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Notiziario del Campo Antimperialista del 10 aprile 2003

17. April 2003

Il Settimo sigillo

“Tutta la nostra azione e` un grido di guerra contro l`imperialismo.
E` un invito all`unita` dei popoli contro il grande nemico del genere umano: gli Stati Uniti d`America”.
Ernesto Che Guevara

1. Il settimo sigillo

. Arundhati Roy, Le monde del 9/4/03

Dopo l`Iran e il Nicaragua (1979), gli americani hanno vinto ogni battaglia che hanno deciso di ingaggiare. Cosi, ogni volta, noi siamo sembrati gli avvocati delle cause perse. Non ci illudevamo che un popolo e un esercito schiantati dalle sanzioni e da un`aggressione che dura dal 1991, potessero ottenere una vittoria e invertire la tendenza. Ritenevamo tuttavia, a maggior ragione dopo la furibonda (e se ci e` permesso eroica) resistenza a Bassora, An Nasirya,Najaf, Karbala, che gli americani avrebbero pagato un prezzo salatissimo a Bagdad. Cosi, almeno per ora, non e` stato. Non siamo dietrologi, ma tendiamo a pensare che una parte dei comandi militari abbia concordato con gli americani il loro ingresso in citta`. In altre parole il sistema si e` sgretolato, e` imploso su se stesso, politicamente ancor prima che militarmente. Ha avuto questa bidonata l`avallo di Saddam? o si e` trattato di un vero e proprio colpo di stato da parte di gerarchi gia` intrescati con la CIA? Non lo sappiamo. Sta di fatto che oggi possiamo leggere sotto una diversa luce quelle che sembravano spacconate di Rumsfield: che il regime iracheno era un e che la guerra sarebbe stata . C`e` puzza di bruciato. Gli americani si sarebbero imbarcati nella loro invasione se non avessero avuto assicurazioni di resa nel momento cruciale? Forse non lo sapremo mai. Intanto il grande spattacolo (americanata) e` andata in onda e gli USA esultano per una vittoria a prezzi di saldo.
Ma la partita non e` chiusa affatto. Bush, lo stregone, ha aperto il Settimo Sigillo. Lo squagliamento del Baath non equivale all`evaporazione della resistenza nazionale che, ne siamo certi, dopo questo colpo durissimo, si riorganizzera` e trovera` forme adeguate. Il protettorato USA cammina su gambe fragilissime. E anche se Bush riciclasse cio` che resta delle armate baathiste come ascari, l`Iraq non sara` ne` americanizzato. Volevano la pax americana, avranno forse un`intifada più accanita di quella palestinese. Anche a Mogadiscio i Marines entrarono con estrema facilita`, ma poi non ne uscirono se non con la coda tra le gambe. Ma affinche` questo accada, la nuova resistenza irachena non deve essere lasciata sola.
Se il Movimentro contro la guerra e` stato una cosa seria lo vedremo gia` sabato prossimo. Molti decideranno di togliere dalle finestre le bandiere della pace. Che altri le rimpiazzino con quelle dell`invito alla RESISTENZA!

2. Quando il centro-sinistra commetteva lo stesso crimine…

Anche quella alla Iugoslavia fu una guerra “illegale e illegittima”. Ma la fece di Clinton, Blair e D`Alema. In quel modo la non solo mise in mano ai suoi avversari la corda con la quale oggi viene impiccata. La creo` il precedente (la guerra giustificata con il pretesto di ) di cui Bush si e` servito per aggredire l`Iraq. Affinche` nessuno dimentichi ci pare importante riportare quello che diceva Veltroni mentre i bombardieri della NATO massacravano sia i serbi che i kosovari.

