Notiziario del 12 Febbraio 2006
Questo Notiziario contiene:
1. IRAQ: SALVIAMO LA VITA A LIKA, WACEN E ZAINAB
Tre donne irachene condannate all’impiccagione con l’accusa di far parte della Resistenza
2. PIGLIAMOLI A PESCI IN FACCIA
Vicenza, 17 febbraio: fischi e fiaschi della sinistra radicale
3. IL MITO DELLA CAVERNA
Come l’UCOII stabiliamo un’0equipollenza tra stragi naziste e sioniste
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1. IRAQ: SALVIAMO LA VITA A LIKA, WACEN E ZAINAB
Tre donne irachene condannate all’impiccagione con l’accusa di far parte della Resistenza
I LEGALI FANNO APPELLO AD AZIONI DI SOLIDARIETA’
La Suprema Corte Criminale di Bagdad ha condannato tre donne alla pena di morte per impiccagione con l’accusa di complicita’ nell’assassinio di poliziotti iracheni leali alle forze occupanti —fatto che la Corte considera “terrorismo”.
Il Sindacato degli Avvocati Iracheni ha reso noti i loro nomi.
Si Tratta di:
Lika Omar Muhammad, 26 anni: accusata, assieme al marito e al fratello, di aver partecipato all’omicidio di alcuni ufficiali collaborazionisti nella Zona Verde;
Wacen Taleb, 31 anni: accusata, durante una sparatoria, di aver ucciso cinque poliziotti;
Zainab Fadhel, 25 anni: accusata, assieme al marito e al cugino, di aver attaccato a Bagdad, nel settembre scorso, una pattuglia congiunta dell’esercito americano e iracheno.
Walid Hayali, avvocato e membro del Sindacato degli Avvocati Iracheni, ha affermato che la Corte ha emanato la condanna esecutiva (n.156) contro le tre donne senza permettere loro di disporre di proprio legale. L’avvocato fa appello all’opinione pubblica mondiale affinche’ si mobiliti per fermare queste esecuzioni e condannare le decisioni della Corte. Egli ha anche reso noto che Lika Omar Muhammad ha dato alla luce un figlio in prigione pochi mesi fa che ella sta ancora allattando, mentre Wacen Taleb e’ madre di un figlio di tre anni. Le tre donne sono adesso carcerate nella prigione “Kazim Yeh”, nel distetto di Kazimiyah di Bagdad.
ACCOGLIAMO SENZA INDUGI L’APPELLO PER SALVARE LA VITA DI LIKA, WACEN E ZAINAB
NELLA PROSPETTIVA DI PROMUOVERE ANCHE IN ITALIA UNA URGENTE MOBILITAZIONE AFFINCHE’ IL GOVERNO PRODI SI ESPRIMA CONTRO QUESTE CONDANE A MORTE,
Chiediamo a tutti di inviarci la loro adesione e disponibilita’ a prendere parte alla campagna per la vita di LIKA, WACEN E ZAINAB
SCRIVETECI SUBITO: campoantimperialista@virgilio.it
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2. PIGLIAMOLI A PESCI IN FACCIA
Vicenza, 17 febbraio: fischi e fiaschi della sinistra radicale
La stampa di destra, coi suoi alfieri alla Ferrara, sbraita contro la politica estera del governo Prodi. La ritiene lesiva dell’amicizia con gli USA e della alleanza NATO. Quello che vorrebbero e’ la stessa plateale sudditanza mostrata dal governo precedente. In verita’ con Prodi e D’Alema non e’ cambiata la sostanza ma solo la forma. Mascherata da un multilateralismo di facciata la politica estera resta la medesima. Lo si vede dagli atti del governo. Fedelta’ alla NATO, subalterneita’ verso gli Stati Uniti, alleanza stretta con Israele, proseguimento della crociata al terrorismo, ovvero contro le Resistenze popolari, in Afganistan, come in Iraq, in Somalia, come in Libano. Le pagliacciate della sinistra radicale servono solo a camuffare la sostanza, balsami per far digerire questo veleno ad un elettorato che considera la pace l’ultimo vessillo identitario. Che sinistra radicale e’ quella sinistra che non alza le barricate affinche’ l’Italia venga via dall’Afganistan prima della prossima dichiarata offensiva imperiale contro la guerriglia? Anche la vicenda della nuova base americana a Vicenza e’ emblematica. Non possumus, ci dicono Bertinotti, Diliberto e compagnia. Non possiamo far cadere