intrevento di un operaio della Zastava di Kraguievac alla manifestazione antimperialista di genova il 20 luglio
Nel nuovo millennio l`umanità entra, purtroppo, con una delle più grosse
onde storiche di regressione della civilizzazione e di reazione
conservatrice, un`onda particolarmente (e a lungo andare) pericolosa,
proprio perchà© globale. Anche la risposta deve essere globale. E` il
compito di tutte le forze progressiste.
Cercherಠdi dare, in breve, la valutazione di quello che ਠsuccesso
nell`ultimo decennio e che succede oggi in Jugoslavia.
Sono convinto che il sanguinoso squartamento della Jugoslavia fosse stato
pianificato da fattori esterni, in collaborazione con le tendenze
nazionaliste-scioviniste di tutti i popoli jugoslavi. La Jugoslavia ਠstata
distrutta perchà© il sistema di autogestione fondato sulla proprietà sociale
non rientrava nei piani dei centri del potere finanziario e politico che
intende instaurare un nuovo sistema di schiavitù firmato dalla
globalizzazione.
La ex Jugoslavia era sulla strada di realizzare il centenario ideale degli
umanisti della liberazione dell`uomo e del lavoro, di risolvere il problema
dell`alienazione dell`uomo. I lavoratori in Jugoslavia avevano i diritti
del lavoro, la protezione sociale e sanitaria e l`educazione gratuita a
tutti i livelli – cose delle quali i lavoratori dell`Unione europea oggi
possono solo fantasticare. Se qualcuno, 10 anni fa, avesse detto ai
lavoratori jugoslavi che avrebbero dovuto rinunciare a tutto ciಠnel nome
di varie privatizzazioni, transizioni, globalizzazioni e nebulose simili –
sicuramente avrebbero riso e – senza badare alla nazionalità – avrebbero
difeso con la forza, e uniti, i propri diritti. Quelli che avevano
pianificato la distruzione della Jugoslavia erano consapevoli di questo, e
perciಠavevano concluso che l`unico modo di distruggere quel “cattivo”
esempio era l`incoraggiamento del nazionalismo e dello sciovinismo, usando
gli atavismi non ancora spenti del passato. Anime spicciole, piccola gente,
piena di complessi, ha avuto aiuti finanziari e militari, ed ਠstata
promossa a leader nazionali che avrebbero guidato i propri popoli alla
catastrofe umanitaria.
L`ultima occasione per prevenire la guerra in Jugoslavia (e i crimini che
ne fanno parte) era la mediazione, nel 1992, del ministro degli esteri
portoghese, Cuttilher, che quell`anno era anche un alto rappresentante
dell`Unione europea. Il suo piano era stato accettato all`inizio di
quell`anno da tutte e tre le comunità nazionali in Bosnia ma, subito dopo
l`intervento dell`amministrazione americana i musulmani rinunciarono a
questo piano. Seguଠuna terribile e cinica dichiarazione di Alija
Izetbegovic che, di fronte alla reazione dei media che prevedevano una
soluzione sanguinaria del conflitto in Bosnia, ribadà¬: “ogni nuova vita
nasce nel sangue, e anche il nuovo stato islamico in Bosnia dovrà nascere
nel sangue”. Cosଠi padroni mondiali della guerra hanno continuato quello
che un anno prima era cominciato in Slovenia e in Croazia: un uso dosato e
controllato della guerra per raggiungere gli obbiettivi globali e locali
nei Balcani.
Sono seguiti gli avvenimenti tragici fomentati e indirizzati dall`esterno
(un po` come si controlla un processo nucleare nelle centrali). La
distruzione delle persone e dei beni, come anche la generale
disumanizzazione, erano sempre seguiti da dichiarazioni ciniche di quelli
che avevano programmato e sostenuto questo disegno – sui diritti umani,
genocidio…… E` chiaro che la guerra di per s੠ਠun crimine, perchà© minaccia
l`elementare diritto alla vita, e la guerra civile ਠun genocidio sui
generis, perchà© in essa si autodistruggono quelli che vi partecipano.
