Risluzione el Campo Antimperialista
La resistenza irachena e la lotta contro l`ordine mondiale americano.
1. La formula popolare “niente sangue per il petrolio” non spiega le reali
motivazioni dell`attacco anglo-americano all`Iraq. La “guerra globale
preventiva permanente” lanciata dagli Stati Uniti dopo l`11 settembre 2001
era la risposta al fallimento del “Nuovo Ordine Mondiale” annunciato dopo la guerra del Golfo del 1991. La pax americana offriva ai nemici di una volta l`integrazione dopo la capitolazione. Prometteva la distensione globale.
Nella sua forma Clintoniana essa ਠpenetrata profondamente
nell`intellighentia europea ingessando la sinistra storica come un
liberalismo di sinistra che ha finito per fornire all`imperialismo un
sostegno indispensabile. Tuttavia, soltanto un decennio dopo, le
contraddizioni interne al dominio globale degli Stati Uniti – che in ultima
analisi altro non ਠche un ordine di abissali disuguaglianze sociali e
nazionali – sono diventate nuovamente cosଠesplosive che gli Stati Uniti non
possono celarle ulteriormente. Lo …½scontro di civiltà . ha sostituito la
“fine della storia”. Lo scoppio della nuova Intifada ha annunciato al mondo
che gli “accordi di pace” di Oslo, paradigmatici per il “grande progetto”
globale di Clinton, erano definitivamente falliti e che era necessario
riprendere la lotta di resistenza. Già prima dell`attacco al WTC (World
Trade Center) le forze neo-conservatrici legate all`oligarchia imperialista
stavano esercitando forti pressioni affinchà© vi fosse un cambiamento
significativo della politica americana. La superiore potenza militare della
nazione dominante doveva essere usata senza pietà e preventivamente contro
ogni possibile opposizione che potesse nel futuro crescere fino a diventare
una minaccia per il dominio americano del mondo. Tuttavia, nel suo delirio
di onnipotenza militare, Washington sembra non accorgersi del fatto che
questa svolta storica sta rapidamente consumando la sua già indebolita
egemonia politica. L`esercizio del potere attraverso la forza bruta risulta
essere a lungo termine sempre più debole rispetto al controllo esercitato
con l` integrazione politica. La guerra contro l`Afghanistan ha avuto un
enorme significato simbolico. Non vi era lotta più ineguale: lo stato più
ricco e corazzato del mondo ha sconfitto lo “stato” più povero e sfasciato
guidato da una milizia fedele ad una concezione oscurantista della società .
Scegliendo il nemico più debole l`umiliazione dell` 11 settembre doveva
essere vendicata. Tuttavia, il mito dell` invulnerabilità , pre-condizione
dell`invincibilità , non poteva essere ristabilito. La guerra contro
l`Afghanistan non poteva che essere che un preludio. Fin dall`inizio l`Iraq
era l`obiettivo principale del regime di Bush. Se la battaglia principale
sul futuro assetto dell`ordine mondiale puಠessere combattuta in Estremo
Oriente, l`infiammazione della sua crisi si manifesterà in Medio Oriente.
Quest`ultimo sembra essere ancora una volta il nodo gordiano. La resistenza
palestinese contro l`occupazione sionista ਠsolo la punta dell`iceberg.
L`islam politico sta raccogliendo sempre più istanze eversive, minacciando i
pilastri storici del controllo americano nella regione come i regimi sauditi
e pakistani che derivano la loro legittimità dall`Islam. Presto o tardi la
rivolta popolare contro il giogo imperialista ਠdestinata ad esplodere
facendo crollare l`intera architettura imperialistica della regione. Il
recente attacco contro l`Iraq ਠstato progettato salvaguardare in modo
preventivo, rimodulandola questa architettura. Distruggendo uno degli ultimi
eredi del panarabismo doveva essere data una lezione non soltanto ai paesi
vicini ma anche ai movimenti di resistenza. Per quanto l`Iraq fosse uno dei
più forti regimi arabi la sua capacità di difendersi ਠstata decisamente
incrinata dalle sanzioni degli anni Novanta. Inoltre, il suo isolamento
diplomatico lo hanno reso un facile bersaglio. Allo stesso tempo la …½guerra
preventiva permanente. ਠcaratterizzata da un evidente unilateralismo. La
posizione del …½Chi non ਠcon noi ਠcontro di noi. richiede una totale
subordinazione alla leadership americana. La guerra era rivolta
indirettamente anche contro gli alleati europei e la Russia che lottano per
mantenere un certo margine autonomo di manovra.
