Notiziario del Campo Antimperialista … 4 dicembre 2005 …
Il 5 Dicembre alle ore 9.00 presso il tribunale di Pisa, si svolgera’ un presidio di solidarieta’ con gli imputati del processo sulle cosiddete COR.
Il processo vede tra gli altri imputati il militante del Campo Antimperialista Willi Frediani (tutt’ora agli arresti domiciliari) a cui va, assieme a quello per gli altri, tutto il nostro affetto.
Il 7 dicembre a Firenze, alle ore 18,30, presso il Teatro del Circolo SMS San Quirico (Via Pisana 576), in occasione del centesimo anniversario della fondazionede della casa del Popolo, si terra’ un Incontro con l’On. Dacia Valent, Sherif El Sebaie, collaboratore de Il manifesto e Miguel Martinez – Promuovono: Islamic Anti-Defanation League, Legittima Dofesa, Movimento Laidelle donne arabe, Donne iraniane in Italia e Casa del Popolo S. Quirico.
Alle ore 15.30, presso la saletta del consiglio degli stranieri del Comune di Firenze, avverra’ la premiazione su cui le destre berlusconiane stanno sollevando un tremendo polverone.
Verranno assegnati dei premi ai personaggi rappresentativi del dialogo fra culture diverse.
Il premio, una mezzaluna d’oro, sarà concesso da Legittima Difesa e dalla Lega Islamica Anti Diffamazione a:
Clementina Forleo, giudice della sentenza di Milano, Leonardo Domenici, sindaco di Firenze che ha rifiutato ad Oriana Fallaci il Fiorino D’oro come riconoscimento cittadino, Mauro Bertini, sindaco di Marno, Sherif, giornalista del Manifesto, Oriana Napoli, la bambina sfregiata con una svastica a Biella
Lunedi 12 dicembre (ore 17,30) a Perugia, nella prestigiosa Sala dei Notari, incontro dibattito sul tema: RELIGIONE OPPIO DEI POPOLI?
Intervengono: Don Gallo (Comunita’ S. Benedetto), Katia Bellilo (Comunisti Italiani), Maurizio Fratta (Legittima Difesa). Presiede: Eros Francescangeli
Promuovono: PdCI, Legittima Difesa
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Questo Notiziario contiene:
1. IN MEMORIA DI MYRIAM
2. NESSUNA SUBALTERNEITA’ AGLI USA
Lettera di 41 parlamentari italiani al ministro degli esteri sul caso dei visti negati ai cittadini iracheni
3. RESISTENZA NON TERRORISMO
Osservazioni sulla sentenza di Milano. Di Vainer Burani (avvocato difensore di Mohamed Daki)
4. LA SAI L’ULTIMA SU BERTINOTTI?
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1. IN MEMORIA DI MYRIAM
“Non so che cosa accadde, perchà© prese la decisione
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore
dimenticಠpietà , scordಠla sua bontà ,
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore”.
Si chamava Muriel. Myriam dopo la sua conversione all’Islam. Nazionalita’ belga. Famiglia proletaria della zona mineraria di Charleroi. Aveva 39 anni. Lei e suo marito avevano deciso di andare in Iraq. Ora appiamo a far cosa. Non con qualche ONG a distribuire le elemosine ai poveracci. Erano andati per combattere, assieme ai partigiani iracheni, le truppe d’occupazione. Suo marito viene ucciso dai marines. Non e’ chiaro se durante un conflitto a fuoco o dopo la cattura. Ma Lei non torna indietro, con quest’Europa adagiata sul niente sente di non aver piu’ nulla a che fare. La sua nuova famiglia e’ quella della Resistenza irachena. Il 9 novembre scorso, imbottita di tritolo, vicino a Bakuba, si schianta contro un convoglio americano. Va in mille pezzi, assieme ad un paio di mercenari a stelle e striscie. I giornali di mezzo mondo si precipitano su di Lei. Iniziano a sbranare la sua immagine: non trovava un lavoro fisso… Aveva subito una denuncia per furto in un supermercato quando era cassiera.. Era divorziata… Si era fatta indottrinare dal marito ed era diventata una fanatica. Una persona instabile, una svitata, una disgraziata. Sappiamo bene qual’e’ il modello a cui la donna qui in Occidente deve sottostare: se proprio non vuole essere l’angelo del focolare, che competa coi maschietti nel