17 ottobre 2005
Riunione nazionale dei Comitati Iraq Libero
DOMENICA 23 OTTOBRE 2005 – ORE 10 – Sala della Biblioteca – SMS di Rifredi – Via Vittorio Emanuele II, 303 – FIRENZE
Ordine del giorno e relazioni introduttive:
1. Gli sviluppi della situazione in Iraq anche alla luce del voto sulla costituzione imposta dagli USA.
2. Conferenza, Visti, Tour di Haj Ali: la lotta continua. Bilancio del lavoro svolto e proposte sulla sua prosecuzione.
3. Consolidamento e sviluppo del movimento a sostegno della Resistenza irachena.
La riunione ਠaperta a tutti quanti si riconoscono negli orientamenti generali espressi da Iraq Libero o che comunque condividono l’esigenza di rafforzare il sostegno alla lotta di resistenza del popolo iracheno.
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Intervista di Awni al Kalemji al Manifesto
Il movimento studentesco in Venezuela
Questo Notiziario contiene:
1. PRIMARIE: SINISTRA (in) MARCIA
2. REFERENDUM IN IRAQ: SE LA RICE CANTA VITTORIA
3. PACS-FAMIGLIA: DISCORSI ANTICRISTIANI DI PAPA RATZINGER
4. UN SUCCESSO VERO: IL 2 OTTOBRE
5. UN CHIEDE IL PERMESSO
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1. PRIMARIE: SINISTRA (in) MARCIA
Ci sono quelli che affermano che la grande affluenza delle Primarie dell’Unione si spiega anzitutto come un sussulto popolare contro Berlusconi e il suo governo, si consolino pure. Noi vorremmo esprimere, non stupore, ma costernazione per l’esito di queste Primarie. Esse attestano un successo innegabile di Prodi e della sfrontata cupola degli oligarchi unionisti. La loro baldanza, dopo le tante nequizie commesse, e’ giustificata.
Non era affatto scontato che l’americanata delle Primarie, del tutto estranea alle tradizioni democratiche italiane, avesse successo.
In primo luogo perche’ il centro-sinistra si sarebbe dovuto mettere sotto i piedi il conclamato rifiuto dell’elezione plebiscitaria e presidenzialistica (“diretta”) del primo ministro (bandiera storica delle destre).
In secondo luogo: nessun concorrente avendo svelato il suo programma di governo, l’elettore avrebbe scelto il candidato Primo Ministro in base a criteri metapolitici, carismatici e populistici —e questo significa, in tempi in cui la TV e’ il principale luogo di esperienza politica dei cittadini, che il meccanismo elettorale, piu’ che ad una rigorosa competizione democratica, sarebbe stato una pantomima dei sistemi di televoto da “Isola dei famosi”.
In terzo luogo: la competizione era una FARSA, truccata ab origine, e per tre serissime ragioni: 1. per non mettere a repentaglio il successo di Prodi nessuno degli oligarchi ulivisti e’ sceso in lizza; 2. i sei concorrenti, Bertinotti incluso, erano dunque solo candidati-civetta, visto che chiunque di loro avesse sfortunatamente superato Prodi avrebbe desistito per nopn sfasciare l’unione (Pecoraro docet) e quindi mai sarebbediventato Primo ministro; 3. Caliamo un pietoso velo di silenzio sulla berlusconiana disparita’ di mezzi pubblicitari tra i concorrenti —vedi la spudorata volata tirata a Prodi da parte dei principali organi di comunicazione capitalistici.
Gli oligarchi di centro-sinistra avevano ragione di temere un insuccesso. Cosa esattamente temevano? Che la loro base sociale conservasse, a dispetto di tutti gli slittamenti nel baraccone dell’avanspettacolo politico, quel barlume di memoria storica e di dignita’ politica che li avrebbe convinti a restarsene a casa per non farsi prendere per il culo. Invece il giochetto ha funzionato.
Altro che sussulto antiberlusconiano! La prima cosa che emerge da queste Primarie e’ che il berlusconismo, in barba a tutti gli anatemi, ha permeato inesorabilmente questa sinistra; stesso il leaderismo americano da televendita, medesimo il populismo salvico privo di connotati, identico il paternalismo autoritario con cui gli oligarchi manipolano il conseso PASSIVO dei cittadini. Si tenga conto che questa Primarie sono avvenute a ridosso del salutare affossamento da parte del centro-destra della legge elettorale maggioritaria-uninominale. Tutti concordano, Prodi in primis, che proprio questa svolta ha impresso una grande spinta alle Primarie medesime. Ebbene, quali bandiere e valori ha issato la sinistra? Essa ha inveito contro il “golpe” berlusconiano, ma in difesa del principio arciconsevatore della “governabilita'”, della “stabilita'” e della difesa di questo infame sistema sociale e politico che passa per Seconda repubblica e di cui essa, a giusto titolo, si considera facitrice. Questa sinistra, tutta senza eccezioni si e’ eretta dunque a paladina, non solo del mostro bipolarista, ma di quella schifezza incarnata dal sistema elettorale piu’ truffaldino e antipopolare che si conosca, quello maggioritario —quello per cui con mezzo milioni di voti in piu’, il centro-destra, nel 2001, ottenne quasi cento seggi in piu’ degli avversari. Quello per cui una minoranza decide chi debba governare. Non in nome della democrazia la sinistra ha quindi contestato Berlusconi, l’ha contestato in nome della legittimita’ della DITTATURA della minoranza.
