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Qualcosa di positivo esiste.. e resiste

23. March 2005

Notiziario del Campo Antimperialista … 23 marzo 2005

Notiziario del Campo Antimperialista … 23 marzo 2005
itacampo@antiimperialista.org

=> Alla sinistra di Chavez
Intervista al Comandante Jeronimo Paz delle Forze Bolivariane di Liberazione – Esercito Liberatore (FBL-EL) – http://www.antiimpieralista.org/it
=> Comunicato al popolo fratello dell`Ecuador delle FARC-EPhttp://www.antiimpieralista.org/it

ECCO CHI U.S.A. LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA

BAGDAD. Il ministero collaborazionista della Sanità  conferma l`uso di armi chimiche a Falluja.
Khalid Ash Shaykhli, alto funzionario del ministero della Sanità  incaricato di stabilire le condizioni sanitarie nella città  dopo l`assalto verificatosi a novembre, ha confermato che le truppe USA hanno utilizzato “sostanze proibite internazionalmente”, inclusi i gas mostarda, nervino e altri prodotti chimici che causeranno “serie infermità  a lungo termine” alla popolazione. Il funzionario, nonostante affermi che la città  à¨ stata “ripulita” non esclude “assolutamente” che gli USA abbiano utilizzato “sostanze nucleari e chimiche”. “Posso dire che troviamo decine, per non dire centinaia, di cani, gatti e uccelli morti come risultato di questi gas”.

Questo Notiziario contiene:

1. MEGLIO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE IN GINOCCHIO
Pienamente riuscita la manifestazione di Sant´Anna di Stazzema
2. GRAVE ATTO DI CENSURA DE IL MANIFESTO
3. LA RESISTENZA IRACHENA NEL CUORE DI ROMA

A proposito del 19 marzo
4. LA TRAPPOLA LIBANESE
5. CONFERENZA MONDIALE DI SOSTEGNO ALLA RESISTENZA IRACHENA

Comunicato finale dell´incontro del 13 febbraio a Francoforte
6. WILLIAM E ALESSIO LIBERI SUBITO!
Appello del Comitato contro la repressione di Pisa
7. PRESIDIO A PERUGIA PER I COMPAGNI TURCHI

1. Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio
Pienamente riuscita la manifestazione di Sant´Anna di Stazzema

