Site-Logo
Site Navigation

Intervista al Comandante Jeronimo Paz delle Forze Bolivariane di Liberazione – Esercito Liberatore

11. March 2005

La debolezza del processo bolivariano ਠuna sinstra senza un progetto ed una strategia propri

La debolezza del processo bolivariano ਠuna sinstra senza un progetto ed una strategia propri

Intervista al Comandante Jeronimo Paz delle Forze Bolivariane di Liberazione – Esercito Liberatore (FBL-EL)

Nel corso di un viaggio di una delegazione del Campo Antimperialista in Venezuela, in visita alle principali forze della sinistra rivoluzionaria bolivariana di questo paese, si ਠtenuto un incontro con l´organizzazione politico-militare delle Forze Bolivariane di Liberazione – Esercito Liberatore (FBL-EL). Questa organizzazione guerrigliera appoggia, quale forza indipendente storicamente presente in vari stati del paese, l´attuale processo di cambiamento portato avanti dal presidente Hugo Chavez. Di seguito pubblichiamo il colloquio avuto con i membri del comando delle FBL-EL riguardo alla storia dell´organizzazione, alla sua analisi dell´attuale congiuntura e delle sfide per la sinistra rivoluzionaria che spiega le ragioni strategiche del mantenimento di una forza politico-militare per approfondire e difendere il processo bolivariano.

Qual ਠil ruolo della sinistra rivoluzionaria nel processo bolivariano oggi?

La sinistra non ਠancora riuscita a riprendersi dal fallimento subito con i fatti del 1989/91 nei paesi socialisti. Inoltre le forze della sinistra rivoluzionaria venezuelana non hanno ancora superato il fallimento degli anni ´70. Questo spiega in parte la divisione che c´à¨ tra le forze di sinistra in Venezuela. La vecchia sinistra oggi o non ha una presenza decisva nel processo o si trova in opposizione al progetto bolivariano. Pertanto il movimento popolare si ਠsviluppato in modo molto focalizzato e risponde soltanto alle esigenze immediate. Ci sono esperienze interessanti, ma disarticolate. Pensiamo che parte del progetto di ricostruzione della sinistra rivoluzionaria in Venezuela sia l´elaborazione di una visione nazionale che parta dai principi rivoluzionari.

Il processo bolivariano quindi non ਠun progetto che nasce dalla sinistra.

Il PCV (Partito Comunista Venezuelano) ha avuto il suo glorioso periodo contro la dittatura di Perez Jimenez, dittatura che si inseriva nella strategia internazionale di contenimento del comunismo. La caduta della dittatura fu il frutto delle mobilitazioni popolari. Il PCV esce dalla caduta della dittatura di Perez Jimenez come il partito più forte. Ma non aveva una strategia politica di potere. La borghesia e i suoi partiti di destra incitarano alla smobilitazione ed i dirigenti del PCV si alienarono la borghesia confermando le elezioni.
Dal 1958 al 1975 il Venezuela ha vissuto il periodo della lotta armata. Perಠla lotta popolare era gia in riflusso e la borghesia era in grado di inserire elementi di Stato sociale dato che disponeva di molto denaro. vivà­a el perà­odo de la lucha armada. Quando il MIR (Movimento di Sinistra Rivoluzionaria) – divisione di AD (Azione Democratica) – chiamava il popolo alla lotta armata, questo non rispondeva. Era bensଠun momento di lotta politica e sociale.
La sconfitta della sinistra lascia questa lotta senza risposta quando il capitalismo e il sistema del Punto fisso sono entrati in crisi. Nel febbraio del 1989 si verifica il Cracazo, prima insurrezione contro il modello neoliberale, sollevamento di popolo spontaneo. Inizia un processo di riorganizzazione, ma la sinistra resta fuori dalla nuova dinamica, non ha un progetto politico come avvenne nel 1958, Ciಠspiega il sorgere del fenomeno di Chávez.
Negli anni della mobilitazione popolare e sociale risorge una corrente patriottica nelle FF.AA. che entra in azione il 4 febbraio del 1992. La sinistra la guardava con simpatia perà², mancando di strategia propria, poteva solamente subordinarsi alla stessa mentre un´altra parte della sinistra si poneva apartamente contro i militari bolivariani. La sinistra venezuelana ਠsempre stata segnata dal codismo che oggigiorno si evidenzia ogni qualvolta Chávez dice qualcosa, ma senza un progetto proprio, senza una strategia, ciಠche costituisce quindi una debolezza del processo.

