Site-Logo
Site Navigation

Campu Antimperialista Sardinnya

21. September 2005

Gazetinu Telematicu 20/9/05

>> Campu Antimperialista >> Sardinnya >> Gazetinu Telematicu

In custu gazetinu:

1) Ampliamento della base statunitense de La Maddalena: i fatti. Le reazioni dei movimenti indipendentisti sardi.

2) MANIFESTAZIONE a ROMA, domenica 2 ottobre, ore 10,00 – Aula magna università  valdese via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour): Verso la Conferenza Internazionale – Per i visti ai fratelli iracheni – Per il ritiro delle truppe d´occupazione -Con la Resistenza popolare -Per una pace giusta nel rispetto della sovranità  nazionale

————————————————————————
1) Riportiamo integralmente, e senza commenti, un articolo del quotidiano “Giornale di Sardegna”, sull´annunciata espansione della base statunitense de La Maddalena.

>> >>

Dal Giornale di Sardegna , 20/09/2005

< < La Maddalena. Il colloquio con Luttwak, consulente di Washington

La trappola degli Usa a Soru gli dissero: lasceremo la base
Marco Mostallino
marco. mostallino@gd s.sm

“Il falco amico dei Bush rassicurಠil presidente mentre la Navy preparava il potenziamento

Un trappola tesa dagli americani ha preceduto la consegna a Renato Soru, avvenuta la scorsa settimana a opera di una fonte vicina alla Us Navy, del Piano stilato per triplicare la presenza militare a La Maddalena, rilevare l`arsenale e i depositi di armi italiani e rafforzare la presenza dei sottomarini nucleari e della navi da guerra nell`Arcipelago.
Il protagonista del trabocchetto si chiama Edward Luttwak, economista ed esperto di affari militari, uomo di destra molto vicino alla Casa Bianca, già  consulente del segretario (il ministro) americano alla Difesa e del Dipartimento di Stato.
Soru e Luttwak si incontrano a Cagliari domenica 22 maggio di quest`anno. Passeggiano per le vie del centro, nel pomeriggio. Una chiacchierata sulle basi americane, nata perchà© Soru sta pensando di nominare il super-falco suo consulente per i rapporti con le istituzioni militari. àˆ qui che lo scaltro Luttwak gioca la sua carta.
Quando il presidente sardo gli spiega che vorrebbe che la Us Navy lasciasse l`arcipelago, ma – aggiunge – desidera che gli americani vadano via “da amici “, in modo che non sembri lui a cacciarli, ecco che l`amico personale della famiglia Bush colpisce: lascia intendere che, nel clima di tagli al bilancio
militare di Washington legati al costo della guerra in Iraq, La Maddalena potrebbe essere abbandonata.
Non ਠescluso che il Pentagono la chiuda, dice Luttwak al presidente.
E Soru naturalmente gli crede.
Abbassa il tono della polemica con il governo italiano e la Marina degli Stati Uniti, proprio perchà© nessuno possa ritenere che ਠin corso una cacciata degli invasori: il governatore fa suo l`antico e saggio principio dei generali che recita “al nemico che fugge ponti d`oro”. Cosà¬, rassicurata da Luttwak,
Soru concede una tregua.
Ed ਠin quella fase che la Us Navy, forse informata del colloquio, accelera i progetti di potenziamento della base e della presenza di militari, sottomarini e navi da guerra a propulsione
nucleare. Nel frattempo il presidente comunica ad alcuni politici l`intenzione di fare di Luttwak l`ambasciatore della Sardegna nel mondo, ma viene convinto a lasciar perdere
da chi conosce bene il falco della Casa Bianca. Quindi, la scorsa settimana, l`epilogo – per ora – con la consegna a Soru del documento riservato di potenziamento della base redatto dalla Us Navy il 20 luglio di quest`anno.

