di Miguel Martinez
venerdà¬, 17 febbraio 2006
“L’Italia ਠin Europa ma ਠleale alleato Usa”
Fausto Bertinotti, intervista a La Repubblica del 06/12/05. Tre nomi: Francesco Rutelli, Marco Ferrando, Vladimir Luxuria.
Il primo, alcuni giorni fa, ha sollevate ondate di complice silenzio quando ha dichiarato quanto segue:
“Un merito del governo Berlusconi e’ stato di ‘migliorare i rapporti con Israele e noi continueremo su questa linea’.
Lo afferma Rutelli. Questo miglioramento e’ stato ‘una delle poche cose
positive’ fatte dal governo Berlusconi, ha detto il presidente della
Margherita dopo un incontro a Gerusalemme con il premier ad interim
israeliano Olmert. E’ emersa ‘una identita’ di vedute sui punti
strategici’, ha indicato Rutelli. Olmert ha assicurato che Israele ‘non
si fara’ ingannare da Hamas’. “[1]
Ora, “noi”, se non ਠun plurale maiestatis, vuol dire, “noi, l’Unione”.
Quindi, “noi continueremo” sulla linea del sostegno incondizionato a
Israele, dell’approvazione sostanziale del Muro dell’Apartheid, della
collaborazione economica e militare con i conquistatori, dei ricatti e
delle minacce contro gli oppressi, della lotta contro il diritto dei
palestinesi di governarsi come vogliono. Buono a sapersi.
Marco Ferrando, al contrario di Rutelli, non ha detto proprio niente. Perಠl’ineffabile quotidiano Libero ha scovato un libro scritto da lui tre anni fa (pubblicato dai nostri amici della Giovane Talpa
e letto presumiamo da ben pochi. Scava e riscava, un certo Gennaro
Sangiuliano ha trovato non si sa a che pagina o in che contesto, questa
frase:
“La verità ਠche la teoria “due popoli, due
Stati” si ਠrivelata totalmente falsa”. E ancora:
“Semplicemente lo Stato di Israele non ਠl’espressione dei
diritti nazionali ebraici. E’ una creatura storica
artificiale”.[2]
Fausto Bertinotti
– doveva essere esilarante. Questa volta non agitava il cannocchiale
premio
aveva vinto assieme a Sharon, ma il quotidiano di Feltri, dove à¨
riportata la frase di Ferrando:
“Proprio l’opposto di quanto sostiene il segretario, che infatti
più legge più gli monta la rabbia. Cosà¬, quando la
riunione si scioglie, tra i due scoppia un durissimo battibecco. O
meglio un monologo, perch੠Bertinotti ਠun fiume in piena.
“E’ inammissibile che un nostro candidato esprima una simile posizione, che ਠassolutamente in-com-pa-ti-bi-le con l’appartenenza a questo partito.
Se ਠcosà¬, rimettiamo tutto in discussione”. Dove
tutto sta per la candidatura come capolista in Abruzzo. “La
nostra linea ਠ“due popoli, due Stati” – ribadisce – . Bisogna
sostenere il diritto di entrambi, israeliani e palestinesi, ad avere
una terra, perchà© solo cosଠsi costruirà una
pacifica convivenza”. Ferrando prova a spiegarsi, ma il
segretario del Prc ਠfuribondo: “Capiscimi bene, Marco: non ammetto deroghe! Siamo sempre stati un partito plurale, ma ci sono confini invalicabili e questo ਠuno di quelli” grida tra le facce attonite degli altri dirigenti.”
Il giorno dopo, Il Corriere della Sera ha teso a Ferrando la classica intervista-trappola, facendogli dire tra l’altro:
“E la resistenza irachena?
“Questione più complessa. C’ਠun diritto
sacrosanto all’autodeterminazione e a resistere a forze
d’occupazione militare che stanno lଠper interessi
colonialistici. Poi ci sono diverse concezioni, tra movimenti di
resistenza popolare e fondamentalisti. E la resistenza popolare armata
ਠcosa diversa dal terrorismo contro la popolazione
civile”.
Bertinotti ha quindi deciso unilateralmente di togliere la candidatura a Ferrando, avvisando il Comitato Politico Nazionale con un giro di telefonate.
Ferrando ਠun politico dalla parlata profondamente noiosa (la
sua voce somiglia incredibilmente a quella di Massimo Introvigne),
ancorato a una spiegazione trotzkista della storia del Novecento che fa cadere le braccia per dogmatismo. Nell’intervista con Il Corriere ha anche condannato Hamas,
non certo per compiacere il giornalista, ma perchà© nella sua
interpretazione inossidabile del mondo, i movimenti a ispirazione
religiosa sono necessariamente “reazionari”.
Perಠha toccato con onestà e coraggio il punto cruciale dei nostri tempi: il diritto alla resistenza, senza comode vie di fuga in fantasiose “nonviolenze”, in arcobaleni contro carri armati.
E’ questo il “confine invalicabile”, quello che separa alla fine Feltri
e Bertinotti da una parte, e le persone perbene dall’altra.
E’ interessante confrontare la liquidazione del poco pittoresco
Ferrando con l’accoglienza trionfale riservata a un personaggio a prima
vista ben più “trasgressivo”, Vladimir Luxuria. Luxuria infatti ci offre un prodotto altissimo dell’industria culturale: lo scandalo senza contenuti, che sta totalmente all’interno dei confini stabiliti.
Non a caso, Luxuria offre consigli di moderazione a un altro personaggio non tanto diverso, il giocoso Francesco Caruso.
Oggi su Repubblica [2] questo candidato, che distribuisce preservativi e cartine da spinello per la sua campagna elettorale dichiara cautamente, “non commento la scelta di espellere Ferrando”.
