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Polpette Avvelenate

13. February 2003

Notiziario del Campo Antimperialista del 12 febbraio 2003

I compagni ungheresi ci hanno confermato che la manifestazione prevista a Budapest per il 15 febbraio e` stata vietata dalle locali autorita`, le stesse autorita` fatte di ex-“comunisti” che hanno deciso si schierare l`Ungheria a fianco degli USA nella guerra all`Iraq.

INTERMEZZO: ai nemici ci penso io, dagli amici mi guardi Iddio


Messaggio ricevuto da: ilmissionario@sis.it

1. Roma, 15 febbraio: ci vediamo in P.zza Albania alle ore 12,00 (adiacente Viale Aventino)

Il Campo Antimperialista aderisce convinto alla manifestazione del 15 a Roma, promossa dal Forum Sociale Europeo e il cui appello, contrariamente che in altre occasioni, condividiamo nella sostanza, poiche` per la prima volta chiama alla lotta contro la guerra, anche in caso di semaforo verde dell`ONU, ed infine chiama al boicottaggio della macchina bellica messa in piedi dagli USA. L`appuntamento, per tutti i compagni del Campo e per chiunque voglia fare il corteo con noi, e` alle ore 12,00 in P.zza Albania, adiacente a Viale Aventino (800 metri piu` avanti di P.le Ostiense).
Riconoscerete il nostro striscione, con su scritto:

2. I nostri scudi umani gia` in Iraq

Dal 8 febbraio scorso, 12 compagni europei, organizzati dal Campo, sono a Bagdad come “scudi umani”, allo scopo di frapporsi all`eventuale aggressione armata anglo-americana. Contattati telefonicamente essi ci hanno detto che stanno discutendo con le locali autorita` il loro posizionamento (sicuramente un ospedale o una scuola) e che altri compagni, stanno aggiungendosi. Siamo presto stati criticati per questa scelta. Pensate forse di fermare Bush? A che serve mandare al martirio delle vite umane? Immaginiamo infine che i soliti “amici” ci rimprovereranno di essere… “crocirossine antimperialiste”. Sappiamo bene che il nostro compito fondamentale ਠqui, nel ventre dell`imperialismo, per costruire la piu` forte opposizione di massa alla guerra. Tuttavia la nostra lotta a fianco dei popoli oppressi, non e` come una cinica partita a scacchi, come una fredda battaglia navale. La nostra solidarieta` non e` solo politica, e` etica e morale. I compagni che hanno deciso di mettere a repentaglio la loro stessa vita, non sono per niente mossi dalla disperazione, ma dalla lucida consapevolezza che il loro gesto, oltre a schierarli accanto al popolo resistente, potra` aiutare e dare una spinta alla mobilitazione contro la guerra proprio in Occidente. E non sono li per assistere fatalisticamente alla vittoria degli aggressori ma, eventualmente, per contribuire alla loro sconfitta.

3. Polpette avvelenate sulla Tavola della Pace

Leggete qui sotto con quali sfrontate posizioni la Tavola della Pace (gli stessi che eccettarono alla marcia Perugia Assisi del 1999 di far sfilare D`Alema, Veltroni e C., che da poco avevano bombadato la Jugoslavia):

* Fermiamo la guerra in Iraq, Palestina, Israele, Afganistan, Cecenia, Costa d’Avorio, Sudan, Colombia e in tutte le altre parti del mondo dove continua a scorrere il sangue
* Fuori l’Italia dalla guerra
* Fuori l’Europa dalla guerra
* Pace, giustizia e democrazia per il Medio Oriente
* La democrazia non si esporta con le bombe
* Contro le dittature e il terrorismo
* Per democratizzare e rafforzare l’Onu
* Contro i mercanti di armi difendiamo la legge 185.>

