Comunicati e proteste per l´annullamento del Referendum popolare sulle basi militari straniere in Sardegna
COMITADU FIRMA SA BOMBA
Comunicati e proteste per l´annullamento del Referendum popolare sulle basi militari straniere in Sardegna
BOCCIATO DALLA REGIONE IL REFERENDUM CONTRO BASE NUCLEARE DI S. STEFANO
I SARDI NON HANNO IL DIRITTO DI “FIRMARE SA BOMBA”
Per vie traverse, in quanto niente ਠstato notificato al comitato promotore, veniamo a sapere che la commissione regionale per i referendum ha bocciato il referendum “Firma sa Bomba” che chiamava i sardi a pronunziarsi, con un referendum consultivo, sul seguente quesito;
“Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?”
La bocciatura ਠstata motivata dal fatto che il quesito ਠstato ritenuto uguale a quello bocciato dalla Corte Costituzionale nel 1989 con il seguente dispositivo (Depositato in cancelleria il 18 maggio 1989);
I referendum consultivi per i quesiti 1), 3) e 4) convocati con decreto del 19 ottobre 1988 dal Presidente della Giunta Regionale Sarda, due per l´11 dicembre 1998 e il terzo il 16 aprile 1989, sono stati annullati dalla CORTE COSTITUZIONALE con il seguente dispositivo;
Per i seguenti motivi, la Corte Costituzionale;
a) dichiara che non spetta alla Regione indire referendum di cui al decreto del Presidente della Giunta della regione Sardegna del 19 ottobre 1988, n. 161;
b) annulla il decreto di indizione di tre referendum consultivi che si sarebbero dovuti tenere rispettivamente due l´11 dicembre 1988 ed il terzo il 16 aprile 1989.
Cosଠdeciso in Roma, nella sede della Corte Costituzionale, Palazzo della Consulta, il 16 aprile 1989.
F.to: Francesco SAJA, Presidente
Francesco GRECO, Redattore
Doro MINELLI, Cancelliere
Riteniamo la motivazione assolutamente inammissibile in quanto i tre quesiti ai quali fa riferimento la sentenza della Corte Costituzionale sono totalmente diversi dal quesito respinto dalla commissione regionale.
Mentre i quesiti del 1989 il cui testo à¨;
1) Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere istituite a seguito di atti internazionali non sottoposti al prescritto controllo del Parlamento e diretti ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?
2) Volete voi che il Consiglio Regionale della Sardegna dichiari il territorio dell´isola ed i mari adiacenti interdetti a insediamenti nucleari, al transito di veicoli a propulsione nucleare o con a bordo armi atomiche ?
3) Volete voi che il Consiglio Regionale della Sardegna presenti alle Camere, ai sensi dell´art. 21 secondo comma della Costituzione e art. 51 dello Statuto Sardo, una proposta di legge per vietare, esperendo le necessarie iniziative internazionali, il transito e l´approdo nelle acque territoriali italiane di naviglio a propulsione nucleare o con a bordo armi atomiche ?
4) Volete voi che il Consiglio Regionale della Sardegna presenti alle Camere, ai sensi dell´art. 121 secondo comma della Costituzione e art. 51 dello Statuto Sardo, una proposta di legge di revisione dell´art. 80 della Costituzione per consentire l´accertamento della volontà popolare tramite referendum consultivo sui trattati internazionali di natura politica la cui ratifica ਠsottoposta all´autorizzazione del Parlamento ?
fanno riferimento a leggi e trattati che esulano dalla competenza della Regione il quesito del 2004 ਠbasato sul diritto costituzionale di ogni cittadino, compresi i sardi, di esprimere un semplice parere su di un fatto che lo riguarda in quanto possibile parte lesa.
Un parere consultivo che non puಠinficiare eventuali accordi internazionali stipulati dallo Stato.
Non mettiamo in discussione la forte valenza politica del referendum in questione, se cosଠnon fosse non avrebbe avuto senso proporlo, ma non siamo d´accordo che il condizionamento andrebbe a riflettersi unicamente negli organi dello stato e non in quelli delle Regione.
In seguito al successo del referendum la regione potrebbe, per esempio, impedire l´ampliamento della base di S. Stefano, intensificare i controlli sull´inquinamento ambientale, pretendere di essere informata su tutte le operazioni a rischio e su che fine fanno le scorie radioattive prodotte dai motori a propulsione nucleare dei sommergibili.
Atti giuridicamente validi potrebbero dunque essere adottati dalla Regione Sardegna e dunque il referendum ha ragione d´essere.
E´ grave che ancora una volta sia impedito ai sardi il diritto d´opinione su una questione cosଠsentita come quella del rischio nucleare e delle servitù militari ed ਠancora più grave che questo impedimento venga dalla istituzione regionale proprio sotto la presidenza di chi aveva promesso di liberare i sardi da questo tipo di rischio.
