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In Iraq le porte dell´inferno si sono aperte

12. April 2005

Ayatollah Jawad al-Khalisi

In Iraq le porte dell´inferno si sono aperte
L´occupazione e le nuove minacce USA potrebbero provocare il limitrofo

Jawad al-Khalisi

The Guardian, 1 Aprile 2005

L´occupazione anglo-americana dell´Iraq sta avvelenando tutti i processi politici nel mio paese e in tutto il Medio Oriente. Le elezioni tenutesi sotto il controllo delle forze occupanti a gennaio non sono state nà© libere nà© corrette.

Soltanto nel momento in cui gli occupanti si ritireranno dal paese l´Iraq potrà  muovere i primi passi sicuri verso la pace e la stabilità . Nel momento in cui ci sarà  un piano di ritiro le forze politiche dell´Iraq potranno accordarsi liberamente e dare inizio ad un processo per delle elezioni veramente libere e corrette, ad una costituzione permanente, e ad un programma che soddisfi le richieste del popolo iracheno.

Le forze occupanti stanno seguendo una politica “dividi et impera”, incoraggiando i settarismi e le divisioni etniche ed imponendosi a tutti le istituzioni che hanno creato.

Incidenti come quello recente del rapimento della giornalista italiana, rilasciata soltanto per ricevere una scarica di proiettili dai liberatori USA, alimentano diffusamente i sospetti in Iraq su chi sia il vero responsabile di molti attacchi terroristici – rapimenti, assissinii, e bombe ed assassinii indiscriminati – che opprimono l´Iraq. Questi sono coincisi con il tentativo di nascondere importanti operazioni militari condotte contro le forze di occupazione in tutto il paese.

Nessuno dei crimini terroristici ਠstato risolto e nessuno degli autori ਠstato processato. Dopo ogni grosso crimine terroristico, viene esaltato l´arresto degli autori, utilizzando nomi e personalità  diffusi dalla stampa controllata dagli USA. Questo sforzo mediatico – che serve anche a nascondere la distruzione di intere città , i brutali raid notturni, i rapimenti, coprifuochi, e l´arresto e la tortura di migliaia di persone – ਠdiretto dal dipartimento per le informazioni delle forze USA, che ha ricevuto uno speciale ringraziamento dal segretario della difesa USA nel corso di una visita in Iraq.

Questi crimini sono un assaggio dell´inferno creato dal progetto USA nel Medio Oriente. E ora quest´inferno sta iniziando ad intravvedersi in Libano, aprendo la prespettiva di guerre senza fine con inimmaginabili conseguenze.

La Siria sta ritirando le sue forze dal Libano e lasciando lealmente all´altra parte la responsabilità  di ciಠche succederà . Ma che cosa succederà  dopo? La resistenza libanese (capeggiata da Hizbullah) verrà  disarmata? E se si rifiuta di deporre le armi, come sarà  disarmata? Avverà  con lo sbarco di altre forze di occupazione nel paese?

Si ਠprovata questa strada negli anni ´80 e ciಠha portato alla sconfitta degli USA e all´uccupazione del Libano da parte di Israele. Ciಠpotrebbe succedere nuovamente, ma in scala maggiore in tutta la regione, che non puಠtollerare più a lungo questa pressione infinita da parte degli USA, considerata dai popoli della regione come una contropartita alle richieste di Israele.

Gli sforzi devono essere diretti a risolvere i problemi del popolo Paletinese, a cui Israele rifiuta il permesso di tornare nelle sue terre, nonostante le risoluzioni ONU e tutte le norme di diritto e giustizia. Il problema Palestinese non puಠessere risolto con adunate esibizioniste come la recente conferenza di Londra di Tony Blair. Le grandi potenze – in particolare la Gran Bretagna, che per prima ਠstata causa del problema – hanno la responsabilità  morale di risolverlo.

Allo stesso modo, la crisi Irachena non puಠessere risolta rappezzando un´occupazione detestata con elezioni fraudolente e con settarie ed etniche riunioni politiche sostenute dagli occupanti. L´unica soluzione ਠil ritiro immediato delle forze di occupazione – o almeno un rigoroso piano di evacuazione internazionalmente garantito. Parlare di libertà  e democrazia ਠvisto dal nostro popolo come una continua mistificazione senza fine perchà© queste parole sono state pronunciate dai reali poteri che stavano dietro al corrotto regime dittatoriale. Gli USA oggi sono ancora gli alleati e fautori di molti di questi regimi tirannici presenti nella nostra regione ed altrove.

Noi non crediamo nemmeno che la posizione aggressiva degli USA verso la Siria e l´Iran sia intenzionata ad incoragiare la libertà  e la democrazia, ma piuttosto a sbarazzarsi di stati che si rifiutano di procedere con i piani degli USA e di Israele sulla regione. Oggi, la Siria ਠtenuta in considerazione in Libano perchà© si rifiuta di sostenere l´occupazione dell´Iraq, e l´Iran deve fronteggiare minacce al suo programma nucleare perchà© gli USA sono preoccupati riguardo al suo ruolo in Iraq e il suo rifiuto dello status quo in Palestina.

L´opinione pubblica dei paesi occupanti, come negli USA e in Inghilterra, deve capire che la continuazione di questa situazione ingiusta e pericolosa creerà  le condizioni per una nuova e più generale sollevazione che minaccia seriamente di aprire i cancelli dell´inferno nella regione e non solo.

Ayatollah Jawad al-Khalisi ਠil segretario generale del Congresso della Fondazione Nazionale Irachena, una secolare alleanza ed organizzazione religiosa che comprende tutte le religioni e i gruppi etnici in Iraq.

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