Pigliamone atto allora: e’ finita’ per sempre la diversita’ della gente di sinistra da quella di destra, che anzi questa sinistra e’ oggi la destra reale, ovvero portatrice di una fisica spinta alla conservazione dell’esistente, camuffata all’evenienza con una demagogica metafisica al “cambiamento”e alla solidarieta’ sociale. Non malgrado questa merda la gente di sinistra ha fatto la fila per votare Prodi o Bertinotti, ma anche grazie di essa. Segno, come dicevamo, di un mutamento tremendo, raccapricciante, avvenuto non solo ai vertici ma anche alla base. Segno, per chi voglia guardare in faccia la realta’, che questa base ha interiorizzato la pulsione verso una democrazia autoritaria in stile yankee. Forse essa e’ meno marcia dei propri capi, ma marcia. Segno, aggiungiamo noi, che questa sinistra e’ ormai un cimitero di zombi, un mostruoso museo delle cere che il fuoco della crisi e del conflitto futuro fara’ squagliare senza pieta’. Prima di quanto certi pessimisti pensano. Non e’ da qui che verra’ la spinta alla sovversione sociale futura.
Per questo. Per quanto faticoso e minoritario sia oggi attestarsi su posizioni resistenti, ਠbene stargli alla larga, e per chiunque nutra ancora speranza di cambiare il mondo, smascherarla e combatterla senza tentennamenti. Tutto il contrario di quanto hanno fatto i Disobbedienti, che sono stati al gioco accreditando la truffa delle Primarie, commettendo cosi il piu’ colossale errore politico per chi si considera, non diciamo rivoluzionario, ma anche solo antagonista.
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2. REFERENDUM IN IRAQ: SE LA RICE CANTA VITTORIA
In perfetto stile nazista, come ritorsione per l’uccisione di cinque marines, gli americani stanno sottoponendo la citta’ di Ramadi a bombardamenti che, secondo alcune fonti, farebbero impallidire quelli avvenuti a Falluja un anno fa. E’ dentro questo scenario guerra che si svolge il referendum sulla Costituzione voluta dagli americani. Tanto per ricordare chi da la linea e senza attendere i risultati, la Rice ha gia’ cantato vittoria affermando che l’affluenza alle urne in occasione del referendum sulla Costituzione, “farebbe ben sperare”. La pilotatissima informazione italiana, di entrambi gli schieramenti, ha fulmineamente accreditato la tesi che la maggioranza avrebbe votato e si sarebbe espressa per il SI ad un assetto che spappola l’Iraq, lo balcanizza affidandolo al dispotismo di clan mafiosi asserviti agli interessi americani. Smentiscono questi numeri, invece, mezzi di informazione arabi, meno embedded di quelli occidentali. Non c’e’ dubbio che i dati che fornira’ il governo fantoccio saranno truccati come quelli diffusi per le passate elezioni. Nonostante la Resistenza sia divisa, malgrado essa non trovi ancora la capacita’ di formare un fronte unico, essa sferra ogni giorno colpi letali agli occupanti, anzitutto sul piano militare, che resta decisivo. Su quello politico gli occupanti non cantino vittoria. Resta il fatto che la maggioranza degli iracheni o lotta contro gli occupanti o freme per la loro sconfitta sul campo. Ne fa fede la posizione del Movimento popolare di Moqtada al-Sadr che ha chiamato a votare NO al referendum e che senza dubbio e’ la prima forza tra la popolazione che non segue ancora la Resistenza perche’ teme che essa riporti al potere il baathismo. Se non ci fosse questa divisione tra i seguaci di Saddam e quelli di Moqtada gli americani sarebbero gia stati cacciati. Questa divisione e’ in effetti il vero punto di forza degli occupanti, dato che tutti i loro tentativi di stabilizzazione attraverso il governo fantoccio stanno fallendo uno dopo l’altro. Con la stessa determinazione con cui sosteniamo la Resistenza, sosteniamo tutti gli sforzi per unirla. Anche per questo siamo dalla parte dell’Alleanza Patriottica Irachena di Jabbar al-Kubaisi, il cui arresto e’ stato in effetti uno dei piu’ gravi colpi portati alla causa del popolo iracheno. Assieme a lui marciscono nelle galere e nei lager decine di migliaia di iracheni, molto spesso innocenti, tenuti in prigione senza prove, senza processo, senza possibiita’ di difendersi. Per i guerriglieri catturati in battaglia, molto spesso, va anche peggio, viste le testimonianze che affermano di vere e proprie esecuzioni sommarie. Questa e’ la democrazia e la liberta’ a stelle e striscie, crimini sui quali si tace pena essere accusati, come a noi avviene di fiancheggiare il terrorismo.
