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Gazetinu telematiku de su Campu Antimperialista – Sardinnya, 14 – 10 – 2005

17. October 2005

Sommario:

1) Manifestazione a Cagliari e blitz in consiglio regionale, 1 – 10 – 2005. COMUNICADU DE SU C.A. SARDINNYA
2) DOMENICA 9 OTTOBRE 2005, CAROVANA CONTRO LE SERVITU’ MILITARI E LE ESERCITAZIONI NATO: COMUNICADU DE SU C.A. SARDINNYA
3) Movimenti indipendentisti contro l’occupazione militare della natzione sarda.
4) Diritto alla casa per i sardi in suolo sardo.

1) In data 1 – 10 – 2005, Sardigna Natzione Indipendentzia ha partecipato alla manifestazione, che ha avuto luogo dinnanzi al Consiglio Regionale in Cagliari, contro l’occupazione militare della natzione; svoltasi in concomitanza con una assise del consiglio regionale incentrata sul tema delle servitù militari, la manifestazione ਠculminata con un rapido blitz di indipendentisti di S.N.I., i quali hanno introdotto nell’aula consiliare bandiere natzionali e striscioni contro l’occupazione militare. S.N.I. ha voluto con questo simbolico gesto ribadire il diritto dei sardi a vivere liberi in casa propria, senza dover subire l’incombente minaccia di una presenza militare sinistra, straniera ed offensiva. Solo l’indipendenza ਠla via per affrancare la Sardinnya da queste servitù, che culminano nella più evidente barbarie criminale con la sperimentazione di proiettili all’uranio impoverito nel poligono di Quirra.

L’indipendenza ਠl’unica via. Nessun’altra.

Apakidaiakiಠinvasores!

C.A. Sardinnya

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2) Ha avuto luogo domenica 9 ottobre 2005 una carovana contro le servitù militari e contro le esercitazioni NATO, delle quali la zona intorno a Teulada ਠstata recentemente teatro. La carovana ਠtransitata, sostandovi, per i paesi di Sarroch, Pula e Domus de Maria, concludendosi, dopo il passaggio in Teulada, davanti all’ingresso della base militare sita appena all’esterno di quest’ultimo paese. Durante le soste sono stati distribuiti dei volantini tesi a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla portata delle occupazioni militari in Sardinnya.

La partecipazione ha visto una preponderante presenza di militanti indipendentisti (senza tema di smentita almeno il 99%), principalmente della storica Sardigna Natzione Indipendentzia, e delle realtà  ad essa confederate o in via di confederazione: dal Movimentu Patrioticu Sardu alla Consurta Comunista Sarda, passando per il gazetinu natzionalista Boghe Natzionale. Non sono mancati diversi militanti del movimento indipendentista iRS(indipendentzia e Repubrica de Sardigna). E’ intervenuta anche la dirigenza della Confederazione Sindacale Sarda con un gruppo di sostenitori. Presente una vettura di militanti indipendentisti del P.S.D.A.Z e una vettura del P.R.C.

Dopo pochi minuti dall’inizio della manifestazione, i militanti indipendentisti hanno pacificamente bloccato l’accesso alla base, protraendo questa azione per diverso tempo: con questo gesto simbolico si ਠvoluto sottolineare che la ri-acquisizione della sovranità  da parte del popolo sardo sul suo territorio à¨, ormai, solo questione di tempo.

In questo link le fotografie

http://www.sardignanatzione.it/images/Teulada%202005%20gruppo.jpg

Apakidaiakiಠinvasores!

C.A. Sardinnya

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3)

– >> COMUNICATO STAMPA S.N.I.

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE – SORU CONVOCHI UNA “PRATOBELLO” A S. STEFANO IL POPOLO SARDO LO SEGUIRA’

COME IN PORTORICO – LA SARDEGNA HA IL REFERENDUM “FIRMA SA BOMBA”

La presenza di servitù militari ਠincompatibile con la Sardegna e con i sardi ਠgiunta l’ora della mobilitazione, gli indipendentisti di SNI sono pronti alla chiamata.
Ormai ਠchiaro che, non bastano più l’antimericanismo, l’antimilitarismo o l’ambientalismo come non basta indire una semplice manifestazione con bandiere e quanto altro.
Bisogna mobilitare il popolo sardo e c’ਠqualcuno in grado di farlo.