2. In termini militari non si trattava di sapere se gli Stati Uniti
avrebbero vinto, ma quanto tempo avrebbero impiegato. La supremazia militare
degli Usa ਠcosଠschiacciante che non c`ਠnazione o stato periferico che
possa resistere ad un attacco frontale senza un serio sostegno da parte di
altre nazioni. La potenza militare americana scaricata in un sol punto non
puಠessere contrastata, neanche da un esercito con il morale alle stelle.
Per questo la resistenza irachena nelle prime due settimane dell`aggressione
ha stupito il mondo. Le battaglie di Um Quasr, Bassora, Nasseriya hanno
mostrato un deciso spirito combattivo anche nel sud sciita. Smentendo la
propaganda dei media di regime, non vi sono state diserzioni di massa o
sollevazioni popolari. Al contrario, anche la rapida avanzata americana nel
deserto evitando lo scontro in aree densamente popolate ha causato
considerevoli problemi agli invasori. La loro linea di approvvigionamento
era troppo lunga, le loro forze soggette ad imboscate. Tuttavia, nella
difesa territoriale della regione intorno a Baghdad gli iracheni sembrano
aver utilizzato metodi di guerra convenzionali subendo perdite maggiori e
una rapida sconfitta. Tutte le speranze erano quindi state riposte nella
battaglia urbana di Baghdad. Ma l`aeroporto internazionale ਠstato lasciato
agli aggressori senza una vera e propria lotta. Non sono neanche state
distrutte le strade, nà© i ponti, nà© le piste dell`aeroporto . Sapendo di
dover affrontare l`imminente attacco alla capitale, non à© stato fatto alcun
preparativo per condurre la lotta urbana. Gli americani sono avanzati nella
città senza che il centro del potere opponesse una seria resistenza. àˆ ovvio
che la leadership militare non ha voluto lottare e di fatto ha deciso per la
resa. Non sappiamo se si sono venduti o se sono solo fuggiti abbandonando le
truppe. Apparentemente, considerando il morale delle truppe e della
popolazione, una più lunga e fiera resistenza sarebbe stata possibile. Il
problema va dunque ricondotto alla corruzione della gerarchia baathista e
non anzitutto allo sfinimento del popolo. E` probabile che malgrado lo
scontento per il regime di Saddam, se la spina dorsale dello stato avesse
resistito, il popolo iracheno sarebbe stato pronto a difendere il proprio
paese contro l`invasore imperialista.
3. Il fatto stesso che l´apparato statale baathista non sia stato capace e
non abbia voluto affrontare l´aggressore ਠun´ulteriore prova che uno
scontro frontale con l´imperialismo non ਠnegli interessi della borghesia
nazionale e del corrotto notabilato su cui sostanzialmente si basava il
Baathismo, e cià³ malgrado le fanfaronate antimperialiste del moderno
califfo al potere. Solo con una guerra popolare nelle aree urbane, una
lotta basata sulla mobilitazione delle classi povere, il proletariato e il
semiproletariato urbani, i contadini e gli operai, la resistenza sarebbe
stata possibile. Ma il Baathismo aveva da tempo perso – se mai lo aveva
avuto – il sostegno politico di queste classi. A differenza di altri paesi
arabi il Baathismo iracheno emerse da uno scontro aperto con il movimento
popolare dei poveri. In funzione anti-proletaria esso raccolse oltre al
sostegno della borghesia nazionale e dei vecchi notabili patriarcali anche
quello di una parte delle forze reazionarie feudali filo-britanniche.
Successivamente, con la presa del potere, dovette realizzare misure sociali
antimperialiste, tra cui anche la nazionalizzazione dell´industria
petrolifera, e ciಠgrazie all…?appoggio del partito comunista (che cosà¬
facendo si strinse al collo il cappio con cui verrà impiccato). Tuttavia,
avendo compiuto un passo verso gli interessi delle masse popolari, ha poi
completamente schiacciato la loro indipendenza politica epurando l…?ala
radicale del Partito Baath, mettendo al bando il Partito Comunista e
reprimendo ogni altra espressione del movimento popolare. Con la guerra
contro l´Iran ha tradito apertamente le classi popolari in favore degli
interessi dell´imperialismo.