Come nascono le FBL in questo panorama di una sinistra sconfitta e in crisi?

Il nucleo fondatore del PCV, un´altro gruppo del cristianesimo di base, la teologia della liberazione e il terzo settore sorgono dai nuovi movimenti sociali.
Negli anni 60 e 70 alla sinistra mancava una strategia di potere. Alla fine degli anni 70, inizio degli anni 80, iniziavamo a sentire questa assenza di una strategia all´interno del PC. Pertanto il partito tendeva ad essere assorbito dal riformismo e si muoveva soltanto ogni cinque anni in occasione delle elezioni. Quando iniziarono i dibattiti all´interno del PCV, l´obiettivo era puntare ad una revisione della strategia politica e della visione. L´insuccesso della sinistra molto spesso si spiga con l´implementazione di schemi. Il PCV non aveva un´analisi ed un progettoper il Venezuela. Era quasi proibito leggere Bolivar in quanto considerato borghese, membro del settore dei nobili. La sinistra rivoluzionaria non ha tuttavia superato questo schematismo che ci rendeva difficile capire il significato del processo bolivariano. Cosଠcome Lenin, a suo tempo, costruଠuna teoria rivoluzionaria dalla e per la Russia, il nostro compito ਠfarlo per l´America Latina in generale e per il Venezuela in particolare. La costruzione di questa teoria rivoluzionaria passa attraverso la combinazione di Marx e Bolivar. Le FBL nascono da questo concetto, siamo marxisti bolivariani.
Un altro problema da tener presente era il popolo. Il popolo deve essere al centro della strategia, non come mera parola, ma nei fatti. Sono le masse in via di sviluppo il luogo in cui puಠnascere il socialismo. La sinistra storica fece l´errore di pianificare la rivoluzione senza considerare le masse, le loro esigenze, il loro grado di sviluppo. La costruzione dalle masse ci porta al concetto di potere popolare. Noi delle FBL non pianifichiamo la presa del potere con un assalto, ma la costruzione del potere popolare. A metà  del 1986 si tenne un primo incontro nazionale, chiamato Riunione del Pozzo, Stato di Zulia, che fu la riunione costitutiva. In quella riunione si pianificava uno studio teorico e della realtà  del paese. L´esperienza del Centroamerica era decisiva dato che dimostrava l´importanza dell´elemento nazionale, ad esempio Sandino in Nicaragua, Farabundo Martଠin El Salvador. Dal punto di vista ideologico ci basavamo sul marxismo, ma veniva aggregato l´elemento nazionale, ciಠche per il Venezuela ਠBolivar. Si tratta di una lettura marxista della realtà  venezuelana orientata verso il popolo, con un linguaggio più fresco, comprensibile non soltanto ai militanti del partito.
Nel corso della prima riunione si prese inoltre la decisione di formare un´organizzazione politico-militare. Ciಠpartiva dall´idea che la liberazione passa attraverso lo scontro con l´impero e pertanto richiede una strategia politica, militare ed internazionale. Tuttavia mancava una formazione militare dato che in questa prima tappa non c´era gente proveniente dalla guerriglia degli anni 70. La formazione militare veniva impartita nel corso degli anni in posti diversi.
Soltanto sei giorni dopo la fondazione, nel 1986, ci fu il primo scontro con la polizia politica nel quale ci fu un morto tra le nostre fila. Questo fatto, tuttavia, non fu conosciuto al pubblico dato che il nostro piano prevedeva una costruzione silenziosa per creare le condizioni di apparizione pubblica dell´organizzazione che, secondo la nostra analisi, avrebbe richiesto un periodo di circa 10 anni. Il golpe del 1992 accelerಠquesto processo. Il 23 settembre un´unità  della nostra organizzazione portಠa termine l´”Operazione Dignità ” contro la corruzione rappresentata da Antonio Rios, ex presidente della CTV (Central de los Trabajadore de Venezuela – Confederazione dei Lavoratori del Venezuela), rivendicata da un comunicato pubblico in cui si spiegava il perchਠdell´azione e si portava a conoscenza dell´esistenza delle FBL, rompendo cosଠil silenzio e mettendo fine alla tappa della costruzione clandestina. La corruzione era un elemento molto sentito e continua ad esserlo. Per questo lo riprendiamo come bandiera della lotta cosଠcome lo sta facendo il Presidente Chavez tutt´oggi.

Come si iscrivono le FBL all´interno delle forze che appoggiano l´attuale processo bolivariano?

