Appello in difesa della Repubblica Bolivariana del Venezuela
La situazione in Venezuela si fa sempre piu` drammatica, nonostante il silenzio dei media.
Il Campo Antimperialista si fa promotore di una campagna internazionale di solidarieta` che culmini nella manifestazione proposta da Evo Morales (del M.A.S. boliviano) da svolgersi a Caracas nel marzo prossimo. Chiediamo dunque (a gruppi, associazioni, partiti e singole persone) di aderire all`Appello qui sotto nonche` a segnalarci la disponbilita` a far parte del contingente italiano che si rechera` in Venezuela.
Per adesioni: e-mail: campoantimperialista@libero.it
1. Appello in difesa della Repubblica Bolivariana del Venezuela
La grande maggioranza del popolo venezuelano soffre da sempre una miseria profonda. Eppure il Venezuela, essendo uno dei principali produttori di …³oro nero…² avrebbe risorse sufficienti per uscire dal cronico sottosviluppo, per debellare la sottoalimentazione e l’analfabetismo, per assicurare a tutti i suoi cittadini il diritto alla casa, alla salute, ad una vita dignitosa.
I proventi delle risorse del paese, nonostante l’industria del petrolio sia stata a suo tempo nazionalizzata, finiscono invece nelle tasche di un’oligarchia locale ricca sfondata (che li porta all’estero) o in quelle delle grandi multinazionali occidentali che usano la loro posizione monopolistica per obbligare il Venzuela a vendere i suoi beni a prezzi stracciati.
Il potere politico venezuelano, proprio grazie al sistema truccato del bipolarismo all’americana e al servilismo del ceto politico tradizionale, ਠsempre stato saldamente nelle mani di poche e potenti famiglie capitaliste. Chiamiamo quest’oligarchia parassitaria perchà© i suoi guadagni sono stati realizzati a spese del popolo, cioਠcollaborando con l’imperialismo a depredare le risorse del paese.
La musica ਠcambiata quando, sull’onda di travolgenti successi elettorali, ਠgiunto al potere Chavez, il quale si ਠposto gli obbiettivi di porre fine alle politiche neoliberiste (le stesse che hanno causato la catastrofe argentina) e di riformare da cima a fondo il paese. Come? Cessando la tradizionale sudditanza alle potenze imperialistiche, USA in primis, espropriando e distribuendo le terre incolte in mano ai potentissimi proprietari terrieri, imponendo alle banche finanziamenti agevolati ai contadini poveri, stimolando la formazione di un sistema cooperativo, sovvenzionando i baraccati a costruirsi una casa, investendo risorse nel sistema scolastico e sanitario, affrontando il razzismo della minoranza bianca dominante e assicurando pari diritti a indios e neri. Mettendo infine le mani sulla PDVSA, la compagnia petrolifera nazionale (i cui utili solo in piccola parte vengono investiti nel paese per essere stornati all’estero o venire imboscati dalla mafia che l’amministrava con l’avallo della corrotta burocrazia sindacale).
E’ contro questi cambiamenti sociali e politici che la putrida oligarchia venezuelana ha scatenato la sua insolente sedizione. Sfruttando il proprio potere economico e finanziario, forte dell’appoggio della Casa Bianca, usando in modo indegno il monopolio dei media; la mafia capitalista ਠriuscita a formare una coalizione reazionaria in cui sono entrati a far parte non solo le associazioni padronali (industriali e agrarie), le corporazioni come quelle dei medici e degli avvocati, i suoi partiti tradizionali di centro-destra e centro-sinistra, ma pure le potenti burocrazie sindacali (che per un intero quindicennio non avevano mosso un dito contro le politiche neoliberiste). Quest’accozzaglia reazionaria ਠgiunta nell’aprile scorso, dopo mesi di sabotaggio sistematico, ad invocare e ottenere, in perfetto stile pinochettista, un colpo di stato. Tuttavia, nonostante l’ aperto sostegno degli USA e della Spagna (gli imperialisti non perdonano a Chavez la sua amicizia con Cuba e con la resistenza palestinese, la sua solidarietà all’Iraq e a tutti i paesi aggrediti da USA e NATO) il golpe ਠfallito miseramente, grazie anzitutto alla straordinaria mobilitazione degli strati più umili del popolo la quale ha dato poi forza ai settori patriottici e antimperialisti dell’Esercito che sono restati fedeli a Chavez.