“Dovere della sinistra far guerra a un dittatore” – Intervista a Walter Veltroni
su La Repubblica 1 aprile `99

Il leader ds Veltroni: “Blair ha ragione: dobbiamo fare dei diritti umani il nuovo internazionalismo”
E anche questa non ਠuna scoperta di oggi, per me: da mesi parlo della Birmania, del Ruanda, di Cuba e dei dissidenti sbattuti in galera da Castro, o ricordavo a Jang Zemin in visita in Italia le esecuzioni degli oppositori in Cina. Adesso si vede qual ਠil filo conduttore di questa politica: il tentativo di costruire una Sinistra che faccia dei diritti umani il suo nuovo `internazionalismo`, come ha detto Tony Blair alla convention dei socialisti europei a Milano. Una nuova coscienza dei disastri umanitari, del dolore, della catastrofe che c`ਠin tante parti del mondo. Il Kosovo, per colpa di Milosevic, ਠoggi la parte più devastata da questo flagello. Per farlo finire, purtroppo, la comunità  internazionale ਠcostretta ad usare lo strumento estremo, i bombardamenti”.
www.democraticidisinistra.it/interviste/veltroni

“Certo, in questa vicenda c`ਠuna crisi che riguarda l`Europa, che non riesce a darsi una politica comune di sicurezza. Ma c`ਠqualcosa di più. Si sta consumando la difficoltà  dell`Onu. Ci vogliono nuove regole, con una riforma del Consiglio di sicurezza, che oggi il sistema dei veti rende un gigante imbrigliato” […]“La sinistra italiana che sosteneva il principio della non ingerenza e della sovranità  nazionale sta facendo un grande salto di maturità . Una sinistra nuova che capisce che ci sono valori, principi e diritti che non possono essere cancellati. Tra i giovani, tra gli studenti c`ਠla consapevolezza che quando ci sono centinaia di migliaia di persone che scappano puಠessere necessario usare la forza per aiutare i deboli. Si parla della guerra giusta ma io vorrei introdurre il concetto della pace giusta. Finchà© ci sono la diaspora, la pulizia etnica, gli stupri, le decapitazioni, non c`ਠpace, anche se i bombardieri tacciono”.
Walter Veltroni www.democraticidisinistra.it/interviste/intervista_veltroni1004

Sinistra ricorda la lezione di Sarajevo – Intervista a Walter Veltroni
su l`Unità  29 marzo `99
I sondaggi dicono che l’opinione pubblica ਠin maggioranza contro l’intervento militare.
“Io credo che il grande disagio che sta vivendo la gente nasce dal fatto che si ha la consapevolezza che ci troviamo non dinanzi a una guerra, ma a due guerre. C’era una guerra preesistente, quella dei serbi contro i kosovari. E aveva già  provocato 2000 morti e quasi mezzo milione di profughi. E stava per dilagare, per allargarsi alla Macedonia, all’Albania, con l’effetto di incendiare tutti i Balcani. E stavano avvenendo cose di fronte alle quali non ci si puಠpiù limitare alla compassione e alla condanna: le decapitazioni, le fosse comuni, lo sterminio. Vedi, a quelli che l’altro giorno sono venuti davanti a Montecitorio con gli ulivi insanguinati, io potrei dire: dov’eravate, amici, dov’erano i vostri fiori quando i serbi compivano atrocità  e uccidevano 300 mila esseri umani in Bosnia?

da: “Gian Che Dice?”
sepoina@inwind.it

3. CON L`OPPOSIZIONE PATRIOTTICA IRACHENA (contro quella della CIA)

Vienna: Resoconto del Congresso contro l´aggressione all´Iraq e contro l´embargo, in sostegno dell´autodifesa armata irachena contro l´invasione.

Durante i due giorni di Congresso circa 150 partecipanti, tra i quali rappresentanti di diversi partiti progressisti, di organizzazioni di solidarietà , di intellettuali e artisti, di delegati palestinesi, turchi, iraniani e delle comunitá irachene in Austria, hanno dibattuto su come affrontare la guerra di aggressione all´Iraq e sostenere la resistenza
irachena contro l´invasione.
Il Congresso ਠstato organizzato da un ampio gruppo di Docenti e Studenti Universitari e dal Campo Antimperialista. In una dichiarazione rilasciata alla stampa, gli organizzatori e i proponenti affermano: si pone l´obiettivo di dar voce al diffuso sentimento contro la guerra presente tra i cittadini austriaci ed europei, ricordando ai nostri governi che à© loro dovere democratico condannare apertamente, anche presso le istituzioni internazionali, questa illegale guerra di aggressione che viola le leggi internazionali. Riteniamo che il movimento contro la guerra del nostro Paese abbia bisogno di un tale Forum per sviluppare il suo orientamento politico in vista di una resistenza prolungata contro l´imperialismo Usa. Noi vogliamo la pace ma siamo convinti che la pace sia possibile soltanto quando la politica colonialista e aggressiva degli Usa sará sconfitta. Ogni ulteriore giorno di resistenza politica e militare da parte dell´Iraq ci aiuta a rafforzare il movimento contro la guerra nel mondo occidentale.>

