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Notiziario del Campo Antimperialista … 10 maggio 2006

10. May 2006

Questo Notiziario contiene:

1. IL LORO LUTTO E QUELLO NOSTRO
2. MERDAIO ITALIANO
3. HAMAS: VIETATO L’INGRESSO NELLA
“DEMOCRATICA” EUROPA
4. ATENE: UN PASSO AVANTI, NON DUE INDIETRO
5. CAMPO ESTIVO:
ORARI E PROGRAMMA
 
La mattina del 2 maggio scorso Luca FRISULLO,
il padre
di Dino, ਠmorto.
Luca ci ਠsempre stato vicino e,
finchਠha potuto,
ha partecipato a tutte le iniziative
promosse dalle
varie realtà  antimperialiste, comprese varie

edizioni del Campo antimperialista. Nonostante
negli ultimi tempi fosse
molto sofferente, non ha
voluto rinunciare a seguire almeno una parte
del
processo contro i due compagni turchi arrestati a
Perugia e si
ਠsempre tenuto informato anche
sulla situazione dei compagni
italiani coinvolti
nella stessa inchiesta. Ci mancherà .
(I
compagni umbri del Campo Antimperialista)

1. IL LORO LUTTO E QUELLO NOSTRO

“EROE”: I.
nelle antiche civilta’; individuo di natura semidivina; dotato di
eccezionali virtu’ e autore di gesta leggendarie. II. Estensivamente:
chi mostra strordinario valore guerresco o ਠpronto a
sacrificarsi coraggiosamente per un ideale: morire da eore, autore o
capace di imprese eccezionali.
“MERCENARIO”: I. Agg.,
che serve gli altri per mercede; soldati mercenari, quelli che alla
fine del Medioevo e nel Rinascimento servivano chi piu’ pagava
combattendo senza passione e senza fede. II. Soldato professionista ingaggiato di solito per singole operazioni di guerra. (Grande dizionario della lingua italiana)

Il ritorno dei sei soldati italiani ammazzati in Iraq e
Afganistan ha scatenato uno tsunami patriottardo in pieno stile
fascista. Come nei casi precedenti sono stati descritti come eroi, come
simulacri del bene, come paladini della pace. Gli strateghi del dominio
—il cui motto e’ lo stesso di Ignazio Da Loyola ai tempi
della caccia alle streghe: occorre far credere che il nero sia bianco,
e che il bianco sia nero— hanno cosଠsigillato in quelle
bare la verita’, la decenza, l’ onesta’ intellettuale
da tanto tempo perduta. Non partecipiamo a questa pagliacciata. Le
parole sono importanti. Tutti sanno qual’e’ la vera ragione
per cui carabinieri, alpini, bersaglieri e compagnia cantando chiedono
di partire come ausiliari dei carnefici americani: se hanno un ideale
e’ quello di raccimolare un po’ di quattrini. Punto e
basta. Solo un imperialismo straccione come quello italiano puo’
presentare i suoi mercenari come anime pie, dipingendo le
perlustrazioni armate a Nassiryia, a Kabul, a Herat come fossero marce
della pace Perugia-Assisi. L’asfissiante propaganda di regime
indica quanto esso disperatamente tenti di annichilire, con la
verita’, il senso comune. In questo contesto riecco
l’untore Magdi Allam che se la prende con noi. Sentiamo:

“Ma il terrore non ਠmai pacifista”

“Si puಠessere contemporaneamente terroristi e pacifisti? Sembrerebbe di sଠleggendo su Alias, il supplemento del Manifesto, la presentazione del film di Lina Makboul Leila Khaled, The hijacker.Una versione elogiativa della storia della terrorista del Fronte popolare per la liberazione della Palestina,
diventata celebre per la sua partecipazione, il 29 agosto 1969, al
dirottamento di un aereo della Twa in volo da Roma ad Atene, costretto
ad atterrare a Damasco e lଠfatto esplodere. “Ritratto
della prima terrorista pacifista “, titola Alias.
Una contraddizione in termini emblematica del nichilismo che
s’infiltra sempre più nella nostra vita. Al punto che la
vita e la morte assumono identica valenza. Una deriva etica che ha
visto i ben più cinici militanti di Campo Antimperialista
equiparare i terroristi suicidi islamici ai “martiri della guerra
di Liberazione “. Leggete l’omaggio reso il 4
dicembre 2005, nel loro Notiziario in Internet, a Muriel
Degauque, cittadina belga convertita all’islam che si à¨
fatta esplodere il 9 novembre 2005 in Iraq. Solo toccando il fondo del
relativismo valoriale si comprende quanto sia grave
l’equiparazione tra il terrorismo e la resistenza, ormai
accreditata da settori influenti della magistratura, della politica e
dell’informazione.
Nel contesto di un revisionismo storico e del negazionismo della
realtà  aggressiva, non reattiva, della guerra globalizzata del
terrorismo islamico. Che fine farà  questo Occidente,
corteggiando il terrorismo che ha portato alla rovina i palestinesi e
vorrebbe trascinare nel baratro iracheni e afghani?”
(Dal Corriere della Sera del 7 maggio 2006. Rubrica: LE IDEE DEL SABATO)