Il retroscena. Soru ha il Piano della Marina americana ma non puಠdirlo

Quel documento imbarazzante

Il presidente della Regione ora ਠin imbarazzo. Dieci giorni fa ha avuto da una fonte riservata il Piano di potenziamento della base di La Maddalena: ma nelle dichiarazioni ufficiali smentisce di averlo ottenuto, dice sempre “se le indiscrezioni di stampa fossero confermate…”. La ragione di questo comportamento di Renato Soru ਠsemplice: ਠin possesso di carte riservate della Marina Usa e ciಠpotrebbe creare un qualche piccolo imbarazzo nei rapporti tra Roma e Washington, con gli americani che potrebbero chiedere spiegazioni all`ambasciatore italiano. CosଠSoru, pur essendo fortemente contario al Piano Usa, ਠcostretto a mantenere un profilo più basso di quello che vorrebbe nella gestione della vertenza. Ha visto il Piano, lo ha nel suo Pc, ma ਠcostretto a negare.

Cicu: Martino ਠpronto a incontrare il governatore

Si terrà , come richiesto dal presidente della Regione Renato Soru, l´incontro fra quest´ultimo e il ministro della Difesa Antonio Martino per discutere la questione delle servitù militari in Sardegna e in particolare la presenza e il potenziamento della base statunitense per sommergibili a propulsione nucleare a La Maddalena.
L`ha confermato ieri, senza indicare una possibile data, il sottosegretario alla Difesa, Salvatore Cicu, precisando comunque di conservare la delega sulla materia e di essere pronto al confronto con gli amministratori locali. Cicu ha detto che “al governo non risultano al momento richieste di ampliamento nà© della volumetria nਠdella presenza militare statunitense”: il Piano comunque ਠgià  in mano di Soru e, si legge nel documento, la richiesta di ampliamento sarà  presentata dagli Usa al governo di Roma in ottobre. Quanto al possibile smantellamento della base di La Maddalena, sollecitato da Soru, Cicu ha dichiarato: “Ci poniamo in una posizione di confronto con gli Stati Uniti, per capire come in proiezione l´eventuale non presenza possa essere definita”. > >

————————————————————————

1.1 Le reazioni dei movimenti indipendentisti sardi:

>> “AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

COMUNICATO STAMPA

LA MADDALENA – SORU CONVOCHI UNA “PRATOBELLO” A S. STEFANO IL POPOLO SARDO LO SEGUIRA´

Incontro con l´ambasciatore americano e con il ministro italiano A. Martino, interpellanza a Berlusconi, impegno di Prodi tutti passi inutili perchà© tutti elementi inaffidabili e pronti a sacrificare sull´altare della geopolitica e degli interessi nazional-italiani i diritti, gli interessi ed il territorio del popolo sardo.
S. Stefano, da semplice ormeggio, sta per diventare una base militare navale e nucleare, il Salto di Quirra sarà  una base aerea oltre che missilistica, il poligono di Teulada viene potenziato, la Sardegna sta diventando la Mururoa o Guantamano del mediterraneo.
E´ il momento di fermarli, ਠun´azione di aggressione al popolo sardo e tutti i sardi devono essere chiamati all´impegno.
Non basta che la Sardegna abbia un governatore che ha dichiarato guerra alle servitù militari e ne chiede la riduzione, utilizzeranno il suo impegno, facendogli conseguire piccoli risultati, per tenere calmo e sottomesso il nostro popolo, ਠdel popolo che hanno paura.
Per fermarli, non basta l´antimericanismo, l´antimilitarismo o l´ambientalismo come non basta indire una manifestazione con bandiere e quanto altro.
Bisogna mobilitare il popolo sardo e c´à¨ qualcuno in grado di farlo.
Soru, se davvero vuole mandare via, in pace, gli americani e smantellare le basi militari, faccia il passo che ਠnecessario, convochi una “Pratobello” a S. Stefano, dentro la base, saremo in molti in prima fila e non saranno “carros armatos e cannones a fermarci” con l´arma della pace li spazzeremo via.
Chi ha ottenuto la delega dei sardi ha preso impegni, adesso li deve mantenere, gli incontri o le lettere non bastano ci vuole altro.
Come per esempio un appoggio chiaro al referendum consultivo sulla Base di S. Stefano, promosso dal comitato Firma sa Bomba, che adesso ਠfermo al TAR il quale si dovrà  pronunciare, il 9 novembre, sulla sua legittimità .
Anche per in questa occasione, Soru faccia un´azione concreta, si costituisca , a nome della Regione, parte lesa e si batta per dare ai sardi la possibilità  di pronunziarsi su un problema che li riguarda da vicino.
Esprimendosi sul quesito “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?” daranno una risposta di popolo alla incompatibile militarizzazione che stanno subendo.
In quanto a noi indipendentisti oltre ad essere in prima fila nelle mobilitazioni di massa, ci adopereremo, con metodi pacifici, per rendere meno facile l´utilizzo delle basi e per sensibilizzare il popolo sardo.
Nugoro 17/09/05 BUSTIANU CUMPOSTU
Coordinadore Natzionale – Sardigna Natzione Indipendentzia”