La prima giornata del Congresso ਠstata aperta dal Dr Abd al Jabbar al Kubaysi, segretario generale della Coalizione Nazionale Irachena, un fronte composto da numerose organizzazioni dell´opposizione patriottica irachena., da Ahmed Karim, rappresentante del Movimento Patriottico Comunista Iracheno e da Noel Dominique, presidente della Comunitá Irachena in Austria. Nei loro interventi sul tema essi hanno sottolineato che oggi ਠdovere di tutte le forze politiche irachene, a prescindere dalla loro eventuale opposizione al governo di Saddam Hussein,
difendere il proprio Paese contro l´invasione anglo-americana. Il Dr al Kubaysi ha messo in evidenza la forte resistenza militare e popolare dell´Iraq contro le truppe nemiche. Le previsioni strategiche statunitensi di un rapido collasso del regime e di una guerra breve si sono rivelate sbagliate e rappresentano giá una prima sconfitta. Inoltre, le truppe statunitensi e britanniche sono state incapaci di conquistare posizioni importanti, limitandosi ad avanzare nel deserto. Ogni qualvolta hanno
tentato di entrare nelle aree abitate o nelle cittá hanno dovuto affrontare una forte resistenza. . Il Dr al Kubaysi ha evidenziato inoltre che la cosiddetta opposizione irachena ਠprevalentemente composta da organizzazioni finanziate e create dalla Cia e da individui che non hanno avuto alcun ruolo storico all´interno del movimento di opposizione iracheno e che non possiede un reale sostegno popolare in Iraq. opposizione al regime. Soltanto la sconfitta degli aggressori anglo-americani puà³ aprire la via alla democrazia e alla libertá.> Dal canto suo, Ahmed Karim ha evidenziato il fatto che anche le forze patriottiche del movimento comunista hanno aderito alla Coalizione Nazionale Irachena perchà© < oggi il fatto piú importante ਠche siamo iracheni e che il nostro Paese viene attaccato. Molti dei nostri compagni sono stati imprigionati e uccisi da Saddam, ma ora il nostro nemico principale ਠl´imperialismo. Democrazia significa autodeterminazione e difesa della sovranità  del nostro Paese.> Nel suo intervento il Presidente della Comunitá Irachena ha illustrato in che modo negli Stati Uniti i fondamentalisti cristiani del Partito Repubblicano e la lobby sionista si siano uniti in una nuova crociata contro il mondo arabo. E ancora: .

Nel forum di discussione sul tema il congresso ha affrontato l´accusa di , uno dei principali argomenti ideologici usato dai media e da alcuni intellettuali filo statunitensi per attaccare il movimento contro la guerra. A nome del Campo Antimperialista Willi Langthaler ha sostenuto che <... le forze antimperialiste hanno il dovere di essere antiamericane. Non si tratta solo di combattere la politica di Bush, ma di lottare contro un intero sistema militare, politico e culturale di oppressione, l´americanismo. L´imperialismo ha oggi infatti assunto la forma concreta dell´americanismo. Tra i popoli d´Europa, ci sono sentimenti antiamericani connotati da un importante elemento progressista che rifiuta il dominio globale targato USA, la loro dittatura sul piano politico, economico e culturale.> Hannes Hofbauer, ricercatore di economia all´Universitá di Vienna, ha concentrato la sua analisi sul retroterra economico dell´aggressione statunitense. Jelica Radic, del
Movimento di Solidarietà  Austria- Jugoslavia ha ricordato i 78 giorni di bombardamenti statunitensi contro la Jugoslavia. Il ruolo della Turchia in questa guerra ਠstato denunciato dal rappresentante dell´organizzazione rivoluzionaria turca DHKC. < I militari turchi stanno preparando l´invasione del Nord Iraq sia per
occuparsi direttamente del problema curdo, ma anche per consolidare la loro posizione per il controllo del medioriente, in quanto marionette in mano agli statunitensi.