Con questo spirito tanti giovani italiani salirono sulle montagne e imbracciarono un fucile per cacciare l´invasore nazista e farla finita col fascismo.
Questo spirito ha impregnato la appassionata manifestazione svoltasi il 13 marzo a Sant´anna di Satezzema, piccolo villaggio toscano abbarbicato sul fianco occidentale delle Alpi Apuane dove nell´agosto 1944 i tedeschi trucidarono piu´ di 500 civili inermi allo scopo di fare terra bruciata attorno ai gruppi partigiani.
Nessun luogo sarebbe stato piu´ adeguato a commemorare le vittime della aggressione angloamericana all´Iraq e rendere onore alla tenace Resistenza armata irachena.
Malgrado la giornata uggiosa centinaia di persone, venute da tutta Italia, si sono cosi´ potute stringere attorno al rappresentante della Resistenza irachena che con grande lucidita´ ha sottolineato ai presenti come la Resistenza italiana sia per i partigiani iracheni fonte di ispirazione non meno dell´Intifada palestinese o della guerra di liberazione vietnamita. E non meno toccante e´ stato il momento in cui il compagno iracheno, assieme ad un vecchio partigiano che scampo´ al massacro nazista, hanno congiuntamente deposto, ai piedi del monumento ai caduti della rappreseglia nazifascista, una corona d´alloro per simboleggiare il gemelleggaio tra Sant´anna e Falluja e con esso la fratellanza di tutti i popoli oppressi in lotta contro l´imperialismo americano.
Mai come in questa occasione abbiamo sentito il valore simbolico del cantare, proprio nel cuore delle montagno toscane, tutti assieme, Bella Ciao, ad indicare che la Resistenza non si processa, che nulla e nessuno potra´ zittire la voce di chi rivendica il diritto sacro di ogni popolo e di ogni nazione alla liberazione rivoluzionaria da ogni forma di oppressione imperialistica.
Ne´ e´ stata rituale la partecipata e combattiva assemblea nazionale svoltasi il pomeriggio a Massa dove gli organizzatori della manifestazione, i Comitati Iraq Libero e il Laboratorio Marxista hanno messo in guardia i presenti sulla minacciosa situazione presente, segnata dalla prepotenza con cui gli USA vorrebbero, come i nazisti al tempo, imporre il loro dominio planetario. Questo disegno fallira´, non perche´ ci verra´ in soccorso qualche altra potenza imperialistica, ne´ grazie al pacifismo, ma proprio grazie alla ostinata Resistenza popolare che tiene testa, da Cuba all´Iraq, dal Venezuela al Libano, dall´Argentina all´Afganistan, dalla Colombia al Nepal, all´imperialismo e ai suoi fantocci locali.
Abbiamo passato due anni difficili, segnati da persecuzioni e arresti, da calunnie e da una indegna campagna di criminalizzazione. Se non felici ci rende sereni e piu´ determinati sapere e aver toccato con mano che questo assalto e´ fallito, poiche´ siamo piu´ numerosi e piu´ forti.
E´ il viatico di cui avevamo bisogno, poiche´ siamo consapevoli che la lotta e´ ancora molto lunga.
Ogni grande cammino inizia col un primo passo, e il nostro passo e´ nella giusta direzione.
Con la Resistenza irachena fino alla vittoria!
Il futuro dell´umanita´ passa per la sconfitta dell´imperialismo a stelle e striscie!
Solidarieta´ con tutti i popoli ribelli!

2. GRAVE ATTO DI CENSURA DE IL MANIFESTO
Comunicato stampa, 8 marzo 2005

Domenica 13 marzo si e´ svolta a Sant´Anna di Stazzema (LU) una manifestazione nazionale di solidarieta´ con la Resistenza del popolo iracheno.
Abbiamo scelto Sant´Anna poiche´ il 12 agosto del 1944 le SS naziste, spalleggiate dai fascisti locali, trucidarono 560 italiani innocenti.
La storia si ripete in Iraq, dove le truppe d´occupazione americane, incapaci di venire a capo di una indomita Resistenza nazionale, si stanno accanendo contro la popolazione inerme, bombardando a tappeto le citta´ insorte (Falluja su tutte), sparando a vista su tutto cio´ che si muove. Emblematico il caso dell´assassinio a sangue freddo del dirigente del SISMI Nicola Calipari.
Per questo la manifestazione del 13 marzo e´ stata indetta con una semplice parola d´ordine: “ieri in Italia oggi in Iraq: STESSI I CRIMINI, STESSA LA RESISTENZA”.
Ad essa hanno dato la loro adesione eminenti personalita´ politiche, della cultura e del giornalismo del nostro paese, come Giorgio Bocca, Gianni Vattimo, Giulio Girardi.
Allo scopo di pubblicizzare questa manifestazione abbiamo inviato al quotidiano Il Manifesto una richiesta di pubblicita´ a pagamento.
La risposta e´ stata un categorico NO.
Lo stesso direttore Gabriele Polo, da noi direttamente interpellato, ha motivato la censura affermando che la redazione del giornale non accetta alcuna equiparazione tra la Resistenza italiana e quella irachena. Di fronte ad alcune elementari obiezioni Polo non ha trovato di meglio che abbassare brutalmente la cornetta.
Denunciamo questo inquietante atto di censura.
Rifiutandosi di pubblicare la nostra inserzione Il Manifesto si e´ assunta una grave responsabilita´: ha avallato il primo paradigma del trasversale schieramento filoamericano, ovvero che non ci sarebbe Resistenza in Iraq ma solo terroristi e “tagliatori di teste”; ha aiuta un governo di guerra ad isolare e reprimere ogni manifestazione di solidarieta´ con il popolo iracheno che resiste; ha offeso il comune sentire di tanti cittadini che non accettano che l´Italia sia un fantoccio degli USA; ha calpestato le stesse idee di Giuliana Sgrena la quale, malgrado la sua drammatica vicenda, insiste che la guerriglia irachena e´ legittima, malgrado alcuni gruppi minoritari ricorrano a metodi di lotta deplorevoli.

