Notiziario del Campo Antimperialista … 24 SETTEMBRE 2004
Notiziario del Campo Antimperialista … 24 SETTEMBRE 2004
itacampo@antiimperialista.org
Questo Notiziario contiene:
1. ORE DISPERATE-IRE DISPARATE
2. UNA BUONA, UNA CATTIVA… E UNA CATTIVISSIMA
3. DESAPARECIDO: APPELLO PER LA LIBERTA´ IMMEDIATA PER KUBAYSI! (arrestato a Bagdad dagli americani e ora scomparso)
4. VENEZUELA FEBBRAIO 2005: CAMPO ANTIMPERIALISTA BOLIVARIANO (invito a far parte della delegazione italiana)
5. 25 SETTEMBRE 2004: GIORNATA INTERNAZIONALE D´AZIONE PER LA RESISTENZA IRACHENA
6. LIVIO MAITAN CI HA LASCIATI
1. ORE DISPERATE-IRE DISPARATE
Ci sono vari modi per fare la guerra. Quello piu´ pericoloso e difficile da combattere non e´ quello che veste la divisa dei marines. La Resistenza irachena insegna infatti che non esiste un esercito imbattibile, che nessun mercenario puo´ sfuggire alle implacabili leggi della balistica ne´ alla vendetta dell´insurrezione popolare. Il modo piu´ efficace con cui l´imperialismo conduce la guerra e´ quello della propaganda. I giornalisti sono infatti i piu´ pericolosi tra tutti i soldati. Non hanno pistole ma penne, non mitraglie ma microfoni, non bombe al fosforo ma telecamere. Una volta il potere gli passava le veline e loro dovevano adeguarsi e mentire. Oggi non e´ piu´ cosi´. L´implacabile termpo reale entro cui rimbalzano le informazioni fa si che i giornalisti non attendono che gli sia data la linea, sono loro, anzi, a formularla, ovvero a costruire la menzogna, ad impacchettarla, a tradurla affinche´ penetri nei piu´ sperduti anfratti sociali e mentali. Da semplici pennivendoli sono diventati facitori e architetti dell´immaginario collettivo, ovvero vampiri della coscienza sociale.
E´ bastato che l´Imperatore desse il La´ con la guerra all´Iraq e scandisse poi il ritmo a suon di bombardamenti, affinche´ lo sterminato esercito dei columnist, dei conduttori e dei telepredicatori, passasse all´offensiva terrorizzando i cittadini avvertendoli che e´ in corso la finale lotta del bene contro il male. La assordante campagna ha capovolto l´ordine dei fattori: non e´ la spinta alla supremazia americana che schiaccia i popoli, ma sono questi che minacciano gli USA. Non e´ l´Occidente a voler imporre il suo sistema mercantile di sfruttamento, ma Bin Laden, dalla sua caverna, che cerca di invaderci e convertirci. Il mondo era rose e fiori fino all´11 settembre, quando la Storia sarebbe davvero comiinciata. E siccome ci hanno dichiarato guerra, bando alle ciance, alla politica, al dialogo: non si puo´ fare marcia indietro, pena l´abisso. Brandiscono lo spauracchio del fondamentalismo islamico, ma quello loro lo e´ peggio, perche´ fa leva sui piu´ bassi istinti umani, sull´irrazionalismo del piccolo borghese occidentale, sulla furia isterica di chi non vuole saperne di misurarsi col mondo, di guardare in faccia in che razza di crisi irreversibile il capitalismo la sta portando. Il ceto medio globale vuole essere rassicurato che non il sistema e´ grippato, ma che c´e´ un nemico esterno, diabolico, sanguinario. Ritorna l´atavico spirito crociato con cui l´Occidente si fece largo nella storia: c´e´ una sola salvezza condurre e vincere la guerra, come fu vinta quella contro il nazismo e, ora lo dicono apertamente, come quella contro il comunismo.
