In solidarietà alle lotte popolari indiane
Dopo una iniziale apparente apertura verso i soggetti e i movimenti che in India lottano contro una globalizzazione capitalistica sempre più sfrenata che impoverisce ulteriormente i più mentre arricchisce elites sempre più ristrette, il governo indiano, guidato dal Partito del Congresso e appoggiato da forze che si definiscono di sinistra, ha ripreso a muoversi nel solco tracciato dal precedente governo sciovinista a guida BJP. Il governo del BJP si era particolarmente distinto per l`alleanza filoimperialista con Israele e gli USA, per la repressione del movimento indipendetista in Kashmir, della minoranza Islamica in India e per l`adesione alle politiche economiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale. L`attuale governo ha formalmente revocato la Legge per la prevenzione del terrorismo emanata sulla scia del Patriot Act statunitense, ma ha poi introdotto nuove misure altrettanto draconiane che non escono dal paradigma nordamericano della lotta al terrorismo. Come da copione: arresti che in realtà sono sequestri di persona, torture, invio di squadroni della morte paramilitari, distruzione di interi villaggi e sospensione dei più elementari diritti politici, a partire da quello di manifestare. E, ovviamente, piena adesione ai diktat del Fondo Monetario e della Banca Mondiale. I colpiti sono sempre i più poveri e le minoranze oppresse che lottano per cambiare lo stato di fatto: contadini, proletari e sottoproletari delle città e più in generale tutti gli “intoccabili” che osano ribellarsi, le minoranze nazionali e religiose, come gli Adivasi e i Musulmani, i Naxaliti e i Maoisti. Come se ciಠnon bastasse il governo indiano ha anche provveduto a dar man forte alla monarchia Nepalese per reprimere la ormai pluriennale lotta popolare e contadina. I compagni del Forum per la Resistenza di tutto il popolo indiano (AIPRF) e del Forum in lotta per la Resistenza Popolare (SFPR) ci scrivono: “tacere significa accettare”. Come antimperialisti non possiamo e non dobbiamo accettare e quindi non possiamo tacere: manifestiamo tutti il pomeriggio di venerdଠ20 maggio a Roma (ore 16), di fronte all`Ambasciata dell`India (in via XX settembre 6), per esprimere la nostra solidarietà alle lotte popolari indiane contro lo sfruttamento e l`oppressione capitalistica e per dire ancora una volta no alla guantanamizzazione del mondo.
Il presidio ਠuna delle iniziative della Settimana contro la repressione in India (15 – 21 maggio), promossa da Proletari Comunisti, Comitati di Solidarietà Nepal, Campo Antimperialista.