠtriplicato nel periodo menemista, arrivando al 18,3%, nel 1995. Attualmente si mantiene alto, il 14,7% secondo le statistiche dell`INDEC (Istituto Nazionale di Statistica e Censo), realizzate nel maggio del 2000. Questo significa che più di 4 milioni di argentini sono disoccupati e sottimpiegati a causa delle politiche d`urto proprie del capitalismo dipendente, dei governi di turno e delle organizzazioni finanziarie internazionali.
L`ultimo piano di riaggiustamento annunciato dal governo nazionale ha deciso di tagliare del 12% i salari degli impiegati pubblici che guadagnano più di mille pesos mensili e, attraverso la soppressione di enti pubblici, il licenziamento di altri 16.000 impiegati. Bisogna tener conto che l`INDEC ha fissato a 1.200 pesos il costo del paniere familiare di cui ha necessità una famiglia tipo per vivere. Ma il governo taglia i salari di 1.000 pesos, continuando la via del riaggiustamento fiscale accordata con il FMI!
3) La svendita totale delle privatizzazioni
Come parte del pagamento del debito estero, si sono privatizzate le imprese statali e i loro nuovi padroni – in generale le corporazioni multinazionali – hanno portato fuori dal paese miliardi di dollari, cosa che ha determinato un altro versante fondamentale della spogliazione imperialista. Tra il 1991 ed il 1997 sono usciti dal paese capitali per 37.900 milioni di dollari di superguadagni per le imprese privatizzate, dichiarandosi la remissione degli utili per 5.500 milioni di dollari tra il 1993 ed il 1997, secondo l`economista Eduardo Basualdo (Sulla natura del debito estero, Università di Quilmes, aprile del 2000, pagg. 11/12 ). Come se questo fosse poco, bisogna aggiungere il prosciugamento di immense risorse, attraverso i crediti nazionali che vengono ceduti a questi monopoli, insieme al controllo che hanno raggiunto del sistema bancario argentino, nella misura dell`espansione del segmento straniero delle banche (Citibank, Boston, HSBC-Roberts, Bilbao Viscaya Argentaria-Francà©s, BSCH-Rào, Deutsche, Credit Agricole-Bisel, ABN AMRO, ecc..). Il caso argentino deve essere uno dei più rappresentativi a livello mondiale nell`ambito dei danni che causa il debito estero ai paesi dipendenti, a causa dell`orientamente pro-imperialista dei suoi governanti.
L`Argentina doveva approssimativamente 60.000 milioni di dollari nel 1990; ha pagato quindi gli interessi sul debito (attualmente circa 10.000 milioni di dollari l`anno) ed inoltre ha svenduto il petrolio, il gas, l`energia, la siderurgia, l`acqua potabile, le banche, la previdenza sociale, le poste, le telecomunicazioni, i canali televisivi, la compagnia aerea nazionale, i porti, la flotta mercantile, il pedaggio sulle strade nazionali, ecc… E tuttavia, invece di ridursi, il suo debito ਠraddoppiato: 122.000 milioni di dollari.
Questo non ਠtutto: nella misura in cui sono avanzate le privatizzazioni e la generalizzazione del riaggiustamento nel governo federale ed in quelli provinciali, il numero dei disoccupati e sottoccupati si ਠtriplicato, arrivando ad oggi al 30% della forza lavoro. La povertà , secondo la statistica della Banca Mondiale, ਠarrivata a raggiungere il 37% della popolazione totale, raggiungendo più di 12 milioni di persone (un terzo delle quali sono direttamente indigenti). E pensare che negli anni 80 i partiti di destra volevano contrarrestare la nostra proposta di non pagare il debito estero, schermendo come argomento che in tal caso i creditori si sarebbero impadroniti degli aerei delle Linee Aeree Argentine! Alla fine ਠrisultato che abbiamo pagato molto di più di ciಠche dovevamo, più del doppio, e per giunta si ਠalienata anche la compagnia aerea, a beneficio di Iberia e delle banche statunitensi. In questo momento gli investitori spagnoli hanno presentato un piano di “risanamento” delle Linee Aeree Argentine, secondo il quale licenzieranno 1.500 dei 5.700 impiegati e ridurranno del 20% i salari di tutto il personale.