I mezzi di comunicazione di massa debbono soreggere questa visione paranoica e manichea. Per farlo debbono non solo mentire e ingannare ma terrorizzare i telecittadini. In questo essi sono piu´ indispensabili degli eserciti, sono piu´ micidiali delle truppe imperialiste. E´ piu´ facile fermare un carro armato a Falluja o a Bagdad, che tener testa a Bruno Vespa o a Panebianco. Qui da noi chi e come puo´ fermare l´Armata dei telepredicatori? Come possiamo opporci alla falsificazione pianificata se la sproporzione dei mezzi e´ tanto colossale? Loro hanno la bomba atomica della TV, noi al massimo il telecomando, che ci consente di scegliere democraticamente da chi preferiamo essere turlipinati.
I mezzi di informazione sono una vera e propria arma di distruzione di massa. Guardate alla maniera con cui trattano la vicenda irachena. Il fatto colossale che il piu´ potente esercito d´ogni tempo sia sulla difensiiva e il suo piano di stabilizzazione dell´occupazione si fallito, che la Resistenza lo colpisca dove e quando vuole, che essa abbia liberato vasta aree del paese, che questo testimoni che un intero popolo sta insorgendo, solo, contro il Moloch americano. Tutto questo va sullo sfondo, poiche´ noi dobbiamo discutere solo di sequestri di persona e sgozzamenti i quali, di tutta evidenza, non hanno alcuna reale importanza, ne´ storica ne´ militare. Siamo in presenza di un piano sovraordinato e preordinato. Non si tratta solo di sputtanare una Resistenza sacrosanta: si tratta di inseguire e braccare, e alla fine uccidere, l´ammirazione per gli indomiti combattenti iracheni, un rispetto che ha un grande valore morale, che non puo´ essere affermato e che purtuttavia si annida nei cuori e nelle menti di ogni cittadino che non abbia portato la testa all´ammasso dei telecomandati. La propaganda si lagna che i “terroristi iracheni” usano abilmente i media mostrando le decapitazioni. Lacrime di coccodrillo: la tivu non solo galleggia sul sangue, essa chiede e chiama sangue, il suo obbiettivo e´ un vero e proprio sterminio di massa: tagliare la testa a tutti coloro che pensano ma non possono dichiarare cosa pensano. Pensare con la propria testa e´ peccato mortale. Guai ai refrattari!
In questo ingranaggio mefistofelico sono finite anche le due Simone. Un governo di guerra, lo Stato di guerra, non hanno esitato a trascinarle nel fango della loro demagogia sciovinista e patriottarda, loro che stavano in Iraq contro gli occupanti, illudendosi cosi salvare, agli occhi degli iracheni, l´immagine di un popolo, quello italiano, che non ha mai condiviso la guerra. Questo Stato infame, col suo governicchio di nani e con l´avallo di un´opposizione miserabile, e´ riuscito a porre sotto tutela l´immagine delle due Simone, a farne due martiri italiane, ovvero due icone della “guerra umanitaria”. Il popolo tace, assistendo paralizzato allo spettacolo pornografico dello stupro collettivo, al massacro della dignita´, allo sgozzamento della memoria. E guai a non partecipare a questo rito di cannibali: in questi tempi di caccia alle streghe c´e´ sempre un rogo pronto in cui dar fuoco a coloro i quali pensano che gli shahid sono martiri o eroi, che USA e Israele sono una minaccia per l´umanita´, che gli occupanti dell´Iraq sono dei terroristi fuorilegge. E lo faranno senza esitare, magari in nome di Simona Torretta e Simona Pari, cosi come la Chiesa bruciava gli eretici in nome di Cristo.
2. UNA BUONA, UNA CATTIVA… E UNA CATTIVISSIMA
Quella buona e´ l´assoluzione, “perche´ il fatto non sussiste”, dei compagni romani di Iniziativa Comunista che, come si ricordera´, si sono fatti otto mesi di galera per un´inchiesta vergognosa condotta dai ROS e voluta dalla procura antiterrorismo romana. L´accusa, crollata come un castello di carte, era quella per cui Iniziativa era una banda armata, certamente intrecciata alle Brigate Rosse. Salutiamo Norberto, Barbara e tutti gli altri e ci felicitiamo per la fine del loro incubo.