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3. PACS-FAMIGLIA: DISCORSI ANTICRISTIANI DI PAPA RATZINGER
L’argomento filosofico col quale la chiesa cattolica difende la sacralita’ della famiglia e chiede allo Stato di non riconoscere alcuno statuto giuridico a tutte le altre forme di convivenza affettiva e’ che la famiglia patriarcale monogamica sarebbe sacra in quanto istituto naturale, ovvero voluta e stabilita da Dio. Una posizione brutalmente veterotestamentaria che per essere decente si mette il vestito da festa del giusnaturalismo. E’ il medesimo giusnaturalismo che fa dire al Papa che ci sono diritti umani inviolabili che nessuna istituzione, legge o maggioranza parlamentare puo’ violare in quanto essi non sono attribuiti da alcuno Stato, ma in quanto connaturati all’essere umano ad esso assegnati da Dio. Un discorso che davanti al modermo dispotismo liberista appare intrigante ma che e’ massimamente pernicioso, poiche’ se attribuitici da Dio, i diritti in questione non sono affatto inalienabili ma da Egli sempre revocabili.
Il fatto e’ che la posizione cattolica sulla famiglia e’ profondamente anticristiana. La sacralizzazione della famiglia patriarcale e’ infatti acquisizione tarda della Chiesa cattolica, quando essa era ormai diventata pilastro del dispotismo secolare. Gesu’, gli Apostoli e gli stessi padri della Chiesa furono quanto mai chiari al riguardo: per essi la famiglia sacra non era quella “naturale”, di sangue, ma quella, storica e mistica, della comunita’ dei credenti in Cristo, ove il vincolo fondante era quello dell’amore e della incondizionata fratellanza reciproca.
Lasciamo parlare Gesu’: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perche’ son venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno i suoi familiari. Chi ama il padre o la madre piu’ di me, non e’ degno di me; e chi ama il figlio o la figlia piu’ di me, non e’ degno di me”. Altro che sacralizzazione della famiglia naturale
Perche’ mai due esseri umani che si amano, quale che sia il loro sesso, non possono decidere di vivere assieme? E se questo e’ lecito, come ammette la Chiesa medesima, perche’ mai questa unione non dovrebbe meritare rispetto e riconoscimento giuridico da parte della comunita’ e dello Stato?
Che la Chiesa di Ratzinger, che pretende di essere universale, respinga da se’ coloro i quali vivono rapporti d’amore non patriarcali ed eterosessuali, e’ l’ennesima dimostrazione che essa, lungi dall’essere una comunita’ fondata su una concezione cristiana della vita e’ anzitutto una custode della conservazione sociale, ove la famiglia deve fungere da cellula base e prototipo della gerarchia autoritaria e classista.
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4. UN SUCCESSO VERO: IL 2 OTTOBRE
Ci comunicano che qualche giorno fa anche l’astrofisica Margherita Hack ha sottoscritto l’appello contro Fini affinche’ siano concessi i visti agli esponenti iracheni che sarebbero dovuti venire alla Conferenza di Chianciano. Un altro segno di come l’iniziativa dei Comitati Iraq Libero abbia apero una breccia senza precedenti anche tra coloro che eranop distanti dalla Resistenza irachena.
Questo si e’ toccato con mano alla MANIFESTAZIONE svoltasi a ROMA, domenica 2 ottobre. Si e’ trattato di un autentico successo. Centinaia e centinaia di persone hanno partecipato, nonostante fosse nota l’assenza di Haji Ali, e tra loro una quarantina di compagni dall’estero a rappresentare una quindicina di delegazioni internazionali.
Molta acqua e’ passata sotto i ponti da quando il Campo era disperatamente solo nella battaglia per sostenere la Resistenza irachena. Un isolamento di cui il governo italiano approfitto’ per spedire in galera, il 1 aprile 2004, tre dei nostri dirigenti e due compagni turchi. Certo gli americani hanno vinto il primo round, grazie a Fini hann impedito (per ora) la Conferenza di pace di Chianciano. Ne’ noi ci facevamo facili illusioni dopo la lettera dei 44. Tuttavia la battaglia e’ lunga, conoscera’ varie tappe e passaggi. Si tratta di procedere, di andare avanti, contando anzitutto sui progressi della Resistenza, che fungono da motore della stessa solidarieta’ internazionale, che va allargata, consolidata, fatta diventare una solidarieta’ di massa.
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5. UN CHIEDE IL PERMESSO
Ricordate le nuove leggi antiterrorismo e la clausola per cui l’immigrato clandestino che decidesse di collaborare nella lotta al terrorismo avrebbe ottenuto un regolare permesso di soggiorno? Ecco il primo! Un delinquente comune maghrebino, entrato clandestino e già in carcere per reati comuni, ha confessato alle autorità carcerarie di essere un “terrorista pentito”. Si temono rivelazioni devastanti….
Fonte: Calabria, un immigrato si confessa kamikaze. L’antiterrorismo conferma. Informativa al ministero dell’Interno Link