Il regime fantoccio di Karzai, imposto da stati imperialisti stranieri
al popolo musulmano dell’Afghanistan nel 2002, dal primo giorno del suo
insediamento ਠcostretto a confrontarsi con la strenua resistenza
patriottica, diffusa in tutto il Paese, del valoroso popolo afghano. Il
regime illegittimo, con l’aiuto dei suoi padroni stranieri (stati
invasori NATO, guidati dagli Stati Uniti), non ha mai disdegnato di
mettere in pratica alcun tipo di violenza, oppressione e barbarie nel
reprimere la resistenza popolare, violando apertamente al cospetto della
comunità internazionale i diritti umani, le leggi e le convenzioni che
sostiene di difendere.
Per sopprimere fisicamente l’opposizione e la resistenza, il governo
fantoccio di Karzai e le forze criminali straniere che collaborano con
esso, negli ultimi sei anni non solo hanno ucciso, bombardato, ferito,
resi invalidi, privati della casa e dei beni centinaia di migliaia di
persone, ma ne hanno anche imprigionate altre decine di migliaia in
orribili prigioni e centri di detenzione, per aver difeso il loro paese
ed essersi opposti all’occupazione.
Nella prigioni di Policharkhi circa tremila detenuti sono trattati in
modo contrario a tutte le leggi nazionali e internazionali, e i diritti
umani sono crudelmente violati. I prigionieri subiscono torture fisiche
e psicologiche, vengono insultati, umiliati, minacciati di morte, gli
viene impedito di dormire, vengono picchiati con cavi e altri oggetti,
presi a pugni e a calci, vengono appesi a testa in giù, subiscono
scariche elettriche e waterboarding: queste sono le tecniche
abitualmente utilizzate dagli ufficiali afghani. I loro padroni della
Nato, in particolare gli Americani, oltre alle torture di cui sopra
fanno denudare i prigionieri, ne abusano sessualmente, li fanno mordere
da cani, li espongono alla neve e al maltempo e impediscono loro di
incontrare i propri familiari ed amici.
Come tutti sanno, l’ottanta percento dei detenuti di Policharkhi sono
prigionieri politici, ma il regime dispotico di Karzai per nascondere la
sua natura e rendersi presentabile parla invece dei prigionieri come di
“criminali” e “terroristi”.
Nel 2007, sono stati giustiziati più di 17 detenuti in seguito alle
accuse di cui sopra, dopo essere stati “processati” senza diritto alla
difesa.
In questo momento c’ਠuna lista che contiene i nomi di centinaia di
prigionieri destinati alla pena capitale, sulla scrivania di Karzai. Ma
poichà© l’esecuzione di prigionieri ਠcondannata a livello nazionale e
internazionale, il regime ha scelto di portarle avanti in segreto.
Le esecuzioni segrete nella prigione di Policharkhi non sono una novità ,
ma si sono intensificate a partire dal 2007. Le autorità carcerarie
solitamente prelevano dalle loro celle alcuni “pericolosi” prigionieri
per motivi “investigativi”, a tarda notte, e non li riportano più indietro.
Noi, come prigionieri della prigione di Policharkhi e in rappresentanza
di tutti i prigionieri, chiediamo alle organizzazioni di difesa dei
diritti umani nazionali e internazionali e alle persone dotate di
spirito umanitario di fare pressione su Karzai e i suoi padroni affinchà©:
1. Si ponga fine immediatamente alla serie di esecuzioni segrete nella
prigione di Policharkhi, e sia condotta una seria indagine sui detenuti
scomparsi affinchà© le loro famiglie ricevano giustizia e soddisfazione.
2. La lista di circa un centinaio di prigionieri da giustiziare che à¨
stata preparata dalla Corte Suprema fantoccio e corrotta sia
immediatamente invalidata ed i casi dei suddetti siano affidati ad un
pubblico processo.
3. La violenza e la tortura fisica e psicologica siano bandite da ogni
parte dell’Afghanistan e in particolare dalla prigione di Policharkhi.
4. I prigionieri politici della prigione di Policharkhi siano
riconosciuti come tali.
5. A tutti i prigionieri sia garantito il diritto alla difesa e a un
avvocato e sia posta fine ai processi segreti.
6. I poliziotti e gli ufficiali giudiziari corrotti siano puniti.
7. A tutti i prigionieri sia dato il diritto di incontrare ed essere in
contatto con i loro familiari, con i media e con la società civile.
Dio vi benedica”
I prigionieri politici della prigione di Policharkhi
Kabul – Afghanistan, Aprile 2008