Quella cattiva e´ invece la condanna di Luca Casarini, Don Vitaliano e altri compagni per la manifestazione di quattro anni fa a Bologna, organizzata per protestare contro il raduno dei neofascisti e razzisti di Forza Nuova e che fu segnata da violente cariche della polizia. Una condanna che conferma come la magistratura, quando si tratta di perseguire l´antagonismo sociale, va a braccetto col governo Berlusconi e il suo ministro degli interni. Una condanna che rappresenta un pesante colpo ai Disobbedienti e che per il potere vuole essere un monito per tutto l´antagonismo sociale.
Quella cattivissima e´ la motivazione con cui il Tribunale del Riesame di Firenze ha respinto la richiesta dei domiciliati a William Frediani, militante del Campo Antimperialista, in carcere a Pisa dal 6 agosto scorso.
Ecco quanto scrivono I nostri compagni tosacani:
L´accusa con cui William e´ stato arrestato ਠquella di far parte delle COR (Cellule di Offensiva Rivoluzionaria) che si sono assunte la paternità di alcuni atti incendiari avvenuti a Pisa, per lo più ai danni di esponenti locali di Alleanza Nazionale. E´ la stessa accusa che ha colpito, dal 7 giugno scorso, il gruppo Il Silvestre e che ha portato in carcere anche Alessio Perondi, mentre altri 5 compagni sono agli arresti domiciliari restrittivi ed un sesto, Francesco Gioia, ha deciso di sottrarvisi dopo l´ordinanza di custodia in carcere per William Frediani (in un primo momento anch´egli ai “domiciliari”).
Con questa inchiesta, costruita su labilissimi elementi indiziari, si ਠvoluto rispondere ad una domanda d´ordine sempre più sollecitata dalle forze reazionarie, dando cosଠalimento ai teoremi di Pisanu e dei Servizi segreti. Nella relazione semestrale dei Servizi si indicano infatti come massimi pericoli per l´Italia “gli antimperialisti che sostengono la Resistenza irachena e gli anarco-insurrezionalisti”. In questo contesto le COR sembrano diventare il pericolo pubblico numero uno.
Sugli arresti di Pisa ਠcalato un pesante silenzio. La sinistra “politicamente corretta” nel migliore dei casi tace, mentre anche una parte di quella antagonista sottovaluta gravemente il significato di questa inchiesta.
Non ਠfacile dare la sveglia a chi non vuol sentire. Eppure gli elementi che dovrebbero dare l´allarme ci sono tutti.
Per far capire la gravità di quanto sta avvenendo, citiamo un passo della sentenza del Tribunale del riesame di Firenze, del 16 agosto scorso, che ha accolto la richiesta del PM (carcere, anzichà© arresti domiciliari) nei confronti di William Frediani e Francesco Gioia.
Per sostenere questa decisione, i giudici fiorentini sono arrivati a scrivere che “la pericolosità del soggetto” deriverebbe dal fatto che egli (William Frediani) à¨: “soprattutto sorretto da convinzioni ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a questo momento espresse dalle COR, convinzioni che mostrano l´adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice comunista che – si potrebbe dire: inevitabilmente – prevale sull´ispirazione anarchica”.
Dunque: Frediani stia in carcere in quanto comunista!
Questo nell´Italia 2004!
Dovrebbe essere abbastanza perchà© tutti coloro che non si sono arresi a questo Stato di polizia, alzino la testa e facciano sentire la loro voce per esprimere la solidarietà a tutti i militanti antagonisti colpiti.
Libertà per William Frediani, per i compagni del Silvestre e per tutti gli antimperialisti!