————————————————————————

>> I.R.S. Indipendà¨ntzia Repùbrica de Sardigna

Comuncato Stampa: sul conflitto Sardegna-Italia e le servitù militari

Gli indiani d´America furono distrutti dalla ferocia dell´esercito statunitense e dalla complicità  infame di alcuni di loro, che divennero i più fedeli servitori dell´oppressore: si chiamavano e si chiamano tutt´ora “guide indiane”. Tutto questo rispecchia fedelmente la situazione della Sardegna di oggi. Ma i protagonisti sono italiani e sardi: Martino succube dell´imperio americano e Cicu (nato casualmente in Sardegna) fedele servitore dello Stato italiano.
Grazie a queste figure la Sardegna sta subendo il più feroce e pericoloso attacco degli ultimi decenni. Basta avere capacità  di guardare all´insieme: lo Stato italiano che si vende la Maddalena agli USA, che vuole costruire il più grande aeroporto e vuole sperimentare l´uranio su di noi a Quirra, che riprende esercitazioni di guerra contro la volontà  dei sardi a Teulada, a Capo Frasca e in un po´ tutta l´isola, che rinnova l´utilizzo di depositi di munizioni che da precedenti accordi dovevano essere dismessi a Siliqua. In contraddizione con tutti gli accordi stipulati a Roma, a dimostrazione della falsità  di tutte le parole date dal governo italiano, siamo davanti ad una vera e propria escalation militare. Come si fa a non vedere? Come si fa ad avere ancora fiducia nei governi italiani? Come si fa a credere ancora nell´Autonomia? Questa ਠl´autonomia: una resa incondizionata, una morte silenziosa.
Il punto ਠche se qui non ci si decide ad essere indipendenti si rischia di divenire un popolo di guide indiane, complici della nostra stessa estinzione. Perch੠ਠchiaro, tutto questo non succederebbe se fossimo una Repubblica indipendente, se fossimo una nazione unita che crede in se stessa, che ha un po´ di amor proprio, che difende la sua esistenza e la sua dignità .
Certo, bene fa Soru a incalzare e a proseguire nelle sue iniziative contro le basi italiane e americane, ma sappiamo quanto l´autonomia gli leghi le mani. Siamo perfino un po´ preoccupati: non esageri troppo, altrimenti l´Italia finirà  con l´usare l´articolo 50 dello Statuto di Autonomia e lo rimuoverà  dal suo incarico. Quindi, constatato che i governanti sardi più di tanto non possono spingersi, iRS lancia un appello alla Nazione sarda, a tutte le donne e gli uomini di Sardegna, perchà© si mobilitino a difesa della nostra terra. E allerta tutti i militanti perchà© si preparino per questa nuova battaglia che iRS come sempre porterà  avanti in modo radicale e non-violento attraverso l´azione politica e pratica: con tutto il coraggio e l´intelligenza necessari a bloccare questo ultimo oltraggio alla nostra libertà .

