Site-Logo
Site Navigation

Comunicato in merito alle ambiguità  della manifestazione di appoggio alla resistenza irachena del 1

14. November 2003

Comitato Politico del Campo Antimperialista

Riguardo al *Comunicato in merito alle ambiguità  della manifestazione di appoggio alla resistenza irachena del 13 dicembre a Roma* (sottoscritto dai seguenti organismi politico-sociali: AREA – Antifascismo Resistenza e Antirazzismo, CSA VITTORIA, LSOA BULK, ORSO – Officina della Resistenza Sociale, RASH Milano, ANTIFA Novara, MALAMANERA Bovina Squot, Collettivo Monzese,CSA Barattolo – Pavia, Collettivo Antifascista Voghera, La Sede Vigevano) il Comitato Politico del Campo Antimperialista ha diffuso la seguente replica.

1. Riguardo alle modalità  di costruzione della manifestazione

L´accusa di *ambiguità * à¨, non solo ingiusta, ma infondata. L´idea di svolgere una manifestazione autoconvocata e orizzontale di sostegno alla resistenza del popolo iracheno nacque nell´ambito del Campo di Assisi ai primi di settembre. La modalità  scelta, che tante polemiche ha suscitato, fu quella di partire da firme di persone a vario titolo impegnate nella difesa dell´Iraq e nella lotta contro l´imperialismo. Attendemmo tuttavia due settimane prima di diffondere l´Appello. Il tempo di contattare il più ampio numero di compagni e strutture del *movimento*. Sfortunatamente pochi risposero positivamente, mentre la più parte espresse o scarso interesse o totale disinteresse. Quasi tutti ci dissero che c´erano *altre priorità *. Il 18 settembre diffondemmo dunque l´Appello *Con il popolo iracheno che resiste*, che in pochi giorni, nonostante una fulminea e indegna campagna di sabotaggio, raccolse centinaia di adesioni, non solo individuali, ma pure collettive.

2. Fronte coi fascisti?

Questa campagna di sabotaggio poggiava su un assioma: che la mobilitazione per l´Iraq era solo un pretesto per dare i natali ad un´alleanza con forze fasciste, ciಠa causa di tre o quattro firmatari bollati come *famigerati fascisti*. Il Comunicato reitera, per quanto non nella maniera paranoica dei sabotatori della prim`ora, quest´accusa. Contro essa il Comitato dei promotori rispose in maniera perentoria e netta. Preciso che, in quanto manifestazione antimperialista essa non avrebbe potuto accogliere simboli, sigle, rappresentanti, di forze imperialiste, razziste e guerrafondaie “tra cui il fascismo, che dell´imperialismo ਠstata una delle forme più virulente”. Interpellati dai promotori, i firmatari che avevano aderito all´Appello e additati al pubblico ludibrio come *famigerati fascisti*, negavano poi come risibile l´accusa. Non c´à¨ dunque alcun fronte coi fascisti per due ragioni. Anzitutto perchਠun fronte implica un mutuo patto politico tra forze organizzate ed ਠevidente che questo patto non esiste, tant`ਠvero che anche i nostri critici si riferiscono unicamente a singole individualità  che non rappresentano forze neofasciste organizzate (delle quali nessuna ha aderito all´appello). In secondo luogo perchਠi presunti tre o quattro *famigerati fascisti*, oltre a negare di esserlo, hanno firmato esclusivamente a titolo individuale accettando una chiara piattaforma antimperialista e rispettando lo spirito antifascista più volte ribadito dal Comitato promotore della manifestazione. Notiamo poi che nel Comunicato in questione, non si parla più di *famigerati fascisti* ma di individui… *intolleranti*. Che vuol dire intolleranti? Questa non ਠuna categoria politica ma una dubbia definizione letteraria. Gli intolleranti ovviamente esistono, anche nella sinistra, anche nel *movimento*. Che facciamo? Impediamo loro di partecipare ad un corteo? Si vuole forse teorizzare che le manifestazioni sono legittime solo se composte di *tolleranti* al cento per cento? E chi e` preposto a fare gli esami? Ci sono troppi soggetti che si arrogano a *portavoce* del movimento, *commissari* del movimento, *poliziotti* del movimento, *guru* del movimento. Il tutto alla spalle del movimento medesimo, che se vive una gravissima crisi, e` anche per queste pratiche prevaricatrici e opportunistiche. Noi, almeno, non abbiamo mai preteso di parlare a nome di nessun altro se non quello nostro, ne` ci siamo mai fatti scudo del movimento quando c`era da prendere posizione e promuovere iniziative.

