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LA SPORCA GUERRA DEL SIGNOR BERLUSCONI

15. April 2004

Comunicato del Campo Antimperialista – 15 aprile 2004

Comunicato del Campo Antimperialista – 15 aprile 2004

Sugli ultimi avvenimenti in Iraq

itacampo@antiimperialista.org

LA SPORCA GUERRA DEL SIGNOR BERLUSCONI

La sporca guerra del signor Berlusconi, servo fedele di Bush, continua a mietere vittime e lutti. Il 6 aprile scorso, a Nassirya, le truppe italiane hanno sparato sugli iracheni in rivolta provocando ufficialmente 15 morti e moltissimi feriti. Tra le vittime, a quanto risulta dai mezzi di informazione arabi, anche donne e bambini. Ma secondo Il Giornale di oggi 15 aprile (che naturalmente riporta la notizia con toni patriottici) la strage avrebbe avuto dimensioni ben più agghiaccianti. Citiamo testualmente: “Secondo fonti attendibili de Il Giornale sarebbero morti fra i 50 e i 100 combattenti armati. Bilancio che potrebbe addirittura essere più elevato, tra le 150 e le 200 vittime”.

Negli stessi giorni gli americani hanno compiuto la loro rappresaglia contro la città  di Falluja, dove si contano 1200 morti, tra i quali centinaia di donne e bambini. A Falluja gli americani hanno usato i missili, le bombe a frammentazione, i cecchini per colpire le autoambulanze secondo le usuali tecniche terroristiche di cui sono maestri.
Non solo, a Falluja, l`esercito USA ha tentato in ogni modo di bloccare gli aiuti umanitari portati dal convoglio unitario di sciiti e sunniti.

E` significativo che, in queste stesse ore, Bush abbia dato il suo pieno sostegno a Sharon per rendere perenne l`occupazione israeliana della Cisgiordania negando ogni e qualsiasi diritto al popolo palestinese.

Nel tentativo di reprimere la rivolta scoppiata il 4 aprile, gli occupanti hanno usato apertamente mercenari di vari paesi dipendenti da agenzie americane, veri e propri eserciti privati che pare dispongano complessivamente di circa 20.000 uomini, costituendo di fatto la seconda forza armata di occupazione dell`Iraq.
Questo uso sistematico e massiccio di mercenari, che riporta di quattro secoli indietro l`orologio della storia, chiarisce quanto essi siano integrati nel dispositivo militare di occupazione.

E` in questo contesto che va inquadrata l`uccisione di un italiano da parte di un gruppo sconosciuto denominato “Falangi di Maometto”.
L`uccisione di un prigioniero di guerra (perchਠdi questo, in sostanza, si tratta) non puಠche essere condannata. Ma respingiamo le lacrime di coccodrillo di chi ha mandato le truppe italiane ad occupare l`Iraq, di chi non dice una parola sulla strage di Nassyria del 6 aprile, di chi tace sulla sorte dei prigionieri iracheni (circa 20.000 secondo le stime più prudenti) incarcerati dagli occupanti, 950 dei quali pare siano stati giustiziati.
Respingiamo l`ipocrisia di chi ਠmuto di fronte alle torture sistematiche sui prigionieri stessi e sui sospetti fiancheggiatori del cosiddetto “terrorismo”, nonchà© sulle violenze sessuali sulle donne praticate dai soldati americani e dai membri dei corpi di sicurezza iracheni.
Non accettiamo che ci vengano a parlare di “missione pacifica e umanitaria per la ricostruzione dell`Iraq”, quando su questo martoriato paese sono stati sganciati 1,8 milioni di KG di Uranio impoverito, l`equivalente di 250.000 bombe nucleari del tipo usato a Nagasaki.
Respingiamo l`atteggiamento di chi assiste come se niente fosse alla quotidiana violenza contro un popolo, gia annichilito da 10 anni di feroce embargo (1,5 milioni di morti), per poi scrivere fiumi di inchiostro su un singolo episodio. Un episodio in definitiva ascrivibile alle stesse responsabilità  assunte dal governo italiano.
Non ci sarebbero vittime italiane se non ci fosse stata una guerra di aggressione ed una occupazione brutale ed illegale voluta anche dal governo italiano.

La sporca guerra del signor Berlusconi, certo non contrastata dall` “opposizione” parlamentare dell`Ulivo, nella sostanza altrettanto filoamericano del governo di centrodestra, sta producendo i suoi frutti avvelenati.
Nel frattempo la menzogna della “missione di pace” ਠcrollata miseramente.
La Resistenza del popolo iracheno ਠormai chiaramente di massa e sempre più diffusa dal nord al sud del paese.
La continua equiparazione della Resistenza irachena al terrorismo da parte dei mass media di regime, ਠdi fatto un`atto terroristico volto a emarginare e criminalizzare qualsiasi forma di dissenso contro la barbarie in cui l`umanità  sta precipitando.

Noi siamo con la Resistenza oggi, cosଠcome siamo stati contro la guerra un anno fa.
Siamo per la cacciata degli occupanti affinchà© gli iracheni possano esercitare il loro diritto all`autodeterminazione.
Siamo con la Resistenza per fermare la pretesa totalitaria dell`imperialismo americano di dominare il mondo intero.
Siamo con la Resistenza perchà© siamo per la libertà  dei popoli, per la fine di ogni sfruttamento, per una nuova fratellanza tra tutti gli oppressi.

E` questo l`unico vero contributo che possiamo dare per arrestare la folle corsa bellicista che, diramandosi da Washington, sta percorrendo buona parte dell`Occidente, spingendo proprio verso l`abisso di quella “guerra di civiltà ” che a parole tutti negano di volere.

Con la Resistenza del popolo iracheno!
Via le truppe di occupazione dall`Iraq!
Ritiro immediato del contingente italiano!
Libertà  per l`Iraq e la Palestina!

15 Aprile 2004 – CAMPO ANTIMPERIALISTA

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