Siamo un progetto politico preciso che tuttavia si sta evolvendo e ci consideriamo parte dell´avanguardia collettiva. Riteniamo che Chavez abbia una leadership effettiva nel popolo, per questo appoggiamo il processo bolivariano, ma in modo indipendente. Ci sono due aspetti che consideriamo i pericoli principali per il processo, il Plan Colombia e il riformismo all´interno del “chavismo”. Il processobolivariano non ਠomogeneo. A causa della debolezza della sinistra, nel “chavismo” confluirono ampi settori della destra, della IV Repubblica. Quando Chavez uscଠdal carcere cercava alleati all´interno della sinistra che tuttavia restava sorda alle sue proposte. Al contrario la borghesia criolla, colpita dal modello neoliberale, si inserଠimmediatamente nel processo chavista. Luis Miquelena si affiliಠa Chavez costituendo una piattaforma politica per appoggiarlo. Questa ਠl´espressione della ricerca di un progetto di salvataggio della borghesia criolla. Il programma di nazionalizzazione, di sviluppo endogeno e di incentivazione dell´economia interna sono tutti elementi che rafforzano la borghesia criolla. Il pensiero di Chavez tuttavia va oltre. Il suo programma nel contesto internazionale attuale rappresenta un progetto rivoluzionario, la sua posizione di fronte agli USA ਠuna sfida al capitalismo attuale. Ora si ਠottenuta una maggiore depurazione, ma gli elementiborghesi continuano ad essere forti, sia economicamente che numericamente, e sono in grado di controllare il processo. La lotta di classe si sviluppa all´interno del “chavismo”.

Qual ਠla posizione di Chavez di fronte alle organizzazioni di sinistra e rivoluzionarie pro-bolivariane?

Prima di tutto Chavez non crede molto nella sinistra rivoluzionaria venezuelana, sempre a causa della sua stessa esperienza con essa. La sinistra, ad esempio, aveva promesso una sollevazione popolare per il 4 Febbraio del 1992 in appoggio alla ribellione militare di Chavez. Ma i camion con le armi rimasero inutilizzati nei quartieri. Inoltre molti settori della sinistra si sono espressi contro Chavez. Noi consideriamo Chavez un rivoluzionario, altrimenti sarebbe già  stato assorbito dal sistema. Fidel Castro in un´occasione ha raccomandato a Chavez di governare con la sinistra. Chavez gli disse di sà¬, ma con quale sinistra, dove stava questa sinistra?
Secondariamente bisogna capire il concetto politico di Chavez. Il suo pensiero tuttavia non ਠall´altezza delle esigenze della rivoluzione a causa di ciಠche si ਠsviluppato verso sinistra. Ad esempio, prima parlava del capitalismo selvaggio e dell´alternativa implicita di un capitalismo umano, oggi parla soltanto di capitalismo e nel corso del Forum Sociale Mondiale proponeva il socialimo come alternativa. Ossia passa dal nazionalismo ad un nazionalismo di sinistra con posizioni ogni volta più rivoluzionarie.
Tuttavia rimane molto delle categorie proprie dei militari che non valorizzano il ruolo del popolo e della sinistra. Il paradigma dibase sono i tre pilastri, la leadership personale, le Forze Armate Nazionali come partito e il popolo. Nel discorso dei militari patriottici si evidenzia una concezione messianica che esiste tuttora in Chavez visto che insiste sempre che lui risolverà  i problemi, che lui interpreta la volontà  del popolo, ecc.

Tuttavia, il processo bolivariano programma una democrazia partecipativa e protagonistica, un nuovo modello di Stato.

Coloro che dirigono il processo non contemplano, ad eccezione forse di Chavez, un concetto popolare in cui la democratizzazione del potere sia parte integrante degli obiettivi strategici. Il momento attuale del processo puಠessere definito come rivoluzione democratico-borghese. Pensiamo che il nostro ruolo sia quello di costruire ed articolare il movimento popolare, una forza sociale e politica, che possa invertire le relazioni di forza ed imporre allo Stato il potere popolare per dare alla rivoluzione un carattere democratico-popolare. La borghesia criolla puಠessere parte di un progetto di liberazione nazionale, ma non puಠessere la sua avanguardia. Consideriamo la rivoluzione soprattutto come potere popolare. Il socialimo in questo senso si costruisce dall´interno del movimento di massa. Se non si raggiunge la trasformazione della rivoluzione in rivoluzione popolare, il pericolo ਠun regresso storico in cui la nazione venezuelana puಠperdere perfino la propria indipendenza.
In questo momento ciಠche ਠdeterminate, ciಠche dirige il processo, ਠlo Stato. Lo Stato che nasce con la costituzione bolivariana tuttavia ਠcontrollato dalla borghesia criolla la quale, nonostatnte non controlli le masse, non lascia spazio ai movimenti popolari che a loro volta sono limitati nella loro forza a causa della debolezza della sinistra.