risico dell’ascesa sociale. Col loro cuore di pietra e l’intelligenza flippata, questi giornalisti prezzolati si sono messi quindi a cannibalizzare la sua vita. Questi cinici, certi di interpretare l’opinione pubblica, non capiscono cosa mai possa spingere un occidentale ad andare a mischiarsi coi , coi . olo un matto, secondo loro, puಠabbandonare la sua vita di piccolo-borghese più o meno perfetto per andare a far fuori gli americani in Iraq. Se solo provassero, empaticamente, a capire le sue ragioni, scoprirebbero che Myriam ha scelto di dare la sua vita per un ideale, per la causa della liberazione di un popolo aggredito e stuprato. A noi, dunque, si e’ stretto il cuore, ed e’ venuto un senso di nausea smisurata per questo sciacallaggio postumo, direttamente proporzionale al rispetto che ci viene per questa donna e la sua scelta estrema di combattimento. Quando gli occupanti torneranno a casa e gli iracheni riacquisteranno la loro autodeterminazione, ne siamo sicuri, qualcuno si ricordera’, assieme ai tanti martiri della guerra di liberazione, anche di Lei, tributandogli l’onore e il rispetto che merita. Addio Myriam.
Ps.
Secondo una certa retorica umanitaristica noi dovremmo, al contempo, piangere anche i carabinieri italiani morti a Nassirya o i soldati americani che lasciano le loro penne ogni giorno sui campi di battaglia. Eh no! Non e’ vero che tutte le vite umane hanno medesimo valore. Poiche’ il valore suggerisce una scala etica e morale, e non il fatto puramente biologico. La vita umana di cui qui si parla non e’ il mero ammasso di carne e o ossa che costituisce biochimicamente un uomo. Qui parliamo di un Essere umano, ovvero della sua coscienza, del suo spirito, dei valori e dei fini a disposizione dei quali la sua vita mette a disposizione. Non ha lo stesso valore, quindi, la vita di un boia di Abu Ghraib e quella della sua vittima, quella di chi lancia su Falluja bombe al fosforo bianco e il ribelle iracheno che per questo muore tra inenarrabili sofferenze. I marines o i carabinieri che vanno in Iraq non hanno altro scopo se non quello di raccattare un po’ di grano per tornarsene nella loro casa dorata e vivere tranquilli. I loro soldi sono sporchi di merda non meno di quelli dei loro colleghi ideologicamente più determinati, che pensano che gli Usa abbiano sempre ragione e che la guerra imperialista sia igienica e salvifica. Vi pare che il guerrigliero iracheno battendosi per la dignita’ del suo popolo e l’indipendenza della sua nazione contro un nemico mille volte piu’ potente possa essere messo sullo stesso piano? E tornando sulla vicenda di Myriam: perche’ mai, mentre e’ considerato giusto osannare Garibaldi come , l’inglese Lord Byron che conobbe la morte per la liberta’ dei greci, o l’internazionalista Guevara, sarebbe illecito farlo con Lei? L’11 settembre ha forse cambiato la storia, non puಠcambiare, come pretende Bush, da che parte sta il giusto e lo sbagliato.
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2. NESSUNA SUBALTERNEITA’ AGLI USA
Lettera di 41 parlamentari italiani al ministro degli esteri sul caso dei visti negati ai cittadini iracheni
Nei giorni 1 e 2 ottobre avrebbe dovuto svolgersi a Chianciano un Conferenza per la pace in Iraq, promossa dalla rete europea dei Comitati Iraq Libero, alla quale avevano assicurato la loro presenza, oltre a Aji Ali (il piu’ noto tra I torturati di Abu Ghraib) altri alti esponenti della societa’ civile irachena che resiste all’occupazione imperialista. Come’ noto, accettando il diktat proveniente dagli USA, il mnistro degli esteri in persona, proconsole massimo Fini, blocco’ la consegna dei visti gia’ in dirittura d’arrivo.
La Conferenza e’ stata quindi sospesa (non cancellata!). La vicenda ha suscitato vibrate proteste a piu’ livelli. Qui sotto un’à¬importante documento di protesta di numerosi parlamentari italiani.