Ma la cosa più interessante ਠche Luxuria non à¨
solo uno scandalo senza contenuti. E’ in buona sostanza il
moderatissimo responsabile del settore gay del Maurizio Costanzo Show, una sorta di soubrette mediatica creata da Mediaset, scelta per suscitare reazioni perfettamente prevedibili.
Da una parte abbiamo il ceto degli emancipati, una
categoria di cui pullula l’Italia al di sopra di un certo livello di
istruzione. Quelli che non ospiterebbero un Rom in casa e scappano
senza dire nulla quando scoprono che il loro interlocutore à¨
sieropositivo, ma non direbbero mai una frase razzista e ci tengono a
far sapere che apprezzano tanto lo stile di un trans opportunamente virtuale e televisivo.
Dall’altra abbiamo i trogloditi che confermano lo scandalo, come Gaetano Saya, creatore di fantasiosi gruppi paramilitari, che in un’intervista al Corriere della Sera dice:
“Non abbiamo niente contro i gay, contro i
finocchi… Possono lavorare tranquillamente, ma senza essere visti.
Devono rimanere il più possibile nascosti. La loro presenza,
purtroppo, devia la nostra società . Quando un bambino vede, non
so, uno come Vladimir Luxuria, che idee si fa sul sesso? ”
Potrebbe benissimo votare per Saya quel padre di famiglia romagnolo e
berlusconiano che mi disse, “come lavorano di bocca le trans, non
lavora nessuno!”
Nel circuito autoreferente dei media, gli emancipati colgono ovviamente l’occasione per scandalizzarsi dell’esistenza dei trogloditi; anzi, questa dichiarazione pare che abbia costato a Saya la sua candidatura nel Polo.
La Rifondazione di Bertinotti, come dice un mio amico fuoruscito dal partito alcuni anni fa, ਠstalinismo fricchettone. Ho un grande affetto per tanti militanti ed elettori di Rifondazione, e chiaramente questa definizione non riguarda loro.
Ma – come dimostra la maniera in cui ha liquidato Ferrando – Fausto
Bertinotti ha una concezione smisurata del proprio potere, che si
appoggia comodamente sul trinariciutismo storico di provenienza togliattiana, che all’epoca serviva almeno per far sopravvivere il partito in epoche durissime.
Il sogno impossibile di Bertinotti ਠdi guidare in maniera
stalinista, e quindi arcaica e tetra, i “giovani”, i “movimenti” e
altre cose effervescenti e modaiole.
Il capitalismo genera per propria necessità giochi nuovi e
l’insofferenza per quelli vecchi, e questo con un po’ di buona
volontà si puಠspacciare per “alternativo”.
Non solo – un capitalismo sempre innovatore e competitivo ha bisogno di giovani dinamici e non conformisti:
Rifondazione puಠcosଠaspirare a essere un po’ come certi
movimenti del ’68, serbatoio di futuri pubblicitari non convenzionali,
di giornalisti senza scrupoli e di amministratori con una marcia in
più.
L’ultima trovata bertinottiana ਠstata quella di rivolgersi a un’agenzia pubblicitaria statunitense
per ricreare l’immagine del suo partito; ci chiediamo come immagini di
conciliare i consigli della ditta crea-deputati di Madison Avenue con i
vecchi funzionari di lungo corso ed entrambi con i militanti che
portano il peso del partito, ma tant’à¨.
Non so se l’agenzia americana si occupa solo di ideare manifesti
elettorali, o se ha voce in capitolo sulla scelta dei candidati e dei
programmi di Rifondazione; comunque la ricerca di guitti televisivi da candidare sarebbe certamente in linea.
Abbiamo detto che Luxuria ਠuno scandalo senza contenuto. Peggio, ਠstato scelto di proposito per sostituire un contenuto.
In breve, l’Unione aveva discusso se recepire nel proprio programma le direttive europee in materia di coppie di fatto.
Francesco Rutelli – tra i commenti ironici di chi si ricordava la vita
allegra che faceva un tempo il giovane radicale – ha deciso di
stroncare un testo, peraltro moderato, sul riconoscimento formale delle unioni civili.
Bertinotti ha sbattuto lievemente le palpebre. Ma essendo uomo accorto, ha rimpiazzato il contenuto dei diritti civili con la forma, ben più mediatica, di Vladimir Luxuria.
Tanto, l’importante ਠcacciare Berlusconi. E ovviamente, compiacere Israele e il Vaticano.
E forse, un giorno, diventare presidente della Camera.
NOTE
[1] ANSA, 13/02/2006 12.44.00. [2] Livia Michilli “Israele, Stato artificiale” Bertinotti contro Ferrando, Corriere della Sera, sabato, 11 febbraio 2006L’articolo finisce con un fantastico commento di Paolo Mieli, che ricorda i commenti alle notizie che pubblicano i Testimoni di Geova sulla Torre di Guardia:
“BREVE COMMENTO DEL CORRIERE DELLA SERA:
E’ davvero sgradevole, anzi inaccettabile, che Marco
Ferrando, un esponente della minoranza di Rifondazione comunista che si
rifà alla dottrina troskista, affermi che “semplicemente
lo Stato di Israele non ਠl’espressione dei diritti nazionali
ebraici. E’ una creatura storica artificiale” visto che “la
verità ਠche la teoria “due popoli, due Stati” si
ਠrivelata totalmente falsa”.
Va dunque apprezzata la reazione indignata del segretario Bertinotti alle parole di Ferrando. Un primo passo per affermare la necessità che nel Parlamento italiano non circolino espressioni che assomigliano a quelle dei teorici di Hamas. “
[2] “Per i voti dei disobbedienti profilattici e cartine da fumo”, La Repubblica, 17.02.06.– da: http://kelebek.splinder.com/