Nel dibattito su < Il movimento austriaco contro la guerra> diverse organizzazioni si sono confrontate su come rafforzare la resistenza contro la guerra nei paesi occidentali. < Il movimento rappresenta solo un punto d´inizio> spiega Gernot Zeiler del gruppo di proponenti e a nome degli organizzatori. Fritz Edlinger, Segretario Generale dell´Associazione di Amicizia Austro-Araba ha denunciato la politica dell´embargo contro l´Iraq. militare>. Infine, Alexander Muth ha riferito sulla Missione Austriaca degli Scudi Umani in Iraq.

Il congresso si ਠconcluso con una risoluzione di sei punti.
1. Chiediamo il ritiro immediato delle truppe di invasione dall´Iraq. Difesa della sovranitá e dell´autodeterminazione dell´Iraq!
2. Chiediamo ai governi europei di chiudere i loro spazi aerei agli aerei militari statunitensi e britannici, in particolare ai B52 che stanno bombardando sistematicamente la popolazione civile irachena.
3. Chiediamo al governo austriaco di condannare apertamente la guerra come una violazione delle leggi internazionali e di assumere in tal senso iniziative presso le istituzioni internazionali.
4. Difendiamo il diritto dell´Iraq all´autodifesa armata contro l´aggressione in quanto atto legittimo cosà­ come indicato dall´articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
5. Rifiutiamo ogni forma di regime di occupazione in Iraq, anche qualora esso abbia l´avvallo delle Nazioni Unite o di altre istituzioni internazionali in quanto rappresenterebbe una legittimazione a posteriori dell´illegale aggressione anglo-americana.

Vienna, 30 aprile 2003

4. SIAMO A 500!
Le adesioni al manifesto hanno raggiunto la soglia delle cinquecento

Riceviamo dai promotori e pubblichiamo:
Chi volesse aderire al manifesto scriva a: antiamericanisti@libero.it

…²PEOPLES SMASH AMERICA…²!

…³Lo scontro tra noi e l’Islam ਠculturale, ਠreligioso. La verità  non sta in mezzo, ma da una parte sola…².
Oriana Fallaci

“L`Occidente deve avere la consapevolezza della superiorità  della sua civiltà . Una civiltà  che ha garantito ai popoli largo benessere e il rispetto dei diritti umani, di quelli religiosi, rispetto che non c`ਠnei paesi islamici”.
Silvio Berlusconi

…²In effetti, l’antiamericanismo, di sinistra o di destra, cattolico o laico che sia, si nutre di casi specificamente riprorevoli e legittimamente criticabili, unicamente per manifestare un’avversione più generale a tutto ciಠche caratterizza una società  liberaldemocratica: l’individualismo rispetto al collettivismo, il capitalismo rispetto allo statalismo, lo sviluppo economico rispetto al pauperismo, il primato tecnologico rispetto alla speculazione filosofica, il benessere diffuso rispetto all’austerità , il pragmatismo rispetto alle ideologie, la modernità  rispetto al passatismo. Gli Stati Uniti sono colpevoli non tanto per quello che fanno, quanto per quello che sono…².
Piero Ostellino

…²E’ ridicolo mettere in collegamento il presidente democraticamente eletto della più antica democrazia con Hitler. Noi tedeschi non dimentichiamo che siamo stati liberati dagli Stati Uniti. Appartiene alla mia infanzia l’identificazione dei soldati americani coi buoni. E poi ci hanno poi difeso nella guerra fredda dal comunismo…².
Joshka Fischer

…²La posizione dell’antiamericanismo coincide con una posizione di rivalutazione e difesa dello Stato nazionale come trincea antimperialista; tentazione quest’ultima non estranea ad alcuni settori del movimento dei movimenti, come si ਠvisto a Porto Alegre. E questa sarebbe davvero una postura sbagliata…².
Toni Negri

