Notiziario del Campo Antimperialista – 2 giugno 2004
IL CAMPO ANTIMPERIALISTA 2004 SI SVOLGERA` AD ASSISI LA PRIMA SETTIMANA DI AGOSTO
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1. Non dimentichiamo Dino Frisullo
Si spegneva un anno fa, la sera del 5 giugno, dopo una crudele malattia, lo spirito ribelle di Dino Frisullo. Militante nella sinistra rivoluzionaria sin daila fine degli anni …‘60, continuo´ il suo impegno appassionato nonostante il crollo di muri, certezze e fragili dogma e il dilagare dell´opportunismo. Sempre dalla parte degli ultimi, degli oppressi, degli sfruttati. Identifico´ nel popolo curdo il simbolo stesso della universale battaglia, non solo per la giustizia ma per l´eguaglianza sociale, senza cui non puo´ esserci ne´ liberta´ ne´ democrazia. Pago´ con mesi di carcere duro in Turchia la sua coerenza antimperialista, la sua idea che alle parole debbano sempre seguire i fatti. Militante scomodo. Un “terrorista” per i reazionari; un “visionario” per i borghesi polticamente corretti; un “rompiballe” per il ceto politico antagonista; un “terzomondista francescano” per i rivoluzionari incartapecoriti. Nessuno di loro poteva capirlo davvero, poichਠnessuno di loro possedeva, neanche in minima dose, la sua straordinaria tensione etico-politica, per cui la lotta per i più deboli era per lui un vero e proprio imperativo categorico. Di li attingeva la sua inesauribile energia rivoluzionaria, che poteva essere spezzata sol dal più implacabile dei nemici. Non dimenticheremo Dino, ne´ la sua figura, ne´ la sua lezione.
2. La verita´ non sta in gabbia (e non ci andra´)
Il 1. Aprile, un´imponente e teatrale operazione di polizia portava in carcere Maria Grazia, Alessia e Moreno, esponenti del Campo. L´accusa era enorne: “terroristi internazionali!”. Il 24 aprile, anche grazie ad un´ampia solidarieta´, I nostri compagni sono stati liberati, coprendo cosi´ di ridicolo la mostruosa inchiesta giudiziaria patrocinata dal governo Berlusconi-Pisanu. L´obbiettivo di Lorsignori-della-guerra e´ palese: distruggere se possibile il Campo Antimperialista facendogli terra bruciata attorno, spaventando chiunque si consideri solidale con i palestinesi, gli iracheni e ogni popolo che non accetti di essere schiavo dell´impero americano. Non e´ il Campo che viola la legalita´ democratica (per quanto questa sia ormai un simulacro), ma proprio il governo, con le sue leggi di polizia, con le sue spedizioni militari anticostituzionali, con la censura che impone ai mezzi di informazione, le aggressioni agli operai in sciopero, con le sue retate e leggi razziste. La Procura della Repubblica di Perugia non ha digerito le scarcerazioni decise dal Tribunale del Riesame e ha fatto ricorso in Cassazione nel tentativo di rimettere in gabbia I nostri compagni. Ne´ dimentichiamo i due militanti turchi Er Avni e Zeynep Kjilic, ancora rinchiusi a Rebibbia per omaggiare il sanguinario regime di Ankara. Continueremo ad usare la nostra voce per difenderli, assieme a tutti quelli che debbono pagare col carcere la loro sete di giustizia e la loro rivolta contro l´imperialismo.
NEL FRATTEMPO SI VOCIFERA CHE ALTRE DUE INCHIESTE GIUDIZIARIE SONO IN CANTIERE CONTRO IL CAMPO. LA PRIMA, RELATIVA ALLA CAMPAGNA 10 EURO PER RESISTENZA IRACHENA, LA SECONDA, MICIDIALE QUANTO ESILARANTE, TENDENTE A METTERCI SOTTO ACCUSA COME “REGISTI” DEL GRUPPO GUERRIGLIERO “BRIGATE DI MAOMETTO” (sic!) CHE HA FATTO PRIGIONIERI I QUATTRO ITALIANI NEI PRESSI DI FALLUJA. ANCHE IN QUESTA OCCASIONE ALCUNI MEZZI DI INFORMAZIONE E POTENTI GIORNALISTI FANNO DA APRIPISTA ALLO SCOPO DI PREPARARE L´OPINIONE PUBBLICA A DIGERIRE LA NUOVA EVENTUALE RETATA (MAGDI ALLAM E IL CORRIERE DELLA SERA, BRUNO VESPA CON PORTA A PORTA, BELPIETRO CON IL GIORNALE, FELTRI CON LIBERO, ecc). IL TEOREMA E´ SPUDORATO: L´ALLEANZA PATRIOTTICA IRACHENA DI JABBAR AL KHUBAISY SAREBBE UNA ORGANIZZAZINE TERRORISTICA LEGATA AD AL QAEDA CHE COMBATTE IN ARMI “PER AMMAZZARE I NOSTRI SOLDATI IN IRAQ”. Il CAMPO SAREBBE IL SUGGERITORE DEI “TERRORISTI” IRACHENI. FACILMENTE DEDUCIBILI LE SBIRRESCHE CONCLUSIONI.
