Di nome Manganelli, di fatto pure
Antiterrorismo: un database comune tra Italia e Stati Uniti
Il capo della Polizia italiana con la responsabile della sicurezza interna dell’amministrazione Bush.
“Un database comune a disposizione delle forze di polizia italiane e americane con le informazioni riguardanti persone ricercate, condannate e indagate per vicende di terrorismo internazionale. E’ la novità prevista dall’accordo tra Italia e Usa in materia di lotta al terrorismo firmato a Washington dal capo della Polizia Antonio Manganelli, dal direttore centrale dell’Antiterrorismo italiano Carlo De Stefano con le loro controparti americane, guidate dalla responsabile alla Sicurezza interna dell’amministrazione Bush, Frances Townsend.
Un accordo “straordinariamente importante” lo ha definito il capo della Polizia parlando del terrorismo internazionale come una minaccia che riguarda tutti i Paesi occidentali. “Un riferimento specifico di minaccia per l’Italia non c’ਔ – ha aggiunto Manganelli – “ma anche l’Italia ਠun paese occidentale e l’accordo rappresenta un elemento di sicurezza in più”.
Si chiama Terrorist screening center la nuova banca dati che permette ai poliziotti e a tutte le forze dell’ordine italiane di avere a disposizione in tempo reale informazioni condivise con i colleghi americani. “Una possibilità utile sia sotto il profilo investigativo che degli interventi” – ha detto Carlo De Stefano che coordina le attività del Comitato analisi strategiche antiterrorismo (Casa) – “si puಠcosଠarrivare ad una più corretta valutazione di indagini che possono rivelarsi fondamentali per azioni di prevenzione”.
5 dicembre 2007
Ma una dichiarazione d’intenti fu più sinistra. “Una più corretta valutazione di indagini”? Quali? Quelle che hanno portato al sequestro CIA-SISMI di Abu Omar? Quelle che hanno portato a non dover procedere per la strage del Cermis? O sulle Renditions della CIA? Oppure quelle che hanno insabbiato la verità sull’omicidio Calipari?