Abbiamo appreso con grande tristezza la notizia dell’arresto di altri 35 membri della resistenza palestinese in Cisgiordania ad opera delle cosiddette “forze di sicurezza” che rispondono ad Abu Mazen.
La delegazione di solidarietà con Gaza aveva incontrato due degli arrestati – Shaikh Hussein Abu Kwek e Shaikh Faraj Rummana – il giorno di Natale a Ramallah. Con loro avevamo discusso della situazione a Gaza e in Cisgiordania e delle prospettive della lotta di liberazione del popolo palestinese.
Abu Kwek aveva illustrato la gravità della situazione, dichiarando testualmente di non sapere se il giorno dopo sarebbe stato ancora libero piuttosto che in qualche carcere. Ora, insieme ad altre decine di suoi fratelli e compagni ਠdetenuto in un carcere della fazione collaborazionista che fa capo ad Abu Mazen.
E’ chiaro da tempo, tanto più dopo Annapolis, che Abu Mazen ਠormai un burattino nelle mani degli Stati Uniti e di Israele con i quali collabora attivamente per piegare la resistenza a Gaza e non solo. La repressione che ha scatenato in queste settimane non riguarda soltanto Hamas, ma tutte le componenti (compresi ampi settori di al Fatah) che non intendono piegarsi all’oppressione.
Di Abu Kwek e Faraj Rummana vogliamo ricordare il loro messaggio di fratellanza e l’invito al popolo italiano affinchà© faccia tutte le pressioni possibili sul governo per ottenere un cambiamento di linea politica contro l’embargo e per il pieno riconoscimento dei diritti del popolo palestinese.
Il Comitato Gaza Vivrà , che a tal proposito ha già in programma una prossima assemblea nazionale, continuerà con più forza la sua campagna, ed invita tutte le persone libere a manifestare in ogni modo il loro sdegno per la stretta repressiva messa in atto dai collaborazionisti di Abu Mazen in stretto concerto con l’azione genocida di Israele nei confronti del milione e mezzo di palestinesi che vivono a Gaza.
07/01/2008