4. Se nessuno in Iraq ha versato una lacrima per Saddam, ਠanche vero che la
maggior parte degli arabi iracheni non ha certo dato il benvenuto agli
occupanti come liberatori. Malgrado la sconfitta del Baathismo, nel
contrastare l`aggressione imperialista i sentimenti nazionali si sono
rafforzati. Nelle immagini mostrate dalla propaganda americana le grandi
folle irachene erano assenti. Lo stesso abbattimento della statua di Saddam
ਠstato fatto dai militari americani e i pochi iracheni presenti –
probabilmente selezionati dagli Stati Uniti – hanno protestato quando à¨
stata issata la bandiera americana. Soltanto a Saddam City alcuni straccioni
hanno salutato festosamente gli americani. Non si ਠvisto nulla paragonabile
agli eventi dell`89/91 nei paesi dell`Europa dell`Est. Informazioni recenti
confermano che gli Stati Uniti hanno istigato i saccheggi per distruggere i
resti del vecchio regime facendo precipitare il paese nel disordine
pubblico. Soltanto nell`area kurda la presenza americana ਠstata ben accolta
dalla popolazione presente nei raduni di massa organizzati nelle strade di
Kirkuk. Si trattava perಠdi manifestazioni volte anche a mostrare i muscoli
nei confronti degli abitanti turcomanni e arabi della città rivendicata come
capitale del Kurdistan iracheno.
5. Soltanto alcuni giorni dopo l`apparente restaurazione dell`ordine
pubblico hanno avuto luogo le prime proteste di massa guidate da alcuni
ayatollah sciiti. Gli slogans gridati erano chiari: …½no a Saddam, no all`
occupazione americana. Si alla libertà , si alla Repubblica Islamica!.
L`Islam politico sciita POTREBBE DUNQUE DIVENTARE
la forza guida della crescente resistenza popolare contro l`occupazione.
Notevole la differenza rispetto a quanto accadde nel sud del Libano dopo l`
invasione sionista del 1982. In quell`occasione la popolazione sciita
ASSISTETTE IN MODO PASSIVO all…?avanzata dell`esercito sionista. Ci vollero
anni di atrocità israeliane per sviluppare la resistenza della popolazione.
Per concludere occorre ricordare la posizione assunta dalla dirigenza sciita
di Al Hakim, legata all`Iran, che ha preferito non contrastare
L`AGGRESSIONE, rispettando in questo la promessa di …½neutralità . fatta
dall`Iran. Tuttavia, questa posizione opportunista e reazionaria non ha
pagato. Washington cercherà presumibilmente di tenere queste forze fuori dal
regime fantoccio che sta per instaurare. Per questo motivo al Hakim ha
boicottato a Nasseriya il primo tentativo statunitense di costruire un
governo basato su forze locali. Per quanto l`islamismo sciita possa giocare,
in quanto rappresentante della maggioranza della popolazione irachena, un
ruolo guida nella lotta contro l`occupazione, ਠovvio che la resistenza
islamica si basa su un sostrato nazionalista arabo-iracheno che anche gli
ayatollah non possono ignorare. Malgrado un forte grado di gerarchizzazione,
il clero sciita non ਠcentralizzato come il clero cattolico, per cui i
diversi ayatollah sono ora in competizione per prendere la leadership del
movimento e non ਠancora chiaro se una di queste correnti e quale riuscirà a
stabilire la propria supremazia. I problemi da affrontare riguardano i
rapporti con l`Iran, con la popolazione sunnita, con ciಠche resta del
baathismo e con l`amministrazione militare americana. Una leadership troppo
vicina a Teheran come quella di al Hakim rischia di ferire i sentimenti
nazionali del popolo la cui sfiducia nei confronti del vicino persiano à¨
ancora molto diffusa. Si tratta inoltre di un fattore decisivo per una
coalizione con i Sunniti animati da un sentimento nazionalista arabo di più
lunga e forte tradizione. Nelle manifestazioni di massa sono comparsi
striscioni con le scritte …½Sciiti e Sunniti uniti per uno stato islamico. –
una sfida ancora aperta per i leader sciiti. Malgrado l`alto grado di
politicizzazione del clero sciita, che raggiunse il suo apice negli anni `60
e `70 con la rivoluzione iraniana, esiste al suo interno una forte tendenza
quietista che trova nella …½takiyya. la sua dottrina teologica
corrispondente. Resta da vedere se nella cooperazione con gli occupanti sarà
proprio tale tendenza ad emergere. L`Islam politico ਠin crescita anche tra
la popolazione sunnita. Tuttavia, tra le classi medie e le à©lites, ivi
comprese quelle cristiane, la tradizione nazionalista laica ਠtroppo forte
per poter scomparire con i nuovi sviluppi. Presto o tardi esse daranno
nascita ad una nuova leadership pronta ad accettare uno stato
islamico-nazionalista che ne garantisca i diritti fondamentali.