3. DESAPARECIDO: APPELLO PER LA LIBERTA´ IMMEDIATA PER KUBAYSI! (arrestato a Bagdad dagli americani e ora scomparso)
A p p e l l o I n t e r n a z I o n a l e
L´indirizzo a cui inviare le firme di adesione e´ il seguente: liberokubaysi@tiscali.it
ABDUL JABBAR AL-KUBAYSI, presidente della Alleanza Patriottica Irachena e noto esponente della Resistenza popolare,
e´ stato arrestato la notte del 3 settembre in un quartiere di Bagdad controllato dalla guerriglia.
La casa dove risiedeva ਠstata accerchiata e assaltata dalle truppe americane, le quali hanno fatto uso di elicotteri, carri armati e un centinaio soldati armati fino ai denti.
ABDUL JABBAR, subito dopo l´aggressione anglo-americana, decise di porre fine a trenta anni di esilio per tornare in Iraq proprio allo scopo di lottare per cacciare gli occupanti. Da piu´ di un anno, in condizioni difficilissime, ha profuso ogni sua energia per realizzare l´unione di tutte le forze popolari che combattono per l´indipendenza e la sovranita´ del suo paese.
L´impegno appassionato per la liberta´ dell´Iraq, l´amore per il suo popolo martoriato dalla guerra, l´ inflessibile determinazione a cacciare gli invasori imperialisti, gli sono valsi la feroce ostilita´ sia degli americani che dei loro satrapi locali (primo fra tutti il presunto presidente Allawi), i quali per questo e da tempo gli davano una caccia spietata.
Esprimiamo la piu´ vibrata protesta contro il sequestro di ABDUL JABBAR, come quello di ogni altro partigiano iracheno. Esso e´ un vero atto di pirateria internazionale, perpetrato da un potere dispotico (nessuno dimentica Abu Ghraib) e giuridicamente illegale, per il quale la democrazia e´ valida solo entro il perimetro in cui sono asserragliati coloro che accettano servilmente un´occupazione sanguinosa quanto illegittima.
Esprimendo piena solidarieta´ alla famiglia e ai compagni di ABDUL JABBAR, ne chiediamo l´immediato rilascio, ripromettendoci, ove questa liberazione non fosse immediata e incondizionata, di inviare a Bagdad la piu´ autorevole delegazione internazionale.
LIBERTA´ PER ABDUL JABBAR AL-KUBAYSI!
VIA TUTTE LE TRUPPE D´OCCUPAZIONE DALL´IRAQ!
AUTODETERMINAZIONE E LIBERTA´ PER IL POPOLO IRACHENO!
L´indirizzo a cui inviare le firme di adesione e´ il seguente: liberokubaysi@tiscali.it
STANNO GIUNGENDO CENTINAIA DI FIRME, AGGIUNGI ANCHE LA TUA!
PRIMI FIRMATARI:
J. Pierre Page, Parigi
Walter Wendelin, ASKAPENA, Paesi Baschi
John Catalinotto, IAC, USA
Hülya Sekerci, Presidente di Ozgur Der, Turchia
Peoples Resistance, (AIPRF), India
Choukri Latif, Marocco
Domenico Losurdo, Italia
Giuseppe Pelazza, avvocato, Italia
Jagat Thoudam, Presidente di AMUCO, Indie orientali
Sean Burns (32csm-International Department), Belfast, Irlanda
Badruddin Umar, Presidente del Bangladesh National Liberation Council
Costanzo Preve, Italia
Serdar Y…žlmaz, Diyarbakir, Kurdistan
Kenan Alpay, editore di Haksoz, Istanbul, Turchia
Leonardo Mazzei, Presidente Comitati Iraq Libero, italia
Sammi Alaa, presidente del Comitato Iraq Libero, Danimarca
Gabriele Roberto, Italia
Ridvan Kaya, giornalista, Turchia
Torstein Dahle, Alleanza Elettorale Rossa, Norvegia
Hamza Turkmen. giornalista, Turchia
Necip Kibar, avvocato, Turchia
Moreno Pasquinelli, portavoce del Campo Antimperialista
Revolusjon, Danimarca
Abna el Balaad, Palestina
Aldo Bernardini, docente, Italia
Suhel Sleibi, Magd el-Kurum, Palestina
Vainer Burani, giuristi democratici, Italia