L´IMMINENZA DI ELEZIONI CHE QUASI CERTAMENTE VEDRANNO IL “PARTITO AMERICANO” PRENDERE UNA SONORA E SALUTARE LEGNATA POTREBBE SPINGERE IL GOVERNO AD ALLESTIRE UNA ROZZA RETATA, E NON E´ ESCLUSO CHE ESSA SIA ANTICIPATA DA QUALCHE “BOTTO” CHE ATTERRISCA I CITTADINI AFFINCHE´ SOSTENGANO UN´EVENTUALE STRETTA REPRESSIVA. AL FONDO E´ EVIDENTE CHE LE FORZE AL POTERE NON ACCETTANO, NON POSSONO TOLLERARE, CHE IN QUESTO PAESE ESISTANO MOVIMENTI CHE A VISO APERTO SI OPPONGONO NON SOLO ALLA GUERRA MA AD UNA POLITICA ESTERA CHE HA FATTO DELL´ITALIA, COME MAI PRIMA, UN CANE DA GUARDIA DEGLI USA. ESSE PUNTANO INFINE A FAR FUORI CHIUNQUE OSI SCHIERARSI, SENSA SE E SENZA MA, CON LA RESISTENZA IRACHENA. A NOI NON RESTA CHE TENERE DURO, FORTI DEL FATTO CHE, NON SEMBRI RETORICO, SIAMO DALLA PARTE DELLA RAGIONE, DI UNA RAGIONE CHE TENDE A FARSI STRADA.
3. Democrazia rovesciata: Firenze 12 giugno CONVEGNO INTERNAZIONALE su repressione, liste nere, reati associativi promosso dal Forum contro la repressione
SABATO 12 GIUGNO ORE 9,30
SMS di Rifredi – Via Vittorio Emanuele II, 303
FIRENZE
Programma
SESSIONE MATTUTINA SULLE LISTE NERE – ORE 9,30
INTERVENGONO:
-Moreno Pasquinelli – Vainer Burani, Giuristi Democratici – Hamza Piccardo, segretario UCOII – DHKC (Turchia) – Behatokia (Associazione basca per I diritti umani) – KKE-ml (Grecia) – Coordinamento Antimperialista Austria
SESSIONE POMERIDIANA SUI REATI ASSOCIATIVI – ORE 14,30
INTERVENGONO:
– Paolo Cento, vicepresidente commissione Giustizia della Camera dei Deputati – Ugo Rescigno, docente di Diritto – Giuseppe Pelazza, avvocato – Alessandro Leoni – Marco Riformetti – Paolo Babini
Questo convegno ਠdedicato a tutti quanti pagano sulla loro pelle l´attuale attacco alla democrazia, a tutti quanti sono detenuti sulla base di norme che sono la negazione di ogni civiltà giuridica, a coloro che subiscono le violenze e le torture di un potere tirannico privo di ogni scrupolo. In particolare ਠdedicato ai militanti turchi Avni Er e Zeynep Kjlic, colpevoli di lottare per una Turchia democratica e socialista ed arrestati nell´ambito della mostruosa inchiesta del 1° aprile.