Nonostante il governo non abbia scatenato alcuna repressione contro le forze golpiste, malgrado esso si sia mostrato pronto a trovare un accordo di …³riconciliazione nazionale…², il variegato fronte delle opposizioni reazionarie, proprio approfittando della tolleranza del governo, ਠpassato nuovamente all’offensiva.
Dal 2 dicembre il paese ਠsemiparalizzato da uno …³sciopero generale ad oltranza…² che richiama alla memoria quello organizzato a suo tempo contro Allende in Cile. L’obbiettivo dichiarato ਠspingere Chavez ad accettare le elezioni anticipate. Dopo il fallimento del loro golpe i reazionari chiedono in pratica un… autogolpe. Pretendono che Chavez si faccia da parte, non solo violando la Costituzione vigente, ma venendo meno al patto che ha sottoscritto con la maggioranza del popolo venezuelano che chiede che si vada avanti con le …³riforme bolivariane…².
Gli avvenimenti venezualani non ci lasciano indifferenti. Considerandoci compagni e fratelli di tutti i militanti della sinistra antimperialista del Venezuela,
– Esprimiamo pieno appoggio, non solo al movimento popolare bolivariano, ma al governo e alle autorità di questo paese, di cui Chavez ਠlegittimo dirigente.
– Ci auguriamo che masse e governo resistano all’offensiva reazionaria (che ਠpossibile vincere con una politica inflessibile ma pronta al dialogo con i settori popolari irettiti dalla mafia oligarchica) e non deraglino dalla strada delle riforme sociali e della difesa intransigente della sovranità nazionale.
– Ci battiamo per obbligare i governi di USA e Spagna come a quelli di tutti i paesi occidentali di cessare l’appoggio, diretto o indiretto, alle forze controrivoluzionarie.
-Esigiamo che l’ONU voti una risoluzione di condanna delle interferenze nordamericane e in difesa della sovranità nazionale
E siccome la controrivoluzione potrà essere battuta solo con una forte risposta internazionale, accogliamo l’appello del Evo Morales (dirigente delle grandi mobilitazioni popolari in atto in Bolivia) a svolgere a Caracas, per il marzo prossimo, una grande manifestazione internazionale di appoggio alla Repubblica Bolivariana del Venezuela.
I firmatari
……
2. Convegno teorico su Imperialimo, guerra e lotta di classe
Firenze 26 gennaio, ore 9,300-18,30
SMS di Rifredi – Via Vittorio Emanuele n° 303.
Intervengono
– Costanzo Preve, filosofo
“Le radici protestanti e sioniste della missione speciale dell`Impero americano.
Note e ipotesi”
– Giancarlo Paciello, storico
“Nazionalismo, colonialismo e razzismo
Le origini del sionismo secondo i nuovi storici israeliani”
– Abd al-Jabbar al-Kubaysi, esponente dell`Alleanza Nazionale Irachena (opposizione patriottica)
“Dalla resistenza all`aggressione imperialista alla rinascita dell`Iraq e della nazione araba”
– Hamza Piccardo, Segretario Naz. UCCOI (Unione Comunita` Islamiche in Italia)
“L` Islam e lotta contro gli imperialismi”
– Mario Maestri, docente di storia presso l`Universita` del Rio Grande do Sul (Brasile)
“Il Brasile dopo la vittoria di Lula. Dal mito del bilancio partecipativo…..
– Andrea Catone dell`Associazione Most za Beograd
“La strategia degli Usa nel dopo guerra fredda”
Un`analisi della dottrina della guerra permanente e preventiva”
– Carlo M. Pauer, operatore nelle comunicazioni di massa,
“Il Quarto Potere.
I mezzi di comunicazione di massa come strumento bellico”.
– Domenico Losurdo, filosofo
“Il Movimento no-global e la lotta all`imperialismo”.
