I POLLI DI RENZO!
Il rinvio a giudizio dei tredici compagni/e nell´inchiesta giudiziario-poliziesca nota come “Sud Ribelle”, e´ un fatto estremamente grave. Esso indica che questo governo e il grosso degli apparati repressivi non mollano la presa sulle opposizioni antagoniste. Antimperialisti, disobbedienti, anarchici, comunisti rivoluzionari, immigrati islamici: ormai nessuno e´ escluso. Purtroppo ogni corrente si difende per conto proprio, comportandosi come i polli di Renzo nei Promesi sposi, che bisticciavano tra loro mentre venivano portati al macello. Si fa sempre un gran parlare di unita´ del movimento, e piu´ se ne parla piu´ essa si allontana. Perche´ non inziamo costituendo una struttura comune di autodifesa legale e politica?
“Il giudice per le udienze preliminari Giuseppa Ferrucci ha accolto pienamente il castello accusatorio inventato dai Ros e perseguito dal PM Fiordalisi, rinviando a giudizio 13 compagni/e per “cospirazione politica mediante associazione sovversiva denominata Sud Ribelle”. Per come sono andate le udienze, per il rigetto di tutte le istanze della difesa (compresa la prova cardine di visionare/periziare le intercettazioni telefoniche su cui si basa l´accusa), era scontato che la gup non sconfessasse questa mostruosa inchiesta, visto che tra l´altro dispensa promozioni e prebende agli inquirenti: la ex gip Plastina promossa al Ministero, il PM Fiordalisi trasferito alla Procura di Paola, da cui era stato allontanato!
Il collegio di difesa aveva già denunciato pubblicamente la gup ricusandola, nonchà© presenziando parzialmente alle udienze e dando vita, con parlamentari, giuristi e forze sindacali e sociali (tra cui Cobas, Fiom, Arci), all´ “Osservatorio contro la persecuzione del dissenso”, capace di seguire il processo di Cosenza, di denunciare gli abusi, di allargare la partecipazione per liberarci dei reati associativi e d´opinione con cui il potere tradizionalmente criminalizza gli oppositori e le lotte sociali.
Stanti questi risultati, la procura di Cosenza rimane un centro di potere allineato alle direttive governative, che nà© la grande mobilitazione popolare, nà© le forti prese di posizione degli amministratori locali, dell´Università della Calabria e del vescovo, sono riuscite finora a scalfire. Le istituzioni governative hanno ordinato la vendetta nei confronti dei no global che hanno osato contestare i vertici di Napoli e Genova (la gup ha accettato la costituzione di parte civile di Berlusconi e ministri vari che pretendono un risarcimento di 5 milioni di euro per “danni all´immagine”!), la complice e solitaria procura di Cosenza ha eseguito, la giustizia ha fallito!
La procura di Cosenza merita da tempo l´attenzione del CSM e un´indagine parlamentare: nell´ambito della sua giurisdizione, negli anni più recenti, ci sono stati 22 morti ammazzati, collusioni tra mafie e politici, traffici illeciti, legalità sotto tiro; su questo poco si indaga, ma si trova il tempo e lo spreco di uomini e mezzi per inchieste fasulle, rifiutate dalle procure di Napoli e Genova, luoghi dove sarebbero avvenuti i fatti contestati.
Discorso a parte sui Ros, il cui deviazionismo istituzionale ਠdocumentato dal rinvio a giudizio a Milano del suo comandante Ganzer e altri compari per “associazione a delinquere armata”, e soprattutto dalle molteplici inchieste artefatte e orchestrate ai danni di realtà di sinistra e comunità islamiche, che non hanno retto il giudizio di merito che ha mandato sempre assolti gli arrestati-imputati.
La Confederazione Cobas, mentre esprime tutta la solidarietà e l´affetto agli accusati (tra di loro, due membri dell´esecutivo nazionale Cobas e altri attivisti), si fa parte attiva del percorso di mobilitazione occorrente a smascherare il famigerato “teorema Cosenza” per puntare in ogni sede al suo fallimento, con la piena restituzione della libertà personale (tuttora condizionata da firme giornaliere e altre vessazioni) e dell´agibilità politica ai compagni e alle compagne coinvolti/e.”
Esecutivo Nazionale Confederazione Cobas, Roma, 9 luglio 2004