Questo Notiziario contiene:
1. IL VOMITO DEI RESPINTI
2. SOMALIA: GLI ASCARI ALLE PORTE
E la scandalosa scelta di campo italiana
3. IL PROCESSO FARSA A SADDAM HUSSEIN
Se lo dice lui!
4. GLI ANTIMPERIALISTI IN LIBANO
Delegazione europea di solidarieta’
MERCOLEDI 8 NOVEMBRE – ORE 17,00 in punto a ROMA
Presso il Centro di Documentazione Europea in Via IV Novembre 149 (in fondo a Via Nazionale)CHE COS’E’ E DOVE VA LA RIVOLUZIONE VENEZUELANA?
A partire dal 1999 il governo capeggiato da Chavez ha dato vita a riforme radicali che hanno scatenato l’accanita resistenza delle forze capitaliste interessate a difendere, assieme ai tradizionali rapporti sociali, la politica di sudditanza verso gli USA. Il fronte bolivariano ਠtuttavia composito, non tutti convergono nell’obbiettivo di costruire, come indicato da Chavez, un nuovo socialismo, democratico, pluralista e di base. Quali sono le caratteristiche del “Socialismo del XXI. Secolo”? Cosa distingue questo socialismo da quelli storicamente realizzatisi e implosi su se stessi? Come il bolivarismo pensa di coniugare eguaglianza e liberta’? Quali le contraddizioni del processo di transizione? Cosa possono fare le forze antimperialiste europee per aiutare il processo rivoluzionario in Venezuela?
Ne parliamo con William Izarra*, Gianni Vattimo e Domenico Losurdo
Presiede Alessia MonteverdiPromuove l’incontro la rivista ERETICA-laboratorio per un altro comunismo
*Fondatore con Chavez, negli anni ’70, del “Movimento Bolivariano Rivoluzionario-200 “, (il movimento rivoluzionario clandestino all´interno delle Forze Armate), esponente di punta dello schieramento antimperialista che oggi guida il Venezuela, considerato il principale ideologo del nuovo corso socialista venezuelano.
Questo Notiziario contiene:
1. IL VOMITO DEI RESPINTI
2. SOMALIA: GLI ASCARI ALLE PORTE
E la scandalosa scelta di campo italiana
3. IL PROCESSO FARSA A SADDAM HUSSEIN
Se lo dice lui!
4. GLI ANTIMPERIALISTI IN LIBANO
Delegazione europea di solidarieta’
1. IL VOMITO DEI RESPINTI
“Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti
muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte
una goccia di splendore, di umanita’, di verita'”.
Fabrizio de Andre’ – ‘Smisurata preghiera’.
Tre dispacci di agenzia di oggi, 4 novembre: (1) “Otto palestinesi, tra cui una bambina di 12 anni, sono stati uccisi oggi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo fonti mediche palestinesi, la bambina, Isra Nasser, e’ stata colpita a morte, stasera a Beit Hanun, nel nord della Striscia, da un tiratore israeliano appostato”. (2) “Un ragazzo palestinese di 16 anni e altri quattro sono rimasti feriti in seguito ad un raid aereo nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono testimoni e fonti ospedaliere. Le fonti raccontano di un missile lanciato vicino ad uno scuolabus a Beit Lahija”. (3) “àˆ di un soldato israeliano ferito il bilancio dell’attentato kamikaze che ha colpito nel pomeriggio un gruppo di soldati israeliani presenti nella zona di Beit Hanun, nella Striscia di Gaza. Secondo alcuni testimoni oculari una ragazza palestinese si sarebbe avvicinata ad un veicolo blindato israeliano. Una volta compreso il pericolo, i militari avrebbero sparato colpi d’arma da fuoco contro di lei uccidendola e provocando l’esplosione”.
