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Campo Antimperialista 2003 di Assisi: successo pieno

10. September 2003

Le campagne proposte

1. Campo di Assisi: successo pieno
2. Le campagne proposte
3. Solidarieta` con Hamas
4. Iraq: bollettino della lotta di liberazione

1. Campo di Assisi: successo pieno

Nonostante il furibondo linciaggio dei quotidiani berlusconiani (per una settimana siamo stati sbattuti in prima pagina come terroristi) e il silenzio scandaloso dei mezzi di comunicazione del centro-sinistra (nessuno escluso), centinaia di persone hanno partecipato, ad Assisi, ai lavori del Campo Antimperialista. Diciamo lavori poiche` il Campo non e` un happening, ma un luogo per discutere, confrontarsi e promuovere iniziative politiche. Quando iniziammo a pensare al Campo 2003 l`aggressione all`Iraq non era neanche iniziata. E tuttavia intuimmo che la eventuale sconfitta dell`esercirto regolare iracheno non avrebbe pregiudicato la resistenza popolare e nazionale. In base ad un`analisi rivelatasi corretta, decidemmo di fare dell`Iraq il baricentro del Campo 2003. Gli errori si pagano, le scelte giuste premiano. La ossessiva attenzione dei media berlusconiani al Campo 2003 non e` solo paranoia. Feltri, Belpietro e compagnia hanno compreso che la presenza in Italia di Feddayn che hanno combattuto in Iraq e di uno dei piu` qualificati esponenti della Resistenza nazionale irachena, erano in effetti un evento saliente. La stampa di sinistra, prigioniera del suo settarismo e dei suoi pregiudizi pacifisti, ha preferito snobbare l`evento, oscurandolo, malgrado fosse chiaro a tutti l`interesse attorno, non solo alle idee della Resistenza irachena, ma anche alla versione dei fatti sulla dinamica della guerra di marzo-aprile e sugli sviluppi odierni della guerra di guerriglia per cacciare gli occupanti.
Chi ha partecipato al Campo ne e` uscito sicuramente arricchito e, quel che piu` conta motivato. In una fase politica tanto difficile, segnata dall`offensiva globale degli USA ma pure dal riflusso del grande movimento contro la guerra e dal disincanto di tanti, il Campo antimperialista, pur con le sue modeste forze, non solo tiene le sue posizioni, ma propone una serie di iniziative unitarie per rilanciare la mobilitazione sui punti di scontro davvero decisivi e che decidono le sorti dell`umanita`. Noi riteniamo che il sostegno alla Resistenza irachena sia il compito principale di questa fase. L`esito della battaglia in Mesopotamia avra` effetti decisivi sull`evoluzione della situazione internazionale. Questo e` chiaro ad ognuno, nonostante alcuni settori del *movimento no global* siano reticenti, si illudano sia possibile fare gli indiani e insistano nel promuovere iniziative senza alcun respiro, senza alcun legame con la realta`, ad uso e consumo dei media, come i liturgici controvertici (apprendiamo adesso della pittoresca manifestazione nudista a Cancun *contro* il WTO). Ma il ruolo di protagonisti dei fratelli iracheni, non ha oscurato le altre delegazioni venute dalle piu` diverse parti del mondo: Cuba, Venezuela, Cile, Brasile, Marocco, Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Tunisia, Ungheria, Serbia, Grecia, Turchia, Libano, Palestina, Giordania, India, Nepal, Filippine. E dimentichiamo sicuramente qualcuno. Forum dopo Forum abbiamo messo sotto la lente situazioni e questioni, giungendo a conclusioni unanimi per quanto riguarda le prossime mobilitazioni e la necessita` di coordinarle internazionalmente. Non sara` un caso se dall`India il Social Forum ci ha inviato un espresso invito a partecipare ai lavori del prossimo Forum sociale mondiale a Bombay. Ma oltre alle delegazioni ringraziamo i diversi ospiti che ci hanno onorato con la loro presenza, tra questi, in particolare, vogliamo citare, il padre e la moglie di Dino Frisullo, Piero Bernocchi dei Cobas, Hamza Piccardo dell`UCOII, Padre Benjamin, Vladimir Krsljalin, Silis Samaras, Costanzo Preve, Miguel Martinez, Ugo Tassinari, l`avvocato Carlo Corbucci. Anche grazie a loro il Campo e` stata una densa e appassionata occasione di discussione e maturazione politica.
Un ultimo e doveroso ringraziamento va infine ai tanti compagni, la piu` parte giovanissimi, che per un`intera settimana si sono fatti in quattro per assicurare il perfetto funzionamentto della logistica e dell`organizzazione e senza il cui contributo nulla sarebbe stato possibile.