– Fabio Ciabatti della rivista Vis a Vis
“Dalla morte della politica alla politica della morte
Superare in avanti le contraddizioni della modernità capitalistica”
– Moreno Pasquinelli, portavoce del Campo Antimperialista
“L`imperialismo come capitalismo reale.
Contraddizioni antagoniste e possibilita` rivoluzionarie nel mondo globalizzato”.
– Presiede Leonardo Mazzei
Per informazioni e adesioni:
Tel: 347.7815904 (Leonardo)
Come arrivare al luogo del Convegno:
SMS di Rifredi – Via Vittorio Emanuele n° 303.
-per chi arriva in treno alla stazione di S. Maria Novella prendere l`autobus 14, accertandosi che vada in direzione Careggi.
-per chi arriva in auto: uscire a Firenze nord e seguire le indicazioni “Rifredi” e “Careggi”. Oltrepassato un sottopassaggio ferroviario si arriva a Piazza Dalmazia; a questo punto parcheggiare e chiedere dell`SMS che ਠvicinissima (da Piazza Dalmazia si accede direttamente in via Vittorio Emanuele).
3. Bilancio del 18 gennaio
Si vedeva che in Italia tirava una brutta aria. Poche le citta` in cui si e` manifestato in occasione della giornata contro la guerra promossa dai compagni nordamericani di A.N.S.W.E.R. A parte una decina di sit-in, in due sole citta` si sono svolti dei cortei ben riusciti, a Perugia e Vicenza (promosse da Umbria contro la Guerra e Veneto contro la Guerra). Quest`ultima molto piu` importante dato che si e` presidiata la locale base USA. Tutti avranno potuto vedere il grande spazio che i TG hanno dato alle due manifestazioni nazionali svoltesi negli USA. E` chiara infatti l`importanza del movimento anti-guerra nel bastione dell`imperialismo. Se i compagni statunitensi di ANSWER sono soddisfatti di come e` andata da loro (malgrado la gran parte dei dimostranti era su posizioni pacifiste e non antimperialiste). Qui da noi purtroppo non possiamo tirare un bilancio altrettanto positivo. Non solo l`area pacifista ma pure quella antagonista (i cui leader sono impegnati a …Porto Alegre) hanno snobbato la scadenza. Non solo perche` il “movimento” vive una certa stanchezza, ma pure, non nascondiamocelo, per i pregiudizi politici riguardo ad ANSWER (diffusi ad arte dai maggiori quotidiani). “Dietro ANSWER ci sono Ramsey Clark e lo International Action Center, amici di Milosevic e Saddam…”. Tutto ora sembra concentrarsi sulla manifestazione nazionale del 15 febbraio prossimo, alla quale gli antimperialisti ci saranno senz`altro. Ma non si puo` pensare di fermare la macchina bellica USA solo con rituali adunate, per quanto di massa. Il movimento contro la guerra deve radicarsi nei territori, soprattutto deve impedire tre cose al governo Berlusconi, non solo che non prenda parte all`aggressione, ma che non offra i corrodi aerei (come prevede il patto NATO) ne` consenta agli USA l`uso delle sue basi in Italia. Sapra` il movimento alzare il tiro? Riusciremo, almeno, a tentare di bloccare le basi USA di Ederle, Camp Darby; AViano ecc?
4. Solidarieta` con Jose` Maria Sison!
Si allarga la campagna per difendere Jose` Maria Sison, storico dirigente del movimento rivoluzionario filippino, da due decenni esule politico in Olanda. Nell`agosto scorso, ubbidendo alla Casa Bianca, prima il governo olandese poi l`Unione Europea, lo hanno messo nella LISTA NERA dei terroristi piu` pericolosi. Subito gli hanno sequestrato i beni, lo hanno praticamente posto agli arresti domiciliari e ora vogliono espellerlo dall`Europa col rischio che gli USA sequestrino anche lui.
Per aderire alla campagna e sostenere il pool di legali che ha impugnato la questione presso la Corte suprema europea di giustizia contatta il comitato internazionale:
Committee-DEFEND
Postbus 15687
1001 ND Amsterdam, The Netherlands
Telephone: 00-31-(0)30-2368722
Fax: 00-31-(0)30-2322989
Email:defenddemrights@yahoo.com
Website:www.defendsison.be