Gavino Sale e Franciscu Sedda
a nome dell´Assemblea Nazionale di iRS – Indipendà¨ntzia Repùbrica de Sardigna
————————————————————————
————————————————————————

2 ) Verso la Conferenza Internazionale

MANIFESTAZIONE

ROMA, domenica 2 ottobre, ore 10,00 – Aula magna università  valdese
via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour)

IRAQ LIBERO – COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO

Bollettino del 20 settembre 2005

http://www.iraqiresistance.info

Questo bollettino contiene:
1. HAJ ALI IN ITALIA DAL 2 OTTOBRE – Comunicato
2. GUARDIAMO IN FACCIA LA VERITA´ – Roma – 2 ottobre – MANIFESTAZIONE
3. ORGANIZZIAMO IL TOUR DI HAJ ALI
4. “VISTO NEGATO, L´ITALIA GREGARIA DEGLI OCCUPANTI USA” – Intervista ad al Zargani
—————————————————————-

Comitati Iraq Libero
Haj Ali in Italia dal 2 ottobre
Comunicato stampa
Questo pomeriggio abbiamo avuto la conferma da Amman: Haj Ali, l´uomo simbolo delle torture di Abu Ghraib, ha avuto la comunicazione dall´ambasciata italiana che avrà  il visto il 29 settembre e che potrà  cosଠessere nel nostro paese dagli inizi di ottobre.
Si tratta di una seria vittoria frutto della mobilitazione di queste settimane, della grande adesione che ha riscosso l´appello per il rilascio dei visti agli esponenti iracheni che avevamo invitato in Italia, dei 15 giorni di sciopero della fame e di presidio davanti alla Farnesina. Se non siamo riusciti a rovesciare la decisione presa da Fini, sotto dettatura americana, di negare il visto a 6 alti rappresentanti del popolo iracheno, siamo perಠriusciti a battere la sua arroganza, a far emergere uno schieramento democratico ancora insufficiente ma già  capace di riportare successi parziali estremamente significativi.
Haj Ali sarà  dunque presente all´incontro internazionale che abbiamo convocato per domenica 2 ottobre a Roma, presso l´Aula magna dell´Università  valdese.
Sarà  quello il momento di inizio di un giro di conferenze in tutto il paese che organizzeremo unitariamente con tutti coloro che hanno sostenuto la battaglia contro Fini e contro il governo.
A tale proposito facciamo appello alle forze che si battono contro la guerra e l´occupazione, a tutti gli antimperialisti, ai pacifisti che vogliono una pace fondata sul diritto all´autodeterminazione e sul ritiro di tutte le truppe di occupazione, affinchà© si attivino per dare vita a grandi incontri in ogni città .

I Comitati Iraq Libero europei, insieme alle altre forze promotrici della Conferenza Internazionale “Per una pace giusta, con la Resistenza irachena”, stanno già  lavorando per far proseguire, dopo l´Italia, il tour di Haj Ali in numerosi altri paesi europei.
Con Haj Ali, che potrà  finalmente denunciare i crimini commessi dagli occupanti, inizieremo una campagna di verità  sulla tragedia che vive l´Iraq, per smascherare le menzogne dei grandi mezzi di informazione, per disvelare di quali brutalità  à¨ fatta la cosiddetta “normalizzazione” voluta dagli USA.
Questa campagna non sarà  perಠsoltanto un momento di denuncia, sarà  anche uno strumento di raccolta delle forze per rilanciare, più determinati e numerosi di prima, la battaglia per i visti affinchà© la prevista conferenza di Chianciano che tanto terrorizza gli USA ed il governo Berlusconi-Fini possa finalmente svolgersi.

Avevamo detto 6 giorni fa, sospendendo lo sciopero della fame, che un passo avanti era stato compiuto. Nei giorni scorsi c´era stato un altro piccolo risultato: l´ottenimento del visto per Abdulhaleem Kandil, rappresentante del movimento egiziano Kifaya, che sarà  cosଠanch´esso presente il 2 ottobre a Roma.
Oggi un altro e più importante passo in avanti.
Non saremo per questo trionfalisti, tanto più di fronte alle difficoltà  di una lotta che ha l´obiettivo del riconoscimento politico delle forze della Resistenza irachena, ma riteniamo che da oggi questa lotta possa svolgersi in condizioni più favorevoli e con un area di sostegno assai più ampia del passato.