Il Comitato Politico del Campo Antimperialista

2. Le campagne proposte

Quanto prima saranno pubblicate sul sito del Campo le diverse risoluzioni approvate. Nel frattempo vogliamo ricordare le campagne e le iniziative unanimente adottate.
– Alla presenza dell`alto esponenente della resistenza nazionale irachena, Awni Al Kalemji, e` stata ufficialmentte lanciata la campagna internazionale di sostegno alla resistenza: *10 Euro a testa per la resistenza irachena*. Sono gia` stati raccolti i primi fondi. Quanto prima verra` comunicato il conto corrente postale per effettuare i versamenti.
– Sempre con l`appoggio e l`aiuto della resistenza irachena il Campo organizza una delegazione internazionale che si rechera` in Iraq (occupanti permettendo) l`ultima settimana di novembre. Quanto prima renderemo noti i dettagli di questo viaggio e il profilo di questa delegazione internazionale.
– Il Campo sostiene la proposta, avanzata da numerosi partecipanti al Campo di Assisi, di svolgere una manifestazione nazionale a Roma, sabato 6 dicembre, all`insegna dello slogan: CON IL POPOLO IRACHENO CHE RESISTE. I promotori hanno lanciato un`appello unitario per una vasta raccolta di firme allo scopo di assicurare il successo della manifestazione medesima.
– A fine dicembre sara` organizzato a Firenze un grande convegno europeo contro l`isolamento carcerario e in difesa dei diritti dei prigionieri politici, al quale parteciperanno delegazioni dei paesi dove la prigionia politica colpisce piu` duramente i movimenti di liberazione: Turchia, Palestina, paesi arabi, Jugoslavia, Irlanda, Paesi Baschi, Spagna, e quindi anche contro al famigerata *Lista Nera*.
– Il Campo ha infine confermato la sua adesione all`appello dei compagni Indiani della rete *Mumbay Resistance 2004* per svolgere, in parallelo ai lavori del Forum Sociale Mondiale, un grande incontro antimperialista internazionale (l`appello l`abbiamo pubblicato nel Notiziario precedente e puo` essere letto nel nostro sito).

3. Solidarieta` con Hamas

Non c`e` bisogno di sottolineare la gravita` dell`attacco terroristico compiuto dagli israeliani nel tentativo di ammazzare il leader religioso palestinese Ahmed Yassin, dirigente di Hamas, la forza politica che gode del piu` ampio appoggio popolare tra i palestinesi. L`attacco la dice lunga sulla determinazione sionista a sabotare la stessa miserabile Road Map e ad inasprire lo scontro con i palestinesi. Al di la di tutte le chiacchiere sulla pace, Tel Aviv procede senza sosta per realizzare il proprio piano strategico: creare un Israele *etnicamente pulito* e spingere i palestinesi ad un grande esodo di massa verso est. E non e` un caso che questa sfrontata provocazione (*eliiminazione mirata*, cosi i sionisti chiamano i loro attentati), giungeva subito dopo la decisione dei Ministri degli Esteri europei, riuniti a Riva del Garda, di accettare l`ultimatum dell` imperatore Bush di inserire Hamas nella Lista Nera dei fuori legge –dopo che la stessa UE aveva un anno fa dichiarato illegale in Europa il braccio armato di Hamas (Ezzedin al-Qassam). Questa gravissima decisione politica, mentre la dice lunga sul profondo rapporto di vassallaggio dell`Unione Europea rispetto agli USA e ad Israele, ਠun deliberato sabotaggio del cosiddeto *processo di pace*, e` un colpo letale alla stessa Road Map. Nessuna pace e` ovviamente possibile in Palestina alle spalle della più popolare delle forze combattenti. L`Europa si allinea agli USA proprio sul terreno dove pretendeva di ostantera le sua autonomia politica rispetto agli Stati Uniti. La pace in Palestina e` possibile, se Israele si ritira da tutti i territori occupati nel 1967, se accetta che Gerusalemme sia la capitale di uno Stato Palestinese indipendehte e sovrano, se accetta il diritto al ritorno di tutti i profughi, se scarcera tutti i prigionieri detenuti, se cessa di costruire l`indegno Muro dell`apartheid.

4. Iraq: bollettino della lotta di liberazione

Secondo Al Kalemji, ospite del Campo, le azioni di resistenza antiamericane e antinglesi sono molto piu` numerose di quelle che filtrano sulla stampa, cosi` come piu` alto di quanto dichiarato e` il numero dei caduti tra gli occupanti. Al Kalemji ha portato numerosi esempi. Il fatto e` che la Resitenza non ha ancora costruito un fronte unitario, non ha un comando generale, ne` un centro di raccolta delle informazioni. La Resistenza e` animata da centinaia di nuclei guerriglieri che combattono senza ancora essere coordinati. Solo a Bagdad si contano una decina di azioni d`attacco giornaliere, non solo contro l`occupante, ma pure contro i collaborazionisti. Intere zone della citta` sono interdette alla rappresaglia americana, segno indiscutibile del sostegno popolare alla lotta di liberazione. Le azioni della Resistenza consistono anzitutto in imboscate, compiute con armi leggere, granate lanciate con lanciarazzi RPG, mine telecomandate, esplosivi artigianali ma efficacissimi).Tuttavia sono gli stessi media americani a fornire alcuni indicativi numeri. Secondo il Washington Post del 30 agosto il comando USA fornisce notizie degli attacchi subiti solo quando c`e` un caduto, se si tratta solo di feriti vengono informati solo i familiari, in forma privata. Nello stesso servizio il giornale rendeva noto che sono piu` di seimila i soldati rimpatriati (o parcheggiati nella base USA di Francoforte). Secondo la stima del Washington Post il numero dei feriti dall`inizio della guerra e` di 1.124 (740 dal primo maggio, data della *fine* della guerra, e 685 durante la prima fase dell`aggressione). Piu` del triplo della guerra del Golfo del 1991. Tutto questo ha spinto gli USA a chiedere nuovamente aiuto ai loro alleati, poiche` e` evidente che il pur imponente numero dei loro soldati e` ampiamente insufficiente a mantenere l`ordine. Di qui il tentativo degli americani di arruolare un esercito locale di Ascari, pescandoli tra le vecchie truppe di Saddam Hussein. Si parla di un bando di Bremer che mira a raccogliere piu` di 70mila uomini. I prossimi mesi sono dunque decisivi. Gli invasori sono in corsa col tempo per tenetare di stabilizzare la loro occupazione, mentre la Resistenza deve non solo impedire ogni normalizzazione, ma costruire un comando unificato. Solo cosi la guerriglia diffusa potra` diventare una vera e propria guerra di liberazione.

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