L`occupazione anglo-americana sotto un governatore militare non sarà
accettata dalla maggioranza del popolo arabo-iracheno a prescindere dalla
setta di appartenenza. Se il dominio straniero continuerà , la resistenza
politica popolare si trasformerà in resistenza armata e con il loro attuale
dispiegamento le truppe americane non saranno in grado di far fronte a tale
eventualità (salvo l`invio di mercenari di altri paesi filoamericanio come
rimpiazzo). Nel caso di un regime dipendente, Washington dovrà affrontare un
problema ancora più grande. A differenza dell`Afghanistan, gli Stati Uniti
non hanno in Iraq alleati locali significativi. Lo stesso INC di Ahmed
Chalabi ਠconsiderato dagli iracheni forza aliena importata dagli USA. La
leadership kurda, che sarebbe pronta a cooperare, non puಠgiocare un ruolo
guida a causa della loro ostilità alla maggioranza araba e dell`opposizione
dei maggiori alleati americani. I nuovi padroni vogliono, tra l´altro, anche
evitare che le forze pro-iraniane e gli islamisti radicali contrastino il
loro dominio globale.
6. Tutti i principali paesi nella regione, compresi i più fedeli alleati
degli Stati Uniti come l`Arabia Saudita, la Turchia e l` Egitto, sono
contrari ad un governo coloniale americano. Anche per loro la presenza
americana in Iraq costituisce una minaccia che limita ulteriormente i loro
spazi di movimento. Con le recenti minacce contro Damasco i vincitori hanno
mostrato chiaramente che intendono usare i nuovi rapporti di forza per
obbligare tutti gli stati a sottomettersi completamente agli interessi
israelo-statunitensi. I sauditi sanno che un Iraq sotto il pieno controllo
americano diminuirebbe il loro ruolo di regime-pilastro e aumenterebbe le
pressioni verso il Wahabismo, l`attuale dogma di stato – una richiesta,
questa, impossibile da soddisfare.
7. Dopo l`occupazione anglo-americana dell`Iraq, che in prima istanza
rafforzerà ulteriormente il potere dell`aggressore, Francia, Germania e
Russia, che si sono opposte alla guerra, saranno costrette ad addolcire il
loro approccio e dovranno cercare di ristabilire i rapporti con gli Usa,
smussando le differenze. Francia, Germania e Russia insistono sul fatto che
le Nazioni Unite abbiano il ruolo principale in Iraq. Tuttavia, un
compromesso sarà possibile assicurando sia il predominio americano che un
ruolo subordinato alle Nazioni Unite fornendo la giustificazione retroattiva
per l`aggressione. Benchà© il conflitto tra gli Stati Uniti e i suoi
alleati-rivali non possa essere annullato, esso sarà occultato dai nuovi
rapporti di forza favorevoli agli Usa. Ma sotto la superficie le tensioni
continueranno e scoppieranno appena gli sfidanti riterranno che ci sia la
possibilità di guadagnare terreno. Tuttavia, queste forze imperialiste
secondarie affrontano un dilemma strategico. Sono troppo deboli per
costituire una serie sfida alla supremazia americana e dipendono da
Washington per il mantenimento dell` ordine mondiale imperialistico di cui
fanno parte e dei cui vantaggi godono fino a prova contraria. L`Unione
Europea ਠstato un progetto ambiguo fin dall`inizio. Se da una parte vi à¨
indubbiamente un` istanza di unificazione volta a meglio difendere gli
interessi della borghesia europea contro gli Stati Uniti, dall`altro gli Usa
hanno sempre sostenuto l`Unione Europea allo scopo di mantenerla sotto
controllo. Questa ਠtra l`altro la ragione per la quale perorano fortemente
l`adesione della Turchia. Contrastare realmente gli Stati Uniti
significherebbe dividere l`Unione Europea e costruire un nuovo asse con
Russia, Cina e possibilmente India. Sta perಠavvenendo il contrario. Con la
adesione di nuovi stati dell`Europa dell`Est, la maggior parte dei quali
sotto stretto controllo politico e militare degli Stati Uniti attraverso la
Nato, l`influenza americana sulla Unione Europea aumenterà ulteriormente.
L`iniziativa di Francia, Germania e Belgio per costruire un blocco militare
comune non ਠaltro che una vuota minaccia diplomatica. Per essere presa sul
serio richiederebbe la disponibilità ad espellere le basi americane e
dividere l`Unione – un inimmaginabile terremoto.