Gli USA stanno preparando l’attacco – con o senza l’ONU – per occupare l’Iraq, controllare il Medio Oriente, forgiare il loro Impero unico mondiale. Lo stanno facendo con la stessa arroganza con la quale hanno stracciato il trattato Abm e i protocolli di Kyoto, con la stessa prepotenza con la quale ricattano il mondo con la continua minaccia dell’uso dell’arma atomica. Con la loro tracotanza senza limiti pianificano bombardamenti ed imbrogli, costruiscono nuove oppressioni per conservare le vecchie, mentre calpestano ogni forma di diritto esaltano il loro diritto imperiale. I più grandi produttori (ed utilizzatori) di armi di sterminio di massa, i più grandi produttori di guerra, i più pericolosi terroristi del pianeta, vogliono il monopolio delle armi, della guerra, del terrore. Comandano all’ONU, ma calpestano l’ONU; hanno alleati servili che vengono calpestati a loro volta; mentre programmano lo sterminio dei popoli hanno la pretesa di interpretare la volontà  di quegli stessi popoli. Per questi motivi, noi siamo dentro il grande movimento di massa contro l’aggressione che gli USA stanno per scatenare contro l’Iraq.

Questa guerra, che ਠsolo una tappa nel disegno statunitense di assoluto predominio mondiale, si fonda sul paranoico presupposto per cui gli Stati Uniti avrebbero una …³missione speciale…² da compiere: quella di imporre a tutto il mondo il loro sistema liberista e la loro cultura mercificata. Questa pretesa, sostenuta dagli ambienti culturali più oscurantisti, non nasconde la sua stretta parentela con la tesi sionista del …³popolo eletto…². Anche in Europa, chiunque si opponga a questa ideologia totalitaria, imperialista e razzista ਠbollato come …³antiamericanista…² e per questo additato al pubblico ludibrio. Questa virulenta quanto invasiva campagna ideologico-culturale, volta a silenziare ogni pensiero critico, ਠtutta tesa a dimostrare che l’impero americano di Bush sarebbe l’ultimo e più alto baluardo della civilizzazione umana, caduto il quale all’umanità  non resterebbe che precipitare nella barbarie. Intellettuali di destra e di sinistra, dopo aver decretato la fine delle ideologie e della storia, dopo aver abbracciato il più nichilistico relativismo culturale, si sono fulmineamente convertiti ad un volgare fondamentalismo manicheo, si sono arruolati come volontari nell’esercito crociato a stelle e strisce urlando ai quattro venti che gli USA stanno, malgrado tutto, dalla parte del giusto, e tutti i suoi nemici dalla parte sbagliata. Lo scetticismo liberale di un tempo ਠstato rimpiazzato da un fideismo cieco, da una vera e propria religione pagana il cui centro di irradiazione sono gli USA e il cui sommo pontefice ਠl’Imperatore in persona.

I dogmi di questo culto sono il denaro, il consumismo, l’individualismo, il darwinismo sociale, il tecnoscientismo. Per strada questo pensiero si ਠsbarazzato come di una zavorra di valori quali la giustizia sociale, la libertà , la fratellanza, la solidarietà . Gli americanisti tentano di rimuovere la realtà  delle disuguaglianze crescenti, di un neocolonialismo che vuole impossessarsi di ogni risorsa, dell’impoverimento progressivo di miliardi di esseri umani; ripescando le primordiali teorie razziste con cui i colonialisti giustificarono il genocidio dei nativi e la tratta degli schiavi. Gli oppressi …³non hanno un’…²anima…², e se essi rifiutano di farsi …³sviluppare…², se non accettano di farsi americanizzare, che vadano alla malora, che li si bombardi a tutto spiano. Questo integralismo liberista, che non parla altro linguaggio, con chiunque gli sia ostile, se non quello della criminalizzazione, della repressione e della guerra preventiva permanente e globale ਠil segno che la civiltà  borghese, dopo avere abbandonata la pretesa illuministica di un proprio presunto universalismo, ਠvittima di una vera e propria pulsione di morte. Anche se i sacerdoti di questa ideologia totalitaria non lo ammetteranno mai, il risultato della loro azione ਠproprio quella odiosa guerra di civiltà  contro il mondo islamico che si affannano a negare.