Soru, se davvero vuole mandare via, in pace, gli americani e smantellare le basi militari, faccia seguire all’appello alla mobilitazione del popolo sardo il passo che ਠnecessario, convochi una “Pratobello” a S. Stefano, dentro la base, saremo in molti in prima fila e non saranno “carros armatos e cannones a fermarci” con l’arma della pace li spazzeremo via.
Sarà  un’operazione di pace, porteremo loro i simboli de SU DISPATZU una BERTULA con una SESTA DE LARDU per avere i veri del viaggio di rientro al loro paese ed un bel depliant turistico della Sardegna per il loro ritorno da turisti, se vorranno farlo.

In Sardegna come in Portoricco le basi militari si possono mandare via con un referendum, anche questa ਠun’arma di pace, i sardi ed il loro presidente hanno la possibilità  di usarla.

Il 9 novembre, il TAR Sardegna si dovrà  pronunciare sulla legittimità  del referendum consultivo sulla Base di S. Stefano, promosso dal comitato Firma sa Bomba.
Per salvare il referendum ਠnecessaria una forte mobilitazione di massa e un’azione concreta da parte del governatore .
Soru, a nome della Regione, si costituisca parte lesa e si batta per dare ai sardi la possibilità  di pronunziarsi su un problema che li riguarda da vicino.
Esprimendosi sul quesito “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?” i sardi daranno una risposta di popolo alla non più tollerabile militarizzazione che stanno subendo.
In quanto a noi indipendentisti oltre ad essere in prima fila nelle mobilitazioni di massa, ci adopereremo, con metodi pacifici, per rendere meno facile l’utilizzo delle basi e per sensibilizzare il popolo sardo.
Nugoro 03/10/05 BUSTIANU CUMPOSTU
Coordinadore Natzionale

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– >> COMUNICATO STAMPA DE “COMITADU FIRMA SA BOMBA”

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

LA MADDALENA – REFERENDUM PER CACCIARE LA BASE AMERICANA

C’E’ GIA’ QUELLO PROMOSSO DAL COMITADU “FIRMA SA BOMBA”

IL 9 NOVEMBRE L’UDIENZA DI DISCUSSIONE PER ISTANZA DI RICORSO ALLA NON AMMISSIBILITA’ DEL REFERENDUM

Apprendiamo dai giornali che i partiti del centrosinistra , insieme a CGL, UIL e Italia Nostra hanno proposto una petizione popolare per far dire ai Maddalenini se vogliono oppure no gli americani nell’isola.
Come comitadu “Firma Sa Bomba” che ha promosso, in merito alla questione un referendum consultivo regionale che pone ai sardi il quesito “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?” non siamo contrari all’iniziativa limitata all’ambito maddalenino ma vogliamo ricordare ai promotori che la questione non riguarda solo le comunità  limitrofe ma tutta la nazione sarda.
Se i partiti del centrosinistra , insieme a CGL, UIL e Italia Nostra vogliono davvero scendere in campo per mandare via, in pace, gli americani da S. Stefano si mobilitino insieme a noi di Firma Sa Bomba per sostenere il suddetto referendum e fare in modo che il TAR Sardegna ne riconosca la legittimità  e ne permetta la promulgazione.
Il 9 novembre 2005, infatti, il TAR si pronuncerà  sull’istanza di ricorso, proposta dal comitadu, alla non ammissibilità  del referendum decretata il 16 luglio del 2004 dall’Ufficio Regionale per il Referendum.
Per il giorno ਠnecessaria una forte mobilitazione ed una concreta presenza presso la sede del TAR, per ribadire il diritto dei sardi ad esprimere una semplice opinione su una questione che lo riguarda molto da vicino.
Molti dei promotori della suddetta petizione popolare hanno firmato per il referendum Firma Sa Bomba, chiediamo loro di trasformare la raccolta di firme in una occasione per sensibilizzare i maddalenini sulla importanza del referendum regionale e sulla necessità  che ne venga riconosciuta la legittimità .

Cagliari 14/10/05

“Comitadu Firma sa Bomba”
Bustianu Cumpostu

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– >> Vi l l a p u t z u . Indipendentisti in azione – Da “Il Giornale di Sardegna” 11 – 10 – 2005
Blitz tra i militari:

“Fermate subito quelle manovre”
“Quirra: state sperimentando la nostra morte e quella degli altri popoli”.