Ci sono contraddizioni nel processo, debolezze della borghesia, che potrebbero permettere alle forze rivoluzionarie di mettersi alla testa del processo?

Il problema ਠche il popolo ਠancora poco organizzato e ancora di più le organizzazioni rivoluzionarie che non hanno la possibilità  di incidere nello spazio pubblico. Il popolo segue la direzione di Chavez, ma senza organizzazione nਠprogetto proprio. Il merito di Chavez ਠquello di saper utilizzare un linguaggio semplice e di costruire proposte vicine al popolo, che sono fattibili. Il problema ਠquello di capire la necessità  di un processo organizzativo all´interno del processo blivariano, all´interno del popolo. La congiuntura attuale ha aperto nuovi spazi, sempre istituzionali, per l´accumulazione di forze da cui si puಠsviluppare la strategia rivoluzionaria. I municipi ad esempio possono essere uno strumento che permette di articolare e creare un referente del potere popolare. Ma lo sviluppo organizzativo ਠlento.

Il pericolo di un intervento statunitense e la proposta di Chavez di difesa integrale popolare del paese indica una maggiore integrazione del popolo nel processo, oltre che nelle Forze Armate?

L´obiettivo deve essere la formazione di un´avanguardia plurale che rappresenta la difesa integrale del paese, l´anticapitalismo, l´approfondimento della rivoluzione e la costruzione di un nuovo Stato. Se nasce un´avanguardia plurale noi come FBL ci scioglieremmo in essa. Il dibattito attorno alla nuova dottrina di difesa puಠessere un contributo.
La nostra visione strategica parte sempre dallo scontro con l´impero, ragione per cui manteniamo un apparato militare, non per dare l´assalto al potere.
All´interno delle Forze Armate tutto ciಠha provocato una discussione, tanto che alcuni esponenti hanno osservato che se le cose stanno cosଠ– cioਠuna dottrina militare completamente nuova sia nel suo disegno strategico che negli strumenti, un concetto di unità  di difesa popolare – allora le FBL hanno ragione nella loro impostazione. Ciಠsignifica che la linea di Chavez crea contraddizioni perfino nelle proprie forze armate.

Come affronta la sinistra rivoluzionaria il prossimo periodo che sarà  segnato dall´avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2006?

Il pensiero di Chavez ਠmolto condizionato dalla correlazione di forze. Chavez stesso oggi pianifica tutti i problemi chiave come l´antiimperialismo, il burocratismo, il riformismo, la democrazia partecipativa, ecc., temi propri della sinistra rivoluzionaria. Prima del referendum ci aspettavamo un discorso riconciliatore di Chavez, lui invece ha radicalizzato la sua linea ed ha iniziato un attacco contro gli aspetti deboli all´interno dello stesso processo. Noi rivoluzionari dobbiamo stare attenti a non allontanarci dal ruolo dirigente reale che gioca il Presidente Chavez. La nostra principale critica ਠche Chavez non promuove la creazione di un´avanguardia collettiva a cui appoggiarsi per portare avanti il processo. In questo caso si mostra troppo pragmatico. Tuttavia molto dipende dalla politica a cui si atterranno gli USA nei confronti del Venezuela. Noi definiamo il prossimo periodo come una tregua relativa dato che pensiamo che Bush sarà  occupato in Medio Oriente. Tuttavia, contrariamente alla nostra previsione, lo sviluppo della congiuntura politica attuale dimostra che gli USA non aspetterano a compiere azioni che puntino a risolvere il “problema Venezuela”. Ciಠsi evidenzia dal discorso sul “populismo radicale” di James Hill, ex-comandante del Comando Sur. Prima delle elezioni del 2006 pensiamo che ci sarà  un´accelerazione delle iniziative statunitensi che condizioneranno le elezioni. Puಠessere che la contraddizione fondamentale impero-nazione diventi dominante per la prossima congiuntura politica venezuelana e che influisca nel dibattito tra riforma e rivoluzione. Noi saremo presenti in questo scenario perchਠpossiamo dire che dopo il presidente Chavez facciamo parte delle forze più organizzate.

Venezuela, Febbraio 2005

Topic
Archive