Occorre contrastare e battere questa deliberata e intossicante falsificazione delle cose. Senza affatto dimenticare la storica lotta dei popoli latino-americani in nome di un’America libera contro quella dell’imperialismo yankee, noi rivendichiamo il diritto di essere, dirci e sentirci antiamericanisti, poichà© quello che abbiamo di fronte appare per molti aspetti come il nazismo a stelle e strisce del ventunesimo secolo. L’americanismo non ਠsemplicemente il prodotto degli interessi dei grandi gruppi capitalistici statunitensi, ma l’espressione di un più vasto blocco sociale costitutivamente reazionario e colonialista, ancorato alla cinica consapevolezza che l’opulenza americana, nutrendosi della miseria altrui e del saccheggio della biosfera, debba essere difesa con la forza in ogni luogo del pianeta. L’americanismo quindi non ਠsoltanto l’ideologia politica di coloro i quali ritengono giustificata, legittima e necessaria la tirannia mondiale armata dell’imperialismo yankee. L’americanismo ਠl’ultimo baluardo ideologico del pensiero liberale e liberista, l’allegoria del capitalismo. Se propugnare la de-americanizzazione, difendere il diritto di ogni popolo a non essere inghiottito nell’Impero, e opporsi all’idea razzista di …³nazione eletta…² significa essere …³antiamericanisti…², ebbene, noi lo siamo, come tra le due guerre si era antifascisti.

Alla spaventosa perdita di senso che alligna nel campo borghese, alla subordinazione della vita al puro calcolo economico, alla ricchezza concepita solo come abbondanza di beni materiali, alla pretesa che questo sia l’unico mondo possibile; noi riteniamo giunto il momento di opporre quei valori universali su cui fondare una nuova politica anticapitalista intesa come arte della trasformazione sociale attraverso l’azione diretta e di massa. Contro i falsi sillogismi liberisti noi affermiamo: che la libertà  individuale – per noi sempre inviolabile – puಠessere effettiva solo debellando lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; che la democrazia di cui Bush si pretende campione implica uguali diritti per tutti i popoli e il rispetto della sovranità  nazionale; che benessere e felicità  sono giuste finalità  etiche se non si appoggiano sull’accumulazione smisurata di merci; che la socializzazione ਠpossibile senza per questo sfociare nel pauperismo; che lo sviluppo scientifico ਠnecessario ma rifiutando ogni feticismo della tecnoscienza; che modernità  e sviluppo sono valori positivi solo ove essi siano compatibili con l’ecosistema e non ledano le spinte spirituali connaturate all’uomo; che la politica deve comandare l’economia, come l’etica deve orientare la scienza.
Che il futuro dell’umanità  dipende dal crollo dell’imperialismo americano e dalla possibilità  di fuoriuscire dal capitalismo gettando la basi di una nuova comunità  fondata su principi universali di libertà , uguaglianza e fraternità .

Primi firmatari

Bacciardi Giovanni (università  di Firenze), Bassi Patrizia (insegnante), Bernardini Aldo (università  di Teramo), Bertazzi Claudia (ass. liberi tutti), Briola Ernestina (maestra) Burani Vainer (giuristi democratici), Catone Andrea, (most za Beograd), Cipriani Andrea (fondazione Luigi Cipriani), Cipriani Michela (fondazione Luigi Cipriani), Cortesi Luigi (redazione Giano), Francescangeli Eros (storico), Gatta Maria Adele (insegnante), Giannangeli Ugo (avvocati contro la guerra), Grandi Massimo (università  di Firenze), La Grassa Gianfranco (economista), Losurdo Domenico (filosofo), Lunghi Orietta (ass. culturale lavoro 2000), Maestri Mario (università  di Porto Alegre), Maffezzoni Emilia (fondazione Luigi Cipriani), Manuelli Colombo (scultore), Marini Graziano (artista), Mascellomi Enrico (critico d’arte), Mazzei Leonardo (redazione rosso XXI.), Melotti Marco (redazione vis à  vis), Muscetta Carlo (critico letterario), Not Daniele (operatore culturale), Paciello Giancarlo (pubblcista) Pasquinelli Moreno (portavoce Campo Antimperialista) , Pelazza Giuseppe (avvocati contro la guerra), Preve Costanzo (filosofo), Santarelli Enzo (storico), Sarenco (artista)

per avere la lista completa o sottoscribere questo manifesto, scrivere a: antiamericanisti@libero.it

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