4) Gli agenti delle banche creditrici.
La politica di svendita da parte delle autorità di governo dell`Argentina ਠtotale. Un piccolo esempio si pone come manifesto: il negoziatore del debito estero argentino ਠstato Daniel Marx durante il governo di Raúl Alfonsàn, ha continuato ad esserlo con Carlos Menem e lo ਠadesso con il governo di Fernando de la Rúa. Il “dettaglio” ਠche Daniel Marx tra il 1994 ed il 1999 ha lasciato la sua carica pubblica per assumere incarico presso la Merchant Bankers Associated (MBA), la banca di investimenti di Nicholas Brady, l`ex segretario del Tesoro degli Stati Uniti. Suppostamente Marx, il rappresentante dell`Argentina, doveva discutere e “mostrare i denti” nella negoziazione del cosiddetto “Piano Brady”, mentre in realtà si trovಠcosଠbene con quest`ultimo, proprietario del banco creditore, da passare ad essere un suo impiegato presso il MBA. Durante la gestione di Menem, ci fu una tale subordinazione alla Casa Bianca che il primo ministro di allora, Guido Di Tella, qualificಠcome “carnale” il vincolo con la superpotenza. Attualmente, poi, l`incaricato del commercio per l`ambasciata nordamericana in Buenos Aires, Manuel Rocha, ha dichiarato in una recente intervista a Washington, che “De la Rúa e Clinton si sono innamorati”.
I governi argentini sono stati tanto pro-imperialisti da condecorare con l`Ordine di Maggio, la massima distinzione ufficiale concessa a quegli “amici stranieri che abbiano prestato servizi straordinari al paese”, gli impresari bancari Jacques de Larosiere e Michel Camdessus (due ex titolari del Fondo Monetario Internazionale), Nicholas Brady e William Rhodes (vicepresidente della Citibank).
E` certo che la capitolazione di questi governi non si ਠlimitata alla questione economica ma si ਠprotratta al terreno politico. Menem ha inviato due fregate a partecipare al fianco dei nordamericani nella Guerra del Golfo del 1991 e contingenti in Bosnia, Croazia e Kosovo, sempre in appoggio agli aggressori del Pentagono e della NATO. L`attuale presidente De la Rúa ha ratificato la permanenza di questi effettivi negli incorrettamente definiti “operativi di pace”, condotti dall`imperialismo yankee, a volte sotto l`egida dell`ONU.
Gli agenti locali del capitale finanziario internazionale ci dicevano negli anni 80 che bisognava pagare il debito perchà© i titoli erano in mano a banche molto potenti come Citibank, Chase Manhattan, Manufacturers Hannover e Bank of America. Oggi ci vogliono convincere che bisogna continuare a pagare perchà© queste banche si sono liberate dei titoli, che sono stati disseminati nei mercati secondari dei valori a livello mondiale, atomizzati tra centinaia di investitori.
Per la banda pro-imperialista ogni argomento ਠbuono per fare pressione sul pagamento puntuale degli interessi del debito estero argentino. Per questo ਠimportante agitare tra le masse popolari le ragioni contrarie, in favore del non pagamento di questo debito fraudolento. Non ci importa se le carte del debito le hanno le banche di New York o i fondi pensione degli Stati Uniti. Questo ਠun loro problema. Il nostro ਠche non accettiamo più il salasso di risorse verso l`estero mentre si riduce l`impiego e si peggiorano i servizi alla salute e dell`educazione pubblica.
5) Il debito estero, una truffa mondiale.
L`indebitamento non ਠsolamente una questione argentina o latinoamericana, coinvolgendo tutti i paesi del mondo, oppressi dal grande capitale. Nel caso del Brasile, per esempio, il suo debito estero ਠaumentato a marzo scorso di 1.400 milioni di dollari, arrivando, quindi, a 241.600 milioni di dollari. Con molto cinismo e rassegnazione, il presidente Fernando H. Cardoso ha manifestato nel proprio discorso alla Riunione Economica del Mercosur, realizzatasi a Rào de Janeiro dal 7 al 9 maggio di quest`anno, che “nel modo con cui il Fondo Monetario Internazionale calcola il piano dei pagamenti dei servizi e delle ammortizzazioni del debito estero, al governo brasiliano non rimangono risorse per nessun`altra cosa”. Se lo dice questo avvantaggiato alunno del “nuovo ordine mondiale”… Nella Riunione del “Gruppo dei 77” che vede la partecipazione di 133 paesi, realizzatasi a La Habana ad aprile, la delegazione cubana ha presentato un documento sul tema dell`indebitamento. In questo si dimostrava che il debito estero dei cosiddetti paesi sottosviluppati era passato da 609.000 milioni di dollari nel 1980, a 2,4 miliardi di dollari nel 1998, citando come fonte il Global Development Finance, della Banca Mondiale (1999).
