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Donne Irakene accusano: “Women Charges”

28. August 2005

I crimini delle forze di occupazione e dei loro fantocci contro le donne irachene devono essere resi pubblici

I musulmani di tutto il mondo sono rimasti sconvolti venendo a conoscenza della lettera di Fatima dalla prigione di Abu Ghraib in Iraq. Pur non avendo alcuna informazione specifica, crediamo che ci siano molte Fatime in Iraq. Queste donne non devono rimanere nell´ombra.

In tutte le guerre gli stupri e gli abusi sessuali fanno parte integrante dell´armamentario bellico. Con questa disgustosa pratica il nemico non intende soltanto distruggere la psiche della vittima, ma anche i valori della sua intera società . I soldati e i membri delle forze di sicurezza non violentano e torturano le donne solo per il proprio piacere. Sono stati addestrati ad usare la violenza sessuale per umiliare l´intera società . Questa speciale arma da guerra ਠstata usata in molti conflitti dal Vietnam in poi; oggi, ਠusata in modo particolare contro le donne musulmane (contemporaneamente, sono ben noti i casi delle donne rinchiuse nelle carceri politiche in Turchia.

La maggior parte delle donne sessualmente abusate si vergogna troppo per parlare dell´accaduto. Molte di loro non vedono alternative se non il suicidio, perchà© non si sentono in grado di vivere con quella vergogna.

Nella sua lettera da Abu Ghraib Fatima invoca aiuto. Noi siamo donne che non sono disposte a rimanere in silenzio mentre le nostre sorelle invocano aiuto. Vogliamo rendere pubblico quello che sta succedendo alle nostre sorelle. Non ਠfacile rompere i tabù; fatalmente, i colpevoli sfruttano deliberatamente questo fatto. I nostri tabù sono un´arma nelle loro mani. Loro sanno che le nostre sorelle umiliate non possono mettere sotto accusa i loro aguzzini. Chi le sostiene?

Mentre il mondo musulmano rimaneva sconvolto dalla lettera da Abu Ghraib, le organizzazioni internazionali e quelle irachene per i diritti delle donne non hanno protestato. Sono invece corse a protestare presso l´ambasciatore americano in Iraq, chiedendo che intervenisse perchà© hanno paura che i loro diritti siano penalizzati nella nuova Costituzione. Perchà© non protestano anche per le torture sulle donne catturare dalle forze americane? Se queste organizzazioni femminili avessero avuto un serio interesse per i problemi delle donne, avrebbero fatto sentire le loro voci, ma [evidentemente] sono più interessate a unirsi alla campagna contro l´Islam che a condannare i crimini degli occupanti.

La tortura ha sulle società  anche un altro effetto, che non dovrebbe essere sottovalutato. Chi sono i torturatori? Dall´anno scorso, i militari americani addestrano giovani iracheni all´uso delle armi speciali di guerra. [ When the photographs from Abu Ghraib had gone around the world Iraqi men should continue with this dirty job] Anche dopo che le fotografie di Abu Ghraib sono state diffuse in tutto il mondo, quegli iracheni avrebbero continuato con questo sporco lavoro; tuttora, le forze “di sicurezza” irachene sono addestrate da esperti soldati americani in pratiche di tortura. Questi uomini sono padri, figli, fratelli, e sono iracheni. Le loro mogli, madri e figlie sanno che cosa devono fare questi uomini? Come reagirebbero se fossero le loro mogli, figlie e sorelle ad essere violentate, seviziate e torturate? Come potranno questi uomini tornare a fare una vita normale quando avranno concluso questo lavoro? Come la “Sindrome del Vietnam”, la Sindrome di Abu Ghraib colpirà  la società . In che modo la martoriata società  irachena sopporterà  questo fardello in più?

Il rimanere in silenzio getta vergogna sulle organizzazioni umanitarie irachene e internazionali, considerata la situazione del popolo iracheno; la maggior parte di queste organizzazioni segue la strategia del appeasement; i crimini delle forze di occupazione e dei loro fantocci sono un tema “politico” e di conseguenza non cade sotto la loro responsabilità . Consapevoli che criticare figli occupanti potrebbe significare la fine del supporto finanziario, preferiscono chiudere gli occhi.

àˆ stato questo il fattore determinante che ci ha fatto decidere di fondare l´iniziativa indipendente WOMEN CHARGES.
Questo progetto punta a raccogliere casi e testimonianze di donne per una pubblicazione che dovrà  essere diffusa in diverse lingue dentro e fuori dall´Iraq. In nome di tutte le nostre sorelle senza nome, questo sarà  un atto d´accusa fatto dalle donne.

Per realizzare questo progetto, vogliamo chiedere informazioni ai gruppi, alle organizzazioni e alle persone. Abbiamo bisogno di notizie certe su quello che sta succedendo dietro le mura delle prigioni, delle stazioni di polizia, durante le operazioni militari e le perquisizioni.

Se avete informazioni sulla situazione delle donne in altri paesi come la Palestina, la Turchia, l´Iran, per favore fateci conoscere anche quelle.

Potete inviare tutto il materiale (in inglese, arabo, turco o curdo ) all´indirizzo masoccom@yahoo.com
Per avere maggiori informazioni o in caso di altre domande, non esitate a contattarci.

La partecipazione a questo progetto ਠaperta ad ogni persona o gruppo interessato. Ogni genere di sostegno ਠbenvenuto.

In solidarity
Fatma Salih Uthman
Assignee of WOMEN CHARGES-Initiative

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