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LIBANO: UN’ALTRA VITTORIA DI HEZBOLLAH

30. May 2008

Dal notiziario del 28/05/2008

La prova di forza messa in atto dalla Resistenza libanese due settimane fa contro i provocatori provvedimenti del governo Siniora ha sortito i suoi salutari effetti. Non solo il Blocco sostenuto dagli imperialisti (e dietro essi da Israele) ha dovuto fare marcia indietro ritirando gli stessi provvedimenti. Esso ha accettato Michel Suleiman, un generale cristiano vicino alla Resistenza, Presidente della Repubblica. C’ਠdi più. Nel suo discorso di insediamento Il neoeletto Presidente ha elogiato Hezbollah per il suo “ruolo insostituibile nel difendere la nazione dalle aggressioni israeliane” e ha apertamente parlato della “necessità  di liberare la zona di Sheba dall’occupazione israeliana”. Infine, l’attuale governo di unità  nazionale (nel quale ben 11 ministri appartegono al blocco della Resistenza) dovrà  preparare le elezioni per la primavera del 2009, che si svolgeranno con una nuova legge elettorale finalmente democratica (un uomo un voto) e non più confessionale che potrebbe consegnare la maggioranza alle forze nazionaliste e antisioniste.
Che il Ministro degli esteri Frattini si sia congratulato per l’accordo raggiunto ਠal limite della comicità . Frattini ਠlo stesso che, allineato pedissequamente agli americani, ha fino a ieri l’altro bollato Hezbollah come un’organizzazione “terrorista”. Era sempre lui, solo pochi mesi fa, ad avere biasimato D’Alema per essersi a suo tempo incontrato coi “terroristi” di Hezbollah. Ora Frattini si arrampica sugli specchi, tracciando una differenza tra la Resistenza libanese e HAMAS, affermando di essere disposto a dialogare coi…”terroristi”, ma a patto che “..accettino il proprio disarmo” (risate oceaniche). Anche Bush ਠstato obbligato A fare buon viso a cattivo gioco, ma gli americani debbono prendere atto che hanno subito un sonoro ceffone. Quanto cocente sia stata per loro questa sconfitta lo indica senza peli sulla lingua il capoccione Necon Richard Perle, il quale ha parlato di “vera e propria bancarotta per l’Occidente”, ovvero per l’imperialismo e il sionismo. E per questo lascia capire che agli Stati Uniti, se non vogliono passare da una sconfitta all’altra, non resta che alzare la posta e scatenare un conflitto globale per annientare Siria e Iran, e con l’aiuto di Israele, Hezbollah e HAMAS.

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