3. Destra, sinistra e antifascismo

Solo dei mentecatti e/o dei provocatori, possono insinuare che noi del Campo abbiamo abbandonato la discriminante antifascista. Questa insinuazione ਠstata cinicamente lanciata contro di noi da certi tirapiedi che si fanno scudo della *discriminante antifascista* per sostenere l´inciucio con una sinistra di regime che non ਠmeno imperialista di Berlusconi o delle destre (ricordate la guerra *umanitaria* contro la Jugoslavia?). Questi tirapiedi devono delegittimarci in quanto diciamo che oggi il nemico fondamentale non sono sbandati e pittoreschi gruppetti fascisti ma il sistema bipolare americanista centro- sinistra-destra. Chi si considera antagonista, invece di abboccare alla retorica campagna contro il Campo, deve dirci se condivide con noi che il centro-sinistra ਠmolto più organico e funzionale agli interessi della grande borghesia imperialista di quanto lo sia l´armata Brancaleone guidata da Berlusconi. Questa analisi non vuole in alcun modo essere indulgente verso i fascisti: chi vuole un regime di dittatura antiproletaria, chi invoca e pratica l´assalto alle organizzazioni del movimento anticapitalista, chi istiga l´odio razzista, chi propugna lo sciovinismo nazionale e imperialista; non solo non puಠessere sdoganato, deve essere combattuto senza esitazione. Ma senza commettere l´errore di condurre questa lotta sacrosanta facendo un fronte unito con lo stato *liberale* o sotto l´egida del sistema capitalista, solo perchਠesso si fregia di essere nato dalla *resistenza*.
Il nostro antifascismo, l`antifascismo degli antimperialisti, non puಠessere quello utilizzato strumentalmente dalle classi dominanti per accreditarsi come *democratiche*; cosଠcome non puಠche essere contrapposto all`*antifascismo* di cui si ammantano i guerrafondai americani quando invadono nazioni, bombardano popoli e si arrogano il diritto di dominare il mondo intero.
L`*antifascismo* del regime di centro-sinistra-destra non solo ਠmistificante, ma ਠanche pericoloso perch੠aiuta i fascisti a presentarsi come forza anti-sistema e quindi a trovare consensi tra gli esclusi, gli emarginati, le vittime sociali del liberismo.

4. Il vero pericolo

Non c´à¨ quindi alcuna *ambigua deriva* del Campo Antimperialista. La *deriva* davvero inquietante ਠquella della sinistra italiana, che dopo aver abbandonato le sue tradizioni di classe e ideali, ਠdiventata un comitato d’affari che, con la scusa di cacciare Berlusconi, si appresta a tornare al governo con la benedizione della Confindustria, delle oligarchie imperialistiche europee, e della stessa Casa Bianca. La crisi del governo di centro-destra alimenta le smanie governiste de L´Ulivo, che non puಠfare a meno dell´appoggio di Rifondazione Comunista e, attraverso questo partito, di alcuni settori compiacenti del *movimento*. A chi ci mette in guardia dall´evitare *alleanze rosso-brune*, diciamo di fare attenzione al vero pericolo, alla campagna acquisti che, via PRC, l´Ulivo sta già  conducendo in seno al *movimento* allo scopo non solo di raccattare voti, ma di assicurarsi la pace sociale una volta caduto Berlusconi. A nessuno deve sfuggire che le richieste di condanna, non solo del *terrorismo* ma di ogni forma di violenza e finanche di disobbedienza sociale, hanno per scopo quello di addomesticare *il movimento* e normalizzare il conflitto sociale. Gli insidiosi attacchi che media potenti stanno conducendo contro la manifestazione del 13 dicembre si spiega in questo quadro. Sosteniamo l´Intifada e siamo accusati di antisemitismo. Sosteniamo la Resistenza irachena, e veniamo tacciati di sostenere il *terrorismo internazionale*. Mentre il nemico colpisce gli antagonisti per isolarli e assicurare una plumbea pace sociale, essi, come i polli di Renzo, bisticciano mentre vengono portati al macello.

5. La nostra buona fede e quella altrui

Si fa appello alla nostra buona fede, noi facciamo appello a quella altrui. Le due cose si tengono assieme. Chi non ਠprevenuto dovrà  ammettere questa reciprocità . Se davvero i nostri critici, compresi quelli che ci hanno coperto di infamanti accuse sono in buona fede, se cioਠhanno a cuore la causa della resistenza irachena (poichà© di questo stiamo parlando, tutto il resto ਠaria fritta), accetteranno di sedersi attorno ad un tavolo affinchà© la manifestazione del 13 dicembre sia un successo e un patrimonio di tutti gli antagonisti. Noi siamo pronti. Anzi invitiamo ognuno a partecipare all’incontro del Comitato Promotore che si svolgerà  il 16 novembre a Firenze. La sola cosa che non puo’ esserci chiesta e’ quella di annullare la sola manifestazione in programma che chiede l` appoggio urgente, senza se e senza ma, alla Resistenza del popolo iracheno, una Resistenza che non puಠessere lasciata sola e dal cui sviluppo dipendono tante cose, tra cui la sconfitta dei piani imperiali e guerrafondai della Casa Bianca.
La resistenza irachena chiede infine al *movimento* di schierarsi, senza se e senza ma. Tutto questo accanimento contro il Campo Antimperialista puzza infatti lontano un chilometro. In tanti si stanno costruendo un alibi. Questo polverone *antifascista* ਠusato infatti dalla più parte dei nostri avversari come una foglia di fico dietro alla quale nascondere la propria equidistanza tra i fronti che si combattono in Iraq. Serpeggia l´idea che la guerriglia irachena, in quanto *saddamista* o *integralista islamica*, sia una schifezza quanto l´occupazione anglo-italo-americana.
La vera questione sul tappeto non ਠla *deriva* del Campo, ma quella della gran parte del *movimento*, il suo abbandono della posizione *contro la guerra senza se e senza ma*, per tornare a quella che sembrava archiviata per sempre del *nà¨-nà¨*.

Il Comitato Politico della sezione italiana del Campo Antimperialista

9 novembre 2003

Topic
Archive