Strano paese l’Italia. Le urne del plebiscito chiamato “primarie” non si erano ancora chiuse e già si avevano i dati sull’affluenza e gli exit poll sui risultati. In questo stesso paese, a 5 giorni dalla conclusione del cosiddetto “referendum” sui protocolli di luglio (pensioni e precarietà del lavoro), i risultati ufficiali sono condensati in due numeri, 82% di sà¬, 18% di no, senza che si disponga di alcun dato disaggregato per regioni e categorie. Nessun dato ਠreperibile nei siti di Cgil, Cisl e Uil.
L’unica organizzazione sindacale che ha pubblicato i dati precisi, suddivisi per provincia, ਠla Fiom.
E’ questo un caso?
No, ਠla dimostrazione più lampante di un imbroglio evidente quanto inconfessabile. Un imbroglio fatto di assemblee a senso unico, di seggi volanti, di pensionati chiamati a votare sଠpena il disastro dell’Inps, di numeri fantasiosi (ma ਠdavvero credibile che abbiano votato un milione e 200mila pensionati?), ma soprattutto di un “Ministero degli Interni” confederale che ha fatto somme e moltiplicazioni senza dover rispondere a nessuno.
Meglio quindi non fornire dati che qualcuno potrebbe mettersi a studiare. Tanto l’esito era già stabilito a tavolino.
Sia chiaro, il lavoro sporco di Cgil, Cisl, Uil ਠstato favorito dal pauroso arretramento dei lavoratori, da livelli di coscienza in rotta da quasi 30 anni, da processi di integrazione talmente potenti da costringere il dissenso alla rabbia, da sostituire la rassegnazione alla lotta, con il “menopeggismo” della sinistra di governo che ha dato il colpo di grazia.
Ma di lavoro sporco si ਠpur sempre trattato.
In effetti nessuno ha mai creduto che questa consultazione potesse essere democratica. Ma la misura dell’imbroglio questa volta ਠandata oltre gli standard sindacali. Perchà© questo bisogno di plebiscito?
La risposta non sta nelle semplici dinamiche sindacali. Questo bisogno di “fare cappotto”, proclamando un “risultato” che ha fatto esultare Montezemolo, va ricercato nel successivo plebiscito che si ਠconsumato ieri con l’incoronazione di Veltroni a leader (non semplicemente, segretario) del Partito Democratico.
Un partito di cui tutti parlano, che puzza d’America lontano un miglio. Un partito di cui molti dicono che non si sa che cosa sarà . Errore, errore, tre volte errore.
Si sa, eccome. Se i nomi corrispondessero alla sostanza questo partito dovrebbe chiamarsi LAS (Liberismo, Atlantismo, Securitarismo).
La linea economica ਠpiù liberista di quella del centrodestra. Veltroni si ਠpreoccupato di chiarirlo, proponendo una sorta di linea Tathcher-Blair su privatizzazioni e lavoro.
E’una linea atlantica all’ennesima potenza: sarà un caso, ma i due uomini che nel Pci erano chiamati “gli americani” si ritrovano ora uno al Quirinale, l’altro a capo del più importante partito di governo. Vedremo nelle prossime settimane che questo non resterà senza conseguenze.
E’ una linea securitaria che insegue oscenamente la destra su questo terreno per poter offrire qualcosa al popolo. Se cosଠnon fosse non si spiegherebbe la trovata fiorentina della caccia ai lavavetri, che aveva l’unico scopo di chiarire la vera natura del nascente partito.
Questi due plebisciti sono palesemente concatenati al di là dei tempi del loro svolgimento. Li unisce la comune funzione di dar vita alla nascita di un blocco di potere imperialista e corporativo, sempre più oligarchico e servile nei confronti degli Usa.
Questo blocco ਠben rappresentato dalla triade Veltroni-Draghi-Montezemolo, ma include con tutta evidenza i vertici di Cgil, Cisl, Uil, che hanno portato in dote la loro porcata referendaria, a garanzia di una subalternità delle classi popolari che si vorrebbe eterna.
I banchieri Bazoli e Profumo, insieme all’immancabile Moratti, hanno dato la loro benedizione partecipando alle primarie, insieme alle truppe cammellate di un blocco di potere che (al di là dei numeri certamente gonfiati) difende piccoli e grandi privilegi del potere locale, sindacale, delle cooperative, eccetera. Un blocco che ha poco consenso nella società , ma che ha con se i veri poteri forti. Uno sguardo alla grande stampa basta e avanza per capirlo.
Qualcuno dirà : niente di nuovo sotto il sole!
Pensiamo che non sia esattamente cosà¬. Al peggio non c’ਠlimite, e vedrete che anche l’attuale governo Prodi verrà superato in peggio dalla triade vincente.
Se questa ਠla situazione, appare ancor più ridicola la manifestazione del prossimo 20 ottobre.
Per essere più precisi, questa manifestazione ਠun imbroglio al pari del “referendum” sindacale. Chi nei fatti l’ha indetta si ਠgià astenuto in Consiglio dei ministri, su un testo in alcune parti addirittura peggiorativo dei protocolli di luglio (nessuna garanzia del 60% sulle pensioni ottenute con il sistema contributivo, nuovi aumenti dei contributi per i lavoratori), a fronte di modestissimi miglioramenti su altri punti.
A questa manifestazione ridicola e imbrogliona diciamo fermamente di no. Non si puಠcontrastare una politica rimanendo al tempo stesso nel governo che la porta avanti. Non c’ਠpiù spazio per questi giochini di chi vorrebbe sgattaiolare dal vicolo cieco in cui ਠfinito. Chi ਠcausa del suo mal pianga se stesso.
Quel che ਠimportante afferrare in questo momento torbido, dove si chiama democrazia il plebiscito e referendum la truffa, ਠche siamo di fronte ad un nuovo tentativo di ristrutturazione del potere in funzione delle politiche liberiste e di guerra.
L’asse che porta avanti questo progetto – in sintesi la triade Veltroni-Draghi-Montezemolo – ਠoggi il nemico principale. Per gli antimperialisti e non solo.