Noi troviamo questo tentativo di torcere la manifestazione sulla linea dell`equidistanza e del , come minimo scandaloso, non meno di quello della CGIL, che sta spendendo un mare di soldi in un`insipida pubblicita` per far passare l`idea che la manifestazione del 15 sia….
E` vergognoso che questi finti pacifisti mettano la lotta di liberazione palestinese sullo stesso piano dell`occupazione militare israeliana (“fermiamo la guerra in Israele”). E` vergognoso che questi signori, mettano la storica resistenza guerriglera colombiana, sullo stesso piano del regime fascista del presidente Uribe Velez., affermano i nostri, usando quindi lo stesso linguaggio, la stessa perversa logica imperialista e razzista di Bush, Berlusconi e Fallaci, per i quali la civilta` capitalistica occidentale sarebbe superiore (democratica!?!) e quindi si e` in obbligo di “esportarla”. Essi non vogliono soggiogare i popoli con le armi, ma con i capitali e le merci, con la forza di persuasione della rapina economica, dei prestiti usurai. La differenza non sta nei fini, ma solo nei mezzi. I primi sono imperialisti guerrafondai, i secondi imperialisti… “democratici”.

4. Il Congresso dell`opposizione patriottica irachena

Una delegazione internazionale del Campo Antimperialista si e` recata a Parigi, sabato e domenica scorsi, in occasione del congresso internazionale della ALLEANZA NAZIONALE IRACHENA (nota come “Opposizione patriottica” –per distinguerla dal Consiglio Nazionale Iracheno con sede a Londra, schieratosi apertamente con l`aggressione. Contrariamente a questi Ascari, pronti a metter su un governo fantoccio in caso di vittoria USA, i duecentocinquanta delegati presenti al congresso di Parigi, hanno sottolineato, accanto alla loro richiesta di democratizzazione del sistema politico iracheno, la piena disponbilita` a difendere il proprio paese accanto all`Esercito dell`Iraq. In questo senso l`Opposizione aveva gia` raggiunto con Bagdad un accordo in base al quale, proprio dopo il congresso di Parigi, i primi militanti e dirigenti sarebbero rientrati in Iraq allo scopo di partecipare alla lotta contro l`aggressione apertamente denunciata come imperialista. Una delel clausole dell`Accordo siglato a Bagdad il 20 novembre, prevede la disponbilita` del governo a modificare la Costituzione irachena, soprattutto per quanto attiene alla legge sui partitit e sulla liberta` di parola e di stampa. Di tutto questo, ovviamente, non c`e` traccia nella stampa occidentale, di sinistra e di destra, occupata a presentare Saddam Hussein come “carnefice e dittatore”, a fronte di un paese come gli USA, che forse sbaglia, ma e`… “democratico”. Strana “democrazia” quella Occidentale: tutti sanno che l`opinione pubblica e` contraria alla guerra, ma i Bushlusconi vanno tuttavia dritti per la loro strada, assetati come sono, di vendetta, potere e gloria.

5. Tante firme per il Venezuela

Speravamo nel successo dell`Appello da noi lanciato il 21 gennaio scorso, in difesa della Repubblica Bolivariana di Venezuela, ma esso a` andato oltre le nostre aspettative. A quelle giunte per posta elettronica (circa trecento), se ne sono aggiunte altrettante raccolte qua e la dai nostri compagni. Firme venute dai piu` diversi ambienti politici e sociali: dall`area antimperialista, da quella cattolica, dai social forum, e soprattutto dal mondo operaio e sindacale.

Come i lettori ricorderanno l`Appello in questione accoglieva e rilanciava la proposta del dirigente della sinistra boliviana Evo Morales, per svolgere una manifestazione internazionale a Caracas nel marzo prossimo. I positivi recenti sviluppi della situazione venezuelana, segnatamente la fine dello “sciopero generale” della Coordinadora delle forze reazionarie, mentre sembrano posporre il braccio di ferro all`annunciato referendum, potrebbero determinare anche uno slittamento della manifestazione proposta. Terremo tuttavia informati tutti i firmatari e i nostri lettori.

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