“Uno striscionea lettere cubitali di fronte ai cancelli del poligono interforze del salto di Quirra pocodopo le 13.30 di ieri. E poi l’intenzione di fermare i convogli militari che da lଠa pocosarebbero transitati. L’azione ਠpartita da un gruppo di indipendentisti
sventolanti bandiera Irs: un gruppo guidato dalla professoressa Elisabetta
Pitzurra. Una azione di protesta dopo la decisione del ministro della Difesa di proseguire in questi giorni con le esercitazioni nonostante il parere negativo del Comitato Misto Paritetico. Il gruppo ha presidiato simbolicamente l’ingresso del distaccamento a mare del salto di Quirra sino all’arrivo dei carabinieri. Poco dopo hanno proseguito lungo il viale che porta alla Base e la statale 125 distribuendo volantini contro le servitù militari.
La manifestazone si ਠsvolta anche in segno di solidarietà  nei confronti dell’ex sindaco di Villaputzu Antonio Pili: mercoledଠprossimo sarà  processato per omissione d’atti d’uf-
ficio per una vicenda dai contorni mai chiariti. Secondo l’accusa non avrebbe ottemperato ad una richiesta della Asl 8, cioਠdelimitare la zona in territorio di Villaputzu ricca di metalli pesanti. Pili non avrebbe mai ricevuto la lettera. Il gruppo degli indipendentisti non ਠnuovo a questi blitz: due anni fa occuparono la vecchia rampa missilistica di lancio di Torre Murtas e furono denunciati . GIANNI AGUS”

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4)

– >> Blitz di Irs con Gavino Sale e Assocasa per fermare sgombero e ufficiale giudiziario: a Stintino non ci sono case popolari ma solo residenze per turisti e qualche box auto. di Paola Medde – Giornale del Nord Sardegna, 12 -10 – 2005

C’ਠla Stintino dei turisti lombardi che anzichਠsvernare, alla Pelosa ci passano l’estate. E c’ਠla Stintino dei servi pastori, degli scantinati e dei garage.
Questa ਠquella Stintino: uno dei comuni più ricchi d’Italia orfano di case popolari. Luca (ਠun nome di fantasia) ha sei anni e una malattia che gli ingabbia il fegato, il pancreas e il cuore. Sua madre lo guarda e dice che non sa per quanto potrà  ancora correre in bicicletta, andare a scuola, respirare. Luca abita nello scantinato di una villa. Grate alle finestre, anzi, alla finestra, perchà© nel soggiorno dove vive con i genitori e i due fratelli c’ਠuna sola finestra, alta e stretta. Soggiorno, cucina e due camere buie e affilate. Uno scaffale colmo di medicine “Il bambino ne deve prendere centosedici al giorno” conta la madre. E le medicine sono “l’unica cosa che lo Stato ci passa gratis”. Anche perchà© il padre Giovanni, di chiedere aiuto allo Stato finora non ne ha voluto sapere: lui ha le sue braccia, forti e robuste, che gli sono bastate a tornare da una storia di emigrazione nel centro Italia e a risprofondare nella campagna sarda: 350 pecore da mezzadro. Quanto basta per pagare le trasferte in ospedale e l’affitto. Finchਠla padrona di casa veniva a ritirarlo, l’affitto. Perchà© da aprile la proprietaria ha smesso di andare a prendere le sue quote e in compenso, dopo qualche mese, ਠarrivata una lettera di sfratto per morosità . Più le quote pregresse da pagare e le spese dell’avvocato: oltre mille euro. E poi, dove andare? “Non ਠfacile trovare case a meno di 500 euro”.
Ieri era il giorno dell’ufficiale giudiziario. Sbarcato dalla berlina per lo sgombero, si ਠtrovato davanti una delegazione di Irs, in testa Gavino Sale con la sua testardaggine sardonica e garbata, e l’Assocasa, associazione che tutela gli inquilini. “Farಠda garante per la famiglia” ha spiegato Sale all’ufficiale giudiziario, mentre l’Assocasa si ਠappellato al Comune per il pagamento delle quote pregresse. Accordo trovato a metà : la famiglia potrà  stare nell’abitazione fino ad aprile. Poi, forse, per loro si troverà  una casa vera. â– 

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