Questo documento preconizzava la creazione di un Gruppo di Paesi Debitori, una idea corretta ma non percorribile dati i governi che li dirigono. NਠDe la Rúa nਠCardoso e nemmeno i rimanenti governanti dei paesi soci ed aderenti al Mercosur (Paraguay, Uruguay, Cile e Bolivia) accettano questa opportunità per rinegoziare i termini del debito. Tutti questi, con diverse sfumature, sono prostrati ai piedi del Fondo Monetario Internazionale ed al suo nuovo titolare, il tedesco Horst Kohler.
La riunione del “G77” ha quindi proposto correttamente “l`annullamento dotale del debito ufficiale bilaterale e multilaterale di tutti i paesi sottosviluppati”. In cambio si ਠlimitata a chiedere una serie di riduzioni parziali del debito privato, a seconda del PIL pro capite dei paesi debitori: abbassamento totale per quelli inferiori ai 2.000 dollari, del 50% per quelli superiori ai 2.000 dollari ed inferiori ai 6.000 e senza riduzione per quelli che, come l`Argentina, superano questo tetto. Nonostante questo ultimo punto di vista – conciliatore con il capitale finanziario internazionale – l`iniziativa non ਠstata accettata dalla maggioranza dei membri dei G77, inclini alla collaborazione “nord-sud” che nei fatti significa perಠpiù dominio da parte del nord imperialista.
6) Per un Fronte Antimperialista.
Bisogna iniziare ad unire chi ਠdisposto a lottare contro l`imperialismo, creando una colonna vertebrale ed allo stesso tempo una conduzione politica che diriga questa battaglia. Si sente la mancanza di un fronte antimperialista mondiale di tutti i lavoratori, dei contadini impoveriti, dei popoli, delle organizzazioni politiche e rivoluzionarie, dei movimenti di liberazione nazionale e sociale, dei sindacati combattivi e di quei governi terzomondisti che abbiano la volontà di affrontare le banche usurarie e le potenze come gli Stati Uniti ed i loro soci della NATO che negli ultimi anni hanno bombardato Panama, la Libia, il Libano, l`Iraq e la Jugoslavia.
Questo fronte antimperialista deve anche essere integrato dai paesi socialisti che sono sopravvissuti alla restaurazione capitalista nell`Est, cosଠCuba, la Repubblica Democratica Popolare della Corea ed il Vietnam. Un fronte di questo tipo potrà unire altri settori esitanti e opportunisti che oggi appoggiano l`iniziativa del Gruppo dei Paesi Debitori nella vana illusione di “salvarsi” grazie alla magnanimità dell`imperialismo.
Il Fronte Antimperialista Mondiale, cosଠcome dice il nome, si oppone a tutte le potenze imperialiste, includendo i governi membri della Unione Europea ed il Giappone. Senza pregiudizio su cià², crediamo che il colpo centrale debba assestarsi contro gli Stati Uniti, unica superpotenza e quindi nemico numero uno dei popoli del mondo.
La base programmatica di questo fronte deve essere il non pagamento del debito estero, la rottura con il Fondo Monetario Internazionale – Banca Mondiale e la rinazionalizzazione delle imprese pubbliche privatizzate, cosଠcome le rivendicazioni salariali, il pieno impiego, maggiori finanziamenti nell`ambito della salute e dell`educazione, terra e crediti per i piccoli e medi contadini, la confiscazione dei monopoli stranieri e nazionali, ecc…; in sintesi, il rifiuto delle ricette di riaggiustamento, di fame e sconfitta, promosse da questi organismi finanziari e dai governi loro obbedienti.