Magdi Allam deve essersi fatto una Pera. Nulla ci e’ piu’
lontano del cosiddetto “relativismo o nichilismo
valoriale”. Non poniamo infatti alcun un segno di equivalenza tra
la violenza concentrata degli imperialisti coalizzati e le
resistenze dei popoli che non accettano di sottomettersi. Noi siamo
dalla parte di questi ultimi e, con buona pace di una certa sinistra
con la spocchia, incondizionatamente. Come puo’ essere nichilista
chi, come noi, si ostina ad utilizzare come concetti chiave quelli di
popoli oppressi e oppressori? Come possiamo essere relativisti se non
perdiamo occasione per ribadire la nostra solidarieta’ ai primi?
Ne’ pensiamo, come Allam ci ascrive, che la vita umana non abbia
valore. La vita non e’ solo un mero percorso biologico. Essa
assume valore
in quanto l’uomo e’ un essere sociale e si dota, appunto,
di principi etici, di una morale, cercando la propria liberta’
nel rispetto del bene comune. Ora si da il caso che il sistema
imperialistico, per difendere l’opulenza e il benessere di una
minoranza, saccheggia la maggior parte dei popoli, fa marcire miliardi
di esseri umani in condizioni disumane. Li priva di liberta’ e
speranza, riducendo la loro vita, appunto, in un penoso percorso
biologico. Terroristi senza pieta’ ne’ valori sono
coloro che pur di difendere questo vergognoso stato di cose sferrano
guerre, bombardano, annichiliscono intere nazioni privandole della loro
sovranita’, inviano truppe d’occupazione, torturano, e poi
manipolano cinicamente la loro opinione pubblica. Sono quindi eroi
coloro che pur di distruggere lo stato di cose presenti giungono
fino all’estremo sacrificio di dare la vita per contrastare il
mostro del neonazismo, sia esso a stelle e striscie o mascherato con la
stella di (Golia). Non e’ che gli Eroi amino la morte.
E’ che nella agghiacciante sproporzione di mezzi che caratterizza
la guerra in atto, non resta loro che fare del proprio corpo
un’arma, prima ancora che per terrorizzare il Moloch imperiale
per impedire che il proprio popolo resti in ginocchio.