Hanno sin qui aderito:
Campo Antimperialista; Rivista “Ernesto TOSCANO”; Laboratorio Marxista; Carc; Soccorso Popolare; Asp; Comitati per la Resistenza del popolo iracheno-Iraq Libero; Utopia Concreta, Brescia; Lupo, Osimo; Alleanza Patriottica Irachena (API); Giovanni Barbagli, capogruppo Prc Consiglio regionale Toscana; Alessandro Leoni; Comitato Politico nazionale Prc; Adriana Miniati, Cgil Firenze; Luca Rovai, assessore Prc Montelupo Fiorentino; DHKC-P, Turchia – Fabio Pasquinelli, segretario Prc Osimo; Umbria contro la guerra; Giammarco Burgdofer, rappresentante dei Verdi Osimo; Roberto Cappellini, segretario Federazione di Pistoia del Prc; Maurizio Brotini, Cgil Empoli; Giorgio Lindi, segreteria Prc Federazione di Massa Carrara; Mauro Lenzi, capogruppo Prc Consiglio provinciale di Siena; Stefano Cristiano, assessore Prc Comune di Pistoia; Luciano Giannoni, presidente Collegio di Garanzia regionale della Toscana del Prc; Antonino Moscato, Comitato Federale Prc Firenze; Mariano Mingarelli, costituenda Associazione di amicizia Italia-Palestina, – KKE-ml, Grecia –Luigi Iacomino; Centro Italo-Arabo, Roma; Mediterraneo “Assadakah”, Roma; Antonella Ricciardi, giornalista free lance, Caserta; Maria Paola Macioci; Michele Di Paola, Fiom Firenze; Elsa Ferrazzano, Napoli; Eduardo Heluani, Napoli; Luca Baldelli, segretario Prc Gubbio
segnala la tua adesione: forumcontrolarepressione@virgilio.it
4. Iraq: Rossanda Smemoranda
Siamo stati rimasti esterrefatti nel leggere il fondo della Rossanda su il manifesto del 27 maggio. In pratica afferma che si deve sostenere il piano di Lakhdar Brahimi per l´Iraq. In cosa consiste questo piano? Convincere la cosiddetta comunita´ internazionale a inviare truppe in Iraq, correndo dunque in soccorso agli americani per evitare che sprofondino nelle paludi mesopotamiche. Esageriamo? No, visto che lo dicono gli stessi commentatori di regime. No, visto che tutti sanno che a Brahimi il piano ਠstato suggerito dagli stessi anglo-americani. Con la scusa che “… Non siamo ai tempi del Vietnam, quando c´erano l´URSS e la Cina”, la Rossanda diventa piu´ realista del Re. Pur di “sventare” l´occupazione militare unilaterale statunitense, alla Rossanda pare legittimo e auspicabile che l´Iraq sia preso in consegna da una coalizione “multilaterale” sotto le insegne dell´ONU. La Rossanda, neanche per un attimo, si pone nei panni della Resistenza irachena. Anzi, manco la menziona una sola volta. Quindi non si lascia sfiorare dal dubbio che per la Resistenza il Piano Brahimi ਠun gravissimo pericolo, poiche´ rafforzerebbe l´occupazione militare e le darebbe quella parvenza di legittimita´ di cui gli USA hanno disperato bisogno. Insomma, quello della Rossanda, pare un discorso da Ministro degli esteri ulivista in pectore, un discorso che non solo non si pone dalla parte di un popolo aggredito illegalmente, ma da quello dell´occidente imperialista al quale riconosce la facolta´ di “rimettere a posto i cocci iracheni”, accettando quindi il fatto compiuto dell´invasione imperialista.
Lenin affermava che I rivoluzionari, dopo i cinquantanni, si doveva mandarli tutti in pensione, dato che tendevano a diventare tutti inguaribili opportunisti. Verrebbe di dargli ragione. Fortunatamente, non avendo ancora superato quella soglia, ne´ avendo alcuna aspirazione ulivista, possiamo permetterci di sostenere la Resistenza del popolo iracheno, per il quale non fa molta differenza subire un´occupazione imperialista monopolare o multipolare. Supponiamo che la Rossanda fara´ spallucce davanti ad un tale “primitivismo politico”. Che rifletta almeno sul nuovo governo appena insediatosi a Bagdad, quello che dovrebbe pilotare il “processo democratico”: Iyad Allawi Primo ministro, Ghazi M. al-Yawer Presidente, tutti e due noti per essere da tempo sul libro paga della CIA. Si guardi poi la lista dei ministri, a partire da quello del Petrolio, tutti accuratamente filo-americani. Nessun iracheno puo´ credere che questa compagine restituira´ la legittima sovranita´ al popolo iracheno, tant´e´ che contestualmente alla loro investitura questi Quisling hanno subito reso omaggio alle truppe d´occupazione, invitate non a tornare a casa, ma a tenere in piedi la baracca (per questo la Resistenza li ha salutati alla sua maniera).