“Al Ministro degli affari esteri on. Gianfranco Fini
I sottoscritti sono venuti a conoscenza dei seguenti fatti che interessano l’attività del suo Ministero e sui quali esprimono forte preoccupazione in merito alle decisioni adottate:
1) ਠstato negato il visto di ingresso in Italia ad alcuni esponenti dell’opposizione irachena, fra cui Jawad al Khalesi, Ahmed al Baghdadi e Ibrahim al Kubaysi motivando la decisione con ragioni di sicurezza nazionale, quando risulta che queste persone sono in possesso di regolare passaporto e circolano e svolgono normale attività nel loro paese;
2) la decisione del Ministero degli esteri ਠvenuta dopo che ਠcircolata la notizia che 44 membri del congresso statunitense avevano indirizzato all’ambasciatore italiano a Washington una lettera in cui si chiedeva di impedire l’ingresso in Italia a questi tre cittadini iracheni;
3) successivamente a questi fatti, l’ambasciata italiana ad Amman, negava il visto di ingresso al cittadino iracheno Haj Ali, noto per essere stato detenuto e torturato nelle famigerate carceri di Abu Ghraib, motivando questo rifiuto col fatto che il visto di ingresso in Italia doveva essere richiesto a Baghdad e non ad Amman. La comunicazione di questa motivazione pretestuosa ਠstata data all’interessato dopo 25 giorni dalla presentazione della richiesta di visto.
I sottoscritti parlamentari, ritenendo immotivata la linea seguita dal suo Ministero, e chiaramente subalterna all’indirizzo richiesto dai firmatari statunitensi della lettera all’ambasciatore italiano,
chiedono che vengano rimossi tutti gli ostacoli frapposti per l’ingresso in Italia ai summenzionati cittadini iracheni.
Deputati e senatori PdCI: Armando Cossutta, Luigi Marino, Gianfranco Pagliarulo, Angelo Muzio, Katia Bellillo, Maura Cossutta, Oliviero Diliberto, Severino Galante, Gabriella Pistone, Roberto Sciacca, Giuseppe Sgobio
Deputati e senatori PRC: Maria Celeste Cardini, Elettra Deiana, Titti De Simone, Pietro Folena, Alfonso Gianni, Luigi Malabarba, Ramon Mantovani, Francesco Martone, Giuliano Pisapia, Marilde Provera, Giovanni Russo Spena, Tommaso Sodano, Livio Togni, Tiziana Valpiana.
Deputati e senatori Verdi: Paolo Cento, Mauro Bulgarelli, Loredana De Petris, Luana Zanella, Marco Lion, Fiorello Cortina, Tana De Zulueta, Natale Ripamonti,Stefano Boco, Giampaolo Zancan.
Deputati e senatori DS: Aleandro Longhi, Angelo Flammia, Giovanni Battaglia, Daria Bonfietti, Piero Di Siena.
Parlamentari “Il cantiere”: Antonello Falomi”
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3. RESISTENZA NON TERRORISMO
Osservazioni sulla sentenza di Milano. Di Vainer Burani (avvocato difensore di Mohamed Daki)
La Sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la correttezza di quella pronunciata dalla Dott.ssa Forleo, Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Milano, che ha, sostanzialmente, dichiarato non punibile, nemmeno ai sensi dell’art. 270 bis del Codice Penale, la condotta di chi invia combattenti o aiuti a forze belligeranti irregolari nel teatro di guerra di un paese occupato. La Procura Generale ha sostenuto, chiedendo la condanna degli imputati che, nel diritto internazionale, non esiste la categoria guerriglia e che, pertanto, “le azioni militari compiute da forze irregolari sono terroristiche”.