………………………………..
2. MERDAIO ITALIANO

Tanti hanno votato per la coalizione di Prodi
illudendosi che cosଠvotando avrebbero cacciato Berlusconi.
Prodi, in effetti, ha vinto, ma il Cavaliere e’ ancora là¬
ma quel che e’ peggio e’ che l’Unione non
uscira’ dal solco da lui tracciato. Se la politica estera
e’ la cartina di tornasole per capire l’orientamento di un
governo, nulla poteva essere piu’ istruttivo di quanto e’
accaduto al ricevimento organizzato dall’ambasciatore israeliano
Ehud Gol nel 58. anniversario della Nakhba, ovvero della
disgraziata nascita dello stato di Israele. Lasciatisi alle spalle mesi
di furiose polemiche Prodi e Berlusconi non hanno esitato a
riappacificarsi. Se Prodi ha detto che “Siamo stati già  al
governo e i rapporti tra Italia e Israele sono sempre stati forti.
Procederanno cosଠanche in futuro”. Berlusconi ha
significativamente chiosato: “L’Italia del centrodestra e del
centrosinistra saranno sempre a fianco di Israele come un baluardo a
difesa della sua democrazia e libertà “. Berlusconi ha poi
affermato che andrà  avanti su questa strada “in sintonia
con la sinistra”. “Oggi siamo tutti Israeliani”, ha
aggiunto. “Israele ਠparte fondamentale dell’occidente ed
ਠun paese europeo”, ha concluso. Ognuno a fianco
dell’ambasciatore in talia dello Stato di Israele Ehud Gol, poi, Romano
Prodi e Silvio Berlusconi hanno brindato ad Israele al termine della
festa.
Nel frattempo gli americani facevano sapere di rifiutarsi, sia di
estradare in Italia i mandanti e gli esecutori del sequestro di Abu
Omar, che di fornire i nomi degli assassini di Calipari. Questi
due fatti enormi non interessano i politicanti italiani i quali si
guardano bene dal condannare l’arroganza
dell’amministrazione Bush, del cui appoggio hanno anzi bisogno
per tirare a campare. Questi due veri e propri attentati alla
sovranita’ nazionale nonche’ al Diritto internazionale
sottolineano l’ignavia del centro-destra-sinistra e ci fanno
rimpiangere, addirittura, i Craxi e gli Andreotti che a Sigonella
schierarono le forze armate contro gli americani per “proteggere
la fuga del terrorista palestinee Abu Abbas”. In questo contesto
non c’e da stupirsi che Bertinotti, appena diventato Presidente
della Camera, presiedendo il Comitato politico nazionale del suo
partito, abbia pagato pegno e respinto un ordine del giorno presentato
da Ferrando che si pronunciava per il ritiro del contingente italiano
dall’Afghanistan e impegnava i gruppi parlamentari a non votare il
rinnovo del finanziamento delle missioni militari italiane in Iraq,
Afghanistan, Bosnia e Kosovo. Attenzione! Con bertinotti non si sono
schierati solo quelli della sua corrente ma pure gli esponenti de
L’Ernesto (il Che si rivolta nella tomba!) e della cosiddetta
“Sinistra Critica” di ERRE.
Ma il peggio doveva ancora venire. Ed e’ puntualmente arrivato.
Rifondazione ha dichiarato ai quattro venti che D’Alema e’
il migliore candidato alla Presidenza della Repubblica. Parliamo del
signore che nel marzo 1999, senza nemmeno il consenso del Parlamento,
porto l’Italia in guerra contro la Jugoslavia di Milosevic.
Quella decisione fu la violazione piu’ brutale della Costituzione
in decenni di storia della Repubblica. Poche ore prima lo stesso
Bertinotti, incardinava il suo discoso di insediamento con vibranti
parole a difesa della pace e dell’Art. 11 della Costituzione.
All’ipocrisia non c’e’ limite.

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3. HAMAS: VIETATO L’INGRESSO NELLA “DEMOCRATICA” EUROPA
(dal Bollettino dei COMITATI IRAQ LIBERO del 1. Maggio)

LI VOGLIONO AFFAMATI E RIDOTTI AL SILENZIO

Il governo francese, negando i visti, impedisce il tour europeo di Hamas;

l’EuroAmerica allineata con i sionisti nell’oppressione del popolo palestinese

Dunque, come per gli esponenti iracheni che dovevano intervenire alla
Conferenza di Chianciano, come per Haj Ali, come per altri
rappresentanti palestinesi, l’Europa (questa volta per mano del
governo francese) ha deciso di negare il visto a Salah El Bardawil,
portavoce di Hamas al Parlamento palestinese. Per completare
l’opera, il visto ਠstato negato anche al fratello di
Rantisi, il leader di Hamas assassinato dagli israeliani nella
primavera del 2004.

Dopo il taglio dei fondi ਠdunque arrivato l’embargo della
parola, con il boicottaggio sistematico dei rappresentanti palestinesi
usciti dalle elezioni democratiche del gennaio scorso.

Questa Europa, sempre più servile a Washington ed allineata a
sostegno del colonialismo sionista, non si accontenta di affamare un
popolo, lo vuole anche zittire ed emarginare.

Insieme ad altre realtà  di diversi paesi europei avevamo
promosso il tour di Bardawil, che avrebbe dovuto toccare 6 paesi
(Francia, Italia, Germania, Svezia, Norvegia, Austria), proprio con lo
scopo di porre fine all’isolamento imposto dall’EuroAmerica
contro le nuove autorità  palestinesi.

La negazione dei visti ci costringe ad annullare il tour, ma deve
spingerci ad intensificare le iniziative a sostegno della lotta del
popolo palestinese.

Condividiamo quanto hanno scritto i compagni francesi (vedi sotto), ed in particolare che:

“Questo sostegno deve essere chiaramente e pubblicamente
affermato: nà© il silenzio complice, nà© gli incontri
discreti possono rompere l’embargo a cui ਠsottoposto il
popolo palestinese.

Chiamiamo tutti quelli che sono solidali con la lotta dei palestinesi a protestare contro questa censura.