Nella lotta contro i monopoli a livello mondiale ed in particolare nella campagna per il non pagamento del debito estero, non c`ਠposto per opinioni disfattiste. Non c`ਠriflusso delle lotte popolari ma, al contrario, ci sono azioni politiche, rivendicative ed anche rivoluzionarie che stanno colpendo duramente l`imperialismo ed i loro governi amici. Il 31 maggio c`ਠstata una iniziativa convocata dai sindacati argentini per ripudiare l`arrivo nel paese degli inviati del Fondo Monetario, Teresa Ter Minassian e Thomas Raichman. In Plaza de Mayo si sono riunite più di 70.000 persone dimostrando che “la questione antimperialista interessa in modo cosciente ampi settori della popolazione. Non ਠsolamente l`avanguardia che ha chiaro il ruolo del FMI nel riaggiustamento, nella disoccupazione e nella miseria.
Sono milioni gli argentini che sono arrivati a questa conclusione, dopo che l`orrore della dipendenza li ha lasciati senza lavoro, ha abbassato loro lo stipendio o ha spinto le loro famiglie tra le braccia della fame, dell`analfabetismo e delle malattie (“Liberacià³n” n…º 155, giugno 2000). In America Latina e nei Caraibi sono notevoli le occupazioni delle terre organizzate dai Sem Terra del Brasile, le offensive guerrigliere delle FARC-EP e del ELN in Colombia, i blocchi stradali e le sollevazioni sociali dei contadini e degli indigeni di Ecuador e Bolivia, le mobilitazioni popolari contro le frodi in Perù, la continuità della guerriglia zapatista e del EPR e gli scioperi universitari in Messico, gli scioperi e le marcie dei contadini del Paraguay, gli scioperi generali in Uruguay, le lotte dei mapuches in Cile, i blocchi stradali, gli scioperi e le mobilitazioni violente in Argentina, la resistenza contro i marines nordamericani a Vieques-Puerto Rico, ecc …
Tutte queste azioni, insieme alla continuità di Cuba socialista, sono manifestazioni del fatto che la lotta di classe nella regione stà entrando in una nuova fase.
In questo quadro, la proposta del Fronte Antimperialista (da non confondersi con qualche proposta elettoralista) aiuterebbe a politicizzare ed elevare tutto il torrente popolare. Le lotte di massa latinoamericane sono parte di quelle lotte condotte dai lavoratori, dai disoccupati, dai piccoli e medi contadini, dai giovani, dagli intellettuali, dalle minoranze etniche ed ecologiste sincere di Asia ed Africa, forze che si sono espresse anche recentemente nelle proteste di Seattle, Davos, Londra ed in altri centri del potere mondiale.
Argentina, 29 giugno 2000
SERGIO ORTIZ
Segretario Generale del “Partido de la Liberacià³n” (PL) dell`Argentina
Indirizzo Postale: Belgrano 1024 (CP 5000) Cà³rdoba, Argentina.
Tel/fax 0054-351-4641899
E-mail: pl_tupac@hotmail.com oppure sergiortiz@ciudad.com.ar
Pagina Web in Internet: http://www.pl.org.ar
Presentazione del Partito della Liberazione (PL) dell´Argentina
Il Partio della Liberazione (PL) ideologicamente ਠmarxista-leninista, difende quindi gli interessi immediati e storici della classe operaia argentina e del proletariato internazionale, lotta in Argentina per la liberazione nazionale e sociale e per l`avanzamento ininterrotto verso il socialismo. Il PL crede che l`unica via rivoluzionaria sia la presa del potere, pratica l`internazionalismo proletario e mantiene relazioni con organizzazioni comuniste e rivoluzionarie del mondo sulla base dell`uguaglianza e del mutuo rispetto.
Il PL non ਠancora lo Stato Maggiore reale della classe operaia argentina.. Per storia, linea politica ed esperienze pratiche, cosଠcome per il coraggio dei suoi militanti e dei suoi quadri, ਠperಠla migliore speranza per forgiare questa direzione. In questo momento il suo intervento ਠcrescente negli scioperi e nei blocchi stradali dove sono protagonisti i lavoratori ed i disoccupati, con la parola d`ordine dello Sciopero Attivo di 36 ore, con abbandono del posto di lavoro e mobilitazione. Inoltre con le seguenti parole d`ordine: <
Questa politica e la nostra pratica si differenziano da quella della sinistra riformista ed elettoralista, appiattita sulla pressione verso un parlamento totalmente discreditato di fronte al popolo, per essere parte del modello neoliberista di riaggiustamento, disoccupazione, corruzione e repressione.
