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Le “vittime” di Racak non erano civili e non sono state giustiziate

25. April 2005

dal processo-farsa contro l`ex Presidente jugoslavo Slobodan Milosevic

Le “vittime” di Racak non erano civili e non sono state giustiziate

Libera traduzione e sunto dell`articolo di Andy Wilcoxson reperibile su:
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg040805.htm
(a cura di P. Catapano)

E` ormai da più di due anni che ਠin corso all`Aia in Olanda il processo-farsa contro l`ex Presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, all`interno del tribunale fantoccio creato e finanziato dalla NATO, tribunale che oltretutto ਠillegale, non essendo stato ratificato dall`Assemblea Generale dell`ONU ma dal solo Consiglio di Sicurezza che non ha l`autorità  per istituire tribunali.

Da qualche mese ਠterminata la fase dell`accusa ed ਠil turno della difesa. Ricordiamo che il Presidente Milosevic non riconosce la legittimità  del tribunale dell`Aia ed ha chiesto di difendersi da solo, rifiutando persino i legali d`ufficio che il tribunale gli aveva forzatamente appioppato contro i suoi diritti per tentare di mettergli il bavaglio.

Eh sà¬, proprio cosà¬, il tribunale le sta tentando tutte per sfiancare l`orgoglioso Milosevic che, pur se in precarie condizioni di salute, ribatte colpo su colpo alle cosiddette accuse del tribunale. E` chiaro che le fandonie che ci hanno raccontato per un decennio sono buone per i TG e per i giornali del pensiero unico, ma quando si tratta di formulare delle accuse giudiziarie, anche se all`interno di un tribunale fantoccio in un processo-farsa, le cose diventano più complicate. Volevo portare a conoscenza un episodio del dibattimento successo nei giorni scorsi che ben fa capire quali difficoltà  sta incontrando l`accusa e l`abilità  di Milosevic e dei suoi testimoni nello smontare il processo pezzo a pezzo.

Una delle bugie più colossali che ci hanno raccontato ਠcostituita dal cosiddetto “massacro di Racak”. Annunciato alla stampa il 15 gennaio 1999 dal navigato diplomatico americano William Walker (all`epoca capo della missione OSCE), tale episodio costituଠil “la” per giustificare l`aggressione alla Jugoslavia di due mesi più tardi. In pratica, nel piccolo villaggio kosovaro di Racak furono rinvenuti 40 cadaveri di etnia albanese, in fila in un unico luogo: si parlಠdi massacro, di persone civili giustiziate solo perchà© albanesi, di pulizia etnica, di barbarie, eccetera. La solita musichetta a cui siamo stati tristemente abituati nel decennio scorso.

Ora, già  analisti indipendenti, tra cui Juergen Elsaesser nel suo “Menzogne di guerra”, hanno sollevato molti dubbi sull`episodio, asserendo che in realtà  si ਠtrattato di una montatura. Ci sono molte prove infatti che porterebbero a pensare che i 40 morti potessero essere in realtà  guerriglieri dell`UCK morti in combattimenti contro l`esercito jugoslavo nei dintorni e radunati dai loro stessi commilitoni nel villaggio disabitato di Racak per simulare un massacro di civili, con la regia dell`abile William Walker. Ma venerdଠscorso (e anche oggi) al processo queste prove sono state portate al vaglio della corte da un testimone della difesa, un esperto forense, il Prof. Slavisa Dobricanin, ex Direttore dell`Istituto di Medicina legale di Pristina e uno degli esperti incaricati all`epoca di svolgere le autopsie sui 40 cadaveri, insieme ad altri esperti di altre nazionalità , tra cui la famigerata patologa finlandese Helena Ranta, non a caso testimone dell`accusa.

Secondo il Prof. Dobricanin tutti i 40 cadaveri trovati a Racak sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco e nessuno ਠstato accoltellato o sgozzato, come qualche albanese ha testimoniato successivamente.

Contrariamente all`asserzione dell`accusa sul fatto che gli albanesi furono picchiati prima di essere “giustiziati”, l`esperto ha affermato che le uniche ferite oltre i colpi di arma da fuoco sono quelle causate dagli animali che si sono accaniti sui corpi senza vita. Inoltre i proiettili provenivano da diverse direzioni ed angolazioni e solo in un caso un uomo ਠstato colpito da breve distanza.

I test del “guanto di paraffina” hanno evidenziato che 37 dei 40 morti avevano sparato prima di essere uccisi, ma l`accusa ha insistito sul fatto che il test non ਠattendibile. L`esperto ha ribadito che il test ਠancor oggi utilizzato in molti paesi dalle polizie criminali, USA compresi.

In più il professore ha detto che i cadaveri vestivano con molti strati di abiti ed erano equipaggiati in modo da soggiornare a lungo all`esterno ed ਠstrano che civili strappati dalle loro case vestissero in quel modo.

Altre indicazioni smentiscono il fatto che le vittime fossero civili innocenti e accreditano invece l`ipotesi che si trattasse di combattenti armati morti in battaglia. Per esempio dei documenti video mostrati in precedenza hanno dimostrato la presenza di trincee e bunker dell`UCK nelle immediate vicinanze del villaggio di Racak e i fori d`ingresso delle pallottole trovate nei morti fanno pensare a persone che si proteggevano all`interno di una trincea. Infatti solo le parti superiori dei corpi sono state colpite.

Nel febbraio del `99 Bill Clinton in televisione disse al mondo: “Noi dovremmo ricordare quello che ਠaccaduto di nuovo nel villaggio di Racak a gennaio – uomini innocenti, donne, e bambini presi dalle loro case, costretti ad inginocchiarsi nell`immondizia, crivellati di colpi – non a causa di qualsiasi cosa loro avessero fatto, ma a causa di ciಠche erano (cioਠalbanesi n.d.r.)”.

Le menzogne di Clinton e della NATO, la più importante delle quali fu Racak, servirono a scatenare 78 giorni di selvaggi bombardamenti contro un paese sovrano, sotto la copertura dell`intervento umanitario.

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