Gli inquisiti respingono le accuse
Alle domande del GIP i compagni si appellano alla facoltà di non rispondere
Nell`ordinanza di custodia cautelare in carcere il GIP di Perugia, Nicla Flavia Restivo, dispone che i cinque arrestati non possano conferire con i loro avvocati per cinque giorni dal momento dell`arresto e impone il divieto di incontro tra i cinque all`interno del carcere:
“Per la pericolosità sociale degli indagati, il numero degli stessi, la presenza di numerosi soggetti ancora non identificati in grado di poter influire sulla rete informativa utilizzata dall`organizzazione terroristica DHKP-C al fine di eludere le investigazioni in corso ed influire sulle stesse ostacolando l`attività di ricostruzione dei flussi di finanziamento e di informzioni […] sussistono specifiche esigenze che impongono la dilazione del diritto di conferire con i proprio difensori per il termine di cinque giorni dall`esecuzione della misura entro cui verrano espletati gli interrogatori di garanzia”.
Per gli avvocati difensori “si tratta di una misura emessa al di fuori delle
norme, che non ha alcuna esigienza di indagine ed ਠlesiva della convenzione di Strasburgo sul diritto della difesa”.
Il Campo Antimperialista contesta con forza questa inumana e persecutoria misura, volta solo a criminalizzare, a demonizzare, a impedire la solidarietà ai compagni e a cercare di creare pressioni psicologiche sugli inquisiti. Per questo tutti si sono avvalsi giustamente della facoltà di non rispondere al primo interrogatorio svoltosi il 2 aprile nel carcere di Rebibbia a Roma.
I legali potranno vedere gli assistiti non prima del giorno 6 aprile, ma nel frattempo stanno preparando un ricorso al tribunale del riesame che verrà presentato nei prossimi giorni.
I compagni arrestati hanno definito mostruosità le accuse mosse nei loro confronti e gli avvocati ribadiscono: “[…] si imputa la partecipazione all`associzione terroristica DHKP-C, quando questa ਠinvece un`associazione politica. Si stà tentando di far passare la lotta politica per terrorismo”. Ai tre compagni del Campo inoltre “non viene imputato alcun fatto riconducibile ad azioni di alcun genere […] si parla di ospitalità concessa, di matrimoni, di testimoni di nozze, di carte telefoniche e di aver fatto da tramite per il ricevimento di denaro. Dunque di nulla.”