COMITATI IRAQ LIBERO – LABORATORIO MARXISTA

3. LA RESISTENZA IRACHENA NEL CUORE DI ROMA
A proposito del 19 marzo

Era indispensabile che la manifestazione del 19 marzo, nel secondo anniversario dell´aggressione angloamericana all´Iraq, riuscisse nel migliore dei modi. E in effetti, se guardiamo ai numeri, essa e´ riuscita. Certo non c´erano le folle oceaniche di due anni fa e dell´anno scorso, ma occorre tener presente il riflusso del movimento contro la guerra o, per essere piu´ precisi, la sua profonda CRISI. Le ragioni di questa crisi sono molteplici ma una attiene alla decisione deile cosche della sinistra di sistema le quali, non appena passato il momento dell´indignazione popolare, hanno agito per mettere far fuori i movimenti che erano d´impiccio alla loro politica filoatlantica e filoamericana. Solo i settori piu´ radicali sono sfuggiti a questa presa, alla vera e propria campagna acquisti portata avanti dall´Ulivo via PRC, e solo essi si sono ritrovati in piazza il 19 marzo. In queste condizioni, che trentamila compagne e compagni abbiano manifestato in piena autonomia e su contenuti antimperialisti, e´ un fatto di grande rilievo politico. E di questo diamo atto al Comitato promotore della manifestazione, che ha tenuto fermo, tra i motivi del corteo, quello del Diritto del popolo iracheno a resistere, in barba a tutta la criminogena propaganda sul terrorismo. Segnaliamo tuttavia che in quasi tutti gli altri paesi le manifestazioni non si sono fermate a riconoscere questo diritto, ma hanno gridato apertamente il proprio sostegno alla RESISTENZA. Questo e´ stato il limite piu´ grave del Comitato promotore romano: la speranza, mitigando i contenuti della manifestazione, di trascinare in piazza DS, PRC, CGIL, ARCI, ATTAC, Lilliput, Tavola della Pace ecc., si e´ rivelata una pia illusione. Non stiamo dicendo che e´ stato un errore tentare di fare fronte comune anche coi settori pacifisti che non condividono l´appoggio alla Resistenza. Stiamo dicendo che, quando e´ stato chiaro che questi settori politici non sarebbero scesi in piazza perche´ non accettavano nemmeno il riconoscimento del diritto a resistere, tanto valeva dirla tutta, ovvero essere coerenti e chiari: che in Iraq la Resistenza va sostenuta fino alla cacciata degli occupanti, italiani compresi. Non e´ questione di lana caprina, dato che dalle sorti della battaglia in corso in Iraq dipendono le sorti del Medio oriente e della stessa Umanita´. Nonostante queste ambiguita´ una buona parte del corteo del 19 ha affermato chiaro e tondo la propria fratellanza col popolo iracheno che resiste. Davanti all´incredibile evaporazione del Comitato promotore a Piazza Venezia (nessun palco, nessuna indicazione, notizie confuse su dove doveva concludersi la manifestazione…), mentre un pezzo del corteo capeggiato dai Disobbedienti tentava di andare sotto Palazzo Chigi, lo spezzone unitario degli antimperialisti proseguiva oltre Largo Argentina e raggiungeva il cuore di Roma, Piazza S.Pantaleo dove, davanti ad un migliaio di persone, ha svolto un combattivo presidio che si e´ concluso con il saluto di Sammi Alaa´, uno dei portavoce della Resistenza irachena in Europa. Nonostante i tempi difficili qualcosa di positivo esiste.. e resiste.