Comitati IRAQ LIBERO – 20 settembre 2005

*************************

Verso la Conferenza Internazionale

MANIFESTAZIONE

ROMA, domenica 2 ottobre, ore 10,00 – Aula magna università  valdese
via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour)

GUARDIAMO IN FACCIA LA VERITÍ
Il governo italiano, negando ad alti esponenti della società  civile irachena di venire in Italia col pretesto che essi sarebbero “seminatori d`odio” e una “minaccia per la sicurezza nazionale”, ha impedito che si svolgesse la prevista Conferenza di Chianciano.
In verità  gli iracheni sarebbero venuti non solo a spiegare le ragioni della Resistenza contro l`occupazione, ma ad invitare l`Italia a cambiare strada seguendo una politica di pace.
Il fatto ਠche Berlusconi, Fini e C. obbediscono a Sua Maestà  Bush il quale, attraverso un`ultimatum firmato da 44 parlamentari del Congresso USA, intimಠa Roma, già  a fine giugno, di proibire la prevista Conferenza.
In un colpo solo sono stati cosଠcalpestati la sovranità  italiana, la Costituzione, la libertà  di pensare diversamente da chi vuole trascinarci nell`abisso della “guerra di civiltà “.
Non gli italiani sono infatti terrorizzati, ma solo il governo, poichà© non vuole far loro conoscere la verità  su quanto sta accadendo in Iraq: che non c`e` alcuna pacificazione; nessuna stabilizzazione democratica; che i crimini compiuti dalle truppe occupanti e dai loro squadroni della morte (che cinicamente si cerca di addossare alla Resistenza ) continuano più efferati di prima.

MANIFESTAZIONE
ROMA, domenica 2 ottobre, ore 10,00 – Aula magna università  valdese
via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour)

Verso la Conferenza Internazionale – Per i visti ai fratelli iracheni – Per il ritiro delle truppe d´occupazione -Con la Resistenza popolare -Per una pace giusta nel rispetto della sovranità  nazionale

Presiedono:
Leonardo MAZZEI, portavoce dei Comitati Iraq Libero – John CATALINOTTO, International Action Centre, USA – Manolis ARKOLAKIS, Lega Internazionale dei Popoli in Lotta ILPS – Wilhelm LANGTHALER, Campo Antimperialista

Intervengono tra gli altri:

Haj ALI, vittima delle torture di Abu Ghraib – Awni al KALEMJI, portavoce dell´Alleanza Patriottica Irachena – Kawthar al KUBAYSI, moglie di Abduljabbar, segretario dell´Alleanza Patriottica Irachena, sequestrato dall´esercito USA il 4 settembre 2004 – Abdulhaleem KANDIL, rappresentante di Kifaya, Egitto – Roberto GABRIELE, per i sette scioperanti della fame – Gianni VATTIMO, Filosofo – Giovanni FRANZONI, Comunità  Cristiana di Base di S. Paolo – Hamza PICCARDO, Segretario nazionale dell´Unione delle Comunità  Islamiche – UCOII – Domenico LOSURDO, Filosofo – Marina BIGGERO, Confederazione Cobas – Vainer BURANI, Avvocato difensore di attivisti islamici – Aldo BERNARDINI, Professore di diritto internazionale – Georges LABICA, Filosofo, Francia – Jan MYRDAL, Scrittore, Svezia.

*************************

ORGANIZZIAMO IL TOUR DI HAJ ALI

Haj Ali sarà  dunque in Italia dal 2 ottobre. Si tratta di una grande occasione per far conoscere la realtà  dell´occupazione americana.
Ed ਠanche un´occasione per sviluppare iniziative unitarie con tutte le forze che si battono per il ritiro delle truppe ed il pieno riconoscimento della sovranità  nazionale irachena.
I tempi, perà², stringono. Anche perchà© abbiamo già  numerose richieste da altri paesi europei.
Chiediamo perciಠad ogni realtà  interessata ad organizzare un incontro nella propria città  a mettersi in contatto al più presto con Iraq Libero scrivendo a iraqlibero@email.it

*************************

dal Manifesto del 15 settembre
“Visto negato, l`Italia gregaria degli occupanti Usa”

Parla Sheik Hassan Zargani, portavoce del Movimento di Moqtada Sadr: resistenza unita di sciiti e sunniti