In realtà , nelle dodici risoluzioni sottoscritte dall’Italia, non vi ਠnessuna definizione del “terrorismo”; a ben vedere lo stesso art. 270 sexies contenuto nel cosiddetto “Pacchetto Pisanu” non definisce nulla e non fa che riprendere quell’art. 18 comma 2 nella Convenzione-quadro del 1999, mai sottoscritta. Il motivo c’à¨: sulla definizione di “terrorismo” vi ਠstato e vi ਠun ampio scontro (l’ultimo episodio ਠdello stesso 29.11.2005 quando, a Barcellona, si ਠchiusa con un nulla di fatto il vertice appositamente convocato): gli U.S.A. ed altri paesi vogliono che venga escluso il carattere terroristico di ogni azione compiuta da eserciti regolari (il loro problema sono, in primo luogo, le “eliminazioni mirate” israeliane); la Lega Araba e altri paesi vogliono che sia escluso che le azioni militari compiute in un paese occupato e contro gli occupanti possano essere considerate terroristiche; una terza posizione ਠquella di chi sostiene che la scriminante rispetto al terrorismo ਠnella natura civile o militare degli obiettivi colpiti. Del resto ਠfalso che il diritto internazionale di guerra non “contempli” la guerriglia: i protocolli aggiunti, del 1977, delle Convenzioni di Ginevra considerano “legittimi combattenti” i membri di forze irregolari che combattono con le armi in vista, segni distintivi e sotto un comando unificato.
Il non accoglimento della ipotesi accusatoria della Procura della Repubblica di Milano ha lasciato aperta la questione che ਠe resta una “spina nel fianco” per i fautori della “guerra infinita al terrorismo”.
Che la questione sia molto importante lo dimostra la canea che si ਠdi nuovo scatenata.
Ma a Milano, a margine del processo, ਠsuccesso anche qualcosa d’altro di molto importante: due imputati hanno dichiarato di essere stati prelevati dal carcere, condotti nell’Ufficio del Pubblico Ministero, Dottor Stefano D’Ambruoso e di essere stati interrogati da agenti americani; in attesa del difensore di cui avevano chiesto espressamente la presenza. Ciಠਠavvenuto in palese violazione di ogni norma procedurale italiana ed approfittando del fatto che gli allora indagati non potevano conoscerla.
I “colloqui investigativi”, già previsti nell’Ordinamento Penitenziario e “rivisitati” nel “Pacchetto Pisanu”, all’epoca erano possibili solo all’interno del carcere e per imputati di associazioni mafiose; ovviamente li poteva effettuare solo la Polizia Giudiziaria Italiana.
Non v’ਠdubbio che si sia trattato di fatti “in linea” con il sequestro dell’indagato del medesimo procedimento, l’IMAM della Moschea di Milano Abu Omar, ad opera di ventidue agenti della C.I.A. per i quali sono stati emesse ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Ciಠche sconcerta ਠlo stupido silenzio della sinistra che si definisce “radicale”, ancor più, a fronte di una informazione apprezzabile da parte della stampa che, per lo meno, “bilancia” i silenzi e le reticenze delle testate, come il Corriere della sera, più filo-americane.
Avv. Vainer Burani
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4. LA SAI L’ULTIMA SU BERTINOTTI?
Dispaccio ANSA – Roma, 23 nov.
PRC: BERTINOTTI, D’ALEMA CANDIDABILE AL QUIRINALE
“D’Alema al Quirinale? Candidabile a prescindere da me alla Camera”. Lo ha affermato il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, nel corso di “Controcorrente”, l’approfondimento di SKY TG24 condotto da Corrado Formigli precisando che l’ideale successore di Ciampi “dovrebbe essere un uomo o una donna che per prima cosa si ispiri all’art 11 della Costituzione”.
Se le barzellette di Berlusconi non fanno più ridere neppure al bar e quelle su Berlusconi sono banali più di una dichiarazione di Rutelli, per fortuna ci sono quelle di Bertinotti.
“D’Alema ਠcandidabile al Quirinale”. Bella scoperta: ha l’età , i diritti politici ed un certo numero di grandi elettori. Ma fantastica ਠla precisazione: il nuovo presidente “dovrebbe essere un uomo o una donna che per prima cosa si ispiri all’art. 11 della Costituzione”. Perfetto! L”uomo giusto (il bombardatore della Jugoslavia) al posto giusto. Del resto, c’ਠuna regola che ha funzionato quasi sempre: ogni presidente della Repubblica riesce sempre a far rimpiangere il suo predecessore. Col Ciampi tanto amato da Fini si tratta di un’impresa davvero titanica, ma ci riusciranno anche questa volta grazie anche al contributo del signore di cui sopra.