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PERCHE` PRODI TACE?

9. September 2005

Comunicato stampa dei sette scioperanti della fame davanti alla farnesina e dei Comitati Iraq Libero

Abbiamo affermato e ribadito che tutti dovrebbero pronunciarsi sulla negazione dei visti agli iracheni decisa dal Ministro degli esteri G. Fini, ovvero sull´attacco alle liberta´ democratiche e sulla gravissima lesione della sovranita´ nazionale avveratasi con la lettera dei 44 parlamentari statunitensi.
Con questo spirito, attraverso la sua Segretaria con la quale da giorni siamo in contatto, abbiamo chiesto a Prodi di prununciarsi, convinti che cio´ sia un dovere non solo politico ma anche morale per chi si candida al governo di questo paese.
Prodi, il quale ha ricevuto tutta la documentazione relativa alla vicenda dei visti negati, ha dato incarico all´Onorevole Giovanni Bianchi di occuparsene.
Questa mattina, 9 settembre, era fissato, presso il nostro presidio sotto la Farnesina, un incontro con una delegazione capeggiata proprio dall´Onorevole Giovanni Bianchi. La delegazione non si e´ pero´ presentata all´appuntamento, comunicandoci che… “vi sono problemi nell´Unione”.
Questi “problemi” sono forse piu´ gravi di quelli per cui da dieci giorni siamo in sciopero della fame?
L´assalto ai diritti democratici e alla Cosituzione operato dal governo Berlusconi-Fini-Pisanu in nome di un servile allineamento alla folle strategia statunitense di “guerra preventiva di civilta´” (di cui la negazione dei visti agli iracheni e´ un inquietante simbolo) costituisce o no un “problema” per Prodi?
Poco piu´ di un anno fa l´Occidente rimase scioccato dalle immagini delle torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib. Oggi ha gia´ dimenticato?
Ricordiamo infatti che tra gli obbiettivi della nostra lotta estrema c´e´ la consegna del visto anche ad Haj Ali, l´uomo incappucciato icona della barbarie causata dall´occupazione dell´Iraq.
Da dieci giorni siamo in sciopero della fame per farlo venire in Italia ad esporre la sua drammatica esperienza e quella dei tanti che, come lui, sono stati vilipesi e torturati, non perche´ “terroristi” ma solo perche´ si rifiutano di collaborare con gli occupanti.
Il Ministero degli Esteri G. Fini, succube delle sfrontate pressione americane, non solo ha negato i visti a nove cittadini iracheni invitati alla Conferenza di Chianciano; nemmeno risponde alla nostra richiesta di autorizzare la venuta in Italia di Haj Ali. Ritiene forse Fini che anche chi ha subito dolorose torture sia un “pericoloso seminatore d´odio”? O non e´ vero il contrario? che chi i “seminatori d´odio” siano coloro che hanno aggredito l´Iraq e vogliono ad ogni costo sottomettere la fiera Resistenza del suo popolo?
Neanche sul caso di Haj Ali Romano Prodi ha da dire la sua?
Il suo silenzio non e´ certo un buon viatico per un Primo Ministro in pectore che proclama la necessita´ di farla finita con la sciagurata politica del governo in carica.

I sette in sciopero della fame
I Comitati Iraq Libero
Roma 9 settembre 2005

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