SNI, parte attiva del Comitadu “Firma sa Bomba” , attiverà insieme al Comitadu tutte le iniziative che saranno necessarie, compresa quella del ricorso, per restituire ai sardi il diritto di esprimersi.
La base nucleare americana e tutte le basi militari, sono incompatibili con il nostro territorio e con il nostro popolo, per nessuna ragione e per nessun prezzo siamo disposti a tollerarle, non solo non vogliamo correre nessun rischio ma vogliamo essere sovrani sulla nostra terra.
Chiederemo un incontro con il presidente Soru e gli ricorderemo che i sardi lo hanno votato anche per gli impegni che ha preso in riguardo al rischio nucleare dovuto alla base di S. Stefano e quello dell´uranio impoverito dovuto ai poligoni di tiro.
Le servitù militari non possono più far parte del nostro presente e del nostro futuro ma solo del nostro passato.
NUORO 11/08/04 IL COORDINATORE NAZIONALE
Bustianu Cumpostu
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AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
CONFERENZA STAMPA
BOCCIATURA REFERENDUM CONSULTIVO “FIRMA SA BOMBA”
VENEDI´ 13 ORE 10 A CAGLIARI PRESSO SEDE REGIONALE DI VIA TRENTO
SIT-IN DI PROTESTA CONTRO L´UFFICIO REGIONALE RFERNDUM CHE HA CHIUSO LA BOCCA AI SARDI.
Il referendum che avrebbe chiamato il popolo sardo a pronunciarsi sul quesito “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?” , ਠstato bocciato dall´Ufficio Referendum della Regione.
Ancora una volta i sardi saranno impediti, non solo di decidere sul loro destino ma anche di esprimere un semplice parere in merito ad una questione che li riguarda.
Per i sardi non valgono neanche i principi fondamentali sanciti da ogni costituzione democratica, essi non hanno il diritto di opinione, viene imposto loro di tacere e subire in silenzio.
L´Ufficio Regionale Referendum, approfittando del clima feriale di ferragosto, ਠstato più realista del re, con un atto che riafferma la sudditanza allo stato italiano ha tolto alla Corte Costituzionale l´incombenza di ripetere la repressione coloniale e antisarda del 1989.
Dichiarando incostituzionale un referendum basato sul semplice diritto di opinione, l´Ufficio Referendum ha compiuto un atto antidemocratico e lesivo della dignità del nostro popolo, ha chiuso la bocca ai sardi.
Anche se sotto ferragosto non possiamo lasciare correre.
Come inizio di una lotta che prevede anche il ricorso amministrativo e altre forme di mobilitazione democratiche, il Comitadu Firma Sa Bomba indice per domani 13 agosto alle ore 10, un Sit-In a Cagliari sotto il palazzo regionale di via Trento, dove ha sede l´Ufficio Referendum, per protestare contro la bocciatura e tenere una conferenza stampa sulla questione.
Cagliari 12/08/04
Comitadu “Firma sa Bomba”
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INCONTRO CON SORU
BOCCIATURA REFERENDUM CONSULTIVO “FIRMA SA BOMBA”
LUNEDI´ 23 ORE 16 A CAGLIARI PRESSO SEDE REGIONALE DI VIA TRENTO
INCONTRO CON IL PRESIDENTE SORU
Il Comitadu FIRMA SA BOMBA incontrerà il Presidente Soru per prospettargli l´intollerabile e umiliante situazione che si ਠvenuta a creare, per il popolo sardo, in seguito alla bocciatura del referendum che lo avrebbe chiamato a pronunciarsi sul quesito “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?” e dunque ad esprimere una semplice opinione su una questione che lo riguarda molto da vicino.
Chiederemo, in qualità di capo istituzionale del nostro popolo prenda atto che, ancora una volta i sardi saranno impediti, non solo di decidere sul loro destino ma anche di esprimere un semplice parere in merito ad una questione che li riguarda, che per loro non valgono neanche i principi fondamentali sanciti da ogni costituzione democratica, che i cittadini che lui governa non hanno il diritto di opinione e viene imposto loro di tacere e subire in silenzio.
Comunicheremo al Presidente che il Comitadu Firma Sa Bomba intende mobilitarsi per restituire ai sardi il diritto di opinione e che oltre alle iniziative di lotta pubbliche e pacifiche ha intenzione di ricorrere, contro la decisione dell´Ufficio Referendum, in tutte le sedi ed in tutti i livelli fino alla Corte Europea. Chiederemo al Presidente che si attivi perchà© la regione sarda si costituisca Parte Civile contro la presenza delle basi militari nel territorio sardo.
Cagliari 20/08/04
Comitadu “Firma sa Bomba”