19 Dicembre 2000
FERMIAMO IL MASSACRO IN ATTO NELLE PRIGIONI TURCHE!
Solidarietà coi prigionieri antimperialisti di tutto il mondo!
Dal mese di ottobre più di un migliaio di rivoluzionari e antimperialisti prigionieri nelle carceri turche sono in sciopero della fame contro il trasferimento, deciso dalle autorità fasciste, in celle di “tipo F” (vere e proprie tombe) appositamente costruite per annientare i prigionieri stessi.
Alle quattro di questa mattina il regime ha inviato, armate fino ai denti, truppe d`assalto e “teste di cuoio” in tutte le 20 prigioni in cui e` in corso lo sciopero della fame (Ulucanlar, Canakkale, Bursa, Umraniye, Cankiri, ecc.) Trovatisi di fronte ad un`accanita resistenza, gli sgherri hanno già fatto 12 morti tra i prigionieri (tra cui una compagna che si e` data fuoco pur di non farsi trasferire). La situazione e` dunque gravissima e richiede la piu` vibrata e ampia protesta a livello internazionale.
Occorre fermare questo massacro! Occorre la più forte solidarietà !
Occorre organizzare sit-in di protesta, a cominciare dall`ambasciata turca a Roma e sotto i vari consolati!
Mentre in Turchia i prigionieri, stremati da uno sciopero della fame che dura da due mesi resistono all`aggressione, in altre parti del mondo, altri prigionieri rivoluzionari e antimperialisti conducono in queste stesse ore una lotta disperata tra l`indifferenza della società borghese.
– In Perù, dopo le sommosse del 30 novembre all`interno del Carcere di Canto Grande che hanno visto ammutinarsi oltre 400 Prigionieri Politici, i Prigionieri Politici del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, dal carcere di Yanamayo, hanno lanciato un drammatico appello chiedendo: la chiusura immediata della prigione militare della base navale del Callao (le cui celle sono a 8 metri sotto il livello del mare) e delle carceri di Yanamayo e Challapalca (entrambe costruite sopra i 4000 metri), la libertà di tutti i Prigionieri Politici del Paese ed una soluzione per i gravi problemi che colpiscono il paese (la corruzione fujimorista ha dissanguato il paese).
– In Cile, i militari stanno portando avanti i loro interessi per una legge di “Punto Finale”, che garantisca l`impunita` per tutte le violazioni dei diritti umani che hanno commesso. In questo scenario perಠi numerosi Prigionieri Politici del Cile rimangono nelle carceri di massima sicurezza. Domenica 17 dicembre l`ennesimo episodio di violazione dei diritti fondamentali: i familiari dei Prigionieri Politici avrebbero dovuto spogliarsi nudi e subire perquisizioni fisiche qualora avessero voluto incontrare i propri cari. Due settimane prima gli stessi Prigionieri avevano sofferto le efferate torture della gendarmeria condotta da Hugo Espinoza, famoso per le torture inflitte ai prigionieri già nel 1998 (quando la vicenda approdಠal Senato Italiano grazie ad una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Giovanni Russo Spena). Ai Prigionieri Politici si aggiungono 7 Prigionieri Politici Mapuches, colpevoli di rivendicare come proprie le terre che il governo cileno usurpa regalandole agli investitori stranieri.
– In Brasile, dal 14 dicembre 6 Prigionieri Politici appartenenti al Movimento Sem Terra (ancora in attesa di processo dopo essere stati arrestati il 10 novembre del 1999), sono in sciopero della fame.
– In Argentina allo sciopero della fame dei Prigionieri Politici de La Tablada, oramai a 106 giorni di sciopero della fame, si sono aggiunti vari Prigionieri Politici, tra cui Emilio Alà (dirigente sindacale dei disoccupati), cui il governo De la Rúa nega i diritti di cui dovrebbero godere tutti i cittadini di fronte alla “Giustizia Argentina”.
– In Spagna, mentre sono 600 i baschi rinchiusi nei penitenziari di massima sicurezza (altri giovani baschi sono stati arrestati a Nizza per avere partecipato alla manifestazioni contro il vertice europeo), Prigionieri Politici di GRAPO sono anch`essi entrati in sciopero della fame in solidarietà con i Prigionieri Politici Turchi. Ad essi si aggiungono quelli degli anarchici italiani Claudio Lavazza e Michele Pontolillo, condannati recentemente ad 11 anni di carcere per la presunta partecipazione ad un raid all`interno del Consolato Italiano di Malaga,. Essi chiedono tra l`altro: la chiusura dei moduli di isolamento e l`abolizione dei moduli FIES (moduli di carcerazione che
violano i diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti ad ogni essere umano) e la libertà immediata per tutti i prigionieri e le prigioniere affetti da malattie incurabili.
Campo Antimperialista – Italia
Comitato Internazionalista Arco Iris
19 dicembre 2000