5. Il 4 giugno, Bush e noi
L´arrivo a Roma di Bush, il grande criminale di guerra, carica la manifestazione del 4 giugno di grande valore simbolico. L´Ulivo, che si appresta a tornare al governo, dovendo mostrare alla´Imperatore la propria fedelta´ atlantica e il proprio filoamericanismo, ha deciso che disertera´ la piazza. Viene cosଠsuggellato il tormentone politico su ritiro si-ritiro no-ritiro ni, che ha tenuto in ostaggio gli italiani per un anno intero. Ma non c´e´ solo il boicottaggio ulivista a mettere a repentaglio il successo pieno, ovvero il carattere di massa della manifestazione. I dati che ci vengono forniti dai compagni e´ che dalle diverse regioni, provincie e citta´, nemmeno chi formalmente aderisce alla manifestazione sta davvero spingendo per il suo successo. Per la gran parte lo sforzo organizzativo sta ricadendo sulle forze antagoniste. Non solo D´Alema e Rutelli, ma pure i loro alleati di sinistra pronti ad imbarcarsi al governo, stanno scomodi perche´ temono che la manifestazione si carichi di significati “antiamericanisti” o che rompa le regole imposte dal Ministero degli Interni, ovvero il carattere pacifico del corteo. All´unisono tutti gli organi di stampa mettono in guardia contro l´antiamericanismo, additandoci in questo caso come la vera e propria pietra dello scandalo: “voi non siete solo contro il governo ma contro il popolo americano!” Accusa demenziale.
L´americanismo e´ l´ideologia imperialistica e sciovinistica che considera gli USA i campioni della democrazia e gli alfieri della liberta´; che attribuisce loro, di conseguenza, una speciale missione civilizzatrice. Ieri contro la minaccia del comunismo, oggi contro quella del terrorismo –ove per terrorismo intendono tutte le forze ostili alla tirannia americana. In questo senso siamo si antiamericanisti, come lo e´ una minoranza cosciente degli stessi cittadini statunitensi. L´equazione “antiamericanismo=odio verso il popolo nordamericano” e´ della stessa risma di quella che accusa gli antisionisti di essere antisemiti. In verita´ non si puo´ essere oggi antimperialisti e anticapitalisti senza essere antiamericanisti, dato che l´americanismo ਠl´ideologia dominante, la visione del mondo su cui poggia il capitalismo reale e gli USA l´architrave dell´ordine mondiale.
Riguardo al carrattere della manifestazione solo due cose. Viene fatta artatamente confusione tra carattere pacifico e carattere pacifista. Pacifisti non siamo, pacifici si, ma questo non equivale ad accettare come leggi divine le prescrizioni di un governo tutt´altro che pacifico che da Genova in poi non solo pretende di esercitare il monopolio della forza, ma che l´ha usa non solo in Iraq o in Afganistan, ma pure in Italia, per rafforzare il sistema di oppressione imperialistico. Questo sistema loro lo puntellano, noi vogliamo demolirlo. La lotta e´ dunque antagonista. In linea di principio sarebbe dunque ammissibile impedire a Bush, il grande criminale di guerra, di passeggiare per Roma indisturbato col suo valletto Berlusconi. Ma cio´ che e´ giusto in linea di principio non e´ sempre auspicabile ne´ fattibile. Oltre che pacifici siamo anche realisti. Ogni azione minoritaria di boicottaggio potrebbe risolversi in un boomerang per il *movimento* e in un vantaggio per questo governo. Ove invece queste azioni fossero di massa, partecipate e condivise, la musica cambierebbe. Esse non solo sono legittime ma auspicabili. Luca Casarini ci perdonera´ se ci permettiamo di citarlo: “… visto il macello iracheno e le torture di Abu Grahib, il minimo che si possa fare e´ un po´ di casino”. Ove per “casino”, se comprendiamo correttamente, si intende appunto la RESISTENZA, declinata nelle forme possibili, che dipendono appunto dalla determinazione e dalla rabbia, non di qualche manipolo di coraggiosi, ma di decine e centinaia di migliaia di persone.