STEFANO CHIARINI
INVIATO A BEIRUT

“Negandoci il visto e impedendoci di spiegare le ragioni di una forza politica che gioca un ruolo cosଠrilevante nel nostro paese, il governo italiano ha confermato il suo ruolo di gregario degli occupanti americani. Ha dimostrato di avere paura delle nostre parole perchà© sono le parole di un movimento nazionale e patriottico che non vuole altro che la liberazione del proprio paese e perchà© sa che che il popolo italiano ਠcontro la guerra e l`occupazione”. Sheik Hassan Zargani, rappresentante all`estero del movimento di Moqtada al Sadr, di passaggio a Beirut, ci riceve in un piccolo e disadorno appartamento al piano terra di una costruzione anonima, al centro del dedalo di viuzze e palazzoni del quartiere di Haret Reik, nella periferia sud della capitale libanese a maggioranza sciita. Sheik Zargani, già  direttore del giornale al Hawza chiuso dagli americani la scorsa primavera, ci racconta poi come il diniego del visto sia giunto nel mezzo di un intenso dibattito interno sull`opportunità  di partecipare o meno al convegno di Chianciano sulla resistenza irachena. “Di solito non mandiamo mai nostri rappresentanti nei paesi occupanti – ci dice l`esponente iracheno – e non eravamo certo entusiasti della presenza di alcuni oratori del Baath, ma in questo caso, vista la solidarietà  verso il popolo iracheno di tanti italiani, stavamo pensando di fare un`eccezione. Si ਠtrattato di un`occasione mancata per voi, per noi, per l`avvio di un dialogo”.

Il movimento di al Sadr si considera parte della resistenza irachena?

Noi siamo contro l`occupazione dell`Iraq e la combattiamo in tutti i modi possibili, politico, sociale, istituzionale e anche con le armi. E continueremo a farlo fino alla liberazione. Allo stesso tempo riteniamo che essa debba assumere forme che non danneggino il popolo iracheno e la popolazione civile.

Sempre piu spesso sui media si parla di possibile frammentazione del paese e di uno scontro tra sunniti e sciiti…

Il problema in Iraq ਠpolitico e non di natura religiosa: Il rischio di frizioni di questo tipo deriva da due fattori legati all`occupazione: Innanzitutto la struttura politico istituzionale imposta all`Iraq dagli Usa, con la distribuzione di tutte le cariche e dei posti di potere sulla base di percentuali assegnate alle varie etnie e confessioni. Un sistema nel quale i partiti e i politici non sono chiamati a fare il bene dell`Iraq, del paese ma quello della loro comunità  o etnia, magari a danno della collettività . Vi ਠpoi l`effetto nefasto di tanti politici, spesso tornati in patria dopo decenni all`estero, i quali non avendo alcun seguito popolare, cercano di giustificare il loro potere soffiando sul fuoco del confessionalismo e dell`etnicismo.

Siete quindi per un ritiro immediato delle truppe…

La presenza di truppe straniere ਠall`origine del caos iracheno ed ਠnecessario ritirarle prima possibile. Se poi gli iracheni dovessero decidere di chiedere un sostegno a truppe neutrali, magari Onu, noi non saremo contrari.

A livello internazionale ha suscitato una certa sorpresa l`avallo di una possibile divisione dell`Iraq dato dal leader dello Sciri ( il partito sciita maggioritario), Abdel Aziz al Hakim che ha chiesto una super regione a maggioranza sciita nel sud dell`Iraq…

Il nostro movimento ਠcontrario alla divisione del paese e abbiamo organizzato varie manifestazioni per difendere l`unità  dell`Iraq. Intendiamoci, noi non siamo contrari alle autonomie locali o regionali, ma questa forma di federalismo estremo voluta dagli occupanti ਠl`anticamera della disgregazione. Inoltre visto che gli sciiti sono la maggioranza dell`Iraq non vediamo perchà© dovremmo rinchiuderci in un ghetto nel sud del paese.

Qual ਠquindi la posizione del movimento di Moqtada al Sadr sul referendum del prossimo quindici ottobre?