il governo per una base. Bene signori, abbiamo capito. Avete messo il mantenimento delle vostre poltrone istituzionali davanti ad ogni altra considerazione. Abbiamo capito che vi mettete sotto i piedi le promesse e i priincipi grazie ai quali tanti elettori vi hanno permesso di ottenere quelle poltrone. Avete deciso di voltare le spalle ai comitati contro Dal Molin, alla parte migliore di Vicenza, alla vostra stessa base elettorale. Ma con quale faccia pretendete ora di presentarvi alla manifestazione del 17 febbraio? Con quale faccia tentate di metterci un cappello? Non si puo’ tenere i piedi in due staffe, avere ministri e sottosegretari al governo e manifestare contro le decisioni del governo medesimo. In tanti hanno compreso che siete dei saltimbanchi e non vedono l’ora di ricevervi in piazza con tutti gli onori che meritate. Con salve di fischi e, se possibile, con uova marce e pomodori. Non avete titolo di lamentarvi. Chi ha deciso di prendere per il culo comitati e movimenti, persone intelligenti che non separano l’impegno politico dai suoi contenuti di verita’, merita di essere preso a pesci in faccia. A tutto c’e’ un limite infatti, e questo limite l’avete superato.
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3. IL MITO DELLA CAVERNA
Come l’UCOII stabiliamo un’equipollenza tra stragi naziste e sioniste
In questi giorni il portavoce delle Comunita’ islamiche in Italia Hamza Piccardo e il presidente dell’UCOII M.Nour Dachan, sono stati indagati dalla Procura di Roma per “istigazione all’odio razziale” e questo per aver stabilito l’equipollenza tra le stragi naziste di un tempo e quelle recentemente compiute dall’esercito israeliano durante la recente aggressione in Libano (ricordate Khana?).
Pochi giorni prima alcune inquietanti quanto premonitrici dichiarazioni di Napolitano stabilivano un’improbabile parallelismo tra antisemitismo e antisionismo, con conseguente univoca condanna.
Per Platone gli uomini senza verita’ filosofica erano come schiavi in una caverna condannati a scorgere solo le ombre rilfesse delle cose reali fuori di la’.
Verita’ filosofiche a parte, ci pare che questa sia una buona metafora dell’attuale campagna persecutoria perpetrata dai nostri apparati statali e dalle pubbliche istituzioni contro ogni forma di pensiero critico.
E cosi scopriamo che nella nuova caverna del pensiero unico imperialista non e’ piu’ possibile mettere in discussione i presupposti di legittimita’ dell’esistenza di uno Stato basato sul principio, questo si razzista, della cittadinanza in base all’identita’ religiosa. Non e’ piu’ possibile insinuare nemmeno un ragionevole dubbio costituzionale a questo proposito perche’ cosi facendo si inciterebbe all’odio razziale (sic!).
Davanti ad affermazioni cosi apodittiche e’ inutile ribattere che il sionismo nasce come squisita teoria politica (colonialista). Inutile ribadire l’ovvieta’ che una teoria politica e’ per sua natura fallibile e passibile di critica. Ancor piu’ inutile ricordare che ebraismo e sionismo sono concetti autonomi e ben differenziati al punto che voler stabilire una presunta analogia fra di essi ci pare una faziosa e inaccettabile operazione di falsificazioni teorica in odore di ideologia, finanche atto lesivo della stessa religione ebraica se si considera che certe comunita’ religiose ebraiche sono le piu’ acerrime nemiche della dottrina politica sionista, al punto che pregano ogni giorno per la fine dello Stato d’Israele.
Inutile ribattere col lume della ragione, perche’ nel mondo delle caverne l’unico linguaggio legittimo e passibile di comprensione e’ quello delle caverne, appunto, per cui l’unica risposta che ci sentiamo di dare e’ che se l’antisionismo e’ istigazione all’odio razziale NOI SIAMO TUTTI FIERI DI ESSERE RAZZISTI!