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4. ATENE: UN PASSO AVANTI, NON DUE INDIETRO

Dal 4 al 7 maggio si ਠtenuto ad Atene il meeting internazionale anticapitalista ed antimperialista.
All’incontro, che si ਠsvolto in parallelo al Social Forum
europeo, hanno partecipato decine di organizzazioni di ogni parte del
mondo.

Dall’Italia erano presenti delegazioni del Campo Antimperialista, di Iraq Libero, di Progetto Comunista e dello Slai Cobas.

Ad Atene, in continuità  con la positiva esperienza di Mumbai
Resistence del 2004, ਠstato rimesso al centro dell’analisi
l’elemento oggi decisivo: la resistenza che i popoli oppressi oppongono
al progetto di dominio planetario dell’imperialismo.

E’ su questo dato oggettivo, confortato dalla tenuta della Resistenza
irachena, dall’esito delle elezioni in Palestina, dal rafforzarsi dello
schieramento antimperialista in America Latina, che si fonda una
prospettiva di iniziativa e di lotta alternativa agli impastoiamenti
moderati del Social Forum. Ed ਠproprio l’autonomia politica
degli antimperialisti che puಠspingere su posizioni più
avanzate i settori più coscienti dell’intero movimento contro la
guerra e la globalizzazione.
Il meeting di Atene ha dunque avuto successo, grazie ad una
partecipazione numericamente consistente e politicamente qualificata.

In decine di incontri sono stati toccati i temi del razzismo,
dell’immigrazione, dell’attacco ai diritti democratici ed a
quelli dei lavoratori, delle lotte in Francia, delle prospettive del
movimento operaio e della sinistra nel ventunesimo secolo, della
situazione in Iraq, in America Latina, in Russia e nei Balcani, tanto
per limitarsi alle questioni principali

Ognuna di queste occasioni di dibattito ha visto la presenza attenta di una forte componente giovanile.
Da Atene escono alcune indicazioni di lavoro, come il rilancio della
mobilitazione a fianco della Resistenza irachena (realizzazione della
Conferenza Internazionale, eccetera) e quella per la fine dell’embargo
imposto dall’Europa nei confronti del governo palestinese
democraticamente eletto nel gennaio scorso.

La situazione in Medio Oriente, le minacce di aggressione contro
l’Iran, lo svilupparsi della resistenza anti-USA in America Latina sono
i dati che caratterizzano questa fase della lotta anticapitalista ed
antimperialista.

Ad Atene tutti questi elementi sono stati messi in rapporto con la
situazione europea, che se da un lato vede accrescersi l’egemonia
americana, dall’altra comincia a produrre significativi momenti di
resistenza (il no di Francia ed Olanda alla costituzione europea, la
rivolta delle banlieus, il movimento contro la precarizzazione del
lavoro in Francia).

Il percorso per trovare una sintesi adeguata sarà  certamente
lungo, ma anche dal dibattito svoltosi ad Atene traiamo la convinzione
della necessità  della costruzione del Fronte internazionale
antimperialista, come proposto da presidente venezuelano Hugo Chavez.
Per gli antimperialisti sarà  questa la vera sfida dei prossimi anni.

5. CAMPO ESTIVO ANTIMPERIALISTA: ORARI E PROGRAMMA
Sabato 5 agosto: arrivi e sistemazioni
Domenica 6 agosto: IL MISTERO DELLA SINISTRA Da un’dentità  spezzata al culto del capitalismo. Un altro orizzonte cercasi – Lunedi 7 agosto: LA FRANCIA CHIAMA Emarginazione, rivolta e proletariato in occidente – Martedi 8 agosto: L’INDUSTRIA DELL’OLOCAUSTO L’uso di una tragedia storica per giustificare il genocidio sionista in Palestina – Mercoledi 9 agosto: QUALE IMPERO? QUALE IMPERIALISMO? Analisi e teorie a confronto – Giovedi 10 agosto: UN FRONTE INTERNAZIONALE ANTIMPERIALISTA “Bisogna
battere gli yankees e fare in modo che questo secolo sia il secolo in
cui l’impero americano sara’ seppellito” (Chavez)
Venerdi 11 partenze *
Siccome ci sono solo 200 posti disponibili la prenotazione à¨
obbligatoria e deve pervenirci entro e non oltre il 20 luglio. * Il
costo giornaliero del soggiorno ਠdi Euro 35 cadauno
(comprende pernottamento in stanza d’albergo, colazione,
pranzo e cena). * Per informazioni sulle modalità  di
prenotazione scrivere a : campoantimperialista@tiscali.it

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