Noi siamo contrari agli articoli della costituzione dove si prefigura la divisione del paese ma allo stesso tempo non intendiamo cadere in uno scontro frontale tra sଠe no che farebbe il gioco degli occupanti. Credo che presto ci sarà  un annuncio in questo senso.

In occidente si dipinge spesso Moqtada al Sadr come un politico che intende imporre all`Iraq il modello iraniano…

Innanzitutto vorrei ricordare che in Iran, a differenza di tanti altri paesi, c`ਠuna vivace dialettica politica e culturale, ma in ogni caso noi siamo iracheni, abbiamo la nostra storia, e non ci interessano altri modelli. Sappiamo bene che l`Iraq ਠun caleidoscopio di comunità , confessioni ed etnie e non sarà  mai possibile – gli americani se ne stanno accorgendo a loro spese – imporre al paese un modello di stato che non sia condiviso da tutto il popolo. Senza perಠdimenticare che l`Iraq ਠun paese islamico e mi sembra irragionevole pensare che questo dato possa essere ignorato.

Non teme che l`Iran possa andare ad una intesa non scritta con gli Usa a spese dell`Iraq?

L`Iran ਠun paese assediato che si trova ad operare in un quadro internazionale dove non c`ਠombra di giustizia, basta vedere come Usa ed Ue chiedono a Tehran di rinunciare al nucleare e tacciono invece sulle bombe atomiche israeliane. Quindi ਠlogico che il governo iraniano cerchi di difendersi utilizzando tutti i mezzi possibili. Politicamente siamo giovani ma in questi due anni abbiamo imparato molto e capiamo le loro ragioni. Allo stesso modo perಠriteniamo che il futuro dell`Iraq debba essere nelle mani degli iracheni e che spetta a noi decidere obiettivi e mezzi della nostra liberazione.

Comitati Iraq Libero – 20 settembre 2005

IRAQ LIBERO – COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO
http://www.iraqiresistance.info
Bollettino del 17 settembre 2005

Verso la Conferenza Internazionale

————————————————————————
SE CONDIVIDI LA NOSTRA INIZIATIVA E VUOI AIUTARCI, FAI GIRARE QUESTO BOLLETTINO SULLA RETE
IRAQ LIBERO – COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO
http://www.iraqiresistance.info
Bollettino del 14 settembre 2005
————————————————————–
Questo bollettino contiene:

1. UN PASSO AVANTI
Perche´ da oggi possiamo cessare lo sciopero della fame
2. LETTERA DI PROTESTA A GIANFRANCO FINI
Adesioni in crescendo

————————————————————–
1. UN PASSO AVANTI
Perche´ da oggi possiamo cessare lo sciopero della fame

Roma, 14 settembre 2005 – ore 17
dal presidio degli scioperanti della fame sotto la Farnesina

Quindici giorni di sciopero della fame, quindici giorni di sacrifici che non sono stati inutili.
Un`ondata di solidarietà  ci ਠgiunta da tante parti, cosଠcome l`affetto di tanti compagni che ci hanno fattivamente sostenuto in queste due settimane difficili; solidarietà  e affetto che ci hanno dato la forza di resistere.
Non siamo riusciti a vincere il rifiuto opposto dal governo e dal ministro degli esteri Fini (su pressione americana), a concedere il visto a 6 alti esponenti del popolo iracheno.
Abbiamo perಠstrappato due risultati molto importanti:

1. Respinto la campagna di criminalizzazione proveniente dagli Usa che puntava a schiacciare tutti coloro che sostengono o considerano legittima la Resistenza irachena;

2. Ottenuto l`avvio della procedura di consegna del visto ad Haj Ali, il torturato di Abu Ghraib, affinchà© possa venire in Italia nelle prossime settimane per un giro di conferenze contro la barbarie della guerra e per denunciare i crimini degli occupanti.

Con Haj Ali daremo avvio, assieme a tutti coloro che ci sono stati vicini, ad una campagna di verità  sulla tragedia che vive l`Iraq, una campagna che rilancerà  con più forza di prima la battaglia per i visti affinchà© la prevista conferenza di Chianciano (“Per una pace giusta, con la Resistenza irachena”), che tanto terrorizza gli USA e il governo Berlusconi-Fini, abbia finalmente luogo.