4. LA TRAPPOLA LIBANESE

Lo scorso 10 marzo il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante ma politicamente gravissima, in cui dichiara (come gia´ fatto da Bush) il movimento popolare e antimperialista libanese Hezbollah, un`organizzazione “terroristica”. La risoluzione esorta quindi i ministri dell`Unione europea a intraprendere iniziative contro questa Organizzazione. Citiamo: “Il Parlamento ritiene che vi siano prove evidenti di attività  terroristiche dell`Hezbollah”, si legge nella risoluzione approvata a stragrande maggioranza. (…) “Il Consiglio europeo dovrebbe adottare tutte le iniziative necessarie per emarginarlo”.
Questa risoluzione spiega piu´ di tante chiacchiere la vera ragione per cui gli imperialisti euroatlantici hanno ritrovato improvvisamente la loro tradizionale intesa chiedendo il ritiro delle truppe siriane dal Libano, anche stavolta in nome della “democrazia”. Cio´ che si vuole e´ infatti cancellare la presenza di Hezbollah e dunque ripulire il Libano da ogni presenza di forze resistenti antisioniste. La propaganda imperialistica e´ talmente sfacciata da far dimenticare che il Libano e´ forse il solo paese democratico del Medio Oriente che se questa tanto decantata democrazia esiste in questo delicato paese e´ proprio grazie al ruolo di Hezbollah, che rappresenta infatti il solo reale antidoto ad alla svolta autoritaria auspicata da Israele. Per quanto riguarda le truppe siriane varra´ la pena ricordare ai pennivendoli occidentali che esse, nel 1976, furono chiamate dalle destre libanesi col beneplacito di USA, Israele e Francia allo scopo di contrastare l´avanzata rivoluzionaria. Non scordiamo la strage di Tal al-Zaatar. Fu l´incapacita´ dell Siria di arrestare il movimento rivoluzionario che spinse Israele ad invadere direttamente il Libano nel 1982 (strage di Sabra e Chatila sotto il comando di Sharon). Da allora obiettivamente cambio´ la natura della presenza siriana, che divenne una forza di contenimento delle mire aggressive israeliane.
Giu´ le mani da Hezbollah!
No ad un Libano a sovranita´ limitata!

5. CONFERENZA MONDIALE DI SOSTEGNO ALLA RESISTENZA IRACHENA
Comunicato finale dell´incontro del 13 febbraio a Francoforte

“I rappresentanti dei gruppi di solidarietà  dell´Europa e del Medio Oriente si sono riuniti domenica 13 febbraio a Francoforte, in Germania, per discutere le modalità  con cui continuare la campagna a difesa del diritto del popolo iracheno all´autodeterminazione e a supporto della Resistenza Irachena. Erano presenti i rappresentanti dei gruppi di sostegno di Spagna, Francia, Germania, Italia, Turchia, Inghilterra, Grecia, Austria, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Paesi Bassi oltre che dell´Iraq, Palestina e Libano. Un´altra dozzina i gruppi che non hanno potuto partecipare hanno inviato il loro appoggio. La riunione ਠstata promossa congiuntamente dalla “Lega Internazionale dei Popoli in Lotta” (ILPS), dalla “Prima Conferenza Internazionale di parigi per il sostegno della Resistenza del Popolo Iracheno” e dal Campo Anti-imperialista.

L´assemblea ha denunciato la guerra di aggressione e l´occupazione dell´Iraq e il cosiddetto processo politico messo in piedi dagli USA, comprese le recenti elezioni illegali ed illegittime. Queste elezioni sono servite soltanto a giustificare l´occupazione e il regime fantoccio degli USA. Le elezioni, comunque, hanno segnato un cambiamento nella strategia degli USA dopo il fallimento nel soffocare la tenace Resistenza del popolo iracheno con la brutale forza militare. Se la buffonata delle elezioni ਠuna parte comprensibile della guerra, la sua pericolosità  sta nel rinnovato tentativo dei mezzi di comunicazione di demonizzare la Resistenza come terrorismo. Del resto i poteri Europei celebrano le elezioni quale “passo verso la democrazia” legittimando non soltanto l´occupazione ma, in modo retroattivo, anche la guerra di aggressione a cui alcuni di loro pretendevano di essersi opposti su pressione del popolo.