8. Come in Afghanistan, la guerra americana contro l`Iraq e la sua
conseguente occupazione se da un lato sta rafforzando la supremazia militare
dell`unica superpotenza, dall`altro si dimostra incapace di risolvere le
contraddizioni sociali e politiche che muovono la crescente opposizione
contro l`impero americano. Più gli Stati Uniti faranno ricorso alla forza
militare, più crescerà l`opposizione popolare e la resistenza – almeno a
lungo termine. I crescenti problemi politici che Washington si trova ad
affrontare si combinano con una sempre crescente interdipendenza economica
dall`Europa e dal Giappone. Soltanto fino a quando da queste regioni i
capitali sono attratti e investiti negli Stati Uniti, l`ordine americano puà²
mantenere la sua stabilità . Il flusso permanente di capitali dipende dai più
alti tassi di profitto esistenti negli Usa, fatto direttamente connesso al
predominio globale che essi esercitano in tutti i campi. CosଠWashington puà²
soltanto far ricorso al potere militare percorrendo la spirale della …½guerra
preventiva permanente.. Non possiamo prevedere quanto a lungo il sistema
globale riuscirà a contenere le sue interne contraddizioni. Ma già ora i
principali analisti all`interno degli Stati Uniti ammoniscono che la potenza
militare globale americana ਠsovradimensionata. Ovviamente il budget
militare aumenterà e ci sono molte risorse. Ma gli Usa saranno costretti a
condurre guerre anche contro nemici più forti rispetto a quelli finora
affrontati e in alcuni casi dovranno farlo su più fronti. La guerra
preventiva offensiva ਠappunto la maniera con la quale gli USA vogliono
impedire che i loro numerosi nemici si coalizzino, si rafforzino e diventino
dunque una minaccia temibile. Qualora si presenti la possibilità realistica
di riuscire ad infliggere agli USA una cocente sconfitta, ਠprobabile che le
potenze imperialistiche secondarie e regionali sostengano la resistenza
abtiamericana. Date le crescenti contraddizioni che sono incapaci di
risolvere, ਠimpossibile che a lungo termine gli Stati Uniti, con meno del
5% della popolazione mondiale, possano controllare e dominare il resto del
mondo. Presto o tardi l`ordine mondiale monopolare americano ਠdestinato a
dare spazio ad un mondo multipolare, aprendo le porte per nuove vittorie
antimperialiste e rivoluzionarie.
9. Importanti settori delle masse popolari e dell`intelligentia europee si
sono opposte all`aggressione americana, stupite e inorridite dalla brutalità
con cui gli Stati Uniti stanno violando i valori di cui si proclamano
protettori e la brutalità con la quale essi stanno combattendo per il loro
predominio globale. Questo sentimento era alla base delle mobilitazioni di
massa in tutta Europa. Non ਠn੠antimperialista n੠anticapitalista. In un
certo senso si tratta della difesa del clintoniano mondo senza conflitti
Íun`illusione che si ਠsgonfiata come una bolla di sapone. Tuttavia, si
tratta di un cambiamento significativo sia nell`opinione pubblica che nel
movimento antiglobalizzazione. Quest`ultimo si opponeva al capitalismo
selvaggio senza attaccare l`imperialismo nella sua forma attuale di
supremazia americana. Il movimento no-global proclamava di opporre alla
globalizzazione capitalista una globalizzazione dal basso senza capire che
la globalizzazione non puಠche significare dominio globale americano. La
storia recente ha smentito la tesi di Toni Negri di un impero-non-luogo
senza centro di potere. Importanti settori iniziano a comprendere che
dobbiamo contrastare il governo americano in quanto garante
dell`imperialismo e del capitalismo. L`antiamericanismo sta crescendo non
solo nelle periferie del sistema ma nella stessa Europa. Poichà© le borghesie
europee sono condannate in una forma o nell`altra a mantenere la loro
alleanza con gli Stati Uniti, il sentimento anti-americanista contiene in sà©
– nonostante il fatto che esso abbia avuto origine da una vera e propria
illusione democratica borghese – un`istanza antagonista. Nel prossimo
periodo l`antiamericanismo ਠla sola possibilità , l`unico strumento che le
forze antimperialiste e anticapitaliste hanno per sviluppare un movimento
antagonista di massa, non soltanto in senso strettamente politico ma in un
più ampio senso culturale. L`Antiamericanismo costituisce inoltre il legame
indispensabile con le lotte dei popoli oppressi del mondo.
Fuori le truppe anglo-americane dall`Iraq e dal Golfo
No ad un governo di occupazione sia esso statunitense o delle Nazioni Unite
Per il diritto all`autodeterminazione, sosteniamo la resistenza
antimperialista
Libertà per la Palestina
Abbasso la pax americana e il nuovo ordine mondiale
Resistere e battere l`imperialismo americano, nemico principale dell`umanità
Campo Antimperialista
fine aprile 2003c