Sono gli ultimi scampoli di un assedio che da mesi, sotto gli occhi distratti della comunita’ internazionale, si protrae martellante, implacabile. Una distrazione che sta per complicita’, meglio ancora, per deliberata connivenza. Quanti fiumi di inchiostro, quante vibrate condanne avremmo dovuto ascoltare se ad essere ammazzati fossero stati dei bambini israeliani? Si sarebbe gridato al terrorismo, al fanatismo islamico. Tutti silenti quando a crepare sono figli di un popolo senza passaporto, nati e cresciuti come figli di nessuno in lugubri campi profughi. Noi non riusciamo a tacere, ne a trattenere la nostra rabbia. Un filosofo per niente sovversivo sosteneva che il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non comprende. Questo e’ tuttavia un caso in cui il cuore dell’umanita’ non puo’ che battere al ritmo della ragione. Che razza di ragione sarebbe, infatti, quella di chi non s’indignasse per gli efferati crimini israeliani? Ma ci sono indignati e indignati. Quelli fino-ad-un-certo-punto, gli indignati-equivicini, gli indignati-un-po’-si-e-un-po’-no, piangeranno Isra, morta a 12 anni sotto i colpi di un cecchino israeliano, ma non verseranno una lacrima per la ragazza che si ਠgettata con una cintura esplosiva addosso ad una pattuglia israeliana. Esprimeranno anzi la loro esecrazione. “Un gesto inammissibile, frutto di una disperazione omicida”. Alla stregua dei preti sostengono che ogni vita umana ha medesimo valore, di qui la condanna di ogni vendetta, sia pure di una vittima ai danni del suo carnefice. Il prete consegna a Dio soltanto la facolta’ di togliere la vita in quanto nostro artefice e padrone. Ma quando Dio gioca a nascondino con l’umanita’ e nulla fa contro l’ingiustizia, gli uomini sono condannati ad essere padroni di se stessi e arbitri della propria vita. Fino a quando gli uomini saranno diseguali, divisi tra oppressi e oppressori, anche il valore della loro vita sara’ diseguale. Quello di una palestinese che getta il suo corpo addosso ai mitragliatori israeliani vale mille volte di piu’ dei suoi carnefici. Che i tiranni lo considerino pure un vomito, per noi e’ una goccia di splendore, di umanita’, di verita’.
2. SOMALIA: GLI ASCARI ALLE PORTE
E la scandalosa scelta di campo italiana
Sono islamiche, sono antiamericane, quindi le Corti somale sono tacciate di qaedismo. Sono mesi, sin da quando il variegato movimento guerrigliero unitosi nel fronte che va sotto il nome di Unione delle Corti Islamiche ha cacciato dalla capitale gli ultimi signori della guerra foraggiati dagli occidentali, che la stampa occidentale insiste con questa ignobile campagna di disinformazione e criminalizzazione. La stessa stampa tenta disperatamente di accreditare il Governo di Baidoa (TFG) come legittimo. Per loro e’ legittimo infatti solo chi si vende agli interessi dell’imperialismo euroamericano. Un imperialismo che gia’ invase la Somalia e se ne dovette andare con la coda tra le gambe—non senza aver compiuto ogni sorta di sopruso e crimini (nessuno dimentichi quelli di cui si macchiarono i soldati italiani, le raccapriccianti immagini di giovani somali seviziati e torturati dai nostri gloriosi Para’ ). Con soldati impegnati a prendere legnate su troppi fronti, impossibilitati quindi a orchestrare una nuova invasione, gli occidentali, memori della tecnica fascista di arruolare al proprio servizio tribu’ locali contro il movimento indipendentista etiope, per una crudele nemesi storica, adoprano oggi l’Etiopia per stroncare sul nascere la rinascita della Somalia. Truppe etiopiche sono infatti penetrate da mesi in Somalia e si sono installate nella cittadina di Baidoa, dove il governo mafioso e fantoccio TFG, privo di ogni legittimita’ popolare, ha il suo quartier generale. E’ la prima fase della probabile (dopo la stagione delle piogge) invasione della Somalia da parte delle truppe etiopiche. L’Italia Dalemiana, erede del colonialismo fascista, ha in effetti una voce in capitolo. L’Italia Dalemiana e’ anche stavolta scandalosamente “equivicina”. In che senso e’ presto detto: sta dalla parte del governo fantoccio di Baidoa. Ce lo fa sapere Mario Raffaelli, che lavora in stretto contatto con la pacifista rifondarola Patrizia Sentinelli. Dice Raffaelli che l’Italia scongiura la guerra ma pone alle Corti Islamiche due condizioni: “Riconoscere l’autorita’ del presidente Abdullah Yusuf e accettare la Costituzione” (Corriere della Sera del 4/11). Ma chi e’ questo Yusuf? Un piccolo criminale della guerra che spadroneggia nel Nord della Somalia (Puntland), salito in auge come uomo di Bush nella caccia ai “qaedisti” oggi al diretto servizio di Addis Abeba. Egli fu eletto Presidente nell’agosto 2004 da un “parlamento” di mafiosi notabili tribali in quanto garante degli interessi euroamericani e con l’appoggio aperto del governo Berlusconi-Fini . Per quanto riguarda la cosiddetta Costituzione e’ meglio stendere un pietoso velo. Che il governo di sinistra chieda ai movimenti che hanno liberato Mogadiscio da questi satrapi di riconoscere Yusuf come presidente legittimo e’ un gesto gravissimo quanto scandaloso. Scandaloso perche’ mostra fino a che punto la politica estera italiana nel Corno d’Africa non sia cambiata di una virgola dopo lo sfratto di Berlusconi e Fini. Gravissimo perche’ questa richiesta lungi dall’essere equivicina o neutrale e’ un appoggio sfacciato ai signori della guerra, al governo fantoccio di Baidoa e dunque un implicito semaforo verde all’aggressione per conto terzi da parte dell’Etiopia.