I potenti del mondo fondano il tribunale per i crimini commessi sul
territorio della ex Jugoslavia. Questo “tribunale” (fra virgolette),
istituito da un organo non competente (non dall`Assemblea generale
dell`Onu), si fonda sul non-diritto. Perchà©? Perchà© questo tribunale non
giudica tutti i criminali di guerra in tutto il mondo, ma solo su un
territorio, e ne giudica solo alcuni, non tutti. La gente viene
illegalmente arrestata, rapita senza atti di accusa pubblici; poi, una
volta arrestata, si formano gli atti di accusa, come nel caso recente
dell`ex presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic. Perfino un politico
conservatore e di destra come l`attuale presidente Vojislav Kostunica, ha
dichiarato che tutti questi atti di accusa sembrano dei moduli generici
dove non rimane che da riempirne gli spazi con nomi e dati.
Nello stesso tempo passano impuniti dei crimini cosଠovvi, come
l`espulsione delle persone dalle loro case, bombardamento di civili
innocenti, la distruzione degli impianti di industria e altri necessari per
la vita degli uomini, l`uso delle armi vietate come le bombe a grappolo e
altre estremamente disumane, come quelle all`uranio. Queste, con il nome
mansueto di “bombe all`uranio impoverito”, purtroppo non sono ancora state
vietate da convenzioni internazionali, ma sono estremamente pericolose e
provocano il genocidio nel senso vero della parola, perchà© distruggono
l`ambiente e causano malattie e mutazioni che distruggono anche i
discendenti degli attuali abitanti dei territori bombardati.
Vi do un esempio concreto, a me vicino. Vivo e lavoro a Kragujevac, nella
fabbrica di automobili “Zastava”. La mia e una delle tre città più
ecologicamente minacciate, insieme a Pancevo e Novi Sad; e non dai “danni
collaterali” (che espressione cinica!), ma consapevolmente e
premeditatamente. Sono state bombardate fabbriche che non sono di
importanza militare e dove non c`erano militari stanziati.
La fabbrica di automobili a Kragujevac ਠstata progettata e costruita con
l`aiuto della FIAT italiana. Ogni suo particolare ਠnoto da sempre agli
strateghi NATO, anche senza satelliti e altri moderni mezzi di spionaggio.
Gli obiettivi colpiti nella fabbrica, dunque, erano ben conosciuti e non
sono casuali. Sono stati scelti proprio quelli che avrebbero provocato
danni duraturi e permanenti (quindi da genocidio) agli abitanti e i loro
discendenti. Che cosa ਠsuccesso realmente?
Nei trasformatori elettrici della Fabbrica di automobili si usa, per
raffreddamento, una sostanza chimica tecnologicamente superata che andrebbe
bandita perchà© pericolosa per la salute e la vita delle persone: il
piralene. Questo olio tecnologico non ਠsolo velenoso ma anche cancerogeno
e mutageno, quindi, se entra nel suolo e nelle acque, puಠcausare
conseguenze pesanti sui discendenti degli operai. Un litro di piralene
avvelena permanentemente un milione di litri d`acqua. Per prevenire la sua
fuoriuscita dai trasformatori, sotto di essi erano state costruite delle
speciali vasche in cemento armato, progettate cosଠda resistere anche ai
cataclismi e ai terremoti più forti – ma non hanno potuto resistere ai
bombardamenti.
La superficie del terreno della “Zastava” ਠdi alcune decine di ettari, ma
ਠstato bombardato proprio il reparto di verniciatura con questi
trasformatori che usano il piralene, come anche la centrale termica che dà
riscaldamento a tutta la città , e questo non si puಠassolutamente definire
casuale o, come dicono loro ipocritamente e cinicamente, collaterale. Oggi
i contadini nella valle del fiume Lepenica annaffiano i loro orti di
verdura con l`acqua “arricchita” di piralene – e di questa verdura
forniscono la città di Kragujevac e dintorni – più o meno mezzo milione di
persone.
Tutto questo [e molto di più, n.tr.] non ਠbastato alla signora Carla Del
Ponte (che da noi la gente – non so perchà© – chiama signor Carlo Del Ponte)
per aprire un`inchiesta sui crimini di guerra contro la popolazione civile.
Questa ਠla verità sulle preoccupazioni dei protagonisti del nuovo ordine
mondiale per i diritti umani.