Jabbar al-Kubaisy, portavoce dell´Alleanza Patriottica Irachena
OSTAGGI E RISCATTI. UN´ALTRO SPICCHIO DI VERITA´
Blitz? Ma quale blitz? E´ stata una messinscena. Per liberare i tre italiani il governo italiano, in barba a tutte le sue dichiarazioni da “fronte della fermezza” ha pagato un ingente riscatto (9milioni di euro?). A dirlo non sono solo esponenti della Resistenza irachena, noi, Gino Strada. A dirlo e´ adesso anche il Sunday Times. I giornali italiani hanno tentato di tenere nascoste le affermazioni del giornale inglese, ma alla fine sono stati obbligati a riportarle, cercando pero´ di salvare capra e cavoli, nell´intento di proteggere Berlusconi dall´accusa di essere … uno dei finanziatori del “terrorismo” iracheno (altro che i nostri Dieci Euro!). Non si parla infatti di riscatto pagato ai guerriglieri ma…. “di una forte somma per corrompere uno dei carcerieri che avrebbe cosi consentito agli americani di fare il…blitz”. Insomma, la verita´ sta venendo a galla, seppure in modo contorto. E´ che in questa vicenda, non appena i gueriglieri comunicarono durante la manifestazione romana del 29 aprile che avrebbero consegnato i tre italiani catturati, svariati sono stati i tentativi di depistaggio, le interferenze per sabotare la missione della delegazione capeggiata da Gino Strada. L´ultimo in ordine di tempo ha dell´incredibile. ANSA e ADNKRONOS battono il 17 giugno, a piu´ riprese, due dispacci pressoche´ identici. Un signore dal nome Safaa al-Ujaily, accreditatosi come alto esponente dell´Alleanza Patriottica Irachena (API) nonche´ personale portavoce di Jabbar al-Kubaisy avrebbe convocato una confereenza stampa urgente per comunicare cose importanti proprio riguardo alla vicenda degli italiani. Il signor al-Ujaily avrebbe tra l´altro affermato che l´Alleanza patriottica non ha mai contattato il Campo Antimperialista per comunicare la disponibilita´ dei guerriglieri a consegnare i tre italiani senza condizioni ma ad una delegazione antiguerra; che l´API non ha alcun contatto con gli antimperialisti italiani; che l´API e´ in buoni rapporti con la Croce Rossa italiana; che non e´ vero che e´ stato pagato un riscatto. Infine: che l´API e´ contro ogni forma di violenza.
In verita´ Safaa al-Ujaily non c´entra niente, ne´ con l´API ne´ con Kubaisy. Ecco infatti cosa ci ha scritto Kubaisy dopo essere stato informato di questa nuova bufala:
Cari amici
1- Safaa al-Ujaily non fa parte dell´Alleanza Patriottica ma della Assemblea dei Patrioti Iracheni (GPA). Comeminimo c´e´ stato quindi un errore di traduzione dall´arabo all´italiano. Personalmente avevo incontrato questo signore solo due volte, nel tentativo di formare un fronte unito. Ho quindi chiesto direttamente a lui come fossero andate le cose. Egli mi ha assicurato di aver fatto la conferenza stampa a nome del suo gruppo negando sia di aver accennato all´API che di parlare a mio nome.
2- Safaa mi ha inoltre detto che in effetti essi hanno rapporti con la Croce Rossa italiana dato che sono stati riforniti di medicinali, portati poi a Kuffa e Najaf durante le battaglie che erano in corso (anche a Falluja? Ndr)
3- Quando i giornalisti gli hanno chiesto se mi conoscesse ha solo risposto solo che era pronto a lavorare con noi contro l´occupazione
4- Come API non abbiamo mai avuto contatti con la Croce Rossa italiana. E tutti dovrebbero stare certi che continueremo, assieme al nostro popolo, la lotta contro l´occupazione e l´imperialismo e che non avremo dunque alcun contatto con qualunque organizzazione legata agli occupanti.
Con stima
Jabbar al-Kubaisy, portavoce dell´Alleanza Patriottica Irachena
24 giugno 2004
Se si voleva un esempio di come la stampa costruisce di sana pianta una bufala, ora l´abbiamo. Possibile che i giornalisti italiani hanno confuso l´API con il GPA (quest´ultima ha effettivamente ha un piede dentro il governo ad Interim)? Che abbiano frainteso a nome di chi parlava Safaa al-Ujaily? Possibile che si sia trattato solo di problemi legati alla traduzione? Francamente no. Pensiamo piuttosto che quella conferenza e´ stata sollecitata dagli agenti del governo italiano allo scopo di accreditare la tesi del blitz, di stampellare il governo e le sue dichiarazioni improbabili, di sbugiardare Gino Strada, e soprattutto di delegittimare Kubaisy e sputtanare il Campo. In questo caso e´ evidente che tale Safaa al-Ujaily si e´ prestato scientemente a questo gioco e allora e´ probabile che egli sia stato nell´intrigo fin dall´inizio come referente dei servizi italiani allo scopo di “lavorarsi qualcuno” e far fallire l´iniziativa di Strada. Ultima domanda: i giornalisti italiani che erano a quella conferenza stampa: dormivano o sapevano a che gioco giocavano? Delle due l´una.