Gamil Safuri, Shefa`amer, Palestina
Yoav Bar, Haifa, Palestina
4. VENEZUELA FEBBRAIO 2005: CAMPO ANTIMPERIALISTA BOLIVARIANO
La rotonda vittoria referendaria delle forze popolari che sostengono il Presidente Chavez ਠun evento di straordinaria importanza. Il Venezuela non finira´ ne´ come il Cile di Allende, ne´ come il Nicaragua sandinista: il Movimento rivoluzionario non e´ stato sorpreso dal golpe militare ne´ e´ stato battuto sul terreno delle elezioni. Questo esprime la forza della rivoluzione democratica venezuelana, che coniuga l´uso della forza armata con il consenso poopolare, il potere dal basso e la democrazia. La nuova batosta subita del blocco sociale che si raggruppa dietro all´oligarchia capitalista venezuelana non deve tuttavia dare adito ad illusioni. La controrivoluzione tentera´ senz´altro di riprendere il potere, anche se per adesso deve leccarsi le ferite. Per questo i comitati popolari restano in guardia, pronti non soltanto a difendere le conquiste sociali ottenute ma a strapparne di nuove. Ma per sventare nuove minacce reazionarie la solidarieta´ internazionalista al Venezuela bolivariano diventa un fattore cruciale.
E´ in questa prospettiva che alcune organizzazioni rivoluzionarie venezuelane (Movimiento por el Poder Popular, Frente Nacional Campesino Ezequiel Zamora, Movimiento Nacional Unià³n de Fuerzas Independientes, Coordinadora Cultural Simà³n Bolàvar, Asociacià³n Nacional de Medios de Comunicacià³n Libre y Alternativo) e colombiane (Asociacià³n Campesina de Arauca), congiuntamente al Campo Antimperialista, hanno deciso di promuovere un INCONTRO INTERNAZIONALE, ovvero un Campo Internazionale Bolivariano e Antimperialista.
Esso si svolgera´ dal 6 al 12 febbraio 2005 a Guasdualito, nella provincia di Apure (vicino alla frontiera con la Colombia). Il Comitato promotore e´ gia´ al lavoro per definire il programma dell´incontro e risolvere gli aspetti logistici. Dal 13 al 19 febbraio i compagni venezuelani aiuteranno le diverse delegazioni internazionali a svolgere un fitto giro di incontri, sia con le multiformi organizzazioni popolari di base del paese che con i rappresentanti del potere bolivariano.
Per informazioni e adesioni scriveteci a: itacampo@antiimperialista.org (nel titolo del messaggio specificare: Venezuela)
5. 25 SETTEMBRE 2004: GIORNATA INTERNAZIONALE D´AZIONE PER LA RESISTENZA IRACHENA
Il Campo Antimperialsta aderisce all´appello per la giornata internazionale d´azione per la Resistenza irachena, uscito da Mumbay Resistance 2004, appello gia´ sottoscritto da una sessantina di movimenti di ogni parte del mondo. Questo e´ l´appello:
“25 settembre 2004, giornata internazionale d´azione per la Resistenza irachena
In Iraq si sta svolgendo una battaglia d´importanza storica. Dopo due guerre d´aggressione e un embargo genocida che ha fatto due milioni di vittime e ha devastato un´intero paese, il popolo iracheno sta affrontando la brutale ed illegittima occupazione degli USA e dei loro alleati. L´eroica resistenza del popolo iracheno contro gli invasori anglo-americani ਠleggittima anche secondo le leggi internazionali e la Carta dell´ONU, incluso il diritto a ricorrere alle armi. Esso rivendica il suo inalienabile diritto all´autodeterminazione nazionale e alla sovranità . Ma la questione ਠmolto più ampia, riguarda cioਠil futuro prossimo dell´intento da parte degli USA di costruire il loro impero globale, riguarda quindi l´umanità intera.