3. IL PROCESSO FARSA A SADDAM HUSSEIN
Se lo dice lui!
” A Bagdad si e’ celebrata una farsa. I giudici sono stati nominati dal governo e da esso sostituiti quando non si allineavano sulle posizioni ufficiali delle autorita’ o si dimostravano scarsamente efficaci. Il tribunale sin dall’inizio e’ stato finanziato dagli USA, che hanno anche elaborato il suo Statuto. Imputazioni precise contro gli otto imputati sono state formulate solo a meta’ processo. La Corte non ha consentito alla difesa di convocare un certo numero di testimoni a discarico che dovevano ancora essere ascoltati”. (Repubblica 6/11/06). Si sta parlando, in tutta evidenza, del processo e della condanna a Saddam Hussein. Chi ha scolpito queste parole non e’ un saddamita, ne’ uno che simpatizza per la Resistenza irachena, bensi Antonio Cassese, che oltre ad essere un professore di Diritto internazionale, e’ stato colpevolissimo presidente del Tribunale Penale internazionale dell’Aja —si, proprio quello che stava processando Slobodan Milosevic. Per la verita’ Cassese aveva gia’ detto, alle prime battute del processo, che”… Quello inziato a Bagdad risponde soltanto alla volonta’ degli americani di fare giustizia nel modo che piace a loro, e cioe’ controllando il processo stesso”. (La stampa, 20/10/2005). Se le cose stanno cosi cade, assieme alla pretesa degli occupanti di star esportando la democrazia, la legittimita’ del tribunale che ha condannato Saddam. Quale dovrebbe essere dunque la conseguenza, proprio in base alle piu’ elementari regole dello Stato di diritto e di procedura penale? L’annullamento del processo e la liberazione degli imputati. Cosa che non avverra’, appunto, perche’ gli americani e il loro governo fantoccio se ne infischiano della democrazia e debbono eliminare per sempre uno come Saddam, non per cio’ che di male ha fatto eventualmente al suo popolo, ma per cio’ che di male ha fatto agli interessi americani —cioe’ per aver rifiutato di strisciare ai piedi di Bush. Saddam non e’ stato uno stinco di santo, ma in un mondo di pagliacci e di giullari merita il nostro rispetto.
4. GLI ANTIMPERIALISTI IN LIBANO
Delegazione europea di solidarieta’
Allo scopo di sostenere fattivamente la Resistenza libanese una delegazione di antimperialisti europei si rechera’ in Libano dal 12 al 20 novembre. Di essa faranno parte anche alcuni militanti italiani. Il viaggio e’ stato coordinato assieme ai fratelli libanesi di “Nashet”. La delegazione, oltre a visitare alcuni dei luoghi dove si sono svolte le battaglie contro l’aggressione sionista nel sud del paese, partecipera’ alla Conferenza di solidarieta’ con la resistenza che si terra’ a Beirut (sulla base dell’appello di Hezbollah, del Partito comunista, di Samidun e altri). Alcuni parteciperanno infine come volontari ai lavori di ricostruzione in un villaggio distrutto dai bombardamenti israeliani e si incontreranno con le popolazioni compite.