La Conferenza ਠrimandata, non annullata ed al governo diciamo: ride bene, chi ride ultimo.

Il prossimo appuntamento sarà  il 2 ottobre a Roma. Qui si svolgerà  un grande incontro internazionale non solo per ridare slancio alla battaglia per strappare i visti per i rappresentanti iracheni, ma pure al movimento che chiede una pace giusta in Iraq, il ritiro delle truppe di occupazione e il pieno rispetto della sovranità  nazionale di quel paese, senza la quale libertà  e democrazia sono solo parole vuote.

Cessiamo quindi, a partire da oggi, lo sciopero della fame.

Non torniamo a casa, ma ci rimetteremo al lavoro assieme a quanti vogliono battersi contro questo governo di guerra, affinchà© l`Italia, da paese finalmente sovrano diventi luogo di pace e di dialogo non solo con il popolo iracheno ma con tutti coloro che lottano per la liberazione da ogni giogo imperialista.

Comitati Iraq Libero

per info 347-7815904
————————————————————–
2. LETTERA DI PROTESTA A GIANFRANCO FINI
Adesioni in crescendo
(sotto la lista aggiornata al 14 Settembre)

Per adesioni: iraqlibero@email.it

Al Segretario Generale del Ministero degli Esteri, Paolo Pucci di Benisichi; Al Ministro degli Esteri Gianfranco Fini

I Comitati Iraq Libero, insieme ad un ampio schieramento di promotori, hanno organizzato una Conferenza internazionale da tenersi in Italia nei giorni 1-2 ottobre 2005 sul tema: “Lasciamo in pace l´Iraq. Sosteniamo la legittima resistenza del popolo iracheno”. Fra i relatori internazionali hanno già  assicurato la loro partecipazione, fra gli altri, i seguenti Alti rappresentanti della società  civile irachena:
Ayatollah Sheikh Jawad al KHALESI, leader del Iraqi National Foundation Congress; Ayatollah Sheikh Ahmed al BAGHDADI; Salah al MUKHTAR, già  ambasciatore iracheno in India; Sheikh Hassan al ZARGANI, Portavoce internazionale del movimento di Muqtada al Sadr; Mohamad FARIS, Comunista patriottico iracheno; Ibrahim al KUBAYSI, fratello del segretario dell´Alleanza Patriottica Irachena, rapito dagli americani il 4 settembre 2004.
Abbiamo appreso, agli inizi di agosto, che 44 membri del Congresso degli Stati Uniti hanno inviato una richiesta formale al governo italiano, invitandolo ad impedire lo svolgimento del convegno. L´ambasciata italiana a Bagdad, nei giorni successivi, mutando repentinamente la posizione tenuta fino a quel momento, ha comunicato che i visti richiesti per gli esponenti iracheni non sarebbero stati più concessi per decisione politica del Ministero degli Esteri.
La evidente pressione esercitata sul governo italiano dagli Stati Uniti, che ha portato alla negazione dei visti, rischia di rendere impossibile lo svolgimento di una conferenza che potrebbe contribuire alla ricerca di una pace giusta in Iraq, nel rispetto del diritto all´autodeterminazione dei popoli.
I sottoscritti, di fronte a questa gravissima ingerenza negli affari interni del nostro paese che calpesta i diritti democratici sanciti dalla Costituzione, chiedono al Ministero degli Esteri a al governo italiano di garantire il rilascio dei visti richiesti.

Primi firmatari:

Giorgio Bocca – Giornalista, partigiano e storico della Resistenza

Gianni Vattimo – Filosofo ed ex parlamentare europeo

Giulio Girardi – Filosofo e teologo della liberazione

Samir Amin – Professore di economia a Dakar, Forum Terzo Mondo

Luigi Cortesi – Professore emerito Università  “l´Orientale”, Napoli

Georges Labica – Filosofo, Parigi

Hamza Piccardo – Segretario nazionale UCOII

Domenico Losurdo – Filosofo, Università  di Urbino

John Catalinotto – International Action Cen

Topic
Archive