Non bariamo per favore!
Quello che segue ਠl`editoriale di Radio Città Aperta (Rete dei Comunisti) sulle elezioni tedesche.
Tralascio l`analisi del voto per evidenziare un aspetto del ragionamento che proprio non torna.
Dice Radio Città Aperta, sottolinenado giustamente il successo della lista Die Linke e l`unificazione di varie forze della sinistra tedesca che lo ha reso possibile che
“Sarà bene che il segretario del PRC Bertinotti colga il segnale e l`occasione e cessi di contrapporsi da solo all`esigenza diffusa e reale di unità delle forze politiche della sinistra alternativa e dei movimenti sociali.
Una coalizione di queste forze oggi puಠcondizionare seriamente un futuro governo dove abbondano blairiani e liberalriformisti o se ne puಠsmarcare con un progetto politico e sociale indipendente non più minoritario”.
Eh no! Non bariamo per favore! L`unità realizzata in Germania ਠservita a costruire uno schieramento che ha messo in seria crisi il bipolarismo; quella di cui parla Radio Città Aperta (lista arcobaleno) servirebbe al massimo a rafforzare l`ala sinistra di uno dei due poli in cui si articola il nostrano sistema dell`alternanza bipolare. Nel peggiore, e più probabile, servirà soltanto a salvare un pಠdi posti in parlamento a Pdci e Verdi superando la fatidica soglia del 4%, magari con la raccolta di qualche naufrago di quella che a parole si vorrebbe “sinistra antagonista”.
Che lo facciano se credono, ma per favore che si evitino paragoni che non reggono.
Oggi in Germania si parla di alleanze di tutti i tipi, ma Spd, Csu, liberali e verdi escludono ogni accordo con Lafontaine, che a sua volta giudica improponibile ogni alleanza nello schema bipolare.
Al contrario i nostrani “alternativi” dovrebbero unirsi per portare acqua a Prodi, accettando il programma ed il governo dell`Unione.
Che chi vuol fare pastrocchi li faccia (se no che paese saremmo diventato!), ma si lascino stare argomenti che proprio non reggono.
Leonardo
Germania. La destra perde e la sinistra vince.
Un segnale anche per l`Italia?
EDITORIALE RADIO CITTA APERTA 19 Settembre 2005
C`ਠdel buono in Germania cosଠcome c`era stato del buono in Francia con il NO al referendum sulla Costituzione Europea.
Dai paesi del centro strategico dell`Europa arrivano segnali che non possono essere ancora sottovalutati da chi, in Italia, ha a cuore non solo la sconfitta del governo di destra ma nutre – legittimamente – aspettative più avanzate sul terreno del cambiamento sociale. Quale segnale mandano le elezioni tedesche?
1) Il “recupero” di Schroeder ਠavvenuto non tanto per merito del leader della SPD quanto per demerito della sua sfidante democristiana Merkel. Infatti ਠquest`ultima ad aver preso meno voti di quanti gliene assegnavano i sondaggi alla vigilia delle elezioni;
2) Il mancato successo del centro-destra tedesco ਠandato in parte ai liberali (un partito senza identità e storicamente a disposizione di ogni coalizione di governo), ma soprattutto ਠstato merito del Partito della Sinistra (Die Linke) che ha intercettato in senso progressista il voto di rifiuto contro le riforme antisociali del governo socialdemocratico. I neonazisti della NPD e dei Republikaner invece hanno subito una severissima sconfitta, dimostrando che la destra xenofoba e populista puಠessere neutralizzata sia sul piano dell`antifascismo militante sia riempiendo gli spazi della delusione e della protesta sociale.
Il governo socialdemocratico di Schroeder si era posto sul cammino già intrapreso da Blair puntando a drastici tagli dello stato sociale e agevolando la ristrutturazione antioperaia della grande industria tedesca (dalla Volkswagen alla Mannesman). Gli accordi che vedevano le imprese imporre meno salario e maggiori di orari di lavoro, erano stati salutati come esempio di “realismo” dalla leadership socialdemocratica.
Le Montaggdemo (le manifestazioni del lunedi) che per mesi avevano attraversato le metropoli tedesche contro i tagli allo stato sociale, contenevano un messaggio sociale potente e di rottura della concertazione tra socialdemocratici e grande capitale tedesco. Questa rottura della tregua sociale, ha creato le condizioni per una rottura tra settori dei sindacati e la sinistra socialdemocratica contro i liberalriformisti della SPD.
La ricomposizione tra queste forze e il PDS (il partito della sinistra nato sulle ceneri del Partito comunista della Germania dell`Est) ha dato vita ad un raggruppamento politico – Die Linke – che non solo ha conquistato quasi il 9% dei voti in tutto il paese, ma che ha reso reale ed evidente a tutti l`esigenza di rappresentanza politica indipendente dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei settori popolari in Germania.
Il segnale che giunge dalla Germania ਠsignificativo e degno di conseguenze anche nello scenario politico della sinistra italiana.
1) Da un lato dimostra che per battere la destra i lavoratori non sono sempre condannati a scegliere il meno peggio o a farsi intercettare dalla destra populista e xenofoba. Il sistema elettorale proporzionale consente di dare voce e prospettiva a questa esigenza di rappresentanza democratica e sociale, mentre il sistema maggioritario la annichilisce. Su questo – a sinistra e nelle forze democratiche – non possono più esserci dubbi o reticenze.
2) L`unificazione delle varie anime della sinistra tedesca (PDS, DKP, Sinistra della SPD e pezzi di sindacato) ha consentito di ottenere un risultato politico ed elettorale vincente che separatamente non sarebbe stato possibile.
Sarà bene che il segretario del PRC Bertinotti colga il segnale e l`occasione e cessi di contrapporsi da solo all`esigenza diffusa e reale di unità delle forze politiche della sinistra alternativa e dei movimenti sociali.
Una coalizione di queste forze oggi puಠcondizionare seriamente un futuro governo dove abbondano blairiani e liberalriformisti o se ne puಠsmarcare con un progetto politico e sociale indipendente non più minoritario.
Avevamo detto a maggio “Mercଔ, dobbiamo dire oggi “Danke”, speriamo di poter dire tra qualche mese “Grazie” anche ai lavoratori e alla maturità della sinistra in Italia.