La battaglia del popolo iracheno ਠla battaglia di tutti I movimenti, dei popoli e delle nazioni che combattono per la loro liberazione dal sistema imperialista mondiale guidato dagli USA. Perciಠnoi dobbiamo fermamente unirci attorno alla Resistenza irachena. Se saremo capaci di sostenere la sua lotta per distruggere il tentativo degli USA di insediare un governo fantoccio e cacciare definitivamente gli invasori, ciಠsarebbe una vittoria per il genere umano. Ciಠnon darebbe soltanto un nuovo impulso alla lotta dei popoli palestinese e afghano, ma farebbe da guida per una nuova offensiva per le lotte di liberazione in tutto il mondo.
A tal fine facciamo appello alle forze democratiche del mondo, ai movimenti contro la guerra e antiglobalizzazione di unirsi in una giornata internazionale d´azione per la vittoria della Resistenza irachena con manifestazioni in tutto il mondo il prossimo 25 settembre, il sabato antecedente l´anniversario dell´Intifada palestinese.
Fine dell´occupazione dell´Iraq e della Palestina!
Fuori le truppe e le basi imperialiste!
Abbasso la guerra preventiva e l´Impero degli USA!
Mumbai, 19 gennaio 2004″
In Italia sono gia´ in cantiere diverse mobilitazioni. Per informazioni e adesioni contatta
Iraq Libero – Comitati per la Resistenza del popolo iracheno – www.iraqlibero.at.
Indirizzo: comitato_nazionale@iraqlibero.at.
6. LIVIO MAITAN CI HA LASCIATI
Cari compagni di Erre,
Abbiamo appreso della dolorosa notizia della improvvisa scomparsa del compagno Livio Maitan.
Lo conobbi nel lontano 1972, quando militavo, con alcuni di voi, nei Gruppi Comunisti Rivoluzionari. Non era soltanto il dirigente piu´ importante, era un tipo umano che ci affascinava per coerenza morale, stile politico e intelligenza programmatica.
Nel 1976 le nostre strade si separarono. Gli rimproverammo lo iato eccessivo tra l´ intransigenza sul piano dei principi e l´eccessiva disponibilita´ ad accettare compromessi apparentemente solo tattici.
Erano tempi in cui il movimento rivoluzionario si frastaglio´, restando impigliato in estremismi e settarismi che accentuarono le divisioni e le lotte intestine. Livio fu tra i pochi che seppero guardare oltre, riuscendo a mantenere rapporti cordiali e di reciproca stima anche con coloro i quali ritennero di non poter seguire la sua strada.
Livio, convinto com´era delle capacita´ autorigenerative del movimento operaio italiano, fermissimo nella difesa delle tradizioni teoriche del trotskysmo, ha dedicato gli ultimi quindici anni della sua vita al Partito della Rifondazione Comunista, sopportandone tutti gli oneri e senza elemosinare mai gli onori. Possiamo immaginare il tormento che doveva affliggerlo negli ultimi mesi, davanti alla debacle del PRC e agli slittamenti opportunistici del suo segretario (nel quale aveva, a torto, riposto tante speranze).
Fedele com´era all´idea per cui tutti i guai del “movimento operaio” dipendono sostanzialmente dalla politica opportunista dei sui gruppi dirigenti, mai prendendo atto della irreversibile degenerazione sociale e ideale del “movimento operaio” medesimo, Livio si e´ dedicato dunque, con tutte le sue forze, alla soluzione della “crisi di direzione della classe”, concependo il PRC come il luogo migliore possibile per costruire un autentico partito per la liberazione degli oppressi.
La distanza che ci ha separato da queste illusioni e´ direttamente proporzionale al vuoto che lascia e all´affetto con cui sempre lo ricorderemo.
Vogliate dunque accettare le mie e nostre piu´ sincere condoglianze.
Livio ci ha lasciati, noi non abbandoneremo i suoi ideali!
Moreno Pasquinelli
Portavoce del Campo Antimperialista