Della nostra lontana storia maoista – siamo nati nell`aprile del 1965 con il nome di “Vanguardia Comunista” – abbiamo riscattato vari elementi strategici, la consapevolezza che la rivoluzione nel nostro paese a capitalismo dipendente, passa dalla tappa antimperialista, democratica e popolare che, diretta dalla classe operaia, aprirà il passo al socialismo. O ancora, che gli strumenti di disputa del potere sono il partito di avanguardia, il fronte di liberazione e l`esercito del popolo, che dovrebbero essere costruiti e affilati secondo le considerazioni politiche concrete di ogni tappa.
Nella costruzione del fronte di liberazione crediamo che bisogna iniziare unendo i rivoluzionari. Solamente su questa base si potrà avanzare verso un fronte più ampio che non perda il suo orientamento di classe. L`esperienza ha dimostrato che il percorso diverso, del riformismo, finisce per contribuire a fronti diretti dalla borghesia nazionale e appiattiti sulla questione elettorale.
Non siamo antielettoralisti di principio. Perಠda almeno 5 anni vediamo un crescente rifiuto del popolo lavoratore verso le elezioni del sistema, che sorgono per opera dei governi di diverse tonalità , perಠsempre promotori del riaggiustamento coordinato con il Fondo Monetario e la Banca Mondiale. Per questo in tutte le ultime elezioni abbiamo votato scheda bianca. Tra il voto in bianco, i voti nulli e le astensioni, si ਠarrivati approssimativamente al 30% dell`elettorato.
Caratterizziamo la situazione come prerevoluzionaria, dal momento che “quelli di sotto” non vogliono continuare a vivere come prima e “quelli di sopra” non possono continuare a governare come hanno fatto finora, secondo quanto interpretava Lenin, e dove crescono il numero e la qualità dei conflitti operai. In questo quadro bisogna arrivare ad una mobilitazione rivoluzionaria di massa, come furono negli anni 70 i Cordobazos – preinsurrezioni delle grandi città – per aprire una situazione rivoluzionaria. Se la lotta di massa continuerà ad avere la grande importanza propria della grande tradizione e peso nelle lotte operaie in Argentina, ci sarà anche spazio per l`insorgenza.
Il PL ਠlegale perಠnon mira alle elezioni ma alla lotta per il potere politico, ragione per la quale ਠstato molto perseguitato dalla dittatura passata ed anche durante il periodo democratico borghese 1983-2000. Lo stesso giorno del colpo di Stato del 1976 venne dichiarato illegale e la maggioranza dei suoi dirigenti storici ed i membri del Comitato Centrale vennero fatti scomparire dalle Forze Armate, cosଠRoberto Cristina, allora segretario generale. Durante la “democrazia” siamo stati arrestati e processati da parte della giustizia penale in varie opportunità , accusati di “associazione illecita”, “imposizione delle idee attraverso la forza”, “destabilizzazione della democrazia”, ecc…
Ad ogni modo la repressione non ha fatto breccia nel Partito, che continua a combinare la legalità con la semilegalità , utilizzando tanto la stampa mensile (LIBERACION), la rivista teorica (CUADERNOS REVOLUCIONARIOS) ed i volantini davanti agli ingressi delle fabbriche, cosଠcome mezzi più moderni, come Internet.
L`VIII Congresso Nazionale del PL si ਠrealizzato alla fine del 1998, approvando i documenti politici fondamentali, eleggendo il Comitato Centrale ed il Segretario Generale, Sergio Ortiz. A livello sindacale i suoi militanti lavorano all`interno della Tendenza Classista “29 de Mayo”, mentre a livello universitario in TUPAC, Tendenza Universitaria Popolare Antimperialista e Combattiva.
A cura del Segretariato Nazionale del Comitato Centrale
del Partito della Liberazione (PL) dell`Argentina