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Niente cambia, la lotta continua

20. February 2005

Intervista a Hassan al Zarqan, portavoce di Moqtada al-Sadr

NIENTE CAMBIA, LA LOTTA CONTINUA

Intervista a Hassan al Zarqan, portavoce di Moqtada al-Sadr

Beirut, febbraio – Il religioso sciita iracheno Moqtada Al Sadr si e` tenuto a debita distanza dalle elezioni irachene del 30 gennaio scorso, considerandole inaccettabili, perche` organizzate in presenza di forze di occupazione straniere. Hassan al Zarqani e` il rappresentante del movimento, inviato a Beirut dallo stesso al Sadr con il compito di informare i media e l`opinione pubblica internazionale sulle posizioni del religioso sciita. Arabmonitor lo ha incontrato presso il suo ufficio.

Alla luce del voto, ritiene che il nuovo governo potra` essere considerato legittimo ?

“Il 58 per cento di partecipazione garantisce al futuro governo la legittimita`, ma sappiamo che il voto non si e` svolto in modo onesto in tutte le aree. Basta citare il caso di un villaggio nel nord del Paese, citato dagli stessi giornali iracheni, dove si pensava che gli aventi diritto al voto fossero 850, poi hanno votato in 4500. Anche la mancata partecipazione sunnita ha i suoi effetti negativi”.

Come valuta, in quanto sciita, la vittoria della coalizione sciita ?

“Persino sotto Saddam Hussein si riconosceva pubblicamente che gli sciiti costituiscono la maggioranza del Paese, quindi non c`e` nessuna sorpresa nei risultati. Ma il nostro movimento non e` interessato al fatto che sia la comunita` sciita piuttosto che un`altra a guidare il Paese”.

Come e` stato possibile costruire una coalizione sciita con forze tanto diverse tra loro ?

” Si suppone che sia stato possibile grazie al contributo di una personalita` che li ha riuniti (riferimento al grande ayatollah al Sistani). Ripeto, tuttavia, che per il nostro movimento cio` che conta e` che chi governa, lo faccia nell`interesse dell`intero Paese. Tutti in Iraq parlano di volere l`unita` del Paese, ma alle loro parole non seguono i fatti”.

Teme che la futura Costituzione, ancora da scrivere, possa mettere a rischio questa unita` ?

“La temiamo e siamo contrari all`idea che tre province irachene possano bloccare con il proprio veto l`adozione della Costituzione. Non accettiamo che tre province tengano in ostaggio l`intero Paese”.

Vede dei rischi nel Kurdistan iracheno, a Kirkuk ?

“Sono stato mediatore a Kirkuk tra arabi, turcomanni e curdi. A Kirkuk e` stata condotta una guerra non dichiarata contro gli arabi e i turcomanni, i quali sono stati espulsi dai posti di lavoro, dalle case in cui abitavano. Il tutto e` avvenuto su istigazione di alcuni partiti politici. Siamo contrari all`idea di creare entita` autonome all`interno dell`Iraq. I curdi hanno usato e continuano a utilizzare la presenza americana per portare avanti i propri progetti. Le voci che salgono dal sud dell`Iraq e chiedono l`autonomia, sono la risposta alle richieste di autonomia del nord. La leadership curda costituisce un problema”.

Come giudica l`operato dell`Associazione degli ulema iracheni ?

“All`epoca di Saddam Hussein la comunita` sunnita non aveva nessun organismo del genere, perche` non ne aveva bisogno. La posizione dell`Associazione riflette alla perfezione l`opinione politica della comunita` araba sunnita. Abbiamo molti punti in comune con l`Associazione degli ulema”.

Avete boicottato le elezioni: perche` ?

“Seyyed Moqtada al Sadr aveva proposto alle forze irachene di creare un governo nazionale che fosse veramente rappresentativo di tutta la societa` irachena. I maggiori partiti esistenti si sono opposti, imponendo al Paese un governo creato dagli occupanti che e` stata l`immagine della divisione settaria. Il governo ha terrorizzato a lungo la popolazione. Si sono recati a votare in tanti, perche` hanno voluto che questo periodo buio finisse al piu` presto. Noi abbiamo deciso di non partecipare al voto in presenza dell`occupazione straniera. Ma per non essere d`ostacolo, abbiamo accettato il processo elettorale, dicendo che ognuno era libero di scegliere se votare o no. Il concetto di democrazia e` un concetto occidentale, non islamico. Tuttavia, abbiamo scelto una forma civile di rispetto verso le elezioni”.

Corrisponde al vero che Seyyed Moqtada al Sadr tornera` a celebrare la preghiera del venerdi nella moschea di Kufa ?

“Si, la decisione e` stata presa, rimangono solo delle preoccupazioni legate alla sua sicurezza. Appena pochi giorni or sono un suo assistente e` sfuggito per poco a un tentativo di assassinio. In ogni modo le due autorita` irachene hanno accettato che egli torni a celebrare a Kufa”.

Quali sono le due autorita` ?

“Quella uscente di Allawi, che adesso cerca l`appoggio popolare, e quella nuova che gli sta subentrando, che vuole calmare la situazione”.

Ai vertici dell`Iraq si assistera` alla stessa divisione settaria che caratterizza il Libano, con la presidenza assegnata a un gruppo etnico o religioso, la guida del Parlamento a un altro e la responsabilita` del governo a un terzo. Considerando quanto sta succedendo in Libano, ritiene questo sistema adatto all`Iraq ?

“Per niente. E` un sistema che genera instabilita`, che e` pericoloso. Stato e governo devono essere nazionali e non feudi di etnie e sette religiose. Se il sistema libanese si afferma in Iraq, il rischio di una guerra civile sara` sempre presente”.

Che ne pensa delle ripetute accuse fatte da alcuni esponenti del governo ad interim di Allawi sulle presunte responsabilita` della Siria e dell`Iran nel fornire sostegno alla resistenza irachena ?

“Parlano a nome di altri”.

Che ne pensa del ministro della Difesa iracheno Hazim al Shaalan ?

Hassan al Zarqani scoppia in una risata fragorosa.

tratto da arabmonitor

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