L´assemblea ha riaffermato che la Resistenza Irachena contro l´occupazione ਠla sola legittima rappresentante del popolo iracheno in opposizione all´amministrazione fantoccio sponsorizzata dai poteri occupanti.

L´assemblea ha anche criticato alcuni elementi nell´ampio movimento contro la guerra e contro la globalizzazione che continuamente utilizzano la confusa formula “no alla guerra e al terrore” che tacitamente compara la lotta della resistenza popolare al terrorismo. Rifiutiamo di distinguere tra una cosiddetta “buona” e “cattiva” Resistenza che attualmente ਠun conglomerato di diverse forze popolari. L´assemblea ha invitato tutto il movimento contro la guerra e la globalizzazione a mettersi dalla parte dei movimenti di resistenza popolare di tutto il mondo contro la guerra imperialista preventiva iniziata e portata avanti dagli USA. Al momento la Resistenza Irachena costituisce la prima linea contro questa guerra imperialista.

I delegati presenti hanno deciso di tenere una conferenza internazionale a supporto della Resistenza Irachena e in solidarietà  con la lotta dell´intero popolo Arabo per l´autodeterminazione e la sovranità  nazionale. Per sottolineare questo inestricabile legame, la conferenza si terrà  in occasione dell´anniversario dell´Intifada palestinese, alla fine di settembre 2005. Sono stati proposti molti luoghi come sede, ma i migliori sarebbero la Grecia o l´Italia a causa della presenza in questi paesi di un forte sentimento popolare e di un movimento di massa contro i disegni imperiali degli USA. Ci si aspetta che questa conferenza porti alla formazione di una rete di supporto Europea ed internazionale alla lotta di liberazione popolare e alla sua prima linea, la Resistenza Irachena.

I partecipanti si sono anche impegnati ad intensificare la campagna per la liberazione del leader dell´Alleanza Patriottica Irachena, Abduljabbar al-Kubaysi, quale simbolo di tutti i prigionieri politici e di guerra detenuti dalle potenze occupanti. In particolare, verrà  fatta pressione sul parlamento europeo perchà© tenga fede alle sue dichiarazioni riguardo ai diritti umani e alla sua professione di democrazia, affinchà© chieda agli americani di dichiarare dove si trova Abduljabbar.

La nostra rete in formazione inizierà  a sostenere la mobilitazione contro le basi USA in Europa. Queste sono continuamente utilizzate come basi di partenza per l´aggressione USA all´Iraq e al Medio Oriente con il consenso dei governi, compresi quelli che sostengono di opporsi alla guerra.

L´intera assemblea si ਠtrovata d´accordo a programmare un appello a tutto il mondo a partecipare alle giornate d´azione globale del 19/20 marzo, in occasione del secondo anniversario dell´invasione e dell´occupazione dell´Iraq, mandando avanti la chiara piattaforma a supporto della Resistenza irachena e della lotta popolare irachena per l´autodeterminazione”.

Il Comitato coordinatore
free_iraq@ilps2001.com

per aderire alla Conferenza Internazionale per la Resistenza irachena scrivi a: comitato_nazionale@iraqlibero.at

Al´incontro di Francoforte erano presenti le seguenti organizzazioni:
Alleanza Patriottica Irachena – Comitato Iraq Libero, Germania Comitati Iraq Libero, Italia – Comitato Iraq Libero, Danimarca – Comitato Iraq Libero, Norvegia – Comitato Iraq Libero, Austria – Iniziativa Greca di Solidarietà  alla Resistenza Irachena – Amici del PFLP in Europa – Lega Internazionale di Lotta dei Popoli ILPS – Campo Antimperialista – OSPAAAL Solidarietà , Spagna – Prima Conferenza Internazionale in appoggio alla Resistenza del Popolo Iracheno, Francia – Federazione dei Lavoratori Migranti AGIF, Germania – Unione dei Lavoratori, Grecia – Movimento Militante degli Studenti, Grecia – Fedeltà  all´Uomo e alla Terra, Libano/Palestina – Federazione dei Lavoratori ITIF, Svizzera – Confederazione dei Lavoratori della Turchia in Europa, ATIK – HTIF, Paesi Bassi – Özgur Der, Turchia – Iniziativa, Germania

6. WILLIAM E ALESSIO LIBERI SUBITO!
Appello del Comitato contro la repressione di Pisa

Che fine stanno facendo le garanzie democratiche in Italia?

I firmatari di questa petizione ritengono inaccettabile, strumentale e lesiva delle più elementari garanzie democratiche la gestione dell´inchiesta giudiziaria sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria (COR), avviata dalla Procura di Pisa ed ora passata a quella di Firenze, che ha portato all´imputazione e all´arresto di diverse persone sulla base di indizi labili e contraddittori.
In particolare riteniamo scandalosa la cosiddetta riqualificazione del reato (da “Associazione per delinquere” a “Associazione con finalità  di eversione dell´ordine democratico” – art. 270 bis) senza che in questi mesi emergesse alcun nuovo elemento a carico degli imputati.
Questa “riqualificazione” appare chiaramente attuata con il solo scopo di tenere in carcere alcuni imputati, Alessio Perondi e William Frediani, che avrebbero dovuto essere liberati da tempo per la scadenza dei termini della carcerazione preventiva e che invece si trovano ancora in carcere in attesa di giudizio, rispettivamente da 7 e 9 mesi.
In nome di quelle garanzie democratiche che questo paese dice ancora di avere, ne chiediamo quindi l´immediata scarcerazione.

Per aderire: antirepressione@yahoo.it
Per chi volesse trovare materiale su questa vicenda puಠandare sul sito del Comitato: http://it.geocities.com/antirepressione

7. PRESIDIO A PERUGIA PER I COMPAGNI TURCHI

Crollata. Per ammissione della stessa Corte di Cassazione, la montatura giudiziaria nei confronti dei nostri compagni Maria Grazia, Alessia e Moreno, il 5 marzo si e´ svolta a Perugia l´udienza preliminare per decidere se processare i compagni Avni e Zeynep, in carcere in Italia dal 1° aprile 2004, con l´accusa di appartenere all` associazione turca DHKP-C, definita terroristica in base alle arbitrarie Liste Nere stilate dall`Unione Europea su istigazione dell´imperatore G.W.Bush. Come da noi denunciato l´udienza preliminare e´ stata arraffazzonata in fretta e furia dalla Procura perugina per evitare la scercerazione di Avni e Zeynep (il 1. Aprile sarebbero infatti scaduti i termini della carcerazione preventiva). I compagni turchi erano difesi dagli avvocati Caterina Calia, Vainer Burani, Luciano Ghirga e Flavio Rossi Albertini. Il G.U.P. Ha respinto tutte obiezioni degli avvocati difensori e ha quindi deciso di processare I due compagni turchi in condizioni di detenzione. Per tutta la durata dell´udienza, dalla mattina alla sera, nonostante la temperatura polare, si e´ svolto un combattivo presidio promosso dai compagni umbri del Campo allo scopo sia di solidarizzare coi compagni carcerati e inquisiti che di spiegare ai cittadini che a Perugia non v´era alcuna “centrale terroristica internazionale”, quanto piuttosto un´effettiva attivita´ politica di sostegno alla lotta dell´opposizione democratica e rivoluzionaria all´oligarchico e militarista regime turco.

Nonostante l´esito negativo dell´udienza preliminare continuera´ la nostra mobilitazione per l`immediata ed incondizionata liberazione di Avni e Zeynep e per l`abolizione delle Liste Nere, che mirano ad annientare tutti i movimenti di liberazione dall`oppressione, dalla miseria e dallo sfruttamento.

No alle